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Autore: Angel_shanti    17/09/2012    1 recensioni
"...Dio è ancora lì, col grande puzzle sotto il naso, a chiedersi dove sono finiti quei due pezzi che andavano così bene insieme..." C'è chi dice che se si ama davvero una persona bisogna lasciarla libera...che se è vero amore ritorna...sarà vero??
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tornare qui in Italia è stato come fare ritorno in un mondo che non mi apparteneva più, un mondo ormai così distante da me e dalla nuova vita che mi ero costruita in America. Quando ho girato la chiave nella serratura di casa mia ho sentito un tuffo al cuore, ho aperto lentamente la porta e ho lasciato che una strana sensazione prendesse possesso del mio corpo alla scoperta che tutto era rimasto perfettamente come l’avevo lasciato il giorno della partenza. Il mio solito disordine che anticipa il momento in cui, carica come non mai, varcherò quella porta, le ultime cose lasciate sparse per casa a causa del mio perenne ritardo e del mio odio convulsivo per tutto ciò che somiglia ad orari e affini.

E’ come se il tempo si fosse fermato quel giorno in questo posto, come se gli avvenimenti di questi due anni, a parte la polvere, non avessero lasciato traccia, come se non fosse successo nulla di quanto invece è accaduto.
Per prima cosa ho dato una bella pulitina alla casa, ho riordinato il mio caos. Quando sto male è una delle cose che mi ritrovo più spesso a fare, come se il mettere a posto gli oggetti mi aiutasse a mettere un po’ di ordine anche dentro di me, come se mi aiutasse a schiarirmi le idee facendomi vedere le cose con maggiore razionalità e distacco.
La parte più tragica del rientrare in possesso di casa mia è stato l’entrare nella mia cameretta: da brava fan dei Backstreet Boys avevo tappezzato ogni angolo libero con loro foto, una sorta di piccolo tempio dedicato a loro la mia stanza e, entrandoci, il sorriso di Nick mi balzava agli occhi da tutte le direzioni possibili e immaginabili. Ho pianto per un paio d’ore almeno osservando quelle foto alle mie pareti prima di trovare le forza di staccarle tutte, non potevo vivere con il suo volto che mi ossessionava come un fantasma sempre presente.

Sono qui da un paio di giorni ormai. Non ho ancora avvisato nessuno del mio ritorno, rintanandomi letteralmente in casa, l’unica persona che ho sentito al mio arrivo è stata Katia, appena arrivata le ho telefonato, voleva raggiungermi in tutti i costi, le ho detto che se fa così ogni volta che ci sentiamo finisce che non la chiamo più, non vorrei che Alex decidesse di ammazzarmi se Katia continua insistente a voler venire qui da me in Italia.
Ora però è arrivato il momento di riprendere davvero in mano la mia vita!

Sono stata a pranzo dai miei genitori, gli ho detto di essere arrivata solo stamane, lo so ho mentito,ma ho dovuto, sono già preoccupatissimi così per me e, quando sono preoccupati, diventano pesanti ed ossessivi: mio padre ha ricominciato con i suoi discorsi sull’importanza dell’università e ha sottolineato più volte quanto abbia sbagliato a fermarmi per due anni per stare dietro “quel coso biondo che non mi è mai piaciuto”, mia madre non fa che chiedermi se torneremo insieme e non si capacita di quello che è successo, cosa sia passato per la testa di “quel caro ragazzo che sembrava davvero ti amasse tanto”.
Volevano restassi con loro a casa ma io voglio stare a casa mia, non è tornare con mamma e papà che mi farà tornare padrona della mia vita!
Dei miei amici qui in Italia non so chi chiamare, uno dei motivi per cui io e Katia eravamo partite per quel viaggio era l’esserci stufate della monotonia in cui vivevamo e della mediocrità delle persone che frequentavamo, ma da qualche cosa devo pur ripartire. Tra tutti credo che finirò per chiamare Olga, lei è l’unica che sa della mia storia con Nick, non le ho ancora detto che è finita, già so che si incazzerà perché non l’ho chiamata prima e che non mi sono confidata con lei, in fondo so benissimo che ha ragione ma non mi andava di fare la disperata con il mondo intero.
Sono uscita per fare quattro passi, camminare senza meta è un altro dei miei metodi chiarificatori, ma si è fatto tardi e devo tornare a casa, d’avanti al cancello di casa mia è ferma una persona, ne vedo la sagoma ma non riesco ancora a capire chi possa essere, mentre mi avvicino vengo travolta dalle sue parole.
“Elenaaaaa, sei una sconsiderata sappilo. Sei tornata, porca miseria nemmeno una telefonata?? Ma si può? Dico io….”
“Oddio, Olga. Ma che ci fai tu qui??”
“Fatti abbracciare vieni qui. – mi stritola con tutte le sue forze - mi ha telefonato tua mamma dicendomi che eri qui. Mi ha raccontato tutto, si, cioè, insomma come stai?”
“Sempre discreta mia mamma eh?”
“Stiamo parlando di me, signorina. E comunque lo sai che lo fa per te…”
“Si ma…dai non importa, entriamo in casa!”
Ci siamo messe comode sul divano, il nostro confessionale di sempre, Olga mi guarda preoccupata, so benissimo che non sa che dire, tra le due quella brava con le parole sono sempre stata io.
“Allora?? Ma come ha potuto lasciarti?? Ma che pezzo di…”
“Mah!!! Non mi amava più….”
“Ma così da un giorno all’altro??”
“Mi sa che mi ha preso in giro alla grande nell’ultimo periodo. Boh! Non lo so, non riesco a darmi una spiegazione. Lui non mi aiuta e per questo sono tornata qui, lontana da lui e dal suo mondo….”
“Non ci posso credere!!! Non sa cosa ha perso…credimi…tu sei…”
“…beh io so cosa ho perso….”
“…uno stronzo…”
“No!!! In fondo sono stata felice con lui…”
“Come stai adesso?”

Odio questa domanda!!! La mia risposta diretta e sincera.
“Come se un treno mi fosse passato sopra più e più volte, ma in fondo sono ancora qui,no? Ora fa male, ma passerà. Deve passare!”
Olga mi stringe in un abbraccio fortissimo, so che vorrebbe dirmi di più ma sa benissimo che sono tutte frasi fatte quelle che si dicono in questi casi: “non era quello giusto”, “col tempo passerà questo dolore”, “capirà quanto ha perso e se ne pentirà”, “non troverà mai nessuna come te”. Tutte frasi che lasciano il tempo che trovano e che non ti aiutano a stare meglio, anzi finiscono per darti ai nervi dopo un po’ e Olga lo sa, evita di pronunciarle, preferisce usare una tattica migliore per tirarmi su, proponendomi di fare shopping, sa che non rifiuterei per niente al mondo a un bel giro tra i negozi.
“Prendo la borsa e sono pronta!”
“Ti porto in quel nuovo centro commerciale che hanno aperto, non sarà come quelli americani ma ci sono tantissimi negozi carini e con prezzi accessibili!”
“Ottima caratteristica soprattutto l’ultima, non ho molti soldi al momento, devo trovarmi un lavoro, non posso gravare sulle spalle dei miei adesso che sono tornata!”
“Troveremo prezzi ottimi te lo garantisco e poi che ci frega: ci divertiremo a provarci i vestiti più strambi come ai vecchi tempi alla faccia di Nick Carter e della sua carta di credito!”

La sua risata genuina e sincera contagia anche me, annuisco unendomi a lei, nonostante il mio cuore non smetta di sanguinare al suono del suo nome.

Passerà.

   
 
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