Anime & Manga > Shadow Lady
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Autore: Rik Bisini    03/04/2007    0 recensioni
Sull'incontrastata signora della notte incombe la minaccia della battaglia contro un mortale nemico. Ma, prima che ciò avvenga, sarà la voce della Pace a cogliere di sorpresa Shadow Lady.
Sesto capitolo delle vicende da me presentate sulla celebre eroina creata da Katsura.
Come sempre, un nuovo oggetto demoniaco da trovare e rubare. Poi un nuovo personaggio, il ritorno di un comprimario dalla prima fanfiction della serie, scontri tra demoni con questioni d'onore risolte con la magia ed Aimi in una situazione decisamente HOT.
Storia già pubblicata in "MangaNet.it - Fanfiction" a partire dal 27 febbraio u.s.
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il ritorno di Shadow Lady'
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Shadow Lady e la voce della Pace
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A tu per tu con il cuore

Nell'oscurità della notte, mentre cadevano delicati fiocchi di neve, il tetto del palazzo non era raggiunto da luce esterna. Brillava lì però una sfera luminosa, la cui fiamma sembrava non avvertire affatto la presenza della neve.
All'interno di quella luce, Vaar congiunse le sue minuscole mani. Quattro cerchi di fiamme di diverse divensioni apparvero sul tetto.
Dal più grande emerse una massiccia figura. Alta almeno due metri, aveva forma umana, ma sembrava composta di sole fiamme crepitanti. Dal cerchio accanto apparve una creatura dall'aspetto di un vecchio, calvo, che sedeva nell'aria come se vi fosse stato un invisibile trono. La sua barba ruggine sembrava fatta di fiamme. All'altro lato apparve la sottile figura di una ragazza in kimono. L'ultimo cerchio si riempì con la demonessa Setna.
« Eccoci Vaar. » esordì Setna, « Ci siamo tutti mi pare. »
« Manca Samoda. » osservò la creatura in kimono.
« Non sarà qui, Veruse » spiegò Vaar, « accompagnerà Shadow Lady questa notte. Il Principe Demo le dirà qual era l'argomento di questo incontro ».
Poche scintille si staccarono dalla luminosità di Vaar, sfidando la neve, per spegnersi subito.
« Vaar, » lo esortò il vecchio conciliante, « vai avanti. Dicci per quale motivo ci hai convocato a questo incontro ».
« Prima di ciò, Goug, » cominciò Vaar, « vorrei che fosse chiaro che non agisco con intenzione di disonorarvi, essendo io il meno nobile tra tutti e il meno dotato in quantità di potere. Se parlo è perché il Messagero è un umana e come tale non comprende le complessità dei rapporti tra i demoni. Perché il Principe Demo mi onora della sua fiducia e ha ritenuto che il mio agire fosse conveniente al Messagero ».
« Che, tanto per cambiare, non sa nulla. » aggiunse con sarcasmo Setna.
Una piccola esplosione di scintille coprì per un istante la vista di Vaar.
« Non lo nego, Setna, » continuò Vaar, « e mi impegno a riportare ad Aimi il contenuto di tutta questa conversazione, se uno solo di noi non è d'accordo a celarlo ».
« Esponicelo, Vaar. » insisté Goug, « Perché si possa decidere ».
« Come sapete, » riprese il demone dopo una pausa, « riteniamo che il demone Lujel, complice del furto delle pietre del diavolo, doti gli umani di artefatti, in spregio dei dettami dell'Antica Legge. Egli deve essere fermato, anche perché vi sia reso l'onore che vi spetta. Ora, recentemente il Principe Demo ed io abbiamo ravvisato nel comportamento dei Misti delle stranezze ».
« Vuoi dire che i più insignificanti tra i demoni » insinuò Veruse incredula, « osano complottare contro il Messagero ».
Un'altra breve pioggia di scintille si levò da Vaar.
« Credo di no. Credo che siano minacciati ».
« Non lo sono già da tempo? » insisté Veruse.
« Esatto. » replicò Vaar, « Dalla polizia infernale da sempre. In tempi più recenti da Lujel stesso, indirettamente. Ma temo che ci sia una ulteriore attività di demoni nei loro riguardi ».
Il gigante parlò per la prima volta.
« Vaar, » suggerì, « perché non dici direttamente quello che pensi? Se i Misti non sono preoccupati dalla polizia, né dal Portatore del Ghiacci, Lujel, quello che accade è che ad attaccarli è uno di noi ».
Vaar lasciò trascorrere diversi secondi prima di ammettere.
« Se non è così, vorrei che ne portassimo ora Testimonianza Fedele ».
Si udì a lungo il rumore della neve che cadeva sul tetto.
« Molto bene. » decise Goug, « Una richiesta non certo facile da accogliere. Perché solo il sospetto di un comportamento alieno al Messaggero del mio Sovrano, sostenuto nei miei riguardi da un Misto, è quanto non avrei immaginato udire se avessi vissuto un secolo per ognuno dei miei anni. Sul mio onore di Portatore del Fuoco e di demone dei primi millenni, io, Goug, ti porto Testimonianza Fedele che l'unico Misto con cui ho avuto a che fare da quando sono finito in disgrazia è il pomposo ex-carceriere che ho di fronte ».
La sfera di Vaar divenne più luminosa.
« Grazie, Goug. » disse con voce sollevata.
« Sul mio onore, per quello che ne resta, » intervenne il gigante, « io, Maovu, non ho avuto a che fare con i Misti che vivono in Gray City. Di questo ti do Testimonianza Fedele, Vaar, anche se converrai che una mia presenza in qualsiasi luogo non passerebbe inosservata ».
« Sul mio onore, » si aggiunse Veruse, « quello che è appartenuto ad una Domatrice del Fuoco, io, Veruse, ti do Testimonianza Fedele che sono estranea a quanto dici ».
« Bene, bene, bene. » commentò Setna. « Dubito che qualcuno di voi si spenga dal desiderio di permettere a Vaar di raccontare tutto questo alla nostra Signora. Possiamo finire qui, allora. Arrivederci ».
« Hai già dato la tua Testimonianza Fedele, Setna? » chiese Veruse.
« Non ritengo il caso di farlo. » rispose l'interpellata. Guardò Goug. « Che cosa ne pensi? »
« Tu sola, » spiego il vecchio demone, « nessuno al di fuori di te è responsabile del tuo onore. A te spetta scegliere cosa fare. A te pagarne in prima persona le conseguenze. Sei ancora un bambina e finirai nei guai se non impari la prudenza ».
« Che cosa succede? » domandò Maovu.
« Vaar è un insolente. » decretò Setna, « E Goug vorrebbe darmi un'altra lezione. Ma nessuno di voi sa davvero quello che ho chiesto ai Misti. Nessuno sa che se non ci fosse stata una certa resistenza da un demone particolarmente poco accomodante, si sarebbe già eliminato definitivamente ed in modo semplice uno dei problemi del Messagero ».
« Hai chiesto o hai ordinato, Setna? » precisò Vaar.
Setna alzò le spalle. « Non vedo la differenza. Comunque non preoccupatevi. Vi porto Testimonianza Fedele che non chiederò il vostro aiuto ».
In un'alta fiammata, Setna svanì.

Shadow Lady entrò con disinvoltura nell'alta e stretta soffitta dove le campane attendevano di essere chiamate a suonare.
« Bene, direi che il posto è questo. » osservò rivolta alle sue spalle.
« Sì, » convenne una voce, « il posto è decisamente questo ».
Shadow Lady sgranò gli occhi. Non le fu difficile scorgere nell'ombra, seduto in disparte, l'uomo che la attendeva.
« Bright! » esclamò, « Cosa fai qui? »
L'agente si alzò in piedi e si avvicinò alla ladra.
« Cerco di prevenire le tue mosse, Aimi. » rispose, « E la strana richiesta di aiuto della signorina Ibuki, peraltro rivolta a te, era piuttosto singolare. Ho indagato un po' in giro. Stamane ho scoperto che in un call-center qui accanto i dipendenti sono molto accomodanti nei confronti di una direzione sorda alle loro esigenze. » Si concesse un sorriso. « E sorda anche ad influenze esterne, dato che l'ufficio amministrativo è separato dalle postazioni da un vetro a prova di rumori. Ho capito che questa volta c'era di mezzo qualcosa che poteva essere percepito dall'orecchio ».
Guardò verso il soffitto.
« C'era sempre di mezzo una cattedrale, quando hai tentato di fermare l'apparizione del mostro. E anche qui, i fedeli sono molto devoti. Non mancano una funzione, sebbene non vedano miracoli o prodigi. » spostò di nuovo lo sguardo verso Shadow Lady. « E nessuno ha voluto, o potuto, spiegarmi da dove provenisse la campana recentemente acquistata ».
« Non te ne preoccupare, » scherzò Shadow Lady, « domani non la avranno più ».
« È opera anche essa di Lujel? » chiese Bright a bruciapelo.
Shadow Lady degluttì a fatica.
« Sai troppe cose. Non hai bisogno di sapere altro ».
« Immagino che voglia dire sì. » indovinò Bright, « E a chi parlavi prima? Al demone che ha creato l'ombretto di Shadow Lady? »
« Quante volte devo ripetertelo? » s'inquietò Shadow Lady, « Fai troppe domande! »
Bright aggrottò le ciglia.
« Cerco solo la verità. » precisò, « Chiedo troppo alla persona che amo e che è certa di amarmi? Non devi nascondermi l'esistenza dei demoni. Ormai ne sono a conoscenza. Merito del compianto Optimus Potentium, che per sua sfortuna non si è contentato di essere il ladro di sogni e voleva maggiore potere ».
« Quello che tu sai non cambia nulla. » sentenziò la ladra. « Sei al sicuro finché loro non sanno quanto tu sai. Ma se continui a incrociare la mia strada prima o poi lo scopriranno ».
« Di chi parli? » chiese Bright, « Lujel mi ha detto che voleva lasciarmi in vita proprio perché gli era utile quello che sapevo. Sono i tuoi amici a volermi morto? In tal caso, dal momento che sono qui anche loro, potrebbe essere il momento opportuno ».
« Non voglio che tu giochi così con la tua vita! » tuonò Shadow Lady.
« Ed io non voglio che tu lo faccia con la tua! » la rimbeccò Bright.
« Basta! » replicò secca Shadow Lady, « Questa discussione è assolutamente inutile. Io prendo quella campana! »
In quel momento si udì un rintocco. La campana al centro del soffitto aveva ondeggiato leggermente su se stessa. Quel suono attraverso le orecchie di Shadow Lady e le giunse fino al cuore.
Un altro rintocco. I pensieri di Shadow Lady si accavallarono. La Voce della Pace, i suoi sogni ad occhi aperti al call-center, le parole di qualcuno di cui non ricordava nome e volto: « Potrebbe succederti di dimenticare di essere Shadow Lady quando incontri Honda? »
I rintocchi divennero tre e quattro. Shadow Lady si voltò e incontrò gli occhi pieni di amore di Bright. Si gettò inerme tra le sue braccie e baciò con tenerezza il viso dell'uomo. Cinque rintocchi e le labbra di Bright erano su di lei, in un bacio che divenne presto profondo, intenso, appassionato. Shadow Lady sentiva le mani del giovane stringerla a sé ed accarezzarle la schiena. Non seppe più contare il numero dei rintocchi.
Lei sapeva di essere lì per lui, semplicemente, con tutta se stessa.
Perché da lui era amata, come donna.
I baci, sempre passionali, sempre profondi, erano diventati numerosi. La mano di Bright carezzava la pelle nuda di Shadow Lady, dove il suo cortissimo vestito terminava.
Shadow Lady allontanò il viso dal giovane e, mentre riceveva baci sul collo, passò con urgenza le dita sul volto. Quanto il magico ombretto si dissolse, la ladra fu avvolta da una intensa luce.
Bright si coprì gli occhi e riprese fiato, mentre la donna aggrappata a lui prendeva le sembianze di Aimi Komori. Ma la diversità di sembianze, non rese meno urgente il desiderio di baci, il calore delle carezze.
Le mani di Bright giunsero presto sotto i vestiti di Aimi. La ragazza sentiva la pelle scottare, il cuore allargarsi pronto a sperimentare una completa appartenenza al solo uomo che amava, al solo che l'avrebbe amata perché aveva avuto fiducia in lei, e per lei si era precipitato a Gray City, prima ancora di conoscerla.
Le dita del giovane avevano incontrato il reggiseno. Ne seguirono le curve, modellate dal superbo corpo della ragazza. Poi scostarono la stoffa per esplorare dove i seni culminavano.
Aimi sentiva sempre più fatica a respirare. Una fatica insostenibile. Fu improvvisamente consapevole che l'aria mancava del tutto attorno a lei. Bright ritrasse le mani e la guardò allarmato. Cercò di portarle aria fecendo vento con il suo impermeabile e nel frattempo tratteneva il fiato. Ma nel giro di pochi secondi, attorno ad Aimi tutto si fece buio, mentre perdeva i sensi.

Quella mattina non nevicava. Aimi si destò nella sua stanza, adagiata sul letto e vestita. Lo stato dei suoi vestiti le suggerì una notte agitata. Ricordò le sensazioni provate a causa di Bright e decise che avrebbe cominciato a prendere tranquillanti, se alle fantasie diurne si erano aggiunti anche i sogni nella notte. Si diresse a passi strascicati e sbadigliando verso il bagno.
Tolse il maglione ed la maglia che portava sotto di esso e si lavò il viso. Notò uno strano segno sul collo. Lo guardò attentamente. Arrossì. Si premette la mano sul seno, per sentire il cuore che sembrava volere sfondare la cassa toracica.
« N-non e-era u-un s-s-sogn-no. » balbettò.
Si rivestì e si precipitò in salone.
« Demota! » chiamò. « Vaar! »
Da una piccola scintilla,si generò la sfera luminosa che conteneva Vaar.
« Il servo di Aimi si augura che ella abbia riposato a sufficienza ».
« Poche chiacchiere, Vaar, » troncò Aimi, « sai bene che ieri ho tentato di rubare la Voce della Pace ».
« Il suo servitore immagina che Aimi si riferisca alla campana che il demone Bean ci ha segnalato. Il Principe Demo mi ha accennato solo brevemente che il tentativo non è stato fruttuoso e che Aimi si è trovata in difficoltà a causa dell'umano Bright. So che è stata Samoda ad intervenire. Poi, appunto, il Principe mi ha chiamato e mi sono limitato ad aiutare Samoda e Veruse. Assieme abbiamo trasportato prima l'umano e poi Aimi alle loro case ».
Aimi si lasciò sprofondare sulla poltrona, meditabonda.
« È possibile che io sia svenuta? »
« Tale era lo stato di Aimi, » confermò Vaar, « quando sono sopraggiunto. E parimenti era avvenuto all'umano. Se Aimi desidera che questo servo indovini, credo che Samoda abbia operato in modo che a Bright e ad Aimi sia mancata l'aria. Ovviamente » Vaar sprizzò alcune scintille, « nella certezza che questa fosse la cosa migliore per Aimi ».
La ragazza sospirò.
« Oh, lo era sicuramente. » commentò, « La pace che sentivo in quel momento era opera della campana. Però, Vaar, ti dirò una cosa ».
Il piccolo demone rivolse verso il sorriso di Aimi i suoi occhi color brace.
« È davvero bello, » rivelò la ragazza, « come si può vivere, conquistata la pace ».

Aicchan sorrise a Ken, vedendolo seduto al gazebo. Come di conseuto, lui si alzò per andarle incontro.
« Resto qui, vicino alla porta. » pensò Aicchan, « Lo faccio camminare fino qui. Capirà che oggi qualcosa è diverso, che oggi voglio parlare ».
Si udì il rintocco di una campana in lontananza.
« Se Shadow Lady ha fatto quello che ha promesso, » proseguì Aicchan, « non dovrei nemmeno preoccuparmi. Anzi perché farlo? Shadow Lady non è nuova ad imprese eccezionali. Sicuramente oggi gli darò un bacio e poi parleremo, tranquillamente ».
I suoi passi l'avevano già portata diversi metri oltre la porta, nella braccia di Ken. Ricevette un bacio. Lo ricambiò.
« Sì, certo, » concluse Aicchan, « parleremo. Oggi, domani, dopodomani... ogni giorno può andar bene ».

Shadow Lady era seduta comodamente su di un morbido divano. I suoi piedi poggiavano su un tavolino. Un orologio a pendolo segnava le otto.
Nella porta di quella casa, una chiave si infilò nella serratura. Shadow Lady guardò con indifferenza in quella direzione. La porta si aprì e sotto una sciarpa ed un cappuccio coperti di neve, apparve il volto di Naru Arukawa.
« Shadow Lady! » esclamò sbigottita.
« Bene, » commentò la ladra, « vedo che mi conosci. Possiamo passare al punto allora. Su questo tavolino c'è la pianta di una stanza particolare, stretta ed alta. C'è una porta da un lato e diverse finestre ed io devo muovermi lì dentro ».
« E allora? » domandò la giovane, « Cosa c'entro io con te? Io non rubo, sappilo. Lo stipendio, che è da fame, me lo guadagno onestamente. Sai da dove vengo? Dal supermercato all'ingrosso per trovare qualcosa da mangiare che mi consenta anche di pagare le bollette ».
« So che non sei molto contenta del tuo lavoro, » l'informò Shadow Lady, « per questo volevo offrirtene uno io ».
« Non voglio un lavoro da te. » replicò Naru, « Mi vuoi pagare con il provento dei tuoi furti? La ricettazione è un crimine, sappilo ».
« Non era mia intenzione pagarti con del denaro, » spiegò la ladra con tranquillità mostrandole un portafoglio, « ma con questo. »
« E cosa sarebbe? » domandò Naru.
« Un portafoglio. » specificò l'altra lanciandolo verso la giovane, che lo prese al volo. « Appartenente, per inciso, al maestro Niimai, direttore artistico di un paio di spettacoli televisivi ».
« Televisivi? » ripeté Naru.
« Preferisci il cinema? » chiese Shadow Lady, alzandosi dal divano e dando le spalle alla giovane, « Vediamo, credo che in città ci siano un paio di registi? »
« Tu vuoi che io sia tua complice! » protestò Naru.
« Ma niente affatto. » la contraddisse la ladra tornando a guardarla ed avvicinandosi al tavolino. « Come farebbe ogni cittadino onesto, tu contatterai il maestro Niimai al suo numero privato, che trovi nel portafoglio, per restituirgli quello che gli appartiene. Poi, se non sei sciocca, potrai anche dirgli che tipo di lavoro vorresti fare e che idee hai per farlo ».
Naru incrociò le braccia al petto.
« Non mi hai detto cosa vuoi in cambio! » notò.
« Una coreografia. » rispose Shadow Lady.
« Una... coreografia? » chiese Naru.
« Una coreografia. » continuò Shadow Lady, « Sulla stanza di cui ti ho portato i disegni. A partire da una delle porte o delle finestre, a tua scelta. Sulla musica che tu scegli. Lunga circa dieci minuti. La sola cosa importante è che finisca in questo punto. » pose un dito della mano al centro della pianta.
Naru si avvicinò al tavolino, gettando la sciarpa sul divano.
« Per quando deve essere pronta? »
Shadow Lady le indirizzò uno sguardo furbo.
« Se ci lavori stanotte, pensi di finirla prima dell'alba? »

   
 
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