Ringrazio anche solo chi legge.
Freezer return
Atterrò
sul davanzale della finestra.
"Eccoti
finalmente!" urlò Bulma. Il camice bianco che indossava era
mezzo
sbottonato, i capelli azzurri erano gonfi e arruffati. Strinse un pugno
e
assottigliò gli occhi arrossati.
"Maledetto
scimmione, ora mi riporti da mio figlio!" strillò isterica.
Strabuzzò gli
occhi e sbatté la scarpa sul pavimento.
“Starnazzare come la povera oca che sei non ti riporterà il tuo moccioso” rispose il moro. Incrociò le braccia e fece un paio di passi avanti.
Mirai
Trunks deglutì e atterrò dietro di lui, fece un
passo
avanti. Guardò la madre e indietreggiò al punto
di partenza.
“E’ colpa del tuo essere alieno se in questa casa non ci può essere pace” sibilò l’azzurra. Tirò su con il naso e allungò il braccio, indicandolo con l’indice. La mano le tremava e il dito si piegò leggermente.
L’uomo alzò il mento, avanzò, le passò accanto e la superò.
Bulma abbassò il braccio e singhiozzò chinando il capo.
“Mamma…” sussurrò il glicine, avvicinandosi.
La donna rialzò il capo e le iridi azzurre le brillarono.
“Tutto bene, ora ti ritroviamo” biascicò. Forzò un sorriso e gli mostrò un pollice alzato.
Mirai Trunks annuì. La donna mise una mano sul fianco, si voltò e si mise a correre verso il marito.
< Resti forte in ogni dimensione > pensò il figlio.
Bulma
raggiunse il marito, era piegato e guardava la scia di olio nerastro
sul
pavimento, c'era una striscia grossa al centro che la rendeva
più chiara
rispetto ai contorni e alcuni punti del pavimento puliti a forma di
piccoli
cerchi.
"Io
non penso che nessun animale possa lasciare impronte
simili…" sussurrò la
terrestre.
Vegeta strofinò pollice e
indice, sul guanto bianco era rimasto dell'olio, lo annusò.
Gli occhi
scintillarono, si leccò le labbra pulendole da
una striscia di sangue e ondeggiò la coda.
< Un 'animale'
sì… >
pensò.
Alzò il capo e
seguì con lo
sguardo la striscia, digrignò i denti e si mise in piedi,
avanzò a passo
svelto.
"Quale?
Un tipo di dinosauro di città? Nessun mio robot è
impazzito. Pensi un
concorrente della ditta?" chiese velocemente Bulma. Ansimò,
accelerò
guardando la schiena del marito allontanarsi. Si piegò e si
mise a correre a
perdifiato.
"Insomma,
dove le hai già viste quelle impronte?!" strillò
e la voce le uscì roca.
Vegeta si voltò verso di lei, i capelli ondeggiarono nel movimento e le iridi si scurirono.
"Niente che riguardi te, donna" sibilò. Piegò le ginocchia, si diede la spinta e si sollevò in volo.
Mirai Trunks corse verso l'azzurra, guardò il padre a mezz'aria.
"Aspetta!" gli urlò.
La
terrestre saltò e gli afferrò lo stivaletto.
"Ce-certo che… mi… mi riguar… da… "disse, scoppiando a piangere, le lacrime le scesero lungo le guance e fu scossa da un brivido.
"E' mio figlio! E perciò lo
voglio cercare anch'io!" ringhiò.
Mostro i denti e arricciò il naso.
Vegeta piegò il ginocchio sollevandola, l'afferrò per il bordo della maglia del pigiama.
"Ma sei pazza? Prima scoppi a piangere e poi ringhi?". Se la mise in spalla, le strinse i fianchi e sbuffò. Guardò Mirai, indicò con il capo dietro di sé.
"Tu vai di là. Io e la gallina schizzata andiamo verso le montagne. Se trovi qualcosa, qualsiasi cosa, aumenta l'aura".
Trunks annuì, sfiorò il manico della spada e il Principe arcuò le sopracciglia.
< Spero che il
moccioso abbia capito > pensò. Osservò il
figlio volare via, strinse la
presa sulla donna.
L'azzurra
lo abbracciò e strofinò il viso sulla sua spalla.
"Sì,
sono pazza che mi sono messa con uno sporco assassino che se
n'è andato appena
sono rimasta incinta" sibilò.
Gli
diede un pizzicotto al braccio e lo colpì con un colpo di
mento.
"Con
una serie di motivazioni astruse per altro. Pensi davvero che essere
una
rampolla non significhi avere gli occhi di tutti addosso?! Ci si
aspetta da me
che sappia gestire le cose come un uomo senza scrupoli, sempre geniale
e
innovativo. Mio caro 'mercenario perfetto' che tutti guardavano con
odio e
ossessione" si lamentò.
Vegeta ghignò, la guardò e i suoi occhi brillarono.
"Se fossi un uomo senza scrupoli ti butterei giù, non credi, donna nell'ampolla?".
"Sono
la madre di tuo figlio, scimmione decerebrato e analfabeta! E se mi
butti giù
mi faccio salvare da Goku e ti cornifico con lui" ribatté
piccata
l'azzurra. Gli
diede
un calcio nella gamba. "R - A - M - P - O - L - L - A.
Non ampolla" spiegò.
Il principe ringhiò,
partì
a tutta velocità e i capelli gli si schiacciarono contro la
schiena. Si fermò
di botto, guardò Bulma. "Dillo ancora e la prossima volta ti
lancio"
minacciò.
< Se quel bastardo di
Kakaroth ti sfiora con un solo dito, gli spezzo le gambe, lo castro e
… no,
aspetta, chi se ne frega di quello che fa la donna?! >.
"Ma
sei scemo?! Mi hai fatto venire un colpo, bestia con l'albero di natale
nero in
testa! Fulminello fumato" gli
urlò l'azzurra. Gli fece la linguaccia guardandolo in faccia
e si voltò,
alzando il mento.
Lui le fece girare il capo,
la baciò e la fissò negli occhi. "Sei la madre di
'mio' figlio"
sussurrò. Guardò avanti, riprese il volo
guardando dritto. < E vedi di capire
che intendo che sei mia, donna dai capelli color mare >.
"Fino
alla prossima volta in cui te ne vai" sussurrò lei.
Appoggiò il capo
nell'incavo del collo di lui, strofinando la tempia sulla sua spalla e
la
fronte sul suo collo.
Vegeta grugnì, la strinse più forte e si guardò attorno, Si fermò, dilatò gli occhi e una gocciolina gli scese lungo la fronte. "Pensavo fosse lui, ma… " borbottò. Deglutì, guardò il volto di Freezer inciso nella montagna e aggrottò le sopracciglia. < Poteva anche scriverci 'Il grande Freezer è qui per te, Vegeta' > pensò.
"Lui chi?" biascicò Bulma, tenendo gli occhi chiusi. < Come fa a farmi sentire protetta è un mistero > rifletté.
Vegeta sospirò, si
abbassò
fino a davanti il volto di pietra. "Perché non guardi chi ha
rapito il tuo
bebè adorato?".
Bulma
uscì il capo e guardò la roccia davanti a lei.
Socchiuse un occhio e ingrandì
un'altro.
< Mi ricorda un po'
qualcosa > pensò dubbiosa.
"Un
megalomane che non sa scolpire le orecchie?" domandò.
Vegeta sogghignò,
assottigliò lo sguardo e piegò il capo. "Quando
vedremo Freezer, gli dirò
cosa pensi di lui" sibilò. Atterrò, strinse la
presa si fianchi della
donna. < Alle volte me lo ricordo perché mi piace
questa azzurra > pensò.
"Non
era morto due volte?" domandò a bassa voce la giovane. Lo
lasciò andare e
scese, sistemandosi dietro le sue spalle. Si alzò sulle
punte e guardò oltre la
spalla del moro una porta d'acciaio.
"Ci
sarà un qualche codice per aprirla, dovrei riuscirci"
sussurrò.
"Non
era morto due volte?" domandò a bassa voce la giovane. Lo
lasciò andare e
scese, sistemandosi dietro le sue spalle. Si alzò sulle
punte e guardò oltre la
spalla del moro una porta d'acciaio.
"Ci
sarà un qualche codice per aprirla, dovrei riuscirci"
sussurrò.
Vegeta si avvicinò alla
porta, guardò la donna, sbuffò e fece un passo
laterale. "Prego.
Conoscendo quell'essere ci saranno petali di rose e un tappeto rosso
all'entrata". Incrociò le braccia, strusciò lo
stivaletto in terra. < E
un’insegna con su scritto 'Bentornato Mercenary' >
aggiunse mentalmente.
"Devi
proprio odiarlo se non hai fatto saltare una porta" sussurrò
la donna.
Ridacchiò, gli passò accanto e raggiunse la
porta. Si chiuse il camice e ne
trasse un cacciavite. Svitò le viti che tenevano il
pannello, infilò dei
guanti, abbassò gli occhiali da lavoro e staccò
due fili. Osservò le scintille
e staccò altri sei fili. Li unì diversamente
attorcigliando tra loro i fili di
rame. Richiuse il pannello
e ci rimise
le viti. "Una parola d'ordine che potrebbe usare? Anche se adesso
potrei
digitarne una a caso e si aprirebbe, temo in qualche allarme nascosto"
spiegò con tono professionale.
Vegeta strinse le labbra.
"… Mercenary. Prova Mercenary" le disse. Si
avvicinò alla porta, alzò
lo sguardo e osservò la roccia, intravedeva le labbra di
Freezer. < Spero di
aver sbagliato. Vorrei non ricordarmi nulla di nulla >
pensò.
La
donna digitò e il pannello si illuminò di verde.
La porta si spostò di lato
aprendosi.
"Era
giusta…" mormorò Bulma. Strinse le labbra e una
ruga dubbiosa le apparve
sulla fronte. Si voltò e guardò Vegeta.
"Non
è strano? Da un megalomane mi aspettavo Freezer sovrano
assoluto dell'universo.
Goku dice che era convinto di essere invincibile" spiegò.
Il Principe le prese il
polso, avanzò di due passi superando la porta. Un tappeto
rosso iniziava dalla
soglia e proseguiva lungo l'interno della montagna, Vegeta
abbassò il capo e
chiuse gli occhi, trascinò la donna con sé.
"Kakaroth non lo conosce"
disse. < E almeno non ci sono le rose. Forse me lo sto scordando
> si
disse.
"Vegeta,
così mi fai male" rispose Bulma. Alzò il capo e
lo osservò. < Ha un tono
strano e un'espressione preoccupata >. Deglutì e si
passò la lingua sulle
labbra. "Pensi abbia fatto del male a nostro figlio?"
domandò. Sbatté
gli occhi, il luogo era in ombra e la porta si richiuse alle sue spalle.
Vegeta le lasciò il polso,
incrociò le braccia e alzò il capo,
sentì odore di rose e si morse il labbro,
abbassò la testa e i ciuffi della fiamma gli coprirono la
fronte e gli occhi.
"Scenografico com'è, sta aspettando noi per iniziare"
rispose.
Calpestò due petali di rose, seguivano il tappeto da
metà fino a delle
scalette. Si accesero dei riflettori puntando ad una culla.
L'azzurra
si mise a correre verso la culla e si sporse, il battito del suo cuore
era
accelerato. C'era un cuscino di seta bianco e una copertina di raso con
tema a
fiori, ma la culla era vuota. Si rialzò e si
voltò verso il saiyan,
"Qui
non c'è" sussurrò.
Vegeta le sorrise sardonico.
"Ovviamente" disse.
Incrociò le braccia, avanzò sul
tappeto e spostò con lo stivaletto una rosa intera,
guardò la donna.
"Vieni" ordinò. Fece qualche passo avanti. < Allora,
probabilmente ci
sarà un letto a baldacchino. Probabilmente con qualche bella
prostituta delle
sue. Anche se spero se la sia risparmiata, la donna la
ucciderebbe… ci sarà
anche una stanza di saibamen morti e magari anche una statua della sua
coda > pensò.
Bulma
si mise dietro di lui e deglutì.
"Meno
male che ho portato la capsula oplà con la mia roccia
nascondiglio"
sussurrò. Rabbrividì e si aggrappò al
braccio del saiyan.
Lui scosse il capo, roteò gli occhi e continuò a camminare. Sentì odore di cadavere, sfregò i denti tra loro e vide una pila di corpi ammassati, emanavano fumo nerastro e dei pezzi di arti erano sparpagliati in giro. Vegeta mise la mano sugli occhi di Bulma, un'insegna brillò. 'Ho preparato il tuo pasto di benvenuto preferito, principino'.
"Che succede? Cos'è questa puzza di uova marce abbrustolite?" chiese l'azzurra. Tossì e espirò con la naso. Si strinse più forte al braccio e di lui e si lasciò trascinare con gli occhi coperti.
Vegeta superò la stanza,
tolse la mano dagli occhi della donna e se la appoggiò al
fianco, riprese a
camminare. Teneva lo sguardo alto e la schiena ritta, senza alcuna
espressione.
"Si
può sapere che succede? Vegeta, mi stai facendo paura" si
lamentò Bulma
con voce incerta. Gli accarezzò il braccio con la mano
tremante.
Lui abbassò il capo, le
iridi si oscurarono e strinse le labbra. Scosse il capo e
sogghignò. "Vuoi
restare qui e rintanarti dietro la tua roccia?" tentò.
"Vengo
con te" sussurrò. Si voltò e vide davanti a loro
un letto a baldacchino.
Le coperte erano blu con dei disegni di petali di fiori di ciliegio. E
una
lapide al centro tra i due cuscini con sotto un bigliettino.
"Che
cos'è?" domandò, sporgendosi.
Vegeta fece una smorfia,
girò il capo dall'altro lato. "Un letto. Vuoi testare se
è morbido o ci
muoviamo?" chiese. Avanzò, lanciò un'occhiata al
bigliettino. "E non
leggere quell'affare" ordinò.
Bulma si
appoggiò al letto e lesse mentalmente. < Buon riposo,
principino >. Alzò il
capo e guardò la lapide. < Qui giacciono Radisch e
Nappa, rei di fedeltà a un
moccioso >. Si rizzò e si riavvicinò al
marito. "Sì,
muoviamoci" biascicò, sentendo la gola secca.
Vegeta guardò la lapide,
strinse i denti e avanzò lungo il tappeto. < Quante
volte può frantumarmi la
vita quell'essere? Kakaroth… 'sta volta posso dirlo davvero
che è tutta colpa
tua! > pensò.
Bulma si
sporse sulle punte appoggiando le mani sulla spalla del principe dei
saiyan e
lo baciò sulla guancia. "Non avevi detto di muoverci?"
chiese
gentilmente.
Vegeta grugnì,
incrociò le
braccia e camminò avanti, sentì
delle
urla e un piano, accelerò trovandosi davanti un altare di
pietra, su una tavola
circondata da candele stava legato il piccolo Trunks intento a
dimenarsi e
urlare, le guance rosse e gli occhi chiusi.
"Trunks!" urlò Bulma. Scattò correndo verso l'altare.
Vegeta l'afferrò per la vita e l'attirò a sé, la strinse. "Ohy, ferma" sussurrò.
Un riflettore puntò la cima di una rampa di scale, Freezer sogghignò e ondeggiò il calice che aveva in mano, la pelle totalmente ricoperta d'acciaio scintillò sotto la luce e Freezer scese le scale, la vestaglia di seta ondeggiò.
"Sei venuto a
trovarmi finalmente" disse.
Scese
lentamente dalla rampa di scale, facendosi avanti.
Il bordo della sua vestaglia rossa strofinò sul pavimento nero a specchio insieme alla coda. Si sciolse la cintura gialla e lunga di seta che indossava facendola cadere a terra. La vestaglia si aprì mostrando il suo corpo. Si portò il bicchiere di vino che teneva nella zampa destra alla bocca e sorseggiò. Lo allontanò, la luce delle candele brillava riflessa sulla superficie trasparente. Si tolse la vestaglia facendola cadere a terra e il bicchiere di vino esplose lanciando frammenti di vetro e vino ovunque. Un campo di forza giallino circondato da fulmini difese Freezer.
Bulma urlò, si nascose dietro un pilastro di ferro. Guardò il figlio, si voltò verso l’alieno dalle fattezze di lucertola, nuovamente il figlio e deglutì.
< Rivoglio il mio bambino e scappare! > si disse.