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Autore: kamy    17/09/2012    2 recensioni
Il cell game è in arrivo, ma per Vegeta ci saranno battaglie non previste. La gigantesca cavalletta cyborg non è l'unica minaccia.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball New Adventures '
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mekafrew

Ringrazio anche solo chi legge.

Freezer return


Atterrò sul davanzale della finestra.

"Eccoti finalmente!" urlò Bulma. Il camice bianco che indossava era mezzo sbottonato, i capelli azzurri erano gonfi e arruffati. Strinse un pugno e assottigliò gli occhi arrossati.

"Maledetto scimmione, ora mi riporti da mio figlio!" strillò isterica. Strabuzzò gli occhi e sbatté la scarpa sul pavimento.

“Starnazzare come la povera oca che sei non ti riporterà il tuo moccioso” rispose il moro. Incrociò le braccia e fece un paio di passi avanti. 

Mirai Trunks deglutì e atterrò dietro di lui, fece un passo avanti. Guardò la madre e indietreggiò al punto di partenza.

“E’ colpa del tuo essere alieno se in questa casa non ci può essere pace” sibilò l’azzurra. Tirò su con il naso e allungò il braccio, indicandolo con l’indice. La mano le tremava e il dito si piegò leggermente. 

L’uomo alzò il mento, avanzò, le passò accanto e la superò.

Bulma abbassò il braccio e singhiozzò chinando il capo.

“Mamma…” sussurrò il glicine, avvicinandosi. 

La donna rialzò il capo e le iridi azzurre le brillarono.

“Tutto bene, ora ti ritroviamo” biascicò. Forzò un sorriso e gli mostrò un pollice alzato. 

Mirai Trunks annuì. La donna mise una mano sul fianco, si voltò e si mise a correre verso il marito.

< Resti forte in ogni dimensione > pensò il figlio.

Bulma raggiunse il marito, era piegato e guardava la scia di olio nerastro sul pavimento, c'era una striscia grossa al centro che la rendeva più chiara rispetto ai contorni e alcuni punti del pavimento puliti a forma di piccoli cerchi.

"Io non penso che nessun animale possa lasciare impronte simili…" sussurrò la terrestre.

Vegeta strofinò pollice e indice, sul guanto bianco era rimasto dell'olio, lo annusò.

Gli occhi scintillarono, si leccò le labbra pulendole da una striscia di sangue e ondeggiò la coda.

< Un 'animale' sì… > pensò.

Alzò il capo e seguì con lo sguardo la striscia, digrignò i denti e si mise in piedi, avanzò a passo svelto.

"Quale? Un tipo di dinosauro di città? Nessun mio robot è impazzito. Pensi un concorrente della ditta?" chiese velocemente Bulma. Ansimò, accelerò guardando la schiena del marito allontanarsi. Si piegò e si mise a correre a perdifiato.

"Insomma, dove le hai già viste quelle impronte?!" strillò e la voce le uscì roca.

Vegeta si voltò verso di lei, i capelli ondeggiarono nel movimento e le iridi si scurirono. 

"Niente che riguardi te, donna" sibilò. Piegò le ginocchia, si diede la spinta e si sollevò in volo. 

Mirai Trunks corse verso l'azzurra, guardò il padre a mezz'aria. 

"Aspetta!" gli urlò.

La terrestre saltò e gli afferrò lo stivaletto.

"Ce-certo che… mi… mi riguar… da… "disse, scoppiando a piangere, le lacrime le scesero lungo le guance e fu scossa da un brivido.

"E' mio figlio! E perciò lo voglio cercare anch'io!" ringhiò. Mostro i denti e arricciò il naso.

Vegeta piegò il ginocchio sollevandola, l'afferrò per il bordo della maglia del pigiama. 

"Ma sei pazza? Prima scoppi a piangere e poi ringhi?". Se la mise in spalla, le strinse i fianchi e sbuffò. Guardò Mirai, indicò con il capo dietro di sé. 

"Tu vai di là. Io e la gallina schizzata andiamo verso le montagne. Se trovi qualcosa, qualsiasi cosa, aumenta l'aura". 

Trunks annuì, sfiorò il manico della spada e il Principe arcuò le sopracciglia. 

< Spero che il moccioso abbia capito > pensò. Osservò il figlio volare via, strinse la presa sulla donna.

L'azzurra lo abbracciò e strofinò il viso sulla sua spalla.

pensò.

"Sì, sono pazza che mi sono messa con uno sporco assassino che se n'è andato appena sono rimasta incinta" sibilò.

Gli diede un pizzicotto al braccio e lo colpì con un colpo di mento.

"Con una serie di motivazioni astruse per altro. Pensi davvero che essere una rampolla non significhi avere gli occhi di tutti addosso?! Ci si aspetta da me che sappia gestire le cose come un uomo senza scrupoli, sempre geniale e innovativo. Mio caro 'mercenario perfetto' che tutti guardavano con odio e ossessione" si lamentò.

Vegeta ghignò, la guardò e i suoi occhi brillarono. 

"Se fossi un uomo senza scrupoli ti butterei giù, non credi, donna nell'ampolla?".

"Sono la madre di tuo figlio, scimmione decerebrato e analfabeta! E se mi butti giù mi faccio salvare da Goku e ti cornifico con lui" ribatté piccata l'azzurra. Gli diede un calcio nella gamba. "R - A - M - P - O - L - L - A. Non ampolla" spiegò.

Il principe ringhiò, partì a tutta velocità e i capelli gli si schiacciarono contro la schiena. Si fermò di botto, guardò Bulma. "Dillo ancora e la prossima volta ti lancio" minacciò.

< Se quel bastardo di Kakaroth ti sfiora con un solo dito, gli spezzo le gambe, lo castro e … no, aspetta, chi se ne frega di quello che fa la donna?! >.

"Ma sei scemo?! Mi hai fatto venire un colpo, bestia con l'albero di natale nero in testa! Fulminello fumato" gli urlò l'azzurra. Gli fece la linguaccia guardandolo in faccia e si voltò, alzando il mento.

Lui le fece girare il capo, la baciò e la fissò negli occhi. "Sei la madre di 'mio' figlio" sussurrò. Guardò avanti, riprese il volo guardando dritto. < E vedi di capire che intendo che sei mia, donna dai capelli color mare >.

"Fino alla prossima volta in cui te ne vai" sussurrò lei. Appoggiò il capo nell'incavo del collo di lui, strofinando la tempia sulla sua spalla e la fronte sul suo collo.

Vegeta grugnì, la strinse più forte e si guardò attorno, Si fermò, dilatò gli occhi e una gocciolina gli scese lungo la fronte. "Pensavo fosse lui, ma… " borbottò. Deglutì, guardò il volto di Freezer inciso nella montagna e aggrottò le sopracciglia. < Poteva anche scriverci 'Il grande Freezer è qui per te, Vegeta' > pensò.

"Lui chi?" biascicò Bulma, tenendo gli occhi chiusi. < Come fa a farmi sentire protetta è un mistero > rifletté.

Vegeta sospirò, si abbassò fino a davanti il volto di pietra. "Perché non guardi chi ha rapito il tuo bebè adorato?".

Bulma uscì il capo e guardò la roccia davanti a lei. Socchiuse un occhio e ingrandì un'altro.

< Mi ricorda un po' qualcosa > pensò dubbiosa.

"Un megalomane che non sa scolpire le orecchie?" domandò.

Vegeta sogghignò, assottigliò lo sguardo e piegò il capo. "Quando vedremo Freezer, gli dirò cosa pensi di lui" sibilò. Atterrò, strinse la presa si fianchi della donna. < Alle volte me lo ricordo perché mi piace questa azzurra > pensò.

"Non era morto due volte?" domandò a bassa voce la giovane. Lo lasciò andare e scese, sistemandosi dietro le sue spalle. Si alzò sulle punte e guardò oltre la spalla del moro una porta d'acciaio.

"Ci sarà un qualche codice per aprirla, dovrei riuscirci" sussurrò.

"Non era morto due volte?" domandò a bassa voce la giovane. Lo lasciò andare e scese, sistemandosi dietro le sue spalle. Si alzò sulle punte e guardò oltre la spalla del moro una porta d'acciaio.

"Ci sarà un qualche codice per aprirla, dovrei riuscirci" sussurrò.

Vegeta si avvicinò alla porta, guardò la donna, sbuffò e fece un passo laterale. "Prego. Conoscendo quell'essere ci saranno petali di rose e un tappeto rosso all'entrata". Incrociò le braccia, strusciò lo stivaletto in terra. < E un’insegna con su scritto 'Bentornato Mercenary' > aggiunse mentalmente.

"Devi proprio odiarlo se non hai fatto saltare una porta" sussurrò la donna. Ridacchiò, gli passò accanto e raggiunse la porta. Si chiuse il camice e ne trasse un cacciavite. Svitò le viti che tenevano il pannello, infilò dei guanti, abbassò gli occhiali da lavoro e staccò due fili. Osservò le scintille e staccò altri sei fili. Li unì diversamente attorcigliando tra loro i fili di rame. Richiuse il pannello e ci rimise le viti. "Una parola d'ordine che potrebbe usare? Anche se adesso potrei digitarne una a caso e si aprirebbe, temo in qualche allarme nascosto" spiegò con tono professionale.

Vegeta strinse le labbra. "… Mercenary. Prova Mercenary" le disse. Si avvicinò alla porta, alzò lo sguardo e osservò la roccia, intravedeva le labbra di Freezer. < Spero di aver sbagliato. Vorrei non ricordarmi nulla di nulla > pensò.

La donna digitò e il pannello si illuminò di verde. La porta si spostò di lato aprendosi.

"Era giusta…" mormorò Bulma. Strinse le labbra e una ruga dubbiosa le apparve sulla fronte. Si voltò e guardò Vegeta.

"Non è strano? Da un megalomane mi aspettavo Freezer sovrano assoluto dell'universo. Goku dice che era convinto di essere invincibile" spiegò.

Il Principe le prese il polso, avanzò di due passi superando la porta. Un tappeto rosso iniziava dalla soglia e proseguiva lungo l'interno della montagna, Vegeta abbassò il capo e chiuse gli occhi, trascinò la donna con sé. "Kakaroth non lo conosce" disse. < E almeno non ci sono le rose. Forse me lo sto scordando > si disse.

"Vegeta, così mi fai male" rispose Bulma. Alzò il capo e lo osservò. < Ha un tono strano e un'espressione preoccupata >. Deglutì e si passò la lingua sulle labbra. "Pensi abbia fatto del male a nostro figlio?" domandò. Sbatté gli occhi, il luogo era in ombra e la porta si richiuse alle sue spalle.

Vegeta le lasciò il polso, incrociò le braccia e alzò il capo, sentì odore di rose e si morse il labbro, abbassò la testa e i ciuffi della fiamma gli coprirono la fronte e gli occhi. "Scenografico com'è, sta aspettando noi per iniziare" rispose. Calpestò due petali di rose, seguivano il tappeto da metà fino a delle scalette. Si accesero dei riflettori puntando ad una culla.

L'azzurra si mise a correre verso la culla e si sporse, il battito del suo cuore era accelerato. C'era un cuscino di seta bianco e una copertina di raso con tema a fiori, ma la culla era vuota. Si rialzò e si voltò verso il saiyan,

"Qui non c'è" sussurrò.

Vegeta le sorrise sardonico. 

"Ovviamente" disse. Incrociò le braccia, avanzò sul tappeto e spostò con lo stivaletto una rosa intera, guardò la donna. "Vieni" ordinò. Fece qualche passo avanti. < Allora, probabilmente ci sarà un letto a baldacchino. Probabilmente con qualche bella prostituta delle sue. Anche se spero se la sia risparmiata, la donna la ucciderebbe… ci sarà anche una stanza di saibamen morti e magari anche una statua della sua coda > pensò.

Bulma si mise dietro di lui e deglutì.

"Meno male che ho portato la capsula oplà con la mia roccia nascondiglio" sussurrò. Rabbrividì e si aggrappò al braccio del saiyan.

Lui scosse il capo, roteò gli occhi e continuò a camminare. Sentì odore di cadavere, sfregò i denti tra loro e vide una pila di corpi ammassati, emanavano fumo nerastro e dei pezzi di arti erano sparpagliati in giro. Vegeta mise la mano sugli occhi di Bulma, un'insegna brillò. 'Ho preparato il tuo pasto di benvenuto preferito, principino'.

"Che succede? Cos'è questa puzza di uova marce abbrustolite?" chiese l'azzurra. Tossì e espirò con la naso. Si strinse più forte al braccio e di lui e si lasciò trascinare con gli occhi coperti.

Vegeta superò la stanza, tolse la mano dagli occhi della donna e se la appoggiò al fianco, riprese a camminare. Teneva lo sguardo alto e la schiena ritta, senza alcuna espressione.

"Si può sapere che succede? Vegeta, mi stai facendo paura" si lamentò Bulma con voce incerta. Gli accarezzò il braccio con la mano tremante.

Lui abbassò il capo, le iridi si oscurarono e strinse le labbra. Scosse il capo e sogghignò. "Vuoi restare qui e rintanarti dietro la tua roccia?" tentò.

"Vengo con te" sussurrò. Si voltò e vide davanti a loro un letto a baldacchino. Le coperte erano blu con dei disegni di petali di fiori di ciliegio. E una lapide al centro tra i due cuscini con sotto un bigliettino.

"Che cos'è?" domandò, sporgendosi.

Vegeta fece una smorfia, girò il capo dall'altro lato. "Un letto. Vuoi testare se è morbido o ci muoviamo?" chiese. Avanzò, lanciò un'occhiata al bigliettino. "E non leggere quell'affare" ordinò.

Bulma si appoggiò al letto e lesse mentalmente. < Buon riposo, principino >. Alzò il capo e guardò la lapide. < Qui giacciono Radisch e Nappa, rei di fedeltà a un moccioso >. Si rizzò e si riavvicinò al marito. "Sì, muoviamoci" biascicò, sentendo la gola secca.

Vegeta guardò la lapide, strinse i denti e avanzò lungo il tappeto. < Quante volte può frantumarmi la vita quell'essere? Kakaroth… 'sta volta posso dirlo davvero che è tutta colpa tua! > pensò.

Bulma si sporse sulle punte appoggiando le mani sulla spalla del principe dei saiyan e lo baciò sulla guancia. "Non avevi detto di muoverci?" chiese gentilmente.

Vegeta grugnì, incrociò le braccia e camminò avanti, sentì delle urla e un piano, accelerò trovandosi davanti un altare di pietra, su una tavola circondata da candele stava legato il piccolo Trunks intento a dimenarsi e urlare, le guance rosse e gli occhi chiusi.

"Trunks!" urlò Bulma. Scattò correndo verso l'altare.

Vegeta l'afferrò per la vita e l'attirò a sé, la strinse. "Ohy, ferma" sussurrò. 

Un riflettore puntò la cima di una rampa di scale, Freezer sogghignò e ondeggiò il calice che aveva in mano, la pelle totalmente ricoperta d'acciaio scintillò sotto la luce e Freezer scese le scale, la vestaglia di seta ondeggiò. 

"Sei venuto a trovarmi finalmente" disse.

Scese lentamente dalla rampa di scale, facendosi avanti.

Il bordo della sua vestaglia rossa strofinò sul pavimento nero a specchio insieme alla coda. Si sciolse la cintura gialla e lunga di seta che indossava facendola cadere a terra. La vestaglia si aprì mostrando il suo corpo. Si portò il bicchiere di vino che teneva nella zampa destra alla bocca e sorseggiò. Lo allontanò, la luce delle candele brillava riflessa sulla superficie trasparente. Si tolse la vestaglia facendola cadere a terra e il bicchiere di vino esplose lanciando frammenti di vetro e vino ovunque. Un campo di forza giallino circondato da fulmini difese Freezer. 

Bulma urlò, si nascose dietro un pilastro di ferro. Guardò il figlio, si voltò verso l’alieno dalle fattezze di lucertola, nuovamente il figlio e deglutì.

< Rivoglio il mio bambino e scappare! > si disse.

  
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