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Autore: apochan kenshiro    17/09/2012    1 recensioni
Una mattinata, delle persone, un patto: costringere con la forza i due sweeper più testoni del Giappone a dichiararsi! Riuscirà la banda di personaggi più pericolosi e scalmanati dell'universo di Hojo Tsukasa a far ragionare i loro altrettanti scalmanati amici? Non vi resta che scoprirlo ...
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Cercando di capire

Sospirò appoggiata al bancone della cucina, mentre si rigirava nervosa quella tazza di caffè fra le mani. In tavola una colazione per uno attendeva ormai fredda di essere consumata.

Le lancette dell'orologio alla parete scoccarono mezzogiorno, mentre un altro soffio di rassegnazione sfuggiva alle sue labbra.

Era tutto così, così, ASSURDO, sì, assurdo … ma dovevano pur fare qualcosa, riflettere, parlare. Cominciare masticando qualche boccone non era già qualcosa? Eppure sembrava non bastare … beh, a lei lo stomaco si era chiuso, ma Ryo …

Dopo essersi ripreso dallo shock, si era come oscurato ed era silenziosamente salito in camera sua, non un fiato. La voglia di rimbeccarlo le era morta in gola: il suo sguardo era cenere arsa.

Guardò distrattamente fuori dalla finestra a vetrata, anch'essa sigillata, come le altre, mentre il traffico scorreva nelle strade di Shinjuku. No, dovevano assolutamente parlare, sul serio.

“Ryo!”

Il richiamo fu veloce, impostato, asciutto.

Niente. Non un rumore, non un suono.

“Ryo!”

Sentì la voce salirle di qualche tono, leggermente più vibrante, ma ancora tutto sommato ferma.

Qualcosa si mosse, ma sembrava non essere abbastanza.

“RYO!”

In realtà non si scompose, ma il volume del suo richiamo fece tintinnare i bicchieri nella credenza.

Tonfi sordi cominciarono a risuonare sul pavimento del piano superiore. Ben presto si attutirono, diventando un rumore più secco, che echeggiava sugli scalini della rampa.

Kaori si voltò verso la porta aperta, capendo che il suo socio scendeva a passi misurati in salotto. In poco spuntò sulla soglia, uno sguardo serio e concentrato a segnargli i lineamenti del volto.

“Ehm, sul tavolo c'è … la tua colazione. È fredda.”

Ryo fece spallucce, concentrato su ben altro.

“Fa' niente...”

Kaori deglutì. Non era decisamente un buon segno … neanche una battutina acida sulla sua cucina. Sì, era veramente seria la questione.

Lo sweeper prese posto alla tavola, dando le spalle alla donna, ancora appoggiata ai mobili della cucina.

“Kaori, potresti sederti anche tu? Dobbiamo parlare, seriamente ...”

Ancora un brivido, lungo la schiena, a lasciarle quella sensazione scomoda, quasi viscida.

“Sì ...”

Aggirò la tavola, prendendo una sedia e lasciando che il suo corpo vi si sedesse.

Osservava il suo socio mangiare piano, con tranquillità, ma con un malcelato umore nero. Attese con pazienza che anche l'ultimo boccone sparisse fra le sue labbra. Sentì tutti muscoli del corpo tendersi, come timorosi di cominciare.

Ryo spostò il piatto ormai vuoto ed afferrò una sigaretta dalla tasca. La accese e ne aspirò una generosa boccata prima di cominciare. Lo sguardo vagava sulla stanza.

“La questione è seria, Kaori, oltre ad essere ovviamente assurda. Siamo praticamente bloccati in casa senza risorse e possibilità di comunicazione esterna. Niente armi, niente telefono ...”

“Cosa?”

La voce le uscì tremula, insicura.

“ … ho controllato poco fa. La televisione non va, probabilmente hanno staccato l'antenna. Il telefono, come stavo dicendo, è isolato. Abbiamo poi già avuto il piacere di scoprire che tutte le vie di fuga sono sigillate … per quanto potremmo andare avanti?”

Kaori abbassò lo sguardo, un numero infinito di sensazioni a mescolarsi dentro di lei.

“C'è altro, Ryo ...”

L'attenzione dell'uomo si calamitò sulla sua assistente.

“Uhm?”

“Beh, ieri eravamo praticamente a dispensa vuota. Quando invece ho aperto il frigo e la dispensa … beh, erano pieni di cibo e prodotti.”

Ryo quasi trasalì a quella scoperta.

No, non erano sequestratori, quelli prendevano per fame … ma in che cavolo di mani erano capitati?!

Prese un'altra boccata dall'ormai mozzicone di sigaretta, mentre cercava di recuperare il suo autocontrollo.

“Se non altro possiamo dire che non è l'unica stranezza. Non trovo affatto normale che ci siano stati sequestrati i nostri, ehm, “effetti personali” … dobbiamo assolutamente trovare una soluzione! ...”

Kaori annuì decisa.

... Ed io devo riavere il mio materiale mokkori … quanto cavolo potrò resistere senza rischiare il dissanguamento? Devo riavere le mie riviste, i poster e soprattutto la TV via cavo! I kami solo sanno come potrebbe reagire il mio corpo!

Pensò con intensità, sperando che niente trapelasse.

La sua mano era fortemente stretta a pugno, tanto che le nocche erano ormai bianche. Kaori riuscì a decifrare solo in parte la ragione di tanto nervosismo e veemenza.

“Cosa possiamo fare, Ryo?”

La voce della sua socia lo riportò al problema principale.

Spense accuratamente la sigaretta nel posacenere, portandosi una mano sotto il mento

“Per adesso in realtà non c'è molto, non abbiamo i mezzi. Dobbiamo però scoprire come siamo arrivati da ieri ad oggi ...”

Kaori sussultò.

Cavolo, sì! Fra tutte le assurdità di quel risveglio, il fatto che si fossero ritrovati nello stesso letto era decisamente quella più sconvolgente. Poteva passare che fossero stati “sequestrati” in casa loro, poteva passare che fossero disarmati, che fossero stati mezzi derubati, ma quello NO.

Represse con tutta la sua forza un fremito, di cosa non lo sapeva nemmeno lei. Aveva bisogno di essere lucida in quella situazione che di normale non aveva più niente.

Inspirò profondamente, pronta a fare la domanda più spinosa della giornata.

“Tu … ricordi niente?”

Ryo si voltò completamente verso di lei, lo sguardo fisso nel suo. Niente trapelava dalle sue iridi di ossidiana. Kaori sentiva la tensione salirle: che lui, che lui … ricordasse qualcosa a differenza di lei?

“No.”

Una semplice parola, un secco diniego, e si ritrovò a gambe all'aria fra corvi e libellule che danzavano frenetici. Sentì una risatina nervosa provenire dal suo socio.

“RYO!!”

Lei in preda al nervosismo più assoluto si rialzò, sovrastandolo con una terribile aura nera.

“Ehm, socia, potresti calmarti ...”

“Calmarmi un corno! Ti pare forse il momento di scherzare, eh?!”

Un sospiro si esasperazione le sfuggì dalle labbra, sentendo di poter giurare a sé stessa che non avrebbe resistito oltre in quell'assurda situazione.

“Kaori...”

La voce di Ryo sembrò stanca all'udito di lei.

“ … mi rendo conto che è esasperante tutto questo, ma da qualche parte dobbiamo pur cominciare no?”

La sweeper annuì, una sensazione rassegnata a pervaderle il corpo.

“Escludendo il fatto che non sappiamo cosa è successo dal pomeriggio in poi, cosa stavamo facendo nella mattinata?”

“Beh, direi le solite cose. Io mi sono svegliata presto, tu continuavi a dormire … poi … ah! Dovevo incontrare un cliente!!”

“Già ...”

Biascicò lui lievemente scocciato.

“Un uomo … non so ancora come ho fatto ad acconsentire che lo incontrassi … detesto accettare lavoro da qualcuno che non abbia un minimo di curve...”

“Eh – ehm … ti ricordo che hai prosciugato le nostre finanze e che avevamo bisogno urgente di liquidi...”

Replicò secca Kaori. Una risatina nervosa sfuggì al suo interlocutore.

“Ah, sì … beh, e poi?”

“Beh, poi sono andata al Cat's eye. Lo aveva designato come luogo di incontro … a mezzogiorno ...”

“Mh... ma quando sono arrivato anch'io non si era fatto ancora vivo nessuno, o sbaglio?”

“Affatto … non mi era mai capitato un cliente del genere, così in ritardo ...”

Fece Kaori, mordicchiando nervosamente l'unghia del pollice. Quell'XYZ era stato un po' troppo sintetico fin dall'inizio, ma aveva sorvolato … in fondo il luogo era decisamente terreno amico.

Ryo accavallò la gamba sinistra, aggrottando al contempo le sopracciglia.

“Devo ammettere però che il massimo è stato il messaggio recapitatoci da Falcon: un cliente che si tira indietro perché si era sbagliato … roba da matti … ma direi che dobbiamo proprio partire da qui.”

“Dici?”

“Sì … inoltre è la prima che non riesco ad avere delle informazioni preventive su di un cliente. Questo uomo pare proprio una fantasma, invisibile, direi quasi INESISTENTE … Come hai detto che si chiamava Kaori?”

“Oh...”

Un lieve flusso porpora si diffuse sulle guance della donna, rivelandone l'imbarazzo.

“ … non te l'ho detto ...”

“Kaori!”

“Aspetta, dai, vado a prendere il mio blocchetto degli appuntamenti, ammesso che non sia sparito anche quello ...”

“Me lo auguro ...”

Kaori uscì in fretta dalla cucina, per correre nella sua stanza. Una volta lì, dopo aver rovistato energicamente nel cassetto del suo comodino, scoprì con sollievo che la sua piccola agenda era ancora al suo posto. Uno scalpiccio sordo avvertì il suo socio che stava tornando dov'era rimasto.

“Ecco. Allora:“XYZ: ore 12, Cat's eye, signor Sakamiha” … è un nome buffo, vero?”

“Già … mai sentito niente del genere …”

Mentre soppesava le parole della sua socia, Ryo si alzò.

In tutto quello che era accaduto loro fino a quel momento non c'era niente di normale. Eppure in tutta quella confusione c'era qualcosa di familiare, qualcosa di già visto …

Percorse lentamente la tavola, fino alle vetrate sigillate. Un lavoro pulito, netto, da professionisti. Si mosse allora in salotto, lo attraversò, fino a raggiungere l'imbocco della loro palese prigionia: la porta blindata. Quella era massiccia, lucente e ben saldata. Tastò allora stipiti ed architrave, constatando che vi era stato aggiunto un necessario rinforzo … beh, lui, Kaori, amici e nemici aveva fatto di tutta a quella porta ed ai suoi sostegni, un lavoro del genere era stato necessario ad i suoi sequestratori … beh, un lavoro che però richiedeva qualche piccola conoscenza dell'appartamento, come la rientranza nascosta nell'ingresso. A quanto pare chi aveva fatto quel lavoro di precisione sapeva anche quello.

“Sakamiha …”

Sussurrò fra sé e sé mentre continuava ad osservare la mastodontica porta in acciaio inossidabile.

Stava sfiorando la parete adiacente, quando un flash lo colse. La verità era lì a portata di mano. Mancava ancora il perché ed il come, ma un'idea abbastanza nitida del chi balenò nella sua mente.

“Ryo, tutto bene?”

La voce di Kaori giunse ovattata alle sue orecchie, mentre un fastidioso ronzio stava prendendo il sopravvento.

Sollevò la mano destra, picchiettando sulla liscia e fredda superficie metallica, come se stesse bussando ad una normale porta.

Sentì la voce uscirgli come un sibilò immondo su per la gola.

“Umibozu, vecchia carogna, me la pagherai, tu e non so chi altro ...”

 

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Good, e adesso come la mettiamo mia caro bestione?”

Un ringhio non si fece aspettare.

“Taci, biondino. Tanto non cambia niente: non usciranno di lì né presto né facilmente. È una delle mie migliori trappole, ma non mi aspetto che un pivello come te capisca ...”

“Sarà ...”

“Finitela! Mio marito ha ragione …”

Una nuvoletta di vapore si levò nell'aria chiusa della stanza.

“ … sono in trappola e senza le loro armi. E poi, l'importante è che non scoprano il perché, no?”

“Concordo. Io me ne torno in centrale … quando avrete novità su quelle due teste calde, chiamatemi, ok? Direi che stavolta non hanno scampo.”

Ed un brusio sommesso tornò a fare da padrone nella stanza sconosciuta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E rieccomi! Chiedo venia per essere sparita, ma più di un mese fa stavo già scrivendo questo nuovo capitolo, quando la batteria del mio computer si è scaricata e l'alimentatore ha deciso di bruciare (fortunatamente è scattato il salvavita …). Mettiamo poi un po' di impegni e pigrizia e la pubblicazione è arrivata decisamente tarda ^^”

In ogni caso sembra che la questione si stia complicando: come affronteranno i due sweeper questa convivenza forzata? A voi scoprirlo!

Ringrazio ancora i lettori, Anna Veronica per la recensione, ninjarock e Babydoll905, per aver rispettivamente designato la storia fra le preferite e le seguite, ed anche un pochino in ritardo Smartis ed ilpentagono, che sempre hanno inserito l'uno la storia nelle preferite, l'altra fra le sue seguite, grazie davvero.

Alla prossima!

  
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