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Autore: NonSonoSoloParole    17/09/2012    3 recensioni
-Sei bellissima questa mattina.
-E tu sei un gran bugiardo
-Mh ... è vero. Ma tu resti comunque bellissima
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La storia di lui. La storia di lei e poi c'è l'altro. Poi si aggiungerà Mia che farà diventare questo triangolo un dodecaedro.
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PER CHI VOLESSE E' DISPONIBILE IN CONTINUO DI QUESTA STORIA.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Respira ok?? Devi solo respirare. Profooondi e lunghi respiri. Dai fallo insieme a me!!” Lucy mi teneva per mano nella stanza numero 5 dell’ospedale Evelina Children di Londra, la faceva facile lei io era da ben 7 ore che soffrivo.
“Non voglio respirare, voglio solo morire. Voglio che questo dolore smetta” dissi lamentandomi
“Dai Amore tra poco verranno a farti l’epidurale e dopo starai meglio” disse mia mamma che con occhi pieni di lacrime stava dall’altro lato del letto. La conoscevo, era una alla quale piaceva avere tutto sotto controllo e quella situazione, che andava al di là di lei, le metteva agitazione. Sentendo il nome dell’anestesia mi irrigidì, l’immagine di un ago infilato nella mia spina dorsale mi terrorizzava.
“Cosa succede?? Senti il bisogno di spingere??” chiese preoccupata Lucy
“No. Ho paura dell’epidurale. Ho il terrore degli aghi, non so se la voglio fare …” ammisi immobile, prima di contorcermi nuovamente sentendo una contrazione. Quel dolore mi fece cambiare idea, se esisteva in questo mondo un rimedio contro quel calvario lo volevo, avrei fatto di tutto.
In quel momento entrò un infermiera, sembrava calmissima e io la odiai, come poteva starsene calma mentre io soffrivo come un cane?? Si avvicinò con passi lenti e un sorriso finto dipinto sul volto al mio letto.
“Allora come stai Eva??” disse sempre tranquilla
“Male. Ho delle contrazioni ogni 5 minuti da almeno un ora” praticamente avevo gli occhi fuori dalle orbite
“Ok. Allora penso di poterti fare l’epidurale” lentamente uscì dalla porta.
“Ok può farmi l’epidurale e dove sta andando? dov’è questa epidurale?? VIENI QUI E FAMMELA!!” urlai ero fuori di me.
“Calma Eva. Calma, ora arriva!” mi sussurrò mia madre, forse aveva paura che mi potessi arrabbiare anche con lei
“Ti prego mamma. Fallo smettere!”  mi lamentai
“Tra poco non soffrirai più te lo prometto!” uscì di corsa dalla porta e tornò poco dopo con sguardo ardente e portandosi dietro l’infermiera, che adesso non era più tanto calma ma alquanto spaventata. Non so cosa gli avesse detto ma di certo aveva funzionato.
L’infermiera mi disse di mettermi su un fianco e io obbedì. Di li a poco avrei sentito un ago. Un lungo e grosso ago entrarmi nella spina dorsale e percorrerla tutta, un brivido mi percorse la schiena.
“Stai ferma per favore” disse l’infermiera.
Senti un pizzicotto, come per una puntura normale.
“Già fatto??” chiesi stupita
“Si. Già tra 5 minuti dovresti stare meglio. Ora rilassati, il dottore verrà tra poco, quando sarai dilatata abbastanza cominceremo a spingere”
L’infermiera fu di parola. 5 minuti dopo non sentì più niente  cominciai a rilassarmi e riuscì finalmente ad addormentarmi. Quando riaprì gli occhi erano le 4.30 del pomeriggio, avevo dormito 1 ora. A causa del dolore che provavo prima dell’epidurale non mi ero accora di tutto quello che avevo intorno a me, adesso vedevo la mia stanza. Era di un verde pallido e c’era un armadio, un comodino e qualche sedia sulla mia destra, tutto bianco. Su un divanetto, sempre bianco alla mia sinistra, proprio sotto una finestra, si trovava Lucy tutta scompigliata e con gli occhi cerchiati dalla matita colata, nei suoi occhi c’era tristezza, stava pensando a qualcosa che la intristiva. Mia madre invece era in piedi in fondo al letto con faccia preoccupata e si mordicchiava nervosamente l’interno della bocca.
“Cosa avete?? Ora sto meglio, tra poco verrà il dottore e dovrò solo spingere…” il peggio mi sembrava passato, perché loro erano ancora così preoccupate??
“Metti che dovesse andare storto??” sbottò mia madre “Se dovesse succedere qualcosa a te … io … non so cosa farei..” aveva gli occhi lucidi
“Non succederà niente. Ne a me ne alla bambina” dissi posandomi le mani sulla pancia. Lo sapevo, tutto sarebbe andato bene. Gli occhi di mia madre cambiarono, sembravano essersi convinti che tutto sarebbe andato per il meglio, non l’avevo mai vista fragile come quel giorno.
“Ok ragazze, io devo andare a prendere qualcosa da mangiare, sarò qui tra pochissimo” si avvicinò alla mia pancia e accarezzandola disse “aspetta ancora un momento Mia, la nonna arriverà subito”, si avviò verso la porta, mi scoccò un ultimo sguardo e uscì.
A quel punto mi girai verso Lucy, era sempre sul divanetto e aveva la testa tra le mani.
“Lucy, non ti preoccupare andrà tutto bene…” dissi pensando che teoricamente doveva essere lei a tirarmi su di morale.
“Lo so che andrà tutto bene, sei forte e abbiamo fatto il corso per-parto” mi venne da ridere ricordandomi la faccia dell’istruttrice quando la mia amica le disse che aspettavamo una bambina. “Ho paura per il dopo!!” disse alzano lo sguardo verso di me, aveva gli occhi lucidi
“Ah ….” Avevo capito subito a cosa si riferisse, io mi sarei trasferita poco dopo il parto. Mio padre era già a Crawley da 2 settimane, io avevo deciso di far nascere Mia al Evelina Children Hospital a Londra, non tanto per il luogo di nascita ma per poter stare del tempo in più con la mia amica. “Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato … ma la città dove mi trasferirò dista solo 1 ora da qui in macchina, poi c’è anche il treno che ci metterà di meno e …”
“Ma non sarai vicino a me! non mi potrai più chiamare e dire vieni a prendere un gelato! Sarà tutto diverso!!” stava per mettersi a piangere
“Lucy lo devo fare, la mia famiglia và là. Non posso restare qui da sola a badare a questa bambina!”
“Lo so, ma io ti voglio qui con me” disse abbassando lo sguardo.
“Ehi vieni qui” dissi allungandole le braccia, lei si alzò e mi venne incontro “Sei l’amica migliore che mi potesse capitare. Ti chiamerò sempre, faremo video chiamate tutti i giorni e farò una foto al giorno a nostra figlia, così potrai vedere come cambia. Ok?? Non ti dimenticherò mai. Quando Mia sarà più grande verremo a Londra a trovarti e non è escluso che mi ritrasferisca qui…”
“Davvero?? Farai tutte queste cose??” ora piangeva
“Anche di più.” Restammo strette nell’abbraccio fino a che il mio telefonino, che era sul comodino alla destra del letto , suonò. Avevo messo una suoneria speciale per quel numero, così che tutte le volte che la sentivo non mi affrettavo neanche a rispondere … anzi non lo facevo affatto. Lucy si staccò da me e anche senza guardare il display disse
“Non rispondi neanche stavolta??”
“Soprattutto ora non posso rispondere … sto partorendo!!” dissi per giustificarmi
“Non stai partorendo ora, anzi hai detto che stai bene. È da più di 2 mesi che ti chiama e tu non hai mai risposo, ma comunque continui a parlare di lui in continuazione. Non capisco perché sei così testarda. E’ chiaro che non gli interessa della tua situazione!” aveva ritrovato la grinta
“A me però si!! Te l’ho già detto come la penso, ti prego Lucy basta parlarne!!” la pregai, lei aprì la bocca come per ribattere qualcosa ma poi cambiò idea e la richiuse
“Come vuoi. Io esco un momento, devo chiamare … mia madre e le devo dire come vanno le cose.” Disse semplicemente prima di uscire dalla porta. Sprofondai sul lettino e chiusi gli occhi, sentì il telefono squillare di nuovo.
“Basta Liam ti prego!” sussurrai. Mi è impossibile dimenticarti se continui così, ti prego devo dimenticarti pensai l’ultima frase e quando dissi l’ultima parola il telefono smise di squillare. Grazie a Dio.
Ero ancora con gli occhi chiusi quando una voce mi fece sussultare.
“Allora Eva come andiamo??”  aprì gli occhi e la voce ebbe un volto. Il dottor Davis, era un uomo sui 60 anni con degli sproporzionati baffi e gli occhi scuri nascosti dietro ad un paio di occhiali dalla montatura elegante. Dietro di lui c’erano 3 infermiere, mia madre con un cornetto mezzo mangiato in una mano e nell’altra un caffè e infine Lucy
“Bene dottore.”
“Sono venuto a vedere se sei dilatata abbastanza e se puoi cominciare a spingere.” disse. Mi spiegò come dovevo mettermi con le gambe e mi sentì tremendamente in imbarazzo, poi pensai che non ero ne la prima e ne l’ultima donna che questo dottore aveva fatto partorire e mi rilassai. Dopo un veloce esame disse “Perfetto. Sei pronta Eva, possiamo cominciare.”
Mi cadde il mondo addosso, stavo per partorire Mia, dopo 9 mesi che la portavo con me stavo per conoscerla, mi sentì gonfiare il cuore dall’emozione. Il dottore si mise un camice pulito dei guanti in lattice dei para occhiali e disse.
“Allora Eva, è molto importante che tu faccia quello che dico. Dovrai spingere il più che puoi, come quando via in bagno, per 10 secondi, poi prenderai una pausa e si ricomincerà da capo, fino a che la piccola Mia non si deciderà ad uscire.” Aveva una voce profonda e mi ispirava sicurezza, sarebbe andato tutto bene, lo sapevo “Hai capito bene??” feci di si con la testa “Ok, partiamo”

1,2,3 … 10
Forza Mia andiamo, esci.
“Continua cos’ Eva, stai facendo un ottimo lavoro!!” mi incitava il dottore

1,2,3 … 10
Ti amo già tantissimo,tuo padre non sarà con noi ma non importa, ti amò anche per lui
“Un'altra spinta così, forte, dai!”

1,2,3 … 10
Ero innamorata di lui quando ti ho concepito, tutte le cose che ho fatto le ho fatte per amore. Ho allontanato Liam per amore tuo.
Non deconcentrarti Eva!! Ci siamo quasi” il dottore continuava a parlare
“Sono esausta” dissi
“Non ti puoi fermare adesso Amore” mia mamma mi strinse forte la mano destra

1,2,3 … 10
Lo faccio per te Mia, sono stanca ma continuerò
“Vedo la testa. Forza Eva, questa è l’ultima spinta. Deve essere la più forte, la decisiva!”
“No, non posso!” sentivo che sarei morta se avessi spinto ancora.
“Giuro che è l’ultima Eva. Se spingi bene quest’ultima volta avrai finito.” Il dottore sembrava convinto, allora lo ascoltai, se diceva che era l’ultima sicuramente lo sarebbe stato. Presi un bel respiro

1,2,3,4,5…
Contai fino a 5 poi smisi di spingere. Sentì una depressione nella mia pancia e capì. La mia Mia aveva deciso che non voleva più stare con me, era uscita dal mio corpo. Mi afflosciai stanchissima nel lettino, mi girava la testa. Mi aspettavo di sentire piangere, ma non fu così.

Perché non piangi Mia? - Pensavo - Forza devi piangere se vuoi vivere, devi respirare. Mi stavo agitando
Cercai di alzare la testa, pesantissima, per vedere cosa stesse succedendo. Dopo vari tentativi ci riuscì “Perché non piange??”urlai  all’infermiera che stava tagliando il cordone, era proprio davanti a mia figlia e non riuscivo a vederla.
Ma guardando il volto di mia madre rimasi sconvolta, aveva le lacrime agli occhi e si copriva la bocca con la mano. Da dove proviene questo fastidioso ronzio? . “Dottore sta bene ??”  chiesi preoccupata allungandomi. La stanza girava, perché stava succedendo tutto ciò? L’infermiera si tolse e mi mostrò un essere minuscolo, tutto grigio. Tranne che per la faccia, quella era viola paonazza.
Non lo sopportai, la vista della mia piccola in quelle condizioni fu troppo per me in quel momento. Persi i sensi. Mia non respirava.
  
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