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Autore: ciaomils    17/09/2012    4 recensioni
Lei era nessuno. Non aveva ricordi, non aveva nome, non aveva niente.
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’ll remember you but, please, Stay.
-If you see a comet, baby I'm on it, making my way back home


Fili di erba la passavano fra le dita. Il sole era già spuntato e, nella radura, creava un gioco d’ombre. Una lieve brezza fresca le carezzò il viso. Il prato bagnato dalla rugiada luccicava alla luce.

La ragazza aprì lentamente gli occhi e vide il cielo azzurro, con le nuvole che giocavano a rincorrersi. Si alzò a sedere, guardandosi attorno. Era sola, in mezzo ad una radura, sperduta nel bosco. Una farfalla volò libera davanti a lei.

Si alzò in piedi e raccolse le scarpe bianche che le stavano vicino. Indossava solo un lungo vestito di un bianco sporco. Percorse la strada fino agli alberi e si guardò indietro. Da quanto tempo dormiva?  Che ci faceva in una radura?

Scosse la testa. Nella mente aveva solo nero. Si appoggiò con una mano ad un albero. Solo allora notò il sangue secco che le  sporcava il braccio. Osservò la macchia spaventata. E iniziò a correre senza sapere dove andare. Ma il suo istinto le suggeriva la via, e a parte quello non aveva niente.

Giunse in poco tempo presso un fiume basso. L’acqua limpida brillava e lei, tolto il vestito, si immerse pulendosi dal sangue e dal sudore. Si asciugò al sole e indossò nuovamente l’unico abito che aveva. Si fermò pochi minuti su una roccia e tentò di mettere assieme i ricordi. Si era svegliata quella mattina e non sapeva  cosa le fosse successo prima. In più era sporca di sangue ma non vedeva ferite. E tutto questo non se lo sapeva spiegare.

Raccolse le scarpe e si allontanò. Via facendo si accorse di un piccolo neo all’altezza del polso. Ricordava vagamente un cuore. Si sorprese a sorridere, senza saperne il perché.
Da lontano giunsero alle sue orecchie i rumori della città. I suoi occhi si illuminarono.

Lo stomaco brontolò e si chiese da quanto non metteva cibo sotto i denti. Ma non trovò risposta.

Le foglie secche scricchiolavano sotto i suoi piedi nudi. È forse autunno? pensò percorrendo il sentiero fino alla città.

Per la prima volta da quella mattina guardò il suo riflesso su di un vetro di un negozietto: lunghi capelli castani le incorniciavano lineamenti dolci. Sulla testa una coroncina di fiori bianchi. I grandi occhi color blu luccicavano perché bagnati da due lacrime che non le scesero sulle gote.  Le labbra carnose mormoravano parole di una canzone che nemmeno conosceva. Si accorse solo in quel momento di star cantando.

My love is like a star, yeah.
You can’t always see me but you know that I’m always there.
When you see one shining
take it as mine and remember I’m always near
If you see a comet, baby I’m on it
Making my way back home
Just follow the glow, yeah
It won’t be long just know that you’re not alone.

Giunse in prossimità di una strada. Le macchine le sfrecciavano davanti agli occhi. Ma il suo sguardo fece in tempo a soffermarsi su di una macchina bianca sporca di fango. La macchia marrone creava una forma. La stessa forma che le era impressa sulla pelle. Il neo. Impulsivamente iniziò a inseguire l’auto. Correva. Piedi nudi sull’asfalto.
Dall’altra parte della strada due ragazzi stavano passeggiando. Gli occhi color nocciola del biondo si posarono per un attimo sulla ragazza che correva.

-Ehi guarda!- disse il biondo indicandola.

-Che tipa strana.- commentò l’altro senza staccando per un attimo il suo sguardo dal cellulare.

-Già- rispose il biondo ridendo.–seguiamola-

Nel frattempo la ragazza era arrivata in un bar. Aveva il fiatone. Decise di sedersi  ad un tavolino fuori. Non aveva soldi con se’, ma aveva una terribile sete.
I due ragazzi la raggiunsero e si misero seduti ad un tavolino poco distante. Il biondo non le toglieva gli occhi di dosso.

La fanciulla guardò il neo sul polso. Non le provocava nessun ricordo. Che sciocca che sono stata pensò era solo una coincidenza. La macchia. Il neo. Coincidenze.
-Salve signorina, vuole ordinare?- chiese gentilmente il cameriere.

-Potrei avere solo un bicchiere d’acqua?- al suono di quelle parole il sorriso educato dell’uomo svanì, lasciando posto ad un’espressione scocciata.

Ma nonostante tutto rispose -Certo signorina-

Un debole vento freddo le scosse i capelli. Lei si strinse nel suo vestito guardandosi attorno. Non appena i suoi occhi incrociarono quelli del biondo una sensazione di caldo le invase il corpo. E si ritrovò a sorridere allo sconosciuto.

Il cameriere arrivò con l’acqua e lei lo ringraziò. L’uomo fece finta di non sentirla e se ne ritornò nell’edificio. La ragazza prese nelle mani il bicchiere e ne bevve velocemente il contenuto. Restò per qualche secondo seduta, indecisa se andare dal ragazzo o prendere la sua strada, che era ancora sconosciuta.

Invece restò seduta a pettinarsi i capelli fra le dita. E a chiedersi perché quel biondo poco lontano non le levava gli occhi di dosso. Era quasi inquietante. Incontrò il suo sguardo per una frazione di secondo prima di arrossire e abbassare gli occhi. Tenne la testa china, fingendo di starsi guardando i capelli.

E una voce la rapì sai suoi pensieri.

-Ehm..ciao-  le disse il biondo, con i pugni chiusi poggiati sul tavolino.

Il rosso sulle guance della ragazza divenne più intenso, e per paura di balbettare gli rispose con un cenno del capo.

-Io mi chiamo Justin. Posso sapere il nome della nuova arrivata?-

La ragazza aprì la bocca per rispondere ma non riconobbe la sua voce. Era roca e spenta.–Non lo so-

Sapeva di non ricordare nulla di ciò che le era capitato. E capì di non sapere chi era.

Il biondo la guardò leggermente offeso e anche un po’ confuso. Lei era davvero strana.

-Oh, capisco. Be’ allora ci si vede- disse lui e fece per allontanarsi.

-No non capisci- la ragazza lo bloccò –non lo so davvero. Mi sono svegliata stamattina e non ricordo ne’ chi sono ne’ cosa mi è capitato-

-Ah. Sei davvero simpatica…- disse lui convinto che si trattasse di uno scherzo, ma quando incontrò lo sguardo della ragazza dovette ricredersi –dici davvero?-

Lei alzò le spalle. Non sapeva nemmeno perché lo diceva a lui. Erano tutti sconosciuti in quel momento. Anche se avesse visto la madre non l’avrebbe riconosciuta.

-Oh…be’..è un problema. Ma io non posso aiutarti, mi spiace. Ci si vede- lui si sentiva terribilmente in colpa, e non sapeva assolutamente perché. Ma la lasciò in quel bar, da sola. In quel giorno freddo d’autunno.

 
Quella sera, sdraiato sul suo letto, non smetteva di pensare alla ragazza misteriosa. Lanciando piccola palla di basket semi sgonfia sul muro.

Aveva riflettuto molto. Gli era passato di mente il fatto che lei stesse mentendo. Ma il fatto che diceva la verità era provato dai suoi occhi. Erano come trasparenti, lasciavano leggere le emozioni. E lei era confusa e disorientata. E in più il fatto che non l’aveva riconosciuto. Justin Bieber non passa mai inosservato. Infondo lui era il ragazzo più famoso del mondo.
Si alzò dal letto. Doveva trovarla. A costo di cercarla in tutta la città di Los Angeles. L’avrebbe aiutata.

Prese le chiavi della Range Rover ed uscì di casa sbattendo la porta.

Ma Los Angeles non era una piccola città.

Guardò il cielo, pieno di stelle. Aveva paura per lei. E fu allora che la vede. Una cometa. Ed espresse il desiderio di trovarla.

 
Dall’altra parte della Città degli Angeli, la ragazza si era seduta sulla sabbia, a piangere.

Strinse le ginocchia al petto e affondò la testa nella braccia. 

La spiaggia era deserta. Si sentiva il rumore dell’acqua che si infrangeva sugli scogli, poco lontani. Le onde. Avrebbero dovuto tranquillizzarla, ma lei si sentiva ancora più sola.
Al chiaro di luna si potevano vedere le lacrime scorrerle sulle gote e poi caderle sulle ginocchia.

Aveva fame e sete. Non aveva un dollaro e sarebbe morta con quel freddo. Ma più di tutto la preoccupava il fatto di non ricordare. Chi era? Dove viveva? Non trovò risposta alle domande.

Era così dannatamente spaventata...


Spazio autrice.
Ehilà. Inanzi tutto. Questa è la mia prima ff su Justin, perciò se recensite
( e vi prego di farlo) non siate crudeli.
Questo è solo l'inizio. perché alla fine della storia la situazione prenderà una piega inaspettata.
Ma siamo ancora al primo capitolo. Che ve lo dico a fare.
Bene. Lasciate una recensione (sìì vi prego) e seguite la storia(se i va).
Detto questo alla prossima. 

 Bye. 
  
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