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Autore: DeiDeiDei    18/09/2012    10 recensioni
[...] Il suo cuore saltò un battito.
-Boyd?- Domandò esitante, fermo e teso come una corda di violino –Isaac?- Non erano mai entrati in camera sua prima, ma chi lo sa, magari il loro Alpha li aveva spediti a tenerlo sotto controllo –Erica?- Anche l’ultimo richiamo cadde nel vuoto. Nel silenzio più assoluto. Nella stanza dove regnavano soltanto il suono del suo respiro e di quello del visitatore. Sembrava persino più vicino. Il cuore di Stiles iniziò a battere più forte, quando un fruscio tutt’altro che rassicurante si mosse verso di lui. Perché quello dietro di se non gli rispondeva? Non era un bello scherzo. Assolutamente no. Avrebbe dovuto parlare col branco riguardo ai loro scherzi. Se l’obbiettivo era spaventarlo, ci stavano riuscendo benissimo. Non sapeva se essere più irritato o terrorizzato, perché una piccola parte di lui, pressante ed accanita contro la sua calotta cranica, gli stava ripetutamente suggerendo che la persona entrata dalla finestra non era Scott, non era Derek, ne Isaac, Boyd o tantomeno Erica. Stiles sentì distintamente lo sbuffo di un ghigno aprirsi da qualche parte nella stanza scura[...]
POV alternato. Focus Stiles.
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Come sarebbe a dire “Non sta funzionando”?- Il silenzio era aleggiato nell’auto per qualche secondo, rotto solo dai lamenti di Stiles, prima che Scott riuscisse a porre la domanda al proprio capo branco. Ed il silenzio era aleggiato nuovamente qualche secondo prima che, anche senza alcuna risposta da parte di Derek, il suo cervello metabolizzasse le poche informazione che aveva raccolto e le mettesse insieme, portandolo inevitabilmente alla risposta giusta. Il suo viso sbiancò di nuovo quando comprese con assoluta certezza che, si, il morso non stava funzionando. La trasformazione non stava avvenendo e non sarebbe avvenuta –Oh, no. No, no, NO!- Piagnucolò piano osservando prima la mascella contratta dell’uomo alla guida e poi il corpo del migliore amico che si stava contorcendo nel seggiolino posteriore dell’auto. –Dio! Derek, ti prego, no!- La trasformazione non sarebbe avvenuta. Stiles sarebbe morto –Derek, devi fare qualcosa!-  Gemette guardando Stiles annaspare ancora una volta stringendosi il fianco –Non puoi lasciarlo…- Sapeva che non era per niente colpa di Derek. Lui aveva fatto il suo lavoro di Alpha come si deve, aveva anche proposto di tenere Stiles nella vecchia casa degli Hale in ristrutturazione, ma Stiles  si era opposto, dicendo che poteva cavarsela da solo e non era il loro animaletto domestico. Dicendo che era già abbastanza che li aiutasse e che non avrebbe loro permesso di rapirlo, o tenerlo rinchiuso da qualche parte o qualsiasi cosa riguardasse il non lasciargli completa libertà di movimento. Se solo avesse accettato. Ma sapeva che non era neppure colpa di Stiles. Sapeva come era fatto il suo migliore amico, non avrebbe accettato nemmeno se a tenerlo sotto chiave  fossero state un manipolo di modelle vogliose e loro sicuramente non lo erano.

-Maledizione!-  L’imprecazione di Derek  lo mise ulteriormente nel panico. Non era solito sentirlo imprecare e tantomeno preoccuparsi così tanto per una persona che non facesse parte della sua famiglia, del suo branco. Ma dopotutto Stiles collaborava con loro fin dal primo momento. Forse un po’ membro del branco lo era. Ma non era proprio l’avere a che fare con loro ad averlo sempre messo in pericolo? Non era stata quella la ragione per il morso che aveva ricevuto? Sarebbe morto per colpa della lealtà e della dedizione che aveva dimostrato nei confronti di un branco di lupi mannari. Nei confronti di un mondo al quale, in fin dei conti, non apparteneva e probabilmente non avrebbe voluto appartenere. Ed era colpa sua. Era soltanto colpa sua se il suo migliore amico stava soffrendo sul sedile posteriore di un’auto senza potersi nemmeno ribellare al proprio destino. Scott si sarebbe maledetto per tutto il resto della vita, sempre se dopo questo avrebbe avuto ancora voglia di averne una. Stava portando alla morte una delle persone che gli avesse mai voluto più bene al mondo. Una delle persone che gli era stata accanto più di chiunque altro nell’ultimo, difficile, anno. Ringhiò tra i denti e si rese conto improvvisamente che la macchina si stava fermando in un parcheggio.

Scott osservò per un attimo confuso ed ancora frustrato la clinica veterinaria. Perché era lì che si trovavano in quel momento. Si decise quindi a scendere dalla macchina, rischiando di inciampare due volte per la distrazione, e a richiudere con forza la portiera. Derek lo avrebbe ucciso per il botto che aveva prodotto con lo sportello della sua amata auto. O perlomeno lo avrebbe fatto in un qualsiasi altro momento durante la loro collaborazione. Ma, evidentemente, non ora. Era troppo distratto per accorgersi di qualcosa che potesse succedere alla sua macchina. O forse sarebbe meglio dire che era troppo concentrato sul far scivolare Stiles  giù dal sedile posteriore e prenderlo nuovamente in braccio. Scott si affrettò a seguirlo, sentendosi un idiota terribilmente inutile nel vedere qualcun altro portare in braccio una delle persone a lui più care in fin di vita. Ringhiò a se stesso e si affrettò a superare di corsa Derek ed accostarsi alla porta, tirando subito fuori dalla tasca un mazzo di chiavi ed armeggiando con queste per aprirla. La prima chiave lo deluse, ma grazie al cielo ne dovette provare soltanto un’altra per riuscire a spalancare l’uscio. Derek lo raggiunse appena dopo un secondo e lui si spostò per lasciarlo passare e richiudere la porta dietro di loro. Perlomeno aveva fatto in modo che il proprio capobranco non dovesse sfondarla facendo risuonare l’allarme per tutto il circondario. Si sentì un po’ meno inutile.

In quell’esatto momento uscì esitante dalla stanza accanto il Dottor Deacon, il quale si accigliò non poco a vedere Derek di nuovo nella sua clinica. Scott osservò senza poter proferire parole la sua espressione mutare e divenire allarmata quando riconobbe il ragazzo insanguinato e sofferente tra la braccia di Derek come Stiles.

-Genim?- Domandò ad occhi sbarrati affrettandosi ad aprire il cancelletto di legno di faggio e lasciando passare l’Alpha, il quale si diresse senza ulteriori indugi alla saletta che il veterinario utilizzava per le visite ai suoi piccoli pazienti. Scott notò a malapena il fatto che l’uomo avesse chiamato Stiles col suo vero nome, dopotutto lo faceva da oramai qualche settimana considerandolo un nome più consono ad un apprendista alchimista. Si concentrò piuttosto sul suo piccolo ruolo e richiuse il cancelletto, muovendosi a sua volta verso l’ambulatorio. Non fece in tempo se non a fare un qualche passo, prima che una mano gli si posasse fermamente sulla spalla, bloccandolo.  Scott sobbalzò e si voltò di scatto, ritrovandosi davanti la faccia del superiore –Che gli è successo?- Il ragazzo esitò, non volendo essere lui quello a dare all’uomo la brutta notizia e in realtà non sapendo nemmeno che parole poter usare in un caso come questo –E’… è stato morso, dottore.- Spiegò sbrigativo, lanciandosi poi nella porta di fronte a se e cercando di capire come andavano le cose. Incontrò quasi subito gli occhi di Derek, che ancora lampeggiavano ad intervalli di un rosso rubino intenso e minaccioso. Adirati e preoccupati allo stesso tempo. Lasciò che il medico lo superasse e si avvicinasse al tavolo metallico sul quale Derek aveva disteso Stiles con cura quasi non sua e ora stava cercando di rianimarlo, richiedendo la sua attenzione scuotendogli piano il viso e chiamando il suo nome.

Il veterinario osservò il fianco ferito del ragazzo, che oramai gemeva in un filo di voce, contorcendosi al centro della stanza freddamente illuminata dai neon. Scott non osò avvicinarsi, nemmeno quando, confuso, vide Deaton spintonare Derek malamente e fissarlo con astio. Anche l’Alpha gli parve un po’ confuso, ma giusto un secondo. Poi aggrottò le sopracciglia, quasi offeso.

-Non l’ho morso io-

-Non ce la farà, lo sai, vero? Il morso sta facendo reazione!-

-Non l’ho morso io!- Ripeté con più decisione Derek con quella che sembrava un’espressione adirata per le accuse infondate del medico (non tanto infondate, poi, considerando che teoricamente lui sarebbe dovuto essere l’unico Alpha in città), ma i suoi occhi continuavano a distrarsi ed a spostarsi sul giovane disteso sul tavolo –Oh mio dio, NON SONO STATO IO! Glielo ho proposto, ha detto di no! Io rispetto le scelte degli altri!- Ringhiò il Licantropo, facendo tremare le ossa di Scott. Il medico non sembrava credergli e continuava a guardarlo accusatore. Improvvisamente Scott ebbe la terribile visione di un Derek offeso ed agitato che sbrana il suo datore di lavoro sul pavimento della sua clinica veterinaria. Solitamente non era una persona che lavorasse molto di fantasia. Ma dopotutto quell’idea non sarebbe potuta essere più lontana dalla fantasia e più vicina alla realtà. Prima che tutto ciò potesse accadere, decise di tentare un disperato salvataggio d’emergenza, anche nella speranza di riportare l’attenzione dei presenti sul suo agonizzante migliore amico e, prima che uno dei due potesse aprire di nuovo bocca, si posizionò tra di loro e li spinse piano di lato, tanto per dare l’idea.

-Non è stato lui, Doc! Era con me quando è successo. È stato il nuovo lupo. È un Alpha a quanto pare!- Sproloquiò senza mai fermarsi o prendere aria. Ottenendo come risultato il silenzio, rotto soltanto dai lamenti angoscianti del giovane alchimista disteso accanto a loro. Aspettò un attimo, prima di chiedere se si potesse fare qualcosa per aiutarlo. Non poteva certo lasciare che morisse agonizzando per ore. Il medico ci pensò un po’ prima di decidersi a dargli una risposta.

-Posso provare a rendergli il tutto meno doloroso…-

-SALVARLO!- Ringhiò Derek in risposta, tornando vicino al tavolo metallico ed osservando il ragazzino – Puoi provare a salvarlo- Scott probabilmente non lo aveva mai visto con un aria talmente colpevole –DEVI salvarlo…- Avrebbe potuto definirlo afflitto. Sembrava quasi lui stesso un sofferente. Spostò lo sguardo dal veterinario accigliato all’Alpha concentrato sul suo migliore amico umano da anni. Derek si affrettò a spiegarsi, per non iniziare nuovamente a litigare per la sua scortesia, con sollievo di Scott. – Devi salvarlo… perché io non posso farlo mentre so che tu potresti farcela.- Scott gli si accostò, cercando di trasmettergli in silenzio un po’ di sostegno morale e, in egual modo, di assorbirne dal proprio capobranco. Deacon osservò Stiles per un attimo, poi sbuffò.

-Ho un’idea… Ma dovremo avere fortuna- Non stavano chiedendo di meglio.







Angolo Autrice
Salve a tutti! Questo è il minuscolo terzo capitolo e primo tentativo di POV Scott. Non sono una grandissima fan di Scott, spieghiamoci, ma volevo rendere più scorrevole l'alternarsi tra i POV. Comunque, se non gradite o vi pare OOC, ditemelo!

Credo che il prossimo capitolo verrà pubblicato più in fretta, perchè mi rendo conto che sono talmente corti da sembrare una presa in giro...
   
 
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