Captain
*
Hai sette vite, come un gatto.
Hai sette vite, ma sei un marinaio. Lo sai perché hai una bella maglietta a
righe e una modesta nave dalla vela quadrata. Ti muovi in una realtà davvero
povera, così angusta che ti puoi spostare solo a destra e a sinistra. Forse è
per questo che stai cercando di partire, caricando sulla tua imbarcazione delle
casse abbandonate in un angolo.
Probabilmente sei solo un mozzo, perché il lavoro che ti spetta è davvero infame
e quell’accozzaglia di scatole non rimpicciolisce affatto man mano che le
raccogli.
E’ un po’ una presa in giro, perché anche la nave sembra inspiegabilmente
capiente, e sai di essere destinato a non salpare mai verso un mare sconosciuto.
In più devi lottare per sopravvivere, dato che sei circondato da nemici: uno
squalo eternamente affamato, un pirata che ogni tanto allunga un uncino
acuminato alla tua caviglia, grossi ragni neri pieni di un veleno maturato solo
per te. Non hai nessun capitano a guidarti.
Ma anche se solo, sei un buon marinaio, e sopravvivi a lungo, trasporti molte
casse.
Sei un marinaio, ma smetti di esserlo quando dei capelli biondi invadono la
visuale del tuo mondo rettangolare.
Allora inizi ad essere Matt, e a realizzare che fa un caldo insopportabile.
Capisci che è estate, e che Mello si è rotto di vederti giocare con quella roba
e ti prenderà a calci se non ti schiodi di lì. Sei quasi confuso dalla quantità
di informazioni che ti assale in un istante; la luce, i capelli appiccicati alla
fronte, il pianto di un bambino da qualche parte, l’odore di chiuso, la presenza
ingombrante di Mello, chino su di te. L’idea di farlo arrabbiare ti lascia
addosso una certa indifferenza, forse perché non ti ha mai picchiato davvero.
Alzi lo sguardo al suo viso infantile piegato in una smorfia d’irritazione e
pensi che è davvero fantastico, e che non potresti immaginare un’espressione più
seccata di quella. Puoi gustartela in pace, perché quel volto accaldato è così
vicino al tuo che riesci a sentire distintamente nel suo alito l’odore
dolciastro del cioccolato che deve aver mangiato.
Magari sotto sotto ti andrebbe anche di vedere quella faccia contratta da
un’emozione ancora più intensa e lontana dalla tua realtà schematica da
videogioco, che proprio in quel momento lancia un lamentoso beep. Il
pirata ti ha teso un agguato, e ora sei un marinaio con sei vite.
Adesso anche tu sei vagamente seccato, ma non pensi di poter competere con
l’indole attaccabrighe del ragazzino che ti sta davanti, insofferente al caldo.
E’ ancora lì, le esili braccia incrociate al petto, così impaziente e nervoso
che ti fa pensare a una vespa.
Beep. E Mello si è alzato e ti squadra dall’alto in basso, aspettandoti.
Hai una sola vita, come un gatto che è morto sei volte.
Hai una sola vita, ma sei un marinaio. Lo sai perché indossi una bella maglietta
a righe.
Avvolto in un’atmosfera soffocante e luminosa, segui attraverso lunghi corridoi
privi di insidie un ragazzino che non è né uno squalo, né un pirata, né un
ragno. Non sai bene dove vai, e non ti interessa, perché quella è una realtà in
cui ti puoi muovere in qualsiasi direzione, e questo ti basta. La scacchiera di
grandi piastrelle su cui cammini è meravigliosamente fresca, e su quegli stessi
scacchi ha abbandonato il tuo videogioco, lasciando il tuo mozzo in balia di un
mondo semplice e ostile.
Tu hai trovato un gioco migliore. E un capitano.
...:::::::..
Sssì. Una cosina, ecco. Nata perché ho ritrovato per caso un
videogioco vecchissimo e l’omino da muovere, con la sua magliettina a righe, mi
ricordava Matt.
Tante grazie a chi ha recensito”Otherside”, facendomi davvero tanto contenta.
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