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Autore: Audrey Shadows    18/09/2012    4 recensioni
Mel ha quasi 18 anni, è una ragazza alta, con lunghi capelli neri, e occhi verdi che con il cattivo tempo diventano grigi.
Aveva poco più di 17 anni quando le venne diagnosticata la leucemia.
Improvvisamente, a differenza del carattere forte che l’aveva sempre contraddistinta, smette di lottare e si abbandona alla chemio e ai sintomi postumi che essa causa.
Iniziò a dividersi tra l’ospedale di LA e casa sua, nella quale aleggiava una forzata allegria.
Solo una cosa ancora le lascia un briciolo di speranza: la musica.
In particolare 4 ragazzi, che continuano a farle battere il cuore, pompando sangue nelle vene.
I Tokio Hotel.
Quando li vide la prima volta di innamorò immediatamente; sognava di poterli incontrare, andare ai loro concerti, farsi delle foto con loro etc….
Sognava che Bill un giorno potesse ricambiare il suo amore.
Poi era arrivata quella cazzo di malattia.
E la sua vita era finita, ancora prima che potesse cominciare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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you've got to lose

to know how to win

Aerosmith_ Dream On




Il sole inondò il viso di Mel; la ragazza sorrise, mantenendo gli occhi chiusi. Il battito del cuore a contatto con il suo orecchio le stava dando il buongiorno.

Non riuscì a resistere e sbatté le palpebre  più volte, mettendo a fuoco il ragazzo che ancora dormiva sotto di lei.
Si spinse sulle braccia e rimase a guardarlo: il viso disteso in un'espressione di pace interiore. Il torace, coperto da una T-Shirt nera dei Green Day, si alzava e si abbassava.
Sorrise nuovamente e si avvicinò al suo collo, iniziando a baciarlo delicatamente e dolcemente.
Risalì al viso e finalmente incontrò le sue labbra.
Gli diede un leggero bacio a stampo, tornando a "sovrastarlo" e attendendo una qualche reazione. Bill strinse gli occhi e poi li aprì, riducendoli immediatamente a due fessure a causa della luce.
Mel sorrise e si rituffò sulle sue labbra.
Era la prima volta che Bill dormiva a casa sua, e anche se la ragazza moriva dalla voglia di saltargli addosso, aveva dovuto reprimere i suoi bollori perché i genitori erano in casa.
-hey ... disse Bill quando si staccarono- sorrise -buongiorno ...-
-buongiorno- Mel si alzò dal letto e lo guardò -dopo questo appassionante bacio a eau de cadavre, direi che possiamo andare a fare colazione- detto questo la ragazza scomparve dalla stanza.
Bill si tirò a sedere e si passò le mani sul viso. Mel era davvero fantastica, sotto ogni possibile aspetto: era bella, dolce, sensuale. E aveva una particolare attitudine nel rapirlo.
La sera prima l'aveva chiamato trafelata, facendolo preoccupare parecchio, dicendogli che aveva bisogno di lui immediatamente.
Come si può immaginare senza alcuno sforzo, Bill si precipitò a casa sua più preoccupato che mai; suonò il campanello ell'ansia più totale, e quando Mel gli aprì restò a bocca spalancata.
Aveva tutta l'aria di stare più che bene (indossava un paio di shorts di un pigiama e una canotta aderente, che faceva risaltare il suo seno sodo).
-Mel?- La ragazza gli sorrise, lo prese per mano e lo tirò in casa, letteralmente.
Lo aveva baciato e poi gli aveva sussurrato che aveva solamente voglia di averlo vicino a sé. E allora Bill aveva sorriso, rituffandosi sulle sue labbra.
Mel aveva capito le intenzioni di Bill, erano sulla stessa lunghezza d'onnda, ma purtroppo i suoi sarebbero tornati di lì a pochi minuti e non potevano farsi trovare in atteggiamenti equivoci, così l'aveva portato nella sua stanza.
Si era lasciata stendere sul letto e si era fatta coccolare, ma niente di più. Si erano addormentati qualche ezz'ora dopo, dopo aver salutato i genitori della ragazza.
Il ragazzo sbuffò; la voleva sentire sua ancora unaa volta, ne aveva quasi un bisogno fisico. Era strano come avesse sempre e costantemente voglia di lei.
Si alzò dal letto, infilandosi i suoi jeans; di certo non poteva scendere a fare colazione in boxer.
Scese le scale velocemente e vide Mel intenta a preparare il caffé. Sul tavolo c'era un piccolo vassoio ricolmo di waffeln, crema di nocciola in barattolo, marmellate varie, croissant e succo di frutta.
Bill sorrise e improvvisamente lo rapì un filmino mentale: Lui entrava in cucina come quella mattina, dopo aver dato il bongiorno a Mel; la trovava ai fornelli, proprio come quella mattina e le si avvicinava. L'abbracciava da dietro e le baciava il collo.
Poi un urletto contento li faceva staccare bruscamente e l'irrompere di una testa castana in cucina li faceva sorridere: Thomas batteva contento le mani, probabilmente per la presenza di quel ben di dio in tavola.
Bill scosse la testa e sorrise; erano ancora molto giovani, e al matrimonio proprio non pensava, e certamente non l'avrebbe mai preso in considerazione. Non trovava il senso di essere difronte ad un signore anziano e bisbetico, per ufficializzare l'amore.
A lui sarebbe bastato un anello.
O un bambino ... sì, doveva ammetterlo, i bambini gli erano sempre piaciuti. Li trovava semplicemente adorabili, con i loro urletti, e persino i pianti. E sì, gli avrebbe dato il nome intero di Tom, era un bravo e devoto fratello, per chi non l'avesse capito. Aveva soppresso un po' il desiderio, dal momento che non aveva mai trovato una ragazza che potesse andargli bene, ma Mel aveva risvegliato in lui qualsiasi desiderio fino ad allora nascosto.
Sorrise, pensando che sì, con Mel avrebbe potuto avere un bambino.
Ma se ne sarebbe riparlato, d'altronde Mel aveva appena 18 anni ed era molto presto, almeno per lei. Per il momento gli bastava quello che aveva: una ragazza fantastica e una colazione che lo chiamava.


-ma guarda chi si vede ...- Tom sobbalzò al suono di quella voce vellutata ed estremamente femminile -non sei più venuto da me ...-
Cercò di reprimere ogni istinto poco casto, e si voltò sorridendo falsamente -ciao, Ria. Che ci fai in un negozio di musica?- Tom, oltre ad essere spaesato, si sentì perseguitato.
-niente ... passeggiavo e ti ho visto, così mi son detta "come posso non salutare il mio amico Tom??"- Il suo sorriso sfiorò i 32 denti, bianchissimi denti. Le labbra dipinte di rosso e capelli ... innaturalmente rossi.
Ma che avevano tutte?? Forse non avrebbe dovuto rivelare che gli piacevano le donne con i capelli rossi, o il fandom si sarebbe ritrovato pieno di teste rosse, tinte.
O probabilmente lo era già.
Sentì il telefono aggiornarlo di avere una notifica, probabilmente la mail; pregò di uscire il più velocemente possibile da quel negozio.
-eh certo!- disse lui ridendo troppo forte, catturando l'attenzione del commesso e facendo alzare un sopracciglio a Ria -scusami- tossicchiò poi.
-comuque ... fra una settimana è il tuo compleanno e ho prenotato al Cherry. Contento? Ho invitato Shiro e sua moglie, Matt, David, Clair e Justice.-
-wow ... si, ehm ... peccato che avrei un impegno...- disse grattandosi la nuca -devo ... devo andare in Germania con mio fratello, sai... i parenti...-
-e non centra qualla ragazza con i capelli rossi con la quale ti si è visto in giro?- la ragazza assottigliò lo sguardo -sembra che tu abbia deciso di evitarmi ...- si avvicinò maggiormente a lui, e sebbene fosse più bassa, Tom dovette farsi indietro spaventato da quello che sarebbe potuto succedere.
-io non ti sto evitando ... solo che non mi va di festeggiare con voi, tutto qui- dopo aver deglutito e dato questa risposta degna di una persona matura, Tom si applaudì mentalmente.
-guarda che non era un invito ... sai ...- Ria gli accarezzò una guancia e Tom si ritrasse, causando un risolino da parte della ragazza -potrei distruggerti la vita in mille modi possibili, Tom Kaulitz. Non mettermi alla prova. Lo sai quanto la droga sia perseguibile dalla legge, vero?-
-vero ...-
-in fondo, non ti sto chiedendo nulla... solo una cena per il tuo compleanno, tutto qua. Poi potrai tornare dalla tua troietta se lo desideri ... oppure rimanere e festeggiare con me- Ria si leccò le labbra sensualmente, facendo sudare freddo Tom, che sentiva già terribili fitte al bassoventre.
-ok... una cena... ci sarà anche Bill?-
-oh certo!- si illuminò falsamente - se è ancora vivo ...-
-certo che è ancora vivo!! che cazzo ti salta in mente??- si alterò leggermente Tom.
-sai ... si è visto parecchio in ospedale e pensavo stesse male ... invece si è solo invaghito della prima crocerossina di turno e ha mollato il giro ... non si fa così. Non si abbandonano i fratelli-
"cazzate" Tom cercò di mantenere la calma e sospirò -hai prenotato per l'1?- Ria annuì convinta.
-bene ... ora ti lascio ... ci hanno fotografato abbastanza, avrai la tua bella gatta da pelare a casa, immagino ... ma tanto so che tornerai sempre da me. Addio!- e se ne andò senza fare rumore.
Tom tornò a respirare regolarmente. La odiava. La odiava, non c'era dubbio.
Uscì dal negozio senza aver comprato nulla e si diresse verso il parcheggio a qualche metro di distanza. Sì, avrebbe avuto la sua bella gatta da pelare.
Kate non era stata ancora preparata riguardo l'argomento paparazzi.


-ti dico di no! quante volte lo devo ripetere?? Non ci sono. punto. digli di richiamare la sua zoccola- Tom la sentì perfettamente, e la cosa lo avrebbe fatto sorridere qualche tempo prima, ma era mortalmente serio.
Non doveva fare i conti solamente con la sua ex-migliore amica che alloggiava nella depandance di casa sua, no, doveva fare i conti anche con l'altra testa rossa che si era sbattuto nella vita "mondana".
E aveva da fare i conti con la sua nuova ragazza, una ragazza che lo aveva rapito e gli aveva fatto distogliere l'attenzione da tutto. Perché era famoso?? Perché i paparazzi erano sempre dietro l'angolo?
Sbuffò -senti, l'ho sentita benissimo che è li ... non mi vuole parlare? benissimo, allora parlerò io con lei.- Si alzò dal divano -lei mi dovrà solamente ascoltare. Ninent'altro-
Sentì sospirare dall'altro capo del telefono e poi sussurrare qualcosa; probabilmente l'amica aveva coperto la cornetta con la mano.
-ok ti ha dato due minuti. A partire da ora-
-mi dispiace ok? E sapevo che sarebbe successo questo casino, ma non pensavo così presto. Non devi credere ad ogni singola cosa che viene detta nei giornali, sopratutto di gossip, diamine! Sì, ci sono andato a letto con quella ma è stata una vita fa! Mi ha chiesto di andare ad una cena, ma nulla di più-
-certo che ti potevi trovare di meglio- la voce atona di Kate lo fece rabbrividire.
-perfavore ...- sussurrò -se tu non vuoi non vado ... non voglio litigare con te per cose che sono successe mentre non stavamo insieme ... Katie ... -
La sentì sospirare -ti voglio a casa mia entro 10 minuti, intesi? Mi spiegherai tutto con calma e se ho voglia, mi cucinerai qualcosa- e Kate riattaccò.
Tom rimase perplesso a fissare il suo cellulare, poi sorridendo comprese appieno che gli stava dando una seconda possibilità.
Dopo due giorni interi di silenzio, nei quali tra parentesi ammetteva di essere stato un po' male, fu più che felice di aver udito la sua voce.
Uscì di casa e salì in macchina partendo sgommando.
Non notò Liz che lo scrutava dal giardino.

Casa di Kate era al buio.
-mi sono dimenticata di pagare la bolletta...- ammise dopo essere tornata in salotto con due calici di vino, dei quali uno lo porse a Tom.
Erano illuminati flebilmente dalle 2 candele sul tavolono vicino ai divani.
-tranquilla ... volevo scusarmi perchè non sono stato corretto con te, dovevo parlartene ...-
-forse, ma ormai è passato. Accetto le tue scuse, comunque.- Tom la vide sorridere, e dovette ammettere che i riflessi rossi dei suoi capelli, il suo sorriso che risplendeva nel semibuio, i suoi occhi luccicanti e felici e il suo corpo coperto solamente da un vestitino in cotone nero, erano veramente i più belli che avesse mai visto.
C'era un gran casino dentro la sua testa: Liz era ricomparsa, e con lei il sentimento represso per anni ... ma non credeva fosse amore. Ria era tornata reclamandolo a gran voce, e facendolo litigare con Kate.
E poi c'era Kate, la povera sventurata di turno, ma che sarebbe potuta diventare un grosso affare per lui. Doveva ammettere che quando stava con lei stava bene, che quando le parlava non sentiva l'impulso di assalirla e basta, che gli piaceva donarle quegli attimi di intimità chiamati baci.
Sì, perchè c'era una differeza. Lui le groupie non le baciava mai, faceva quello che doveva e poi si girava nel letto. A volte, quando si sentiva particolarmente magnanimo, prolungava quell'attimo di intimità, prendendo la mano della ragazza oppure facendola dormire con lui.
Altre volte le faceva rivestire e le spediva fuori dalla stanza.
Kate l'avrebbe baciata tutto il giorno, vita natural durante. Quelle labbra sembravano fatte apposta per essere baciate, per essere sue.
-Tom?- Tom si riscosse dai suoi pensieri, tornando a donare attenzione alla ragazza, sorseggiò il vino fino a finirlo.
-sì?-
-so che ti potrebbe pesare ... e non sei psicologicamente pronto ad una domanda del genere ...-
-mi stai per chiedere se mi voglio sposare?- gli chiese serissimo, spiazzando Kate.
-no ...- gli rispose poi flebile, al che Tom tornò sorridente e continuò -bene, allora sono pronto a tutto- e allora Kate sorrise.
-io ... è una domanda stupida e adolescenziale, di quelle che si fanno perché si è immaturi ed insicuri ... ma tutti rimaniamo insicuri per tutta la vita, no?- prese fiato e si mordicchiò il labbro -volevo chiederti, esattamente ... che cosa siamo io e te.- mise le mani avanti -se non mi vuoi rispondere non fa niente, e ad essere sinceri ... non si dovrebbe dare una risposta, ma questa domanda mi preme da non so quanto tempo  e ... mi farebbe piacere se ne parlassimo, ecco.è questo che volevo chiederti-
Tom continuò a guardarla.
Era pronto per una relazione? Sì e no. Era pronto per quanto riguardava lo stare insieme, donarsi affetto, aiutarsi a vicenda, uscire insieme, passare qualche serata sul divano a guardare un film. Era pronto per quel che riguardava essere fedele ... sapeva come andavano le cose, non era così stupido.
Ma allo stesso tempo aveva paura, paura di qualcosa che non sapeva nemmeno lui.
Aveva paura di fallire e deluderla, di prometterle qualcosa e poi togliergliela di colpo, senza preavviso. Si accettava senza avere garanzie in amore, era questo che lo impauriva.
E se un giorno avesse dovuto stufarsi? E se per qualsiasi motivo al mondo lei lo avesse deluso?
Era una domanda semplice, ma allo stesso tempo richiedeva una domanda alquanto difficile.
Era pronto?
Poi la risposta arrivò inaspettata.
-Io mi sento già da solo una coppia.- Posò il calice sul tavolino, ed evitò lo sguardo della ragazza -Litigo con me stesso, mi parlo, a volte non mi sopporto. A volte mi faccio l'amore, a volte mi manco, molte volte mi tradisco, e ancora più spesso capita che mi racconti bugie per stare bene, che mi dimentichi degli appuntamenti, e spesso mi vorrei lasciare. Un sacco di volte vorrei prendermi una settimana di tempo da me stesso, senza sentirmi, per scoprire come mi sento veramente ...- solo allora guardò la ragazza, e prese le sue mani affusolate, stringendole tra le sue grandi e callose -ma da solo potrei perdermi, sentirmi ancora più confuso ... e ho bisogno di aiuto, ho bisogno di una persona che mi stia accanto e quando ho perso la via, mi riporti sulla strada ... penso che io e te potremmo fare una bella squadra- e le sorrise.
Ce l'avrebbe messa tutta, perché quello che sentiva nei confronti di quella ragazza che aveva davanti era molto forte.
Kate lo stava guardando a bocca aperta, e gli occhi leggermente lucidi.
-dici davvero?- gli chiese avvicinandosi e alzandosi in ginocchio sul divano -dici che potremmo provare ad essere un noi?- gli allacciò le braccia al collo e si avvicinò al suo viso, scrutandolo negli occhi.
Tom sorrise, prendendola per i fianchi e avvicinandola di più a sè -sì ... potremmo- e congiunse le loro labbra; dapprima le assaggiò dolcemente, percorrendone il contorno con la lingua, poi approfondì quel bacio.
Kate gli mordicchiò il labbro prima di staccarsi, guardarlo e sorridere sghemba, il che fece sorridere imbarazzato Tom -che c'è? me li sono lavati i denti, prima di venire ...-
Kate scoppiò a ridere alzandosi dal divano, e prendendolo per mano.
I suoi occhi gli stavano dicendo di alzarsi e seguirla, e così fece. La seguì, ma a causa del buio non si accorse che il vestito era estremamente corto, si accorse solo dello sguardo di lei, che ogni tanto si voltava nel buio e lo guardava, e brillare insieme al suo sorriso.
Kate aprì la porta di una stanza, e immediatamente l'odore leggero di pesca inebriò l'olfatto di Tom.
Si lasciò sospingere contro il muro dalla ragazza, che poi gli si poggiò contro, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo.
Tom sapeva quello che stava per accadere, e sapeva perfettamente che quella non era una botta e via, e non era nemmeno una scopata. Se proprio si voleva essere volgari, quella era LA scopata.
Ma sapeva, persino Tom, che non era quello. Non era sesso, ma quel tanto e agognato amore, che non aveva più sperato di incontrare.
Quell'amore che a suo parere non l'avrebbe mai trovato.
Ora sentiva le dita dei piedi informicolite dentro le Nike, fitte al bassoventre che conosceva come le sue tasche e ... strani movimenti nel suo stomaco.
Che fossero le tanto citate farfalle?
Aveva una voglia matta di sentire sua, completamente sua quella ragazza, ma non doveva avere fretta; non voleva bruciare quella passione in poco più di mezz'ora.
Si fermò e la guardò negli occhi, poi le sorrise riprendendo a baciarla, partendo dalla bocca e arrivando alle clavicole.
Risalendo poi alle sue labbra carnose.
Capovolse le posizioni, e le sfilò il vestito, scoprendo della biancheria intima in cotone bianco. Kate si strinse a lui, come se si vergognasse di farsi vedere, il che fece sorridere Tom.
-sei bellissima ...- le sussurrò ad un orecchio. Kate si staccò dal suo petto e lo guardò -davvero, dico sul serio- la rassicurò Tom.
La ragazza parve sorridere e si calmò.
Tom percorse il suo corpo, ogni centimetro, ricoprendolo di baci. Aveva la pelle calda e morbida, che profumava di vaniglia.
A differenza della ragazza, Tom sapeva di dopobarba, sigaretta e un profumo che stuzzicava le narici.
Il complesso era buono.
Kate gli slacciò la cintura e lasciò scivolare i jeans ai piedi del ragazzo; non voleva che vedesse che in realtà si vergognava a morte, voleva che sembrasse naturale, che lei in un qualche modo ci sapesse fare.
-Tom?- Kate si allontanò quasi impercettibilmente, e Tom la guardò negli occhi.
-si?- pregò un qualcosa che non fosse vergine, non che fosse una brutta cosa ... ma sarebbe stato bene solamente lui.
-io ... io non sono brava in questa cosa ... i ragazzi che ho avuto prima ... insomma, non è qualcosa di cui vantarsi- Kate  arrossì nuovamente, distogliendo lo sguardo da quello del ragazzo.
Tom sorrise -non è vero ... tutti sono bravi, è una cosa naturale ... oppure chi è venuto con te ha fatto talmente schifo da dare la colpa a te- Tom le alzò il viso e la baciò.
-Non pensarci ... io non sono gli altri, io sono Tom, il tuo Tom-
Kate si rincuorò e continuò a donargli dolci attenzioni.
In pochi minuti erano sul letto, e Tom si stupì della delicatezza con cui stava trattando la cosa. Le sfilò le mutandine e il reggiseno, rimanendo per qualche secondo a guardarla, per poi sorridere e baciarle ogni centimetro di pelle.
Kate sospirava, beandosi di quei baci umidi, poi capì che era mangiata dall'ansia. Volevo sentirlo suo, in tutti i sensi.
Tom era sulla sua stessa lunghezza d'onda. La guardò qualche secondo e poi cercò a tentoni i suoi jeans, prese il preservativo di cui si era premunito.
Lo infilò velocemente e lentamente si riportò sulla ragazza, che sorrise, circondando il collo di Tom con le braccia.
-sei importante Tom- Tom sorrise e si avvicinò al suo orecchio -anche tu, piccola- le sussurrò dolcemente, e poi entrò in lei, che inarcò la schiena e gemette.
Si mosse lento, guardandola negli occhi e ... baciandola.
Continuò a baciarla finchè lei non si allontanò e gli sorrise mordicchiandosi il labbro inferiore, poi senza separarsi dall'unica cosa cui erano divenuti, Kate capovolse le situazioni, rimanendo a cavalcioni sul ragazzo.
Tom la teneva per i fianchi, e lei si muoveva ritmicamente sopra di lui, facendoli gemere. Ogni tanto si abbassava, lo accarezzava e poi sorridendo lo baciava.
Passarono alcuni minuti e poi entrambi, chiamandosi tra i baci, raggiunsero il piacco massimo del piacere.
Kate si lasciò cadere delicatamente sul ragazzo, poggiando il viso nell'incavo del suo collo.
Entrambi avevano il fiatone ed erano sudati, ma non importava a nessuno.
Kate si tolse dalla posizione in cui era rimasta qualche minuto, e Tom si alzò dal letto, raggiungendo il bagno della stanza a tentoni.
Nel frattempo la ragazza si era infilata la maglia di Tom, imprimendosi il suo profumo nella testa.
Il ragazzo dopo pochi minuti tornò nella camera da letto, trovando Kate accoccolata sul letto; le si avvicinò e la baciò dolcmente.
Kate ricambiò, e poi si appoggiò al suo petto, ascoltando il battito del cuore del ragazzo.
-è amore questo?- si sentì chiedere da Tom, con tono incerto.
-è quello che è. Non credo sia necessario dargli un nome- e detto questo, dandogli un ultimo bacio, si addormentò.
Tom rimase sveglio ancora per qualche minuto, sorridendo nel buio e tenendo protettivamente la ragazza attaccata a sé.
Sì, era cotto a puntino.





Spazio Autrice: Bene è iniziata la scuola e sto letteralmente dacendo i salti mortali per scrivere un pochino.
Quest'anno devo andare bene ... non ne ho proprio voglia di farmi un altro debito estivo, non è affatto divertente.
Spero che il capitolo vi piaccia, e quanto prima risponderò alle vostre recensioni. Siete un amore e mi riempite il cuore di gioia ... anche se lasciate due righe *w* .
Do' il benvenuto alla mia piccola welpe,
Chiaravisco97, che finalmente riesce a seguire in tempo reale la mia storia ... e forse qualche piccola anticipazione xD
Vi adoro tutte, dalla prima all'ultima :) le mie piccola Aliens <3
Grazie mille, alla prossima.
Cat

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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