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Autore: xonikkiheat    18/09/2012    5 recensioni
Cosa sarebbe successo se Castle fosse stato un detective e Beckett una scrittrice? Bisogna leggere la mia prima FF per scoprirlo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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                           YOU CHANGE MY LIFE WRITER
 
                                             SHE’S MINE
 


“Hey Lanie, sono venuto il più presto possibile, quali sono le novità?”
“Siamo venuti il più presto possibile” ribbattè la scrittrice facendogli un’occhiataccia.
“Siete sicuri che voi non stiate insieme?” disse Lanie prendendosi una piccola pausa “comunque abbiamo ritrovato alcune impronte sulle dita dei piedi, le abbiamo confrontate e sono risultate compatibili con quelle di Samantha Moore” disse la donna prendendo un fascicolo di un ex caso.
“Scusa Lanie, ma Samantha Moore non è in prigione da più di un anno?” disse dubbioso il detective.
“E’ questa la cosa strana”
“Bhe può essere che l’uomo non si lavava i piedi” disse la scrittrice cercando di fare una battuta. La guardarono stupiti e poi lei sorrise.
“Era una battuta, l’avere capita?” disse sempre ridendo la donna vestita di viola.
“Comunque caro detective, eravamo dubbiosi anche noi, infatti abbiamo ripetuto ancora e ancora ma è sempre risultato positivo al DNA di Samantha Moore”
“Dirò a Ryan ed Esposito di controllare se la donna sia ancora in carcere, grazie dottoressa Parish”
“Di niente bel culetto”
“Quante volte le ho detto di non chiamarmi così?”.
Il detective uscì dall’obitorio con la scrittrice e s’accorse che lei lo stava guardando.
“Che cosa c’è?” chiese l’uomo dubbioso.
“Niente bel culetto” la donna rise.
“Le ho detto almeno un miliardo di volte di non chiamarmi così”
“Ha ragione”
“Cosa hai detto?” disse il detective, per un’attimo pensò che la scrittrice fosse interessata a lui.
“Non andiamo al distretto?” la scrittrice cercò di cambiare argomento, infondo stava dicendo la verità ma lui non doveva saperla. Si limitò a sorridergli.
 
 
“Ryan, Esposito cercate informazioni su Samantha Moore, io rimango qui con Beckett a leggere il caso della signora Moore”
“Ai suoi ordini detective” disse Ryan, dirigendosi verso la sua scrivania. Castle si sedette alla sua scrivania e Beckett lo seguì sedendosi anch’ella sulla scrivania, ma a suo contrario ella si sedette davvero sulla scrivania e non sulla sedia di fianco.
“Allora, senti Beckett io dovrei rileggere il caso della signora Moore stasera, tu rimani qui o vai a casa? E’ davvero dura rimanere qui fino a stasera e non voglio che tu stia qui per causa mia”
“Rick, non preoccuparti mi piace starti tra i piedi e poi io sono qui per te ricordalo, sempre” ella gli sorrise e per qualche attimo i suoi occhi si fusero con quelli del detective, non aveva mai notato lo scintillio dei suoi occhi e di come fossero così tremendamente perfetti. Abbassò lo sguardo, i suoi occhi l’avevano davvero scioccata per la loro bellezza. Stasera sarebbe rimasta fino a tardi solo per passare alcuni attimi con lui, lui non si ricordava di lei, ma lei si. Si erano conosciuti nel lontano duemiladue, lei aveva solo ventidue anni, era una matricola al college, un giorno si trovò causalmente in un bar, e vide un uomo, quell’uomo era triste, ubriaco, piangeva, lei per tutta la sera lo consolò parlandogli un po’ di sé. Poi d’un tratto la baciò, lei scappò credendo fosse un criminale, ma quando lo rivide qualche settimana fa, si ricordò subito di lui, di quel bacio, che sembrava così dolce e così vero anche se lui era ubriaco fradicio. Sapeva che lui non ricordasse quel giorno, ma lei lo tenne nel cuore. Stava per parlargli, lui sembrava ok, cioè per almeno una volta non sembrava imbarazzato oppure non al suo posto. D’un tratto arrivò Javier le sorrise, anche lui era molto carino con lei, ma non era abbastanza. La donna andò davanti alla lavagna cercando di leggere quelle lettere minuscole che aveva scritto Castle, erano così strane.
S’abbassò leggermente, lui la vide, cioè vide il suo fondoschiena, desiderandolo “Richard non puoi guardarle il sedere, non puoi, cioè è così perfetto e bello ma non puoi, devi rimanere concentrato, non provi nessun’attrazione fisica per lei ok? Non ti piace! E’ solo una partner” pensò tra sé e sé.
Javier andò vicino a lei dandole una pacca sul sedere lei rise.
“Javier, dai..”
“Scusami tesoro ma non ho resistito”.
Castle in quel momento voleva morire, voleva prendere Esposito per un braccio e sbatterlo in un muro, lei era sua, cioè non era sua , nemmeno egli capiva i suoi sentimenti per la donna, ma una cosa era chiara, lui non doveva toccarla.
 
 
 
 
ANGOLO MIO
Visto? Ho un po’ di romanticismo infondo
Dovevo far qualcosa tra Esposito e Beckett, 
Cioè sono troppo amici xD
Ora mi ucciderete, scusate il ritardo, alla prossima :D
  
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