Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Catelolla    19/09/2012    1 recensioni
Quel biscotto così soffice, con le goccie di cioccolato. Mai assaggiato in vita mia.
Gli occhi gonfi di Peeta, le lacrime del padre e il mio cuore a pezzi.
Mi chiamo Celine e ho appena perso un pezzo del mio cuore.
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4

Lievito

Entro in casa.
La porta della mia camera è chiusa, come di solito.
Mamma sta cucinando e riesco a percepire il magnifico odore di rosmarino.
Guardo fuori dalla finestra, il sole sta calando, il tramonto.
Ripenso alla mia avventura. A Peeta. A Gale.
Gale, dopotutto deve essere uno straccio ma non lo vuole far vedere, il che mi dispiace, potremmo parlarne, senza cercare di ucciderci a vicenda.
Il mio sguardo si interrompe su un cassetto. Il cassetto. Lo apro delicatamente e guardo. C'è ancora il fagotto al cioccolato. La tentazione mi prende invidiosa ma mi affretto a richiudere il cassetto. Poi, mi ricordo delle armi e del libro. Non mi sembra vero, quasi un sogno e palpo la tasca tanto per sentire le affilate punte del pugnale.
- Celine! E'pronto! - Apro il primo cassetto che capita e infilo quelle due reliquie. Riuscirò mai a trattarle come devono essere trattate?

In tavola c'è una teglia che mostra il coniglio guarnito di erbe. Inizio a tagliare una coscia e ne strappo un pezzo. Non è gommoso è praticamente perfetto, le erbe mi si infilano tra i denti. Mamma accende la piccola, inutile TV. Oh no. C'è la parata, la parata di Capitol City... In cui ci saranno anche Peeta e Katniss. Quasi sputo il coniglio, fisso quello stupido scermo che ora ritrae un uomo tirato al lucido con un parrucchino blu.
I carri sfilano, sono tutti fantastici, non esiste il più bello e neanche il più brutto, quando... Distretto 10... Distretto 11... No. Distretto 12. Guardo un Peeta sorridente, ignaro di ciò che sta succedendo a me, a lui. Un ondata di fiamme gli invade la schiena. Un brivido mi persuade e deglutisco. I suoi occhi blu, ritraggono perfettamente il rosso del fuoco che posa sul suo vestito. Prende improvvisamente la mano di Katniss e la solleva del tipo "non siamo avversari". Un fragoroso applauso, rose che volano e sorrisi terrorizzati da parte dei giocatori. Quando si gira a parlare verso Katniss, sento un piccolo senso di invidia, gelosia, decido di rifugiarmi in camera mia prima che il presidente Snow inizi il suo paternale.
Perchè? Perchè proprio lui? Perchè proprio lei? Non so cosa fare. Uccidermi? Forse. Dimenticare? No, mai. Non ne sarei in grado. Lasciar predere? Esatto.
Mi addormento confusa e mi sveglio assonnata. Scendo le scale, mamma è li seduta a tavola a fare dei conti.
- Buongiorno. - Dice con il suo solito tono gentile. Sorriso stressata, forzata e triste. Più che altro è un broncio.
- Tesoro... Oggi mi servirebbe il tuo... - Non faccio neanche finire mia madre. No. Oggi vado a farmi un giro nei boschi,
- Avrei un altro programma... - Balbetto.
- D'accordo. Ma domani pomeriggio mi dovrai aiutare tutto il tempo. - Annuisco felice. Grazie mamma, anche se so che se sapessi cosa sto per andare a fare non mi lasceresti tanto facilmente. "Scusa." Penso.
Prendo quelle fantomatiche armi. Com'è possibile che siano arrivate nelle mie mani? Leggerò il libro.
Infilo tutto nella bisacca beije che mi porto dietro.
Esco di casa. Ancora troppi sguardi, che iniziano a mettere a disagio.
Sorpasso i frutteti e arrivo allo spiazzo d'erba. Ripenso a ciò che è successo ieri sera. Perchè? Mi siedo sull'erba. Mi sdraio. Sospiro.
Chiudo gli occhi. L'immagine di Peeta e Katniss riaffiora nella mia mente. La scaccio via riaprendo gli occhi lentamente. Metto a fuoco: Gale è difronte a me che mi studia.
- Cosa... - Ma non inizio neanche la frase che Gale inizia ad avviarsi. Faccio lo stesso. Lo noto in lontananza, dopo scompare, dentro la foresta.
Passo tra i fili e vado nel solito mio posto di caccia, vicino allo stagno.
Mi siedo sulle sponde de llo stagno. Tiro fuori il pugnale, lo sollevo dalla punta. Chiudo gli occhi. Mi concentro su un pesce bello grosso. PAM! Colpito esattamente dalla testa, per non rovinare la carne. Soddisfatta ne prendo molti altri, fino a creare una montagnetta accanto a me. Chiudo gli occhi. Respiro l'aria. BUM! Sento qualcuno accanto a me. Sfodero il pugnale e riapro gli occhi: E' di nuovo Gale.
- Vuoi smetterla di apparire quando... chiudo gli occhi? - Dico ridendo. Mi sorprende.
- Cosa... - Dice fissando il pugnale. Lo rimetto velocemente della bisacca.
- Niente. - Dico mentendo.
Silenzio. Un silenzio imbarazzante che rompo:
- Che cosa hai... preso? - Dico fissando la sua biasacca in garza.
- Meno del solito. - Noto una nota di tristezza nella sua voce.
- Qualcosa non va? - Chiedo.
- Odio gli Hunger Games.- Probabilmente se l'avessero sentito i pacificatori l'avrebbero ucciso all'istante.
Questa frase mi pare familiare. Me la ripeto spesso da quando Peeta è stato estratto. Peeta... Katniss.
Per essersi confessato con me deve almeno avere un briciolo di fiducia in me. Questo mi fa sorridere radiosamente. Lui mi guarda confuso.
- Lo so. Ti portano via le persone a cui tieni di più, le costringono a trasformarsi in ciò che non sono... Sono terribili. - Finisco. Noto uno sguardo attento e sorpreso, ma anche più triste di prima. Aggiungo: - Scusa... non volevo... - Mi blocca e dice:
- Fa... niente. E' proprio così. - I nostri sguardi si incontrano intensamente.
Mi sento un brivido.
Gale:
- Perchè sei qui? - Chiede.
- Per dimenticare. O, almeno cercare di dimenticare. - Rispondo. Nel suo sguardo c'è una nota di apprezzamento e appoggio, il che mi rincuora.
- Peeta? - Chiede imprudente.
- Peeta. - Confermo, e in seguito chiedo: - Katniss? -
- Katniss. - conferma.
In quel momento un filo di vento si fa vivo e fa sentire l'odore del bosco in tutto il suo splendore: il pungente odore del pino, lo sfizioso delle bacche e l'odore di selvaggina. Oltre a quello di libertà, così lontano dall'estratto del distretto.
Decido di confidarmi con Gale sul pugnale, e il libro. Li tiro fuori dalla bisacca. Uno sguardo impietrto di Gale mi si presenta.
- Sae. - Dico.
- Per quanto? .- Chiede lui stranito.
-2  fagiani e 1 cinghiale. - Deglutisce.
- Sai quanto vale questa roba? - Chiede.
- Si. - Rispondo sicura.
Racconto di tutto quello detto da Sae e lui ne rimane stranito. Sarà perchè si chiede perchè Sae non le ha date a lui o a Katniss? Probabile. O è semplicemente sopreso? Non so.
- Apri il libro. - Apro il libro. Un titolo: La leggenda. Leggenda?
Stare qua con lui, vicino allo stagno, mi fa pensare a quante ragazze vorrebbero essere al mio posto.
Devo ancora decidere se glielo avrei ceduto oppure no.
Le prime righe sono in rima:

" Un cuor distrutto,
quasi in lutto,
saprà valer di questo sfrutto.
Un arma potente,
invidiata da ogni gente,
in mano iserviente.
Di un'amor commovente,
quasi nascente,
stupira molta gente innocente.
Una persona dovrà cedere,
provare per credere.
Una persona di alto cero morirà,
con maggior severità,
da una mano inizialmente innocente,
forte e leale,
sempre vincente. "

- Cosa significa? - Chiedo stupita.
- Non lo so. - Risponde Gale.
Mi accorgo che siamo due perfetti sconosciuti, adesso così vicini, quasi legati. Ci stacchiamo subito.
- Ciao farmacista. - dice. Si allontana.

Una profezia. Un nuovo amico. Una nuova scoperta.






  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Catelolla