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Autore: Alexiel_Slicer    19/09/2012    2 recensioni
Dopo quindici minuti abbondanti di camminata imboccai il viale d'ingresso della scuola pronta a scoprire chi fosse quella persona che aveva scritto quella cosa sotto casa mia e che si firmava "sexgott", ma non era LUI.
"...E' bello sapere che eri lì per me
Grazie per esserti comportato
Come se ti fosse veramente importato qualcosa
Facendomi sentire come se fossi l’unica per te
È bello sapere che avevamo tutto
Grazie per avermi guardato cadere
Lasciandomi sapere che eravamo finiti
Tu eri tutto, tutto quello che volevo..."…
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 14
Camminavo a passo svelto per la strada che portava ad uno dei quartieri più malfamati della città e proprio per questo era stato rinominato il "bronx". Lì avevo appuntamento con Alex, Brad, Cory e Sean.
Più i miei piedi si muovevano consumando energia, più il mio corpo sentiva l'esigenza della sensazione appagante e adrenalinica della droga. Ormai non avevo più nulla da perdere, ora che Ronnie mi aveva lasciato non trovavo più un motivo per continuare a lottare contro quel male.
Trovai i quattro sotto le scale antincendio di una palazzo dalla grigia facciata scalcinata.
"Heilà! Bella Tom!" disse Cory quando mi vide facendo scontrare i nostri pugni.
"Tom com'è?" fece Alex dandomi una pacca sulla spalla.
"Apposto...hai la roba?"
"Amico stiamo aspettando il pusher. Dovrebbe essere qui da un momento all'altro".
Aspettammo per qualche minuto finchè un tizio alto, abbronzato e ricoperto di collane d'oro non spuntò da dietro un edificio.
"Alex ti ho portato quello che mi avevi chiesto" disse in uno strano accento.
"E' buona?"
"Ti ho mai venduto merda? Certo che è buona!".
Alex prese la boccettina di vetro contenente eroina per endovena e l'osservò esponendola alla luce del sole, poi infilò la mano dentro il sacchetto trasparente contenente la polverina bianca meglio conosciuta come cocaina.
"Cazzo, ma mi prendi per il culo? Fa schifo! Ti sembra che io sono uno di quegli stupidi ragazzini a cui rifilare merda simile?!"
"Calmati fratello. Ti ho sempre venduto questa e non ti sei mai lamentato".
"Scherzi? Non mi hai mai venduto niente di così scadente" disse buttando il sacchetto a terra e facendo rovesciare sull'asfalto il suo contenuto.
"Ma sei coglione?! Che hai fatto?! Stronzo ora me la devi pagare! E tutta!"
"Io non ti pago un bel niente!"
"Questo è da vedere" fu la risposta del tizio che afferrò Alex per il colletto della camicia. Questo reagì con un violento spintone.
"Non ti permettere più di toccarmi! Hai capito?" urlò scrollandosi le spalle e scrocchiandosi il collo.
"Non ti conviene fare lo spaccone con me" sputò tra i denti digrignati il tizio che adesso stava con la fronte premuta contro quella di Alex.
Iniziò una colluttazione: calci, pugni e spintoni.
Intervenii per dividerli. "Hey, hey! Smettetela!" urlai bloccando il ragazzo per le spalle.
"Tom lasciami! Lo devo ammazzare quel bastardo!" urlò questo a sua volta dimenandosi, per poi riuscire a divincolarsi dalla mia presa.
Quello che successe dopo fu confuso e veloce. Un rumore assordante squarciò l'aria facendomi ronzare le orecchie. Vidi il pusher cadere a terra sanguinante, Brad, Alex, Cory e Sean scappare, mentre nella mia mano trovai una pistola.

Quello era il primo giorno di scuola dopo la morte di mia nonna.
Davanti all'ingresso Naomi mi fermò.
"Hey Ronnie! Finalmente sei tornata! Ho saputo quello che è successo...mi dispiace...".
Non ebbi il tempo di rispondere che una voce tremante mi interruppe.
"Ronnie, hai un minuto? Devo parlarti".
Tom stava accanto a me con lo sguardo perso e terrorizzato ed il viso pallido.
"Forse è meglio che vada" convenne la ragazza che si dileguò.
"No, non ho un minuto. Ora se mi vuoi scusare devo entrare" dissi sprezzante senza degnarlo di uno sguardo.
"Ronnie, per favore! E' urgente! Devi aiutarmi! Sono nei casini!" farfugliò.
Lo guardai attonita "C-che significa?" balbettai.
Il suono acuto di una sirena irruppe in quella quiete mattutina e girandomi vidi un'auto della polizia parcheggiare davanti al vialetto della scuola. Due agenti scesero ed andarono verso Tom. Lo ammanettarono sotto ai miei occhi sconvolti.
"Non sono stato io! Non l'ho ucciso io! Ronnie, almeno tu credimi!" urlò mentre veniva portato via.
Lo vidi scomparire dentro l'abitacolo di quell'auto e con lui anche il mio cuore.
TO BE CONTINUED...

 

"Troppo per il mio lieto fine

 Parliamo di questa fine
 Non è come se siamo morti?
 È stato qualcosa che ho fatto?
 È stato qualcosa che hai detto?
 Non lasciarmi sola
 In una città così spenta
 Mi sorreggi su un filo fragile

 Tu eri tutte le cose che pensavo di conoscere
 E pensavo che noi avremmo potuto stare insieme

 Tu eri tutto, tutto quello che volevo
 Noi eravamo fatti per stare assieme,
 Implicavamo di stare assieme
 Ma abbiamo perso tutto questo
 Tutte le memorie, così vicine a me, sono svanite
 Tutto questo tempo hai finto
 Troppo per il mio lieto fine

 Tu hai i tuoi amici idioti
 So quello che dicono
 Ti raccontano che io sono scontrosa
 Ma sono loro ad essere così
 Ma loro non mi conoscono
 Conoscono anche te?
 Tutte le cose che hai nascosto da me
 Tutte le stupidaggini che hai fatto

 Tu eri tutte le cose che pensavo di conoscere
 E pensavo che noi avremmo potuto stare insieme

 Tu eri tutto, tutto quello che volevo

 E' bello sapere che eri lì per me
 Grazie per esserti comportato
 Come se ti fosse veramente importato qualcosa
 Facendomi sentire come se fossi l'unica per te
 È bello sapere che avevamo tutto
 Grazie per avermi guardato cadere
 Lasciandomi sapere che eravamo finiti

 Tu eri tutto, tutto quello che volevo" 

  
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