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Autore: Ayumi Zombie    19/09/2012    4 recensioni
Le cronache di Albus Severus Potter, e il conseguente elenco di ragioni per le quali il suo papà non dovrebbe essere fiero di lui.
traccia 4 - meticcio.
« Non è mio. È di mia sorella, e non ha una razza specifica » borbottò, guardandosi le scarpe. Sentì James che aveva fermato la mamma, che ora non era nemmeno a metà del giardino di casa loro. Probabilmente stava cercando di convincerla di nuovo a lasciargli portare dietro la scopa da corsa.
« Come? » crepitò la vecchina.
« È un meticcio. », disse, cercando di distogliere l’attenzione dalla madre, con scarso successo. "Digli di no! Digli di no! Digli di no!"
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Aggiusta un po’ il cielo. - meticcio


« Come? » crocchiò la vecchina, chinandosi fuori dalla porta d’entrata, nella direzione di Al. Caricò il suo bastone di tutti i suoi anni passati seduta alla sua scrivania del Ministero, sgranocchiando crostate alle mele. Il bastone, dal canto suo, rispose tremando vistosamente.
« Ho detto, - rispose Al, con un sospiro, - CHE LA RINGRAZIO! », concluse strillando. Ormai non si sentiva più in colpa o in imbarazzo per l’urlare addosso alla vecchina. Era la loro vicina di casa, una maga ultracentenaria che un tempo aveva lavorato per il Ministero della Magia, ed era in ottimi rapporti con i Potter. Papà insisteva veramente molto, a riguardo. Non voleva più guai con la legge, nemmeno se in pensione e mezza sorda e cieca, diceva. Per questo bisognava darle una mano a fare la spesa, spolverare dove la sua vecchia schiena non le permetteva, portare fuori la spazzatura, trasportare i suoi carichi odorosi di anziano alla lavanderia. Per qualche ragione, suo fratello James riusciva sempre a fargli scivolare addosso l’onorevole compito. Perlomeno, Al ci guadagnava sempre un po’ di crostata.
« Che bravo giovanotto, ­­- cigolò lei di rimando, con un sorriso grinzoso. Passò qualche istante ad annuire. Smise. Qualche istante di silenzio imbarazzante, che portò il ragazzino a iniziare ad annaspare per trovarle le parole giuste da urlare alla signora per sparire per un po’. Ma lei rialzò gli occhi di quel castano velato acquoso nella direzione di Al. – Ma per che cosa? »
Al alzò gli occhi al cielo, riuscendo a stento a trattenne un gemito di disperazione. «Per essersi presa carico del mio furetto e del cane di mia sorella, fino a che non torniamo dalle vacanze », disse, provando a mantenere un tono chiaro e decoroso. Cercò di non pensare a come avrebbe trovati ridotti gli animali al proprio ritorno. Ah, perché papà aveva lasciato cadere la Pietra della Resurrezione, quel giorno, nel bosco? Egoista. Solo perché lui voleva gettarsi alle spalle il passato, il dolore e la morte, non significava che tutti avessero le sue stesse priorità.
« Giusto, giusto. – stridette la vecchina. Riprese ad annuire. Tornarono gli istanti di silenzio imbarazzante. Al riprese la ricerca disperata di qualche parola di congedo. Sentì i suoi genitori uscire dalla casa di fianco, e infilare i bagagli nell’auto babbana che papà aveva insistito tanto per comperare. – Hanno bisogno di qualche cura particolare? » aggiunse all’improvviso.
« Eh? – fece Al, riscuotendosi. – No, Elevendork mangia carne qualsiasi, e il cane pure. » voltò la testa verso casa sua, e notò la mamma che si dirigeva verso di lui con un bel sorriso, una torta appena preparata e un elenco. Sperò che la vecchina si sarebbe ricordata di leggerlo.
« Oh, una volta avevo un cane anche io. – scricchiolò la vecchina, facendo un sorriso grinzoso identico al precedente. – Era un alano. No, un pastore tedesco. No, un dobermann. No, un barboncino. – Al rimase a fissarla, un po’ turbato. – E il tuo cane? Che cane è? »
« Non è mio. È di mia sorella, e non ha una razza specifica » borbottò, guardandosi le scarpe. Sentì James che  aveva fermato la mamma, che ora non era nemmeno a metà del giardino di casa loro. Probabilmente stava cercando di convincerla di nuovo a lasciargli portare dietro la scopa da corsa.
« Come? » crepitò la vecchina.
« È un meticcio. », disse, cercando di distogliere l’attenzione dalla madre, con scarso successo. Digli di no! Digli di no! Digli di no!
« Come? »
« Un incrocio. », fece, a voce un po’ più alta. Provò un po’ di soddisfazione nel vedere James andarsene con aria irritata. Aha! Il leoncino viziato ha peeeerso.
« Come?
« Un bastardino. », disse a voce piuttosto alta. Ma possibile che questa signora fosse così sorda? Cosa cavoli le era successo quando era giovane?
« Come?
« Un MEZZOSANGUE! », urlò a squarciagola, senza pensarci troppo.
« ALBUS SEVERUS POTTER! », urlò sconvolta sua madre, dietro di lui.
   
 
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