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Autore: JulietStarLight96    19/09/2012    1 recensioni
I protagonisti sono Andrew e Maggie, due coinquilini nella Londra moderna. Lei cacciata di casa perchè era troppo sfaticata per l'università, lui troppo squattrinato per averne una, si fanno compagnia a vicenda, si comportano come una coppia sposata senza neppure stare insieme. Hanno una loro routine, una loro combriccola di amici, si aiutano nel momento del bisogno, vanno a letto insieme, ma non si sono mai baciati. E se un giorno si svegliassero e si accorgessero che quello che hanno è più della trama di uno stupido film da quattro soldi? E se lui si trovasse una ragazza e lei iniziasse ad innamorarsi di lei?
Quando ero alle superiori volevo essere una scrittrice, avere la licenza di stare chiusa in casa con il mio gatto e una bottiglia di Vodka, senza uscire o farmi la doccia, mangiando solo pasti pronti perché la mia creatività non poteva essere fermata; solo crescendo ho capito che non avevo un futuro, non ero abbastanza simile alla massa per diventare una foto sul retro di un libro. Tutti i protagonisti delle mie storie, rimaste su una chiavetta abbandonata sul fondo di chissà quale borsetta, si chiamavano Andrew. E avevano i capelli scuri, i ricci, gli occhi verdi e la battuta pronta.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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«Perché in questa casa non si trova mai niente?» urlai scavando dentro all’armadietto dei medicinali in cerca della scatoletta di pillole che avevo abbandonato sul lavandino nemmeno dieci minuti prima. «Non ti fanno bene, non dovresti prenderle.» il mio coinquilino apparve sulla soglia del bagno, le medicine strette nel pugno e un ‘aria di rimprovero che lo faceva sembrare più vecchio. «Com’è andato il matrimonio?» era tornato da un’ora ormai dalla cerimonia della sorella della sua ragazza, e non aveva ancora detto una parola. «Niente di che, era un semplice matrimonio piena di vecchi tirati e abiti svolazzanti.» «Non c’era nessuno di interessante? Nessun particolare divertente? Di solito mi fai la telecronaca minuto per minuto delle lacrime degli sposi.» iniziai a darmi un po’ di mascara per non guardarlo negli occhi, i suoi silenzi non erano mai un buon presagio. «Puoi smettere di spalmarti quel coso sulle ciglia e girarti un secondo? Devo parlarti.» fece una pausa, una specie di respiro/sospiro, che non prometteva niente di buono. «So che ti può sembrare presto e forse stiamo correndo troppo, stiamo insieme solo da sette mesi, ma-» lo interruppi solo perché non volevo sentirmelo dire: cerimonie del genere spingono a proporsi, ma lui non era capace di farlo. Era un donnaiolo. Era uno che buttava le donne come caramelle e se la faceva con la prima che passava.
«Dimmi che non le hai chiesto di sposarti.» lui parve inorridito, come se l’idea non gli fosse nemmeno passata per la testa. «No cazzo, scherzi? Pensavo che mi conoscessi!» gli feci cenno di andare avanti, non riuscivo a sentirmi sollevata perché i suoi occhi erano troppo seri. «Le ho chiesto se vogliamo andare a vivere insieme.» dovevo ammettere che era una richiesta ragionevole, innamorati com’erano sette mesi erano anche troppi, ma non riuscivo a cogliere la parte sbagliata, che mi avrebbe ferito, che richiedeva quell’espressione seria, in tutto questo. «Mi trasferisco, Megs. Vado da lei.» probabilmente deve aver pensato che era meglio non vivere tutti e tre nella stessa casa. E aveva ragione. Il problema era che mi sentivo già sola, e le sue cose erano ancora qui. «Hei, hei, non piangere.» mi fece appoggiare la testa sul suo petto e iniziò ad accarezzarmi i capelli, mentre io lo abbracciavo come se non volessi vederlo uscire mai più da quella porta. «Tu non puoi lasciarmi, brutto bastardo, non puoi andartene, questa casa è troppo grande per me» singhiozzavo come non avevo mai fatto, avevo sempre saputo che prima o poi le nostre vite si sarebbero divise ma mi era sempre sembrato un futuro molto lontano.
«Vedrai che anche tu troverai la tua strada, troverai qualcuno che ti ama per quello che sei e che ti dirà che sei bellissima anche senza tutto quel trucco. E quando si trasferirà da te capirai quanto queste lacrime sono  state stupide.» mi prese il viso tra le mani, quel sorrisetto dolce sul viso che mi faceva solo piangere di più. «Non capisci, vederti andare via sarà come accettare che sono cresciuta, che è tempo che anche io trovi qualcuno, e non lo sopporto.» «So qual è il tuo problema, è stato anche il mio, e lo sarà sempre. Tu sei innamorata di me, e io lo sono di te, Margareth Elise Montgomery. Ma un giorno capirai che esiste un altro tipo d’amore, più dolce e profondo, ed è questo che io provo per la mia Brittany. Sai, ho passato seriamente anni a mollare ragazze solo perché volevo sposarmi con te perché credevo fosse la cosa giusta, ma c’è questa cosa che sento qui, nel cuore e nel cervello, che è diversa da quella che sento per te, che è solo in testa.» mi strinse come non aveva mai fatto prima, sperando di non farmi vedere che aveva gli occhi lucidi. «Perché non possiamo semplicemente sposarci e farci bastare questa... cosa, che proviamo?» «Perché ora che so cos’è l’amore non riuscirei mai ad accontentarmi.» improvvisamente realizzai che non avremmo più dormito insieme, non l’avrei più sentito russare, non mi avrebbe mai più scelto i vestiti e non avremmo più fatto sesso sul pavimento della cucina, e mi sentii più sola che mai.
«Tra quanto ti trasferisci?» «Due settimane.» mi sussurrò sui capelli, ero circondata dal suo profumo di caramello e One Million che gli avevo regalato per il compleanno. Non avrei più sentito tanto spesso neanche quello. «Mi mancherai anche tu.» rimanemmo così per quella che mi sembrò un’eternità, o che volevo fosse l’eternità, ma alla fine Drew mi prese il viso tra le mani dandomi un bacio dolce, pieno di tristezza e cose non dette che solo un bacio poteva esprimere, e pensare che era il primo e l’ultimo che mi avrebbe dato mi fece sperare che durasse per sempre. «Sarai sempre il mio migliore amico.» andai in camera mia e iniziai a vestirmi per uscire, infilando un paio di jeans e una maglia attillata a maniche lunghe. «E ora dove stai andando?» mi chiese perplesso: come dargli torto, prima stavo praticamente piangendo tra le sue braccia e adesso mi stavo preparando per fare conquiste. «Vado a conoscere meglio la mia futura cognata, deve essere davvero molto speciale se ti fa lasciare questa casa che tanto ami.» lui mi guardò, gli occhi che quasi scintillavano, sembrava la dolcezza fatta a persona. «Ti ho già detto che ti amo e che sei la persona più straordinaria di questa terra?» «Sì, ma hai detto anche che non è abbastanza.» gli schioccai un bacio sulla guancia prima di uscire, i tacchi neri che facevano rumore sul pavimento in marmo delle scale, la mente sempre più incasinata e la morte nel cuore. Volevo capire meglio chi era quella biondina che mi aveva portato via quello che pensavo essere l’amore della mia vita. 



So che è passata un'eternità ma tanto questa storia la leggono solo la mia Sweetie e nessuno (?) per cui mi sono presa una piccola vacanza! Dato che la scuola mi sta uccidendo non posso promettervi niente, ma giuro che proverò ad aggiornare ogni Mercoledì. Tengo tanto a questa storia e non voglio perderla per strada o lasciarla incompleta, per cui la finisco anche se ho solo una recensione. Se c'è qualche anima pia che vuole leggere/recensire è la benvenuta u.u
A Mercoledì prossimo!
   
 
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