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Autore: Demsmuffin    19/09/2012    10 recensioni
Lui sorride. Sorride e io non faccio che pensare che con il suo sorriso che potrebbe illuminare l’intero l’universo. Il suo sorriso che farebbe sembrare luminoso il nero cupo della notte. Il suo sorriso che mi scioglie in mille pezzi. Il suo sorriso che non mi stanco mai di guardare. Il suo sorriso che rivolge a me. Io che ho la fortuna di poter ricevere quella rara meraviglia e a volte vorrei che non fosse così.
E allora i suoi occhi chiari si illuminano di felicità, roteano attorno senza vedere nulla e poi guardano me. I suoi occhi guardano me e io non so cosa fare.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo tre.

 

 
Mi sveglio sentendomi subito mancare il fiato. Quando apro gli occhi il primo pensiero che ho è su Louis. Su Louis e il bacio. Immediatamente mi sento andare a fuoco. Sono stato stupido. E’ stato un gesto incosciente da una persona stupida che prima di agire non riesce a ragionare.
Stupido Harry. Sospiro e mi giro dall’altra parte del letto, sperando di trovare Liam.
Ma c’è solo il vuoto.
“Liam?” La mia voce esce roca e assonnata. Così tossisco cercando di schiarirla. Mi metto seduto e mi passo una mano sul viso.
“Liam?” Ripeto. Niente. Silenzio. Tolgo la coperta che mi copre le gambe.
Dov’era andato? Perché mi aveva lasciato solo? Non poteva avermi abbandonato. E se ieri sera lo avevo spaventato? Mi sento mancare il fiato di nuovo e mi alzo. Apro la porta della camera da letto ma c’è solo il triste e vuoto silenzio. Non un rumore.
“Forse è solo uscito per la colazione.” Dico ad alta voce. Improvvisamente, mi accorgo che sono completamente senza vestiti e la cosa mi da fastidio. Perché le mie braccia sono scoperte. E se entra qualcuno e mi vede così? Prendo velocemente un maglione e un paio di pantaloni, che sono sicuro essere di Liam e mi infilo in bagno, senza un motivo preciso. Getto i vestiti da un lato e apro un cassetto in cerca di qualcosa di tagliente. Anche un rasoio. O un paio di forbici.
Nel primo cassetto non trovo nulla. Solo uno stupido dopobarba. Apro il secondo e comincio a spostare tutti gli oggetti totalmente inutili in cerca di qualcosa che tagli. Ma non trovo nulla.
Sbuffo seccato. Insomma, da qualche parte deve pur esserci qualcosa. Come fa a radersi altrimenti? Afferro i vestiti e trenta secondi dopo ho addosso un ridicolo maglione grigio e dei pantaloni verdi troppo larghi per me.
Dovevo fare più caso alla pessima combinazione di colori. Scuoto la testa.
Pazienza. Mi guardo allo specchio e mi viene una forte voglia di prendermi a pugni. Voglia di punire me stesso.
Punirmi per aver fatto la cosa più stupida del mondo baciando Louis.
Esco dal bagno, con l’ansia addosso. Voglio solo provare un po’ di dolore, per sentirmi meglio con me stesso. Solo un po’, chiedo troppo?
Mi ritrovo davanti al divano. Guardo a destra e un immenso mobile marrone sta lì, pieno di oggetti. Oggetti che potrebbero fare male.
Mentre la testa prende a fare male per non so quale motivo apro il primo cassetto. Trovo solamente cose inutili. Una custodia per occhiali, una stupida macchina fotografica digitale, delle penne. O, ma che se ne fa Liam delle penne? Non ha un coltello da qualche parte? Apro il secondo cassetto, ma non sono fortunato.
Cose altrettanto inutili. O lo ha fatto a posta o.. dei fogli. Ci sono dei piccoli fogli i cui bordi possono tagliare.
Mi scappa un sorriso soddisfatto. Mi serve solo dolore, non necessariamente una limetta. Avrei potuto tagliarmi tra le dita.
Così starò meglio.
“Cerchi questa?” Una voce mi fa trasalire e mi giro di scatto.
Liam sta di fronte a me. Tiene in mano una limetta e io deglutisco per il nervoso.
Oddio. E’ uscito e ha portato con se la limetta?
Infila una mano nella tasca e tira fuori un paio di forbici.
Sbarro gli occhi con il cuor a mille.  Prendo a torturarmi le mani.
“No, cercavo solo..” Inventati qualcosa Harry. Inventati qualcosa. Non puoi mostrarti debole Harry, non devi, non fare lo stupido. Sii intelligente per una volta. “Stavo solamente cercando dei vestiti decenti.” Dico su due piedi. La prima cosa che mi era venuta in mente. E sarebbe stata anche geniale escluso il fatto che non stavo frugando nell’armadio.
Liam scuote la testa e posa la limetta e le forbici sul tavolino di vetro, mentre io avverto un capogiro.
Merda Harry. Non c’è mai una volta che fai qualcosa di intelligente, mai.
Stringo il pugno, le mie unghia sono dentro la mia pelle e non appena sento il dolore entrare, metto ancora più forza e le mie unghia si fanno ancora più strada dentro la mano. Un dolore lacerante parte dalle dita e arriva fino alla spalla.
Liam è girato, non si accorge di nulla e io spingo ancora. Le mie unghia sono ancora più dentro la mia pelle, infilzate come se fossero dei chiodi e fanno male.
Ma io mi sento meglio, molto meglio.
“Sono andato da Louis.” Dice girandosi.
Io respirando velocemente sciolgo il pugno, le mie dita sono indolenzite e mi sforzo di non guardare la mano. Spero non ci sia sangue altrimenti avrei dovuto spiegare e non mi va. Non mi va di dirgli nulla. E quello che ho detto ieri sera.. be, me ne sto già pentendo.
Io non dico nulla su di Louis, abbasso lo sguardo, mi limito ad arrossire come un idiota. 
“Harry..” Liam fa un passo verso di me. “Sta male.”
“Ne dubito.” Perché mai dovrebbe? Sono io quello che lo ha baciato non lui, sono io quello stupido.
“Tu non gli hai chiesto come si sente.” Si avvicina ancora e io mi chiedo perché avrei dovuto chiederglielo.
So già come si sente. E’ come se una ragazza baciasse me. Non proverei assolutamente nulla.
Ed è sbagliato. Funziono al contrario. Oh, perché io?
“Lo so come si sente.” Ribatto. Incrocio le braccia al petto mentre Liam è ormai di fronte a me.
Il suo sguardo è comprensivo, preoccupato. Mi sento improvvisamente nervoso.
“Harry, gliel’hai chiesto?” Mi domanda, punta i piedi per terra, ben fissati. Non mi guarda negli occhi, guarda la mia mano e io cerco di nasconderla.
“Lo so come si sente, Liam.” Faccio ancora, come se lui non capisse la mia lingua.
E forse non mi sa capire davvero.
“Ma tu, Harry, glielo hai mai chiesto?” Ripete, stavolta mi guarda negli occhi, come se si sforzasse di capirmi.
Io sospiro. Non avrei mai chiesto a Louis come si sentiva, era stupido, insensato e sinceramente? Non riesco ad affrontare il discorso. Non ce la faccio.
Conoscendomi sicuramente farfuglierei qualcosa di stupido e insensato, per poi ripetermi quanto sono stato idiota e farmi del male.
“Non vuoi chiederglielo?” Insiste Liam. Io scuoto la testa e lui annuisce.
Non dice niente, non fa nient’altro. Non insiste più, non continua con il discorso, semplicemente annuisce. E mi sorride.
E io non capisco. Perché non insiste? Perché non prova a convincermi? Perché non mi trascina da Louis? Qualunque altra persona lo avrebbe fatto.
Invece Liam Payne annuisce e sorride. Guardo i suoi occhi e lui mi guarda i miei. Mi sento vulnerabile  e distolgo subito lo sguardo.
Tremo, senza motivo. Semplicemente le gambe mi si fanno deboli e la testa gira ancora. Voglio sedermi.
“Hai fame?” Liam mi accarezza il braccio come per rassicurarmi. Ha notato le mie gambe?
Preme leggermente la mano spingendomi sul divano e io ci vado, annuendo e basta.
Improvvisamente non ho più voglia di parlare. Voglio solo restare lì. Con Liam. Senza parlare.
“Cosa vuoi?” Si siede accanto a me con il telefono della camera d’albergo in mano. Io scrollo le spalle.
La mia lingua era incollata al palato, la gola secca, la mia voglia di emettere suono pari a zero.
“Indifferente?” Incalza lui. Io faccio un cenno positivo. Lui sospira pesantemente.
Non mi volto a guardarlo. Fisso il tavolino di vetro con la limetta e le forbici.
No Harry. Non ci pensare. Non farlo. Mi mordo il labbro inferiore per costringermi a non allungarmi e prendere una delle due cose. Mi mordo il labbro per cercare di pensare a un modo per prenderle senza che Liam mi veda.
Lo sento ordinare la colazione e poi mi circonda le spalle con un braccio.
“Scusa per prima, non volevo essere invadente.” Dice guardandomi.
Distolgo subito lo sguardo dal tavolo, scuoto la testa.
“Sai..” Continua lui, forse capendo la mia zero voglia di parlare “Stasera c’è una festa a casa di Ed. Ci sarà un po’ di gente. Avevo intenzione di andarci, ma se tu non vuoi, io rimango con te.”
Una festa a casa di Ed? Devo andarci? Be, almeno mi sarei distratto da tutto questo. O almeno, ci avrei provato.
Ma.. e se Louis ci va? La mia voglia di vederlo è inesistente. Non perché non voglio. Pagherei oro per vedere le sue labbra sottili, per vedere i suoi occhi chiari splendere sotto la luce della luna. Voglio vederlo. Ma non posso. Non ce la faccio. Non posso sostenere il suo sguardo, non posso affrontare una discussione con lui senza che le mie guancie diventino rosse fuoco e senza che cominci a torturarmi le mani. Decisamente non ce l’avrei fatta.
Mi giro a guardare Liam, che aspetta un mio segno di vita. I miei occhi parlano per le mie parole e lui scuote la testa.
“Louis non ci sarà. Gliel’ho chiesto. Deve uscire con El..” Si blocca immediatamente. Non finisce la frase, non finisce nemmeno quel nome, quel maledetto nome e io mi sento morire.
Mi sento subito il petto vuoto, un groppo in gola,  il respiro corto.
“Scusa, io non..”
“A che ora è?” Lo interrompo, finalmente parlando.
“Alle otto. Quindi hai..?”
“Voglio andarci.”
Voglio solo restare con i miei amici.
E la festa di Ed sarà sicuramente una serata tranquilla.
E’ tutto quello che mi serve.


 
 
 
 
 
 
 
 
Mi ritrovo nella casa di Ed che ormai conosco fin troppo bene. Troppe volte mi sono divertito con Louis lì dentro. Quella casa è testimone di troppe cose. Ma non ho paura di entrarci. Non ho paura dei ricordi. Non ho paura. Ho solo paura del cortile di Sheeran, che non riconosco più.
Addobbato con delle luci gialle appese ai muri, falciato con la massima cura e riempito con un enorme stereo di dimensioni quasi spaventose e con un enorme tavolo su cui posso vedere ogni tipo di alcolici possibili ed immaginabili. Il cortile di Sheeran sembra più un luogo di una ragazzina con la voglia di fare casino tutta la notte.
Scuoto la testa mentalmente chiedendomi perché mi sono lasciato convincere.
“Che c’è? Non ti piace?” Ed si avvicina a me. Tiene in mano due bicchieri di liquido arancione indefinito.
“Sa tanto di ragazzina viziata.” Gli faccio notare scrollando le spalle.
Lui sbuffa e scuote la testa.
“Me ne farò una ragione.” Commenta porgendomi l’altro bicchiere. Senza indugiare, lo prendo e lo porto alla bocca, subito ne svuoto il contenuto, sentendomi già meglio.
“Hey!” Urla quasi Ed “La festa inizia tra due minuti Harry, vacci piano. Non voglio raccogliere il tuo vomito per il giardino.”
“Sarò troppo occupato a scoparmi qualcuna per vomitare.. Perché ci saranno delle ragazze, vero?” Faccio prendendo anche il suo bicchiere. Non gli do il tempo di aprire bocca che bevo pure quello.
“Mi preoccupi.” Sospira, ma non ha il tempo di dire altro che un’ondata di gente ci traveste.
E io riesco a confondermi tra la mischia prima che Ed continui il suo discorso. Non mi va proprio di dirgli quello che ho detto a Liam.
Mi fido di Ed, ma è già tanto che Liam sa. Non devono aggiungersi altre persone alla lista, proprio no.
La musica inizia. La tipica musica che odio. Quella per le feste. Quella che ti fa venire il mal di testa e ti fa venire voglia di spaccare lo stereo.
Ma è una festa. E questa musica spacca timpani è lecita anche per Sheeran.
Sospiro andando al tavolo degli alcolici. Prendo una bottiglia, non curandomi del fatto che Liam è li, accanto a me e mi sta scrutando con i suoi occhi scuri.
“Harry?” Chiede cercando di mettermi una mano sulla spalla, ma io lo scosto. “Non hai intenzione di ubriacarti, vero?”
Mi volto a guardarlo, fulminandolo.
“Ti frega, Liam?” Faccio scontroso.
Mi da fastidio che lui sa. E mi dispiace, perché sono stato io a dirglielo, sono stato io a confidarmi, sono stato io ad essere vulnerabile.
Mi sale il senso di colpa, ma decido di ignorarlo, non gli lascio il tempo di aprire bocca e sono in mezzo alla miriade di persone a me sconosciute con delle bottiglie in mano.
Non so nemmeno che alcolici sono. Levo il tappo di una bottiglia a caso e bevo il primo sorso.
L’alcol scende per la mia gola, fino ad arrivare al mio stomaco e una sensazione di calore mi percorre ogni centimetro. Sento il mio sangue andare a fuoco, la mia testa che mi prega per un altro sorso e bevo ancora.
Bevo e di nuovo il mio corpo diventa un fuoco. Le persone cominciano a ballare.
Non so perché Ed aveva dato quella festa così poco da se, così caotica, così piena di alcolici e di musica orrenda.
Di solito le sue feste sono dei barbecue calmi e intimi. Quella festa non è nel suo stile.
Bevo un altro sorso guardandomi attorno. Non sono l’unico a sembrare disperato. Sono circondato da gente che beve dalle bottiglie. Aggrappandosi a quelle come se potessero risolvere i problemi con un po’ di alcol.
E magari si potesse davvero. Intravedo Ed che si avvicina a me con un’espressione corrucciata.
Merda.  Perché non pensa a divertirsi invece di pensare a me?
Nessuno pensa mai a me. Perché proprio quella sera in cui voglio semplicemente restare solo?
Mi faccio strada tra la gente e più velocemente che posso e con il cuore a mille per il momento fastidioso, spalanco la porta di casa ed entro.
Trovo solo silenzio. Sollevato, decido che è meglio togliermi da dietro la porta.
Salgo le scale, fino in soffitta. Mi siedo sul pavimento, con le bottiglie rigorosamente in mano.
Mi manca Louis. Lo so, lo sento. Mi manca. Non gli parlo da ieri sera, ma stare un giorno senza di lui mi fa già stare male.
La gola mi brucia e ignoro con un altro sorso di quella che mi sembra Vodka.
Perché deve succedere a me? Perché, tra tutte le persone di questo mondo, proprio io devo essere gay? Proprio io devo sentirmi attratto dal mio migliore amico? Perché sono così idiota da aver rovinato l’amicizia più bella che esista?
“Ma tu, Harry, glielo hai chiesto?”
Le parole di Liam mi percorrono la mente.
No.
No.
No.
Bevo un altro sorso. E un altro ancora. E ancora. Ancora. Ancora. Fin quando nella bottiglia non rimane più nulla. Mi guardo le mani e mi accorgo che sto tremando. Ignoro e svuoto un’altra bottiglia, più velocemente di prima.
Mi distendo sul pavimento, mentre avverto mal di testa. Prendo l’altra bottiglia, e di nuovo, la porto alla bocca, bevendo ancora.
E tutto quell’alcol, mi fa stare bene. Perché penso solo che le pecorelle sul tetto sono buffe. Perché sono rosa.
Comincio a ridere, senza un motivo preciso, forse per le pecorelle che stanno girando e sento dei passi.
Sbuffo.
“Liam? Ed? Andate via.” Faccio debolmente.
“Chi è Liamed?” Una voce di una ragazza mi giunge all’orecchio troppo forte e mi porto le mani alle orecchie.
Cominciò a ridere, di nuovo. E dopo quella ragazza che ancora non avevo guardato mi segue a ruota. 
La sento avvicinarsi e mi giro quando lei si distende accanto a me.
Lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri. Uno spettacolo. Meravigliosa.
L’avrei portata a letto se solo non fossi gay.
Oh. E, anche ridendo e con l’alcol che mi esplode dentro realizzo che è quello che devo fare. E poi avevo detto a Ed che l’avrei fatto.
Lei mi sorride.
Senza neanche pensarci, fingo di trovarla attraente e mi attacco alle sue labbra.
E a lei sembra non dispiacere. Lega le sue mani sul mio collo.
C’è un odore nauseante di vomito misto a sudore, ma non mi importa. 
La testa mi gira e chiudo gli occhi, cercando di non farci troppo caso. Lei aggiunge la lingua e io fingo di farmelo piacere. Le accarezzo i capelli e nonostante la nausea, ricambio il bacio.
Deve essere così. E’ questa la cosa giusta da fare. Scoparmi le ragazze.
Non i ragazzi, ma le ragazze.
“Andiamo a casa mia?” Le dico baciandole il collo. Lei ride ancora e annuisce, poi mi morde il labbro inferiore, delicatamente.
E mi serve tutta la mia forza di volontà per non scacciarla via, perché nella mia testa, quel gesto appartiene a Louis.
Le faccio un sorriso malizioso e ci alziamo insieme. La testa mi gira perché ho bevuto troppo o perché mi sono alzato troppo in fretta? Lei sembra non fare caso a me.
“Queste vengono con noi.” Decreta prendendo le bottiglie piene dal pavimento.
Scoppio a ridere per la sua faccia buffa. Le guancie rosse e gonfie, i capelli biondi spettinati e gli occhi totalmente persi in chissà quali pensieri insensati. 
Però era proprio bella. Lei segue la mia risata e dopo mi porge la mano.
“Andiamo, mio eroe?” La sua risata continua, quasi strafottente.
La prendo per mano, faccio un inchino e la bacio.
Lei arrossisce e io la prendo sulla spalla.
La testa mi gira e non capisco davvero cosa sto facendo. Adesso non mi sembra più giusto andare avanti. Ma devo. Scendo le scale e per mia fortuna non trovo nessuno pronto a fermarmi.
La ragazza prende ad agitarsi, facendomi male allo stomaco, ma non glielo dico.
“Mettimi giù!” Urla.
Sbuffo e la poso a terra. La prendo per il braccio evitandola di fare cadere. Lei si avvicina e mi bacia.
Quando si stacca la prendo per mano e cominciamo a correre, verso l’albergo. 
Non so come ci arriviamo, totalmente ubriachi, sudati, confusi.
Spero che qualcuno abbia scattato una foto di me con lei. Spero che quelle foto siano giù su internet.
Apro la porta della mia stanza e la trascino sul letto.
Lei prende a baciarmi e io la lascio fare.
Deve essere così.

 




Styles wife's corner 

SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE. 
Mi sento una merda per non aver aggiornato prima nonostante il capitolo fosse pronto. Aspettavo di raggiungere le 10 recensioni al due, ma nada, perciò mi sono rassegnata lol
E ho avuto problemi.. dei problemi merdosi che non vi elenco per la privacy e perché non ve ne può fottere un cazzo lol 
E scusatemi anche per aver fatto scopare Styles con quella lì. Volevo descrivere la scena nei dettagli, ma il capitolo sarebbe stato troppo lungo e poi io non ce la faccio a scrivere sesso etero, perciò, scusate lol 
Oh, è ovvio che le feste di Arancia Sheeran probabilmente non sono davvero così, ma mi serviva inserire un caro amico di Harry e Grimcoso mi sembrava troppo scontato. 
E poi amo Sheeran e poi anche lui avrà un ruolo importante. Perciò amatelo. Come dovete amare Liam, perché sì. 
Nel prossimo capitolo arriverà Louis... e parlerà...parlerà di... parlerà. 
Vi dico solo che vedrà la ragazza uscire dalla camera di Harry. E ci saranno Ciambellina (Niall) e Tamarro (Zayn)
E vi ho detto troppo, e già me ne pento, ma mi da noia cancellare. Perciò, pace. 
Oh, la scuola non rallenterà gli aggiornamenti, se non aggiorno non è per lo studio. 
Ringrazio chiunque si caga questa storia e chiunque mi tartassa su twitter, non siete rompipalle, anzi. 
Adesso ho scritto troppo (novità?) 
Vado via.. peace, love and Larry Stylinson ♥

   
 
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