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Autore: Severa Piton    19/09/2012    3 recensioni
Quella notte era riuscito a prendere sonno solo dopo ore di agonia. Sembrava quasi che le cicatrici sulla sua schiena e sulle spalle ricordassero il luogo in cui erano state create, e volessero scappare di lì alla velocità della luce. Mentre massaggiava la pelle in rilievo vicino al collo, gli tornò in mente la prima volta che suo padre lo aveva picchiato: Sirius aveva solo nove anni.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Cicatrici che bruciano e rose che non appassiscono.

Prima classificata al Torture Contest di ChibiLilla sul Forum di EFP.


Nick:
Rachel Betts
Titolo: Cicatrici che bruciano e rose che non appassiscono.
Personaggi: Sirius Black, con piccoli accenni ad altri personaggi.
Genere: Angst, triste.
Avvertimento: Flash!Fic.
Rating: Arancione.
Introduzione: "
Quella notte era riuscito a prendere sonno solo dopo ore di agonia. Sembrava quasi che le cicatrici sulla sua schiena e sulle spalle ricordassero il luogo in cui erano state create e volessero scappare di lì alla velocità della luce. Mentre massaggiava la pelle in rilievo vicino al collo gli tornò in mente la prima volta che suo padre lo aveva picchiato: Sirius aveva solo nove anni"
NdA: Ok, questa storia è stata un patimento. Sono stata in pena per Sirius, davvero. Non so se mi è riuscito bene l'Angst, è la prima volta che mi cimento in questo genere e spero di averlo fatto decentemente. Buona lettura, spero che apprezzerai. Hai detto che ami le cose scontate... be', anche io, quindi ecco qui la cosa più scontata dell'universo! xD





Cicatrici che bruciano e rose che non appassiscono.

In una delle tipiche e nebbiose mattine di Londra, Sirius Black si alzò dal letto a fatica. Nel giro di un'ora sarebbero arrivati tutti i membri dell'Ordine per tenere una riunione. Certo, con ventiquattro ore disponibili in una giornata, Silente doveva sempre decidere di incontrarsi a Grimmauld Place poco dopo l'alba. Sirius grugnì, lanciando uno sguardo pieno di desiderio al suo letto e al morbido cuscino. Quella notte era riuscito a prendere sonno solo dopo ore di agonia. Sembrava quasi che le cicatrici sulla sua schiena e sulle spalle ricordassero il luogo in cui erano state create e volessero scappare di lì alla velocità della luce. Sirius allungò le braccia per stirare la schiena, ancora un po' rigida. Si fermò immediatamente quando un dolore acuto sembrò arrivargli alla testa e mille spine sembrarono pungergli la pelle delle spalle. 'Cicatrici', pensò. Non facevano altro che dolere da quando era tornato in quella maledetta prigione. Mentre massaggiava la pelle in rilievo vicino al collo, gli tornò in mente la prima volta che suo padre lo aveva picchiato: Sirius aveva solo nove anni e aveva fatto accidentalmente cadere la brocca pregiata con lo stemma dei Black. Niente che un Reparo non avesse potuto aggiustare. Suo padre era tornato nervoso dal lavoro e quel piccolo gesto involontario l'aveva mandato su tutte le furie. Si era alzato sbattendo le mani sul tavolo; si era diretto verso Sirius, l'aveva preso per la maglia e l'aveva trascinato in salotto, spingendolo con forza perché si mettesse in ginocchio davanti a lui. Prima che il piccolo Sirius potesse rendersi conto, suo padre si era sfilato la cintura e aveva cominciato a frustarlo sulla schiena, urlando e inveendo contro di lui con tutta la rabbia che aveva, ripetendo frasi come "Rompi tutto ciò che tocchi", "Sei solo un buono a nulla!", "Perché proprio io dovevo avere un figlio così inetto?" e altre cose che Sirius, con anni di esercitazione, era riuscito a rimuovere dalla sua memoria. Ricordava bene, però, le propria grida e le lacrime salate. Ricordava che Regulus, a soli otto anni, li stava guardando, nascosto sulle scale, con gli occhi sbarrati e le lacrime che scorrevano. Così, Sirius aveva cercato di non urlare troppo forte per non spaventare suo fratello.  Scuotendo il capo, Sirius tornò alla realtà. Ma il ricordo gli faceva male, le cicatrici bruciavano e lui pensava agli occhi di Regulus. All'amore che aveva sempre voluto regalare, senza qualcuno che lo volesse accettare. A tutto quello che gli avevano tolto. Tutto questo per delle stupidi cicatrici. 'Andiamo, Felpato, controllati!', si disse. Ma, l'aveva imparato, c'era solo una cosa che potesse scacciare i suoi pensieri: il dolore fisico. Sul cassettone, Tonks si era premurata di mettere un vaso di rose bianche, "Questa stanza è troppo tetra", aveva detto. Poi le aveva stregate in modo che non morissero, ma rimanessero sempre belle e in modo che i petali non potessero essere sciupati o strappati. Quell'incantesimo, ovviamente, aveva rafforzato anche le spine. In un moto di disperazione, Sirius prese l'intero mazzo, rovesciandosi l'acqua del vaso sui piedi. Strinse le mani sulle spine, così che queste penetrassero a fondo. Era una tortura, certo. Ma, se paragonata a tutto ciò che aveva passato, non era altro che solletico. Gocce di sangue caddero sul legno del cassettone. Poi qualcuno entrò in casa e Sirius ripose le belle rose, adesso macchiate di rosso, nel loro vaso. Doveva vestirsi e far finta di niente. Tra poco sarebbe arrivato Remus e ogni dolore sarebbe stato sopportabile. Tirò un sospiro di sollievo.

  
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