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Autore: lafatablu    19/09/2012    2 recensioni
Timeline: 4 anni dopo Not Fade Away
Pairing: Angel & Buffy (ovviamente)
Summary: Né la neve, né la pioggia, né il caldo, né le tenebre della notte, possono fermare i corrieri sulla via reale. (Erodoto – V secolo a.C.) Ci sono angeli e demoni che camminano sulla terra. Alcuni di loro lavorano per l'ufficio postale. Gli Oracoli vivevano sotto l'ufficio postale. Vi ricordate? Si, centra anche questo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Francis Doyle, Angel, Buffy Anne Summers, Connor, Cordelia Chase
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A N G E L ~ Soul & Love ~'
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Attenzione: In questo capitolo c’è una piccola parte un po’ HOT


Parte 09

Buffy ..Sei qui - Sono qui.. Angel

Sul suo viso vi era un espressione di quasi serenità, la muscolatura era rilassata e addolcita da un sorriso appena accennato. Sentiva la presenza di Buffy che fluttuava con grazia accanto a lui, e anche se non riusciva a vederla ne percepiva l’essenza. Lei era lì da qualche parte, non lontano da lui. Questo era sufficiente a farlo star bene. Lei era lì e lo amava.

Aprì gli occhi per cercarla, e per un momento non riconobbe la stanza. Faticò a mettere a fuoco ma poi sorrise. Era nella sua vecchia stanza all’Hyperion Hotel, anche se la ricordava diversa. Sembrava più grande, più luminosa e più vissuta. Qualcuno aveva modificato alcuni arredi e chiunque fosse stato, aveva buon gusto. Alle finestre notò le grandi tende di lino bianco, che mosse dal vento, creavano un dolce movimento fluido. Ne fu affascinato e le osservò a lungo. Il suo corpo, mollemente disteso sul grande letto, era inondato dal sole che filtrare da esse.

Voltò la testa di lato. Dove un tempo c’era stata la culla di Connor, adesso vi era un lettino più grande e sopra di esso, sulle pareti poteva vedere delle mensole stracolme di giochi e libri. Erano fiabe e alcune erano scritte in gaelico. Lesse alcuni titoli e sorrise. I viaggi di Gulliver. L’isola dei pirati. Pollicino. Il mago di Oz. Il mio bambino è cresciuto.. pensò, e ne fu felice.

Spostò ancora lo sguardo, e la sua attenzione fu catturata dalla grande poltrona accanto al letto. Sopra vi era poggiata una corta camicia da notte di seta bianca, forse lasciata lì dalla sua proprietaria disordinata o forse era dovuta uscire di fretta, dimenticando di riporla al suo posto. Dietro la poltrona vi era una cassettiera in mogano e fra le altre cose, sopra di essa notò un vassoio su cui erano poggiate varie ciotole con del cibo. Fiocchi d’avena e frutta fresca, pensò e trovò che fosse naturale vedere del cibo lì. Vi era anche un bicchiere pieno di latte e uno con succo d’arancia, una zuccheriera, un piattino con della marmellata e delle fette di pane tostato.

Si rese conto che osservare con attenzione i particolari della stanza, era una cosa che doveva fare sebbene non sapesse perché. Sopra la cassettiera, poggiato alla parete c’era uno specchio grandissimo e ai lati della cornice, qualcuno aveva incastrato delle foto che ritraevano un bambino con un sorriso triste ..e Buffy, bellissima e malinconica era sempre accanto al bimbo.

Sul comodino accanto a lui, non poté non notare alcune scatole di farmaci. Tentò di leggere le scritte. Antidotto contro la solitudine. Perfetta felicità. Scaccia incubi. Per un sereno risveglio. Fu preso dal panico e gli venne in mente un nome che lo terrorizzò. Jasmine. Tentò di alzarsi, ma si rese conto che non poteva muoversi. Il suo corpo era completamente paralizzato. Poteva muovere solo la testa di lato, ma il resto del corpo pareva inchiodato a letto.

..Poi sentì la sua voce e la paura passò. “Buongiorno dormiglione”. Buffy si chinò a baciarlo e lui poté sentire il sapore delle sue labbra, ma non riusciva a vederla. Buffy ..Sei qui?. Tentò di chiamarla, tentò di parlare con lei, ma non riusciva ad articolare la voce.

Sto sognando, devo svegliarmi.. devo risponderle.. Buffy, ti prego.. parla con me..

“Oggi Connor non voleva saperne di entrare a scuola, ha fatto un sacco di storie e stanotte si è svegliato tre volte per via degli incubi. Sai cosa penso? Penso che lo riporterò in camera con noi. Non m’importa ciò che dice la neuropsichiatra infantile. Ha solo cinque anni.. è ancora così piccolo e quando dorme con noi non ha incubi.. Per fortuna non ho ancora eliminato il lettino..”

Angel sentì la voce di Buffy che cambiava tono, sembrava infastidita e seccata. Sentì che chiudeva la finestra, si voltò a guardare in quella direzione e vide le tende accostate.

“Accidenti, ho detto alle ragazze di richiuderle subito.. c’è un po’ di freschetto a quest’ora anche se c’è il sole ..e la colazione? è ancora lì? ..ma che hanno tutti quanti stamattina?”

Buffy non riesco a vederti, vedo la stanza, vedo gli oggetti.. ma non vedo te. Sto sognando?

Fu preso ancora dal panico ma durò poco. Sentì rumore di piatti e posate, sentì anche che il letto si sollevava all’altezza delle spalle, e si ritrovò ad essere seduto anziché sdraiato. Davanti a lui vi era il vassoio che prima era nella cassettiera e l’attimo dopo, sentì in bocca il sapore di latte e cereali ..ma soprattutto sentì le carezze di Buffy e ancora la sua voce dolcissima.

“Devi masticare piano, non c’è fretta. È importante Angel. Se avessi dovuto ascoltare i medici, adesso avresti la flebo e ti avrebbero nutrito con quel coso.. quel.. sondino o come accidenti si chiama.. invece adesso riesci a mangiare cibi solidi ..e mastichi ..e deglutisci ..quindi è un gran passo avanti rispetto a prima. Avanti Angel, niente storie.. lo so che non ti piace il latte, ma fa bene per un sacco di cose.. anche Connor ne beve tantissimo.. dice che deve diventare grande e forte come il suo papà.. quindi devi dare il buon esempio e bere il tuo latte..”

È tutto surreale. Devo assolutamente svegliami.. Sono umano? Si, lo sono.. ma non è reale..

Nonostante sapesse che quello non poteva essere che un sogno, Angel sorrise alle parole di Buffy e ingoiò il latte, se serviva a dare il buon esempio a suo figlio, poteva fare questo sforzo.

Sentì che gli ripuliva la bocca e sentì ancora le labbra di Buffy sulle sue ..e ancora la sua voce

“Allora? cosa facciamo stamattina? Leggiamo un po’? No, meglio aspettare Connor per quello.. da quando ha imparato a leggere non può farne a meno.. si siede qua sul letto accanto a te ..e legge a voce alta per il suo papà ..vorrebbe leggere le tue lettere, quelle che abbiamo trovato nella scatola di scarpe.. ma devo ancora decidere se è il caso o no.. comunque io le rileggo di continuo. Una.. una volta al mese.. l’ultimo giorno del mese.. ne leggo una e poi ti rispondo..”

Percepì il silenzio. Soprattutto percepì il suo dolore e seppe che lei stava piangendo. Buffy

Poi la sentì sorridere e sorrise con lei. L’umore repentinamente mutevole di Buffy, per Angel non era una novità. Lei era sempre così ormonale, ed era una cosa che amava molto. La sua capacità di sorridere, anche quando tutto andava storto, per Angel era sinonimo di forza. In passato, lui aveva attinto spesso dalla forza immensa che leggeva nella sua anima. Buffy adesso rideva e Angel seppe che stava per dire qualcosa di buffo ..e attese ancora la sua voce.

“Connor sa leggere perfettamente anche il gaelico ..a forza di sentirlo, sto imparando anche io. Abbiamo pensato che tu l’avresti fatto ..sicuramente gli avresti insegnato l’irlandese ..e il nonno gli ha regalato quelle fiabe. Ora.. questa cosa del nonno non accenna a passare.. Connor è ostinato, ha preso da te questa testardaggine e nessuno è riuscito a convincerlo a cambiare idea.. a lui piace chiamarlo nonno e così tutti si sono abituati..”

Angel la sentì ridere più forte “Tutti, tranne la nonna.. dovresti sentire come si infuria quando la chiama così.. sai, è per via della recita, da quel giorno li chiama ‘i nonni’ ..un fatto è certo, sicuramente loro lo amano tantissimo come fossero nonni veri.. e lo viziano anche tantissimo”

Lui non capiva le sue parole, ma erano così belle e così piene di tenerezza che si commosse. Sentì le lacrime scendere lungo le guance e ancora sentì le carezze di Buffy. “Mi dispiace, non volevo farti piangere, ma.. questo vuol dire che puoi sentirmi.. che sei riuscito a trovarmi. Ovunque tu sia adesso.. io ti porterò fuori da lì.. non avrò pace finché non vi sarò riuscita”

Certo che ti sento.. e ti ho trovata ancora una volta. Lo sai Buffy, l’hai sempre saputo.. anche se fossi cieco ti troverei, ma non riesco a vederti.. è questo il problema? Sono forse cieco? No, non è questo.. posso vedere tutto, tranne te.. Tu invece mi vedi, ma non puoi sentirmi.. Come possiamo incontrarci? Non so dove sono, ma vorrei tanto essere realmente qui con te.. parlami ancora, ti prego.. è così bello sentire la tua voce.. So che è l’unico modo per tenermi qui..

Sentì un intenso profumo di mandorle. Tante, tantissime mandorle. Il profumo era molto dolce, così come le parole di Buffy ..e soprattutto, erano dolci le sue carezze. “Olio di mandorla.. questo unguento l’ha procurato Lorne.. non so se è un composto mistico, ha detto di averlo comprato da quelle sue strane amiche. Le tre Furie, così si chiama il negozio, vendono roba di magia come al Magic Box. La fisioterapista dice che dobbiamo tenere tonica la muscolatura con il massaggio. Mi ha insegnato come fare e Lorne dice che quest’olio fa miracoli. So che a te piace, ti rassicura ..sento che ti dà piacere ..mi piace fare questo ..e anche a me dà.. piacere”

Angel sentiva le sue mani scivolare lungo tutto il corpo, e ovunque lei toccasse, la tensione si scioglieva, inviandogli intensi brividi di piacere. Adesso non gli importava sapere dove era. Qualunque posto fosse, era certamente in paradiso. Buffy massaggiò collo e spalle, poi senza rendersi realmente conto del cambiamento, si ritrovò prono e sentì le mani lungo la schiena, e ancora su spalle e nuca. La pressione era forte e decisa, ma anche carezzevole e dolce.

Ogni muscolo del corpo pareva goderne. Provò un vago senso di disagio misto a pudore. Non poteva controllare la sua erezione. Il suo corpo reagiva alle carezze di Buffy in modo del tutto indipendente dalla mente razionale. Non poteva e non voleva opporre alcuna resistenza. Era sempre stato così fra loro, quando lei era accanto a lui, era maledettamente difficile mantenere il controllo. Sentì il respiro di Buffy diventare più pesante e il suo cuore che batteva più forte.

Poi la razionalità lo abbandonò del tutto e si arrese completamente alle sue carezze. Ora le sue mani scivolarono veloci, massaggiando torace e addome. Come prima, anche adesso non si accorse di aver cambiato posizione, era di nuovo supino e quando le labbra di Buffy sfiorarono le sue, istintivamente aprì la bocca e rispose al suo richiamo come seguisse il canto di una sirena. La lingua si mosse indipendentemente dalla propria volontà e si incontrò con quella di lei. Sentì Buffy gemere dentro la sua bocca e l’attimo dopo sentì il fruscio di abiti che cadevano a terra. Erano entrambi nudi ora. Pelle contro pelle.

Percepì distintamente i suoi capezzoli duri che premevano contro il torace, come lei si chinò ancora una volta a baciarlo. Avrebbe voluto abbracciarla e afferrare i suoi fianchi per poi entrare dentro lei, per poter perdersi in lei. Avrebbe voluto toccarla, baciare ogni centimetro della sua pelle, avrebbe voluto sfiorarla anche solo con un dito, ma non riuscì a fare nulla di tutto questo. Non poteva muoversi. Non poteva neanche urlare quanto l’amasse, lei non avrebbe sentito. Fu preso dallo sconforto e come sempre accadeva, il paradiso per lui divenne inferno. Non era in grado di rispondere alle sue carezze, poteva solo subirle passivamente.

Mi dispiace Buffy, mi dispiace così tanto.

Ma l’istante dopo lo sconforto si trasformò in eccitazione viva e pulsante. Lui era dentro Buffy. Sentì tutto il corpo scosso da brividi di pura lussuria, lei si muoveva sopra lui con movimenti sempre più ritmici e veloci. La sentì ansimare, ed entrambi esplosero in un orgasmo silenzioso, dolorosamente non appagante. Si rese conto che non erano Angel e Buffy, lì il loro amore non era che un minuscolo frammento che aleggiava nell’aria silenzioso.. era assopito, come aspettasse il bacio del principe azzurro per risvegliarsi. In quel momento, loro erano solo due corpi avvinghiati, ciechi e muti persino alle loro stesse anime. Non riuscirono ad incontrarsi, non realmente. Fra loro non era mai stato solo sul sesso, non era stato quello a dividerli, fra loro era sempre stato solo amore nella sua forma più pura. Ma ora l’amore pareva cristallizzato e perso nel vuoto, come fosse imprigionato in un sonno innaturale. La sentì accasciarsi esausta contro il suo petto e la sentì piangere. Avrebbe dato tutto quello che aveva per poterla consolare, per dirle che l’amava e per poterla cullare fra le sue braccia.

Tentò. Si sforzò oltre i limiti dell’impossibile. Doveva raggiungerla ad ogni costo, ma non sapeva come. L’unica cosa che sapeva, era che doveva svegliarsi ..doveva assolutamente svegliarsi. Con un enorme sforzo di volontà tentò di mettere a fuoco ..e finalmente la vide.

Da prima non era che una forma sfocata, e per chissà quale ragione, lui non riusciva da aprire completamente gli occhi, poteva tenerli socchiusi però. Poi la sua forma divenne sempre più distinta e corporea. Lei era lì davanti a lui, bella come non mai. Era vestita ed era seduta accanto a lui sul letto. “Buffy ..Sei qui” Prima di rispondere lei lo baciò “Sono qui.. Angel”

Credette di impazzire per la gioia. Lei poteva sentirlo e lui riusciva a vederla. Erano realmente insieme adesso? “..io ..ti ho cercata ovunque..” lei accarezzò il suo viso e con le lacrime agli occhi disse “sshh.. non parlare, sei stremato.. devi rimanere sveglio.. non c’è tempo per spiegare adesso, ma abbiamo.. noi abbiamo capito cosa sta succedendo.. per questo sei così debole.. ma presto starai bene.. dobbiamo fare in fretta però.. non c’è più tempo”

Ancora una volta non riusciva a capire le sue parole. Tentò di abbracciarla ma urlò per il dolore lancinante al braccio. Cosa stava accadendo? Si guardò attorno e solo allora si rese conto che la stanza non era più la stessa. Era buia, fredda ..ed era la stanza in cui aveva vissuto negli ultimi quattro anni ..e Buffy non poteva essere lì. Ecco perché poteva vederla, era solo un'altra allucinazione, null’altro che un fantasma della sua mente. Crollò accasciandosi sul letto e urlò tutta la sua disperazione. “Per favore, basta adesso.. vi prego.. smettetela.. andate via..”

Tentò di non soccombere alla follia. Cercò di ricordare gli ultimi momenti in cui era stato cosciente. Ricordò che Connor era uscito dopo aver ricevuto un sms e ricordò il loro dialogo. Questo lo rassicurò. Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma pregò che Connor rientrasse presto. Lui adesso era l’unico contatto con la realtà che lo separava dalla pazzia. Aveva un disperato bisogno di aggrapparsi a qualunque cosa potesse tenerlo lontano dalle allucinazioni.

Chiuse gli occhi, sperando di scacciare via la visione di Buffy, ma subito dopo sentì una mano dietro la nuca che gli sosteneva la testa sollevandogliela dal cuscino. Era così stanco e debole, che non poté opporre alcuna resistenza. Socchiuse di nuovo gli occhi. Lei era ancora lì. I Loro visi erano vicinissimi e cercò di focalizzare l’attenzione sugli occhi di lei. Non riusciva a vedere altro, solo gli occhi spaventati di Buffy che lo imploravano di non lasciarla sola. Era una richiesta muta, ma lui poté sentire il suono della sua voce. Tu devi Vivere. In quel momento divenne consapevole che stava morendo e pensò che era un bel modo di morire. Stretto fra le braccia della sua Buffy. Prima di chiudere gli occhi e di abbandonare per sempre la vita, si rese conto che la sua bocca era a pochi centimetri dal collo di lei ..e sentì ancora la sua voce

“Non dormire Angel, non ora.. resisti ancora un po’.. io sono qui, mi senti? Questo veleno ti sta uccidendo.. non abbiamo tempo.. devi fidarti di me.. è l’unico modo ..Devi bere, Angel”

Ma Angel non era più lì. Era nel suo paradiso terrestre. Stava seduto sotto un maestoso salice piangente, era lì che abitava adesso, quella era la sua casa e Buffy era accanto a lui. Poco lontano, oltre i rami verdi del salice, intravedeva un laghetto dorato e vedeva Connor bambino giocare felice con l’aquilone che lui stesso aveva costruito per il suo piccolo. Sentiva la sua voce felice, lui correva sulla riva del lago e rideva mentre gli diceva ..Devi bere, papà.

Ma loro tre non erano soli. In lontananza sentiva delle voci diventare sempre più distinte e quando le riconobbe impazzì di gioia. Erano tutti lì accanto a lui, sani e salvi ..e felici. C’era Doyle che abbracciandolo gli offriva del vino rosso in una coppa d’oro ..Devi bere, amico.

C’erano Cordelia, Gunn, Wesley, Fred e Lorne ..e c’erano suo padre, sua madre e la sua amata sorella, anche Darla e Drusilla erano li per lui. Erano tutti vivi e tutti lo invitavano a bere. Poi vide Jenny Calendar, e la sua voce sovrastava le altre. La morte non è ancora stata scritta nel tuo destino. Devi bere dalla coppa del perpetuo tormento ..è quello il tuo destino, Angel.

Le sue parole lo spaventarono e di nuovo si ritrovò solo. Le fronde verdi del salice ormai secche si erano inspessite e divennero le sbarre di una prigione. Era lì che abitava adesso, quella era la sua casa e Buffy non era più accanto a lui. Il laghetto dorato divenne oceano oscuro, Connor era cresciuto e non seguiva più gli aquiloni, il sogno di una vita felice pareva infranto per sempre. Suo figlio serrava più saldamente le sbarre della sua prigione, e mentre sprofondava nell’oceano, lo sentì dire. Avresti dovuto bere. Tu non morirai. Tu vivrai per sempre ..solo e dannato.

La cassa in cui suo figlio lo aveva chiuso, toccò il fondo dell’oceano con un tonfo fragoroso e le catene si spezzarono. Era libero. Una mano tesa lo aiutò a tornare in superficie. Wesley gli offrì il suo sangue ..Devi bere, Angel. Subito dopo scomparve e lui si ritrovò al punto di partenza. Era di nuovo nella sua stanza, Buffy sorreggeva ancora la sua testa e la bocca era ancora a pochi centimetri dal suo collo sanguinante ..sentì ancora la sua voce, ma era rotta dal pianto.

“Non puoi arrenderti ora, non puoi lasciarmi di nuovo. Non pensi a me? Ti amo da morire.. ho fatto di tutto per dimenticarti, ma non ci riesco.. non posso. Ti prego, Angel.. devi bere, ora..”

Angel chiuse gli occhi. Doveva resistere al richiamo del suo sangue, doveva solo stare fermo e aspettare la morte. Ancora qualche minuto e tutto sarebbe finito, non poteva bere da lei. Mai e poi mai avrebbe messo in pericolo la sua vita, era accaduto troppe volte in passato e la vita di Buffy era più importante della sua. Come avrebbe potuto andare avanti con la sua vita, sapendo di averla uccisa con le sue stesse mani? Non poteva farlo, quello che lei gli chiedeva, era una cosa impossibile da realizzare. Voleva dirle che l’amava e che mai aveva smesso di amarla, ma non aveva più neanche la forza di parlare e comunque lei non era veramente lei, era solo un'altra maledetta allucinazione. Reale, molto più reale di tutte le altre, ma lei non poteva essere lì. Il suo profumo, l’odore del suo sangue.. erano solo frutto della sua mente.

Ma l’attimo dopo sentì la pressione sotto la nuca diventare più forte. Buffy lo teneva stretto a sé con entrambe le mani e lui non aveva forze per contrastarla. La prima goccia di sangue sfiorò la sua bocca che era ancora rigidamente serrata, ma come obbedendo ad un antico richiamo, suo malgrado socchiuse le labbra per accogliere quel prezioso dono. Ciò che lei gli donava era la vita, ancora una volta, Buffy lo salvava dalla morte. Si sentì avvolgere dal suo abbraccio caldo, quasi materno. Si abbandonò completamente ad esso, era così stanco.

Le sue spalle erano adagiate contro il braccio di Buffy, che lo costringeva ad assumere una posizione semi seduta, mentre con l’altra mano, lei gli sosteneva la testa spingendola contro il suo collo, invitandolo a bere. Buffy gli parlava con dolcezza mentre lo baciava sulle tempie, sulla guancia, sugli occhi e ovunque potesse arrivare da quella posizione. Il resto del viso era ormai completamente sepolto nell’incavo del suo collo e poté sentire le sue labbra aprirsi lentamente, comprendendo che anche quel semplice gesto, per lui comportava uno sforzo immenso. Era totalmente privo di forze, non l’aveva mai visto così indifeso. Volle rassicurarlo.

“Non aver paura. Non sei in grado di farmi del male, neppure se tu lo volessi. Sei così debole che non hai neanche la forza di trasformare il volto per usare le zanne. Fidati di me, ti prego. Ti fermerò io quando sarà il momento, adesso devi solo aprire la bocca un pochino di più”

La sua voce lo cullava ed era così dolce ..dolce come il suo sangue. Si, si fidava ciecamente di lei. Fece come chiese e socchiuse le labbra un po’ di più, lasciando che quel dolce nettare entrasse in ogni fibra del suo essere e con esso la sua forza. Posò la lingua sull’antica cicatrice, e leccò con timore qualche goccia di sangue, ma non era abbastanza.

Improvvisamente ne voleva di più. Si aggrappò a lei con tutte le sue forze e cominciò a leccare sempre con maggior forza, sempre più veloce. Ora succhiava voracemente, con frenesia e più beveva, più la sua forza aumentava. Sentì il demone ruggire dentro sé, ma lo trattenne. Non voleva morderla, non voleva profanare la purezza di quel corpo che tanto amava.

I colori della stanza divennero più brillanti e luminosi, la febbre che da giorni l’aveva divorato da dentro, pareva scomparsa. Ora il braccio era solo un po’ intorpidito, ma non faceva più male. Angel sentì distintamente che il veleno che lo stava uccidendo non era più una minaccia. Leccò ancora, ma doveva fermarsi, ora doveva richiudere la cicatrice. Sollevò la bocca dal collo e spostò la testa, voleva incontrare i suoi occhi. Voleva vederla e dirle quanto l’amasse.

Era bellissima, più bella di come la ricordasse. Non riuscì a dire niente. Riuscì solo a piangere.

Lei comprese e pianse di gioia insieme a lui. Il peggio era passato, Angel era fuori pericolo.

Nonostante fosse stremato e sentisse il bisogno di abbandonarsi al sonno, c’era ancora qualcosa che doveva fare. Portò la lingua ancora sulla cicatrice. Doveva richiuderla subito. La inumidì con la saliva, e leccò lentamente soffermandosi a lungo nei segni del morso, che lui stesso le aveva procurato, un infinità di anni prima. La saliva dei vampiri conteneva un enzima emostatico, loro la usavano per mantenere in vita le vittime il più a lungo possibile, in modo che potessero bere ripetutamente, evitando che morissero dissanguate prima del previsto.

Ma Angel non pensava certo a Buffy in quel modo, ne mai avrebbe voluta morderla o nutrirsi da lei. Mai. Neanche una volta. Neppure quando era Angelus. In quel momento Angel era solo preoccupato di bloccare l’emorragia, sebbene sapesse che lei stava bene e che la sua vita non era in pericolo. Questa volta non era necessario correre all’impazzata verso l’ospedale. Angel poteva percepire i segni vitali di Buffy, il suo polso era regolare così come il respiro, ma non voleva vederla sanguinare. Per lui era penoso il solo pensiero di aver rischiato di farle del male.

Continuò alacremente il suo lavoro, alternando lingua e labbra, ora leccando, ora posando lievi baci, finché non vide che cicatrizzava. La sentì gemere. Conosceva il suono di quel dolce lamento, ne conosceva l’origine e avrebbe tanto voluto seguirla, ma lui doveva mantenere il controllo e non senza fatica, lo ignorò. Esausto, infine Angel crollò sul letto e la trascinò con sé, stringendola fra le sue braccia, ancora incapace di credere che lei fosse realmente lì.

“Buffy..”

Lei non si mosse, stava così bene accoccolata contro il petto di Angel e non voleva rompere l’incanto. Erano passati cinque anni dall’ultima volta che si erano visti e ora voleva godersi questo momento speciale, ma vi era ancora qualche ombra da dissipare. Si spostò, sdraiandosi accanto a lui, e trovò subito le sue braccia pronto ad accoglierla.

“Angel..”

Sorrise e pensò che forse lui aveva bisogno di essere rassicurato. Lo conosceva troppo bene.

“Sto bene, Angel. Lo sai.. guarisco in fretta, ho solo.. un po’ di sonno e.. ho avuto così tanta paura. Avevo paura di non riuscire ad arrivare in tempo.. di non riuscire a contrastare la tua ostinata testardaggine. Sapevo che era rischioso, ma sapevo che saresti riuscito a mantenere il controllo, ed è ciò che è accaduto.. ti sei fermato da solo senza il mio aiuto.. Ora dimmi di te, dimmi come stai? eri.. dio.. eri così debole.. ho avuto tanta paura.. paura di perderti..”

Non continuò perché le lacrime le impedirono di parlare. Tutto quello che riusciva a fare era guardare Angel sdraiato accanto a lei che la guardava incredulo.

“Io.. io sto bene.. almeno credo.. non so ancora se tu sei reale.. non capisco come.. e sono ancora così stanco.. ma tu sei qui, se chiudo gli occhi e poi li riapro.. tu ci sei ancora, vero?”

Le loro labbra si unirono e le mani saldamente intrecciate, lasciavano intravedere quanto bisogno avessero l’uno dell’altro e quanto a lungo si erano cercati. Angel ripensò  al desiderio espresso solo quattro notti prima, quando aveva lasciato la lettera sul tavolo, sperando che qualcuno passasse a prenderla, per consegnarla a Buffy ..e per la prima volta, rise. La baciò ancora, la baciò a lungo e ancora rise.. forse stava impazzendo, ma non gli importava.

I sentimenti di Buffy non erano diversi, e rise con lui. “Perché ridi?”

“Perché..” lui aveva già gli occhi chiusi, era esausto, ma prima di addormentarsi riuscì a dire “Perché credo che forse.. esiste davvero un babbo Natale dei vampiri.. forse esiste davvero”

“Babbo Natale dei vampiri? Perché.. Angel? hai ricevuto qualche regalo? ..Angel?”

Sollevò la testa e vide che lui già dormiva. Non era un sonno agitato, ne un sonno febbrile.. era un sonno ristoratore ed entrambi ne avevano bisogno.

“..beh credo ne esista anche uno delle slayers.. babbo Natale.. slayer e vampiro..”

 

   
 
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