Capitolo
4
Nello stesso momento in un luogo remoto e molto lontano di
Atlantide in un antico castello una figura misteriosa seduta sul trono
contemplava l’infinito. Sedeva
curvo sul
suo seggio e poggiava i gomiti sugli spessi braccioli ricoperti
d’oro e d’argento.
Le mani si stringevano all’altezza del naso a punta. Per uno
spettatore lontano
poteva sembrare che stesse pregando o anche dormendo data la sua
immobilità.
Poco dopo il signore uscì dal suo stato di meditazione
aprendo gli occhi.
Intorno a lui c’erano solo gli arazzi e i tappeti che
raffiguravano fieri cavalieri di un tempo che fu, che combattevano per
ciò che
ritenevano giusto. Era appena sorta la luna e la vista nella stanza era
limitata. Ma non serviva la vista per vedere ciò che si
guarda tutti i giorni,
ormai il re conosceva la stanza a menadito.
Nessun rumore si udiva nel salone tranne il suono dei
passi che si
avvicinavano. Si udì poi il cigolio grave del portone che si
apriva. Uno dei
due soldati che sorvegliavano il portone entrò nella stanza
evitando con cura i
tappeti ricamati. Giunto dal re si inginocchiò e gli
annunciò l’arrivo del suo
campione. Erano ormai due giorni che il re attendeva impazientemente
l’arrivo del
suo cavaliere migliore. Ringraziò la guardia e gli
ordinò alla guardia di farlo
entrare. Quando la guardia fu scomparsa dietro al portone, opposto al
trono, da
esso entrò un cavaliere vestito con un armatura nera e
pesante.
Costui si avvicinò
e si
inginocchiò davanti al suo re e attese il
momento che il suo padrone gli avesse concesso di parlare.
Il re fece un gesto con la mano e il cavaliere cominciò:
- Obscur, legittimo re di Atlantide figlio di Azmon, mi avete
fatto richiamare con urgenza dalla mia missione alla città
di Aznairb come
posso servirla?-
- Il prescelto è arrivato in Atlantide, l’ho
visto, mio cavaliere-
- Se vuole che vada a prenderlo prima che conquisti il potere devo
muovermi subito-
Il cavaliere alzatosi voltò le spalle al re.
- No, non possiamo muoverci-
Si rigirò di scatto.
- Perché?- chiese il cavaliere con una certa impazienza e
rabbia.
- Ormai il prescelto è con i cavalieri leggendari e essendo
sotto
l’ala del Drago noi non posiamo toccarlo-
- Che sia con i cavalieri o con
il Drago stesso per me non ha importanza. Lo troverò e ve lo
porterò maestro- rispose
egli con un tono arrogante.
- Non sei abbastanza forte e poi non ti puoi avvicinare al Tempio
se non hai il rispetto di un guardian; e nessun guardian ti darebbe il
suo
rispetto se sapesse che sei un Dreameater. Però
c’e una soluzione. Il signore
della terra il Minotauro Minoux cerca
il
potere e noi possiamo darglielo se accetterà di diventare il
tuo guardian-
- E voi pesate che accetterà?-
Il re meditò un attimo e poi esclamò
- Si, lo farà, lo sento-
Il cavaliere si voltò di nuovo, ma non se ne
andò. Riguardò il suo
re un ’attimo e gli chiese:
- Maestro, come trovo il tempio?-
- Sarà Minoux a portartici, ma prima quando
l’avrai con te devi
venire da me. Hai bisogno di un istruzione superiore in confronto a
quella che
hai adesso-
- Vuol dire che c’è al mondo qualcuno
più potente di me che non
siate voi?- domandò alzando la voce con un evidente rabbia e
superiorità
- Certo che esiste! Dovresti saperlo molto bene cavaliere! Mi
deludi. Il Drago. Lui è la creatura più potente
in assoluto dopo il suo
cavaliere. Per questo io devo averlo, per questo ti ho addestrato e ti
addestrerò ancora. Per essere pronto a portarmi il Drago e
il suo cavaliere su
un piatto d’argento. Ora va’ Trova Minoux e attento
a non fare mosse false. Io
ti vedo ovunque tu sia- disse il re con un tono calmo, ma fermo.
Il cavaliere chinò la testa dalla vergogna.
- Perdonate la mia ignoranza re Obscur. Non vi deluderò mai
più,
lo prometto- disse con un tono sottomesso.
Fece un inchino e come la guardia prima di lui se ne andò.
“Lo
spero per te”
pensò il re guardando il suo cavaliere partire verso una
nuova avventura.