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Autore: _Fy    20/09/2012    1 recensioni
Sara è una ragazza allegra e solare eppure così insicura e timida. Come ogni adolescente si troverà ad affrontare le problematiche della sua età. Frequenta il terzo anno di scuola superiore ed è sempre in compagnia della sua migliore amica storica, Liliana. Tra qualche gioia e qualche dolore tipico dei suoi 16 anni, Sara affronterà mille avventure e finalmente conoscerà l'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavano camminando da ormai qualche minuto; tra di loro era sceso il silenzio, non uno di quei silenzi imbarazzanti da cui vorresti scappare finendo per dire la prima cosa stupida che ti passa per la testa, piuttosto il loro era un silenzio carico di parole senza voce ma capaci di arrivare ugualmente, un silenzio che non spaventa ma che conforta, che non trasmette agitazione ma dona la calma.

Sara ripensava alle parole di Matteo; per anni aveva tentato di trattenere il dolore per sentirsi viva, come se dare le spalle al suo passato non le avrebbe lasciato altro che un vuoto incolmabile, finendo per trovarsi priva di alcun tipo di emozione, come una casa spoglia, senza alcun oggetto, un quadro o una foto che ritrae il viso di una persona cara. Tutto ciò l'aveva sempre terrorizzata, paralizzata a tal punto da non farla vivere, limitandosi a sopravvivere. Sara sapeva che per essere felice bisognava aver coraggio ma lei non si era mai ritenuta una ragazza molto coraggiosa; una volta sua madre le aveva detto che il coraggio aveva diverse strade per nascere, poteva essere frutto della paura, della determinazione, dell'orgoglio ma quello più potente era il coraggio nato dall'amore.

- A cosa pensi?

Sara si girò verso Matteo; sorrise appena tornando a fissare l'asfalto umido delle strade.

- Stavo pensando a quello che mi hai detto prima. Sei stato molto coraggioso, non è semplice voltare pagina.

- Non è semplice perchè, anche se una situazione ci risulta scomoda, ormai ci hai fatto l'abitudine. Voltare pagina significa andare incontro a qualcosa che non si conosce e quindi fa paura ma il cambiamento è necessario. Vedi, non sempre quello che troverai sarà buono, ma è bene tentare perchè provare, sbagliare, soffrire o gioire, sono tutte fasi della vita, fasi effimere perchè appena ti abitui a qualcosa, essa cambia che tu lo voglia o no.

Matteo le sorrise sghembo mostrando una fila di denti bianchi; Sara ne rimase affascinata, poche volte aveva visto il suo sorriso, poche volte era riuscita ad ammirare la sua aria spensierata e si sorprese quando, quasi inconsciamente, desiderò vederlo così più spesso.

- Sei molto profondo stasera!

Sara rise coinvolgendo anche il ragazzo.

- Dici? Luca mi ha sempre detto il contrario, per lui ero profondo come una pozzanghera!

- Doveva conoscerti bene.

Matteo si strinse nelle spalle e per un attimo i suoi occhi si posarono sul manto scuro della notte.

- Una volta mi hai detto che da piccola tua madre ti aveva confidato che chi se ne va diventa una stella, da allora anche io alzo gli occhi al cielo per cercarli, tuttavia mi sono accorto che le stelle grandi sono quelle più isolate, quelle più lontane dalle altre e Luca e Laura non si sono lasciati nemmeno nella morte, perciò ho cercato meglio e le vedi?

Sara seguì la direzione in cui lo sguardo di Matteo sembrava perso, incantato.

- Quelle stelle sono piccole ma sono vicine, intorno a loro non c'è nulla. Immagino che siano loro e ogni notte le cerco e mi regalano un sorriso, mi fanno sentire meno solo e mi danno il coraggio di andare avanti.

-Hai scacciato i tuoi fantasmi allora.

- Oh no, per quello c'è ancora tanta strada.

- Diciamo un passo alla volta allora-

- Si, un passo alla volta.

I loro occhi si incontrarono fondendosi tra di loro e un piccolo sorriso increspò le labbra di Sara.

Matteo ne rimase incantato; parlare con lei non gli era mai sembrato così semplice, aprirsi non era poi così complicato. Sara aveva in mano le chiavi del suo cuore e lui ne era consapevole, l'unica a non essersene ancora resa conto, forse, era lei.

-A me sembra che il tempo passi ma che tutto rimanga uguale.

- E' il tuo cuore a non essere cambiato, i tuoi sentimenti ma tutto intorno a te muta. Tua madre non piange più per tuo padre, lui è andato avanti e si è fatto una vita solo tu continui ad aggrapparti a quello che ormai non c'è più perchè hai paura. Forse, hai solo paura che cambiando pagina tu possa essere felice, hai paura della felicità?

Sara gli rivolse uno sguardo eloquente.

- Come si può aver paura di essere felici?!

- Questo devi dirmelo tu, sei tu che te la stai precludendo.

-Non lo faccio di certo perchè lo voglio!

Sara aveva arrestato il passo costringendo anche Matteo a fermarsi.

Aveva alzato la voce di qualche ottava, le labbra avevano dato vita ad un broncio concepito con l'intento di evidenziare maggiormente il suo disappunto. Agli occhi di Matteo, Sara appariva fragile come una bambina indispettita a cui era stata negata la caramella. Cercò di imprimere bene i suoi lineamenti, le sue labbra incurvate, gli occhi dolci che lo fissavano con astio, le guance e il naso rossi per il freddo.

"Deliziosa" si ritrovò a pensare.

- Io credo non sia così.

- Quindi, la tua stupida teoria, sarebbe quella che io mi costringa alla tristezza per paura di essere felice? E' assurdo!

- Oh avanti Sara, sai anche tu che ho ragione!

- E chi mi dice che attraversata quella porta io non mi ritrovi sola? Senza emozioni?

- La vita è un'emozione continua e andare avanti non significa dimenticare l'affetto che hai provato, cancellare le persone e quello che ti hanno lasciato! Significa solo lasciare che quelle emozioni ti insegnino qualcosa senza farti più male.

- Utopia

- No, coraggio.

- Non mi considero una ragazza coraggiosa.

- Io credo che tu lo sia, hai bisogno solo di una spinta. Mi offro volontario, se ti va!

Sara sorrise con gratitudine; gli occhi le si inumidirono per l'emozione e una piccola lacrima sfuggi al suo controllo.

Matteo le si avvicinò guardandola con dolcezza, allungò una mano verso il suo viso e con delicatezza le portò via quella piccola stilla.

- Grazie.

Mormorò la ragazza.

- Dovere mia principessa.

Matteo le fece un inchino e Sara non si trattene dal ridere finalmente più leggera.

- Che scemo!

- Che tipa, prima mi ringrazi e poi mi dai dello stupido!

- Vuole per caso affermare di non essere uno stupido signor. Padovano?

- Assolutamente signorina Benvenuto.

Ripresero a camminare adesso più vicini, più complici.

Il vento soffiava forte quella sera muovendo le fronde degli alberi, i panni stesi, le piccole foglie cadute. Sara si ritrovò a rabbrividire; si abbracciò sfregando le mani sulle braccia per darsi un pò di calore e si maledì per non aver messo qualcosa di più pesante addosso. Matteo lo notò e con finta disinvoltura le posò un braccio intorno alle spalle attirandola a sé.

- Avrei potuto darti la mia giacca ma ho preferito approfittarne.

- Ehi!

La ragazza protestò debolmente arrendendosi al calore del corpo del ragazzo e a quell'abbraccio che le trasmetteva sicurezza.

"Profuma di buono" si ritrovò a pensare.

Trasse un lungo respiro per bearsi di quell'aroma dolce di cui sembrava essere impregnato il suo vestiario.

- Che profumo usi?

- Non sono solito a mettere profumi, perchè?

- Sai di buono.

Sara arrossì davanti a quella piccola ammissione.

- Sarà l'ammorbidente.

La ragazza si accucciò maggiormente a lui e Matteo la strinse con più forza.

"E' l'odore della sua pelle" pensò.

Timidamente una sua mano si chiuse a pugno stringendo un lembo della maglia di Matteo. Nel punto in cui Sara lo stava toccando, Matteo avvertì un profondo calore, il suo tocco bruciava e la voglia di stringerla per sempre si fece strada nel suo cuore raggiungendo i suoi pensieri.

Sara chiuse gli occhi affidandosi completamente al ragazzo, godendosi a pieno quel momento; sembrava che il freddo, stretta in quella dolce morsa, non la toccasse, la vicinanza con Matteo le forniva protezione dal gelo, dal vento che le frustava il viso, da se stessa e da quelle emozioni che l'avevano turbata. Tutto ora sembrava muto, spento, eccetto il suo cuore che batteva veloce nel petto.

- Lo sai che non so la strada, vero?

Sarà aprì gli occhi rendendosi conto di essere vicino casa.

- Sei sorprendente, mi hai portata alla meta comunque!

- Sono pieno di sorprese io.

- Ma che bravo! Ora levati dalla faccia quel sorriso da sbruffone però!

- Che strega!

Matteo le cinse i fianchi per farle il solletivo.

- No, non di nuovo!

- Okok, pace!

Matteo alzò le mani in segno di resa lasciando il corpo della ragazza il quale si ritrovò nuovamente esposta al freddo.

- Forse è meglio che io vada.

Mormorò Sara placando quell'atomosfera giocosa.

- Ci vediamo domani allora, ti passo a prendere per le undici, va bene?

- Va bene.

Matteo le si avvicinò appoggiando le sue labbra sulla fronte di Sara.

- Buonanotte.

La bocca di Matteo non aveva ancora abbandonato la pelle tiepida della sua fronte e il respiro caldo del ragazzo le si era infranto contro.

Sara fu percossa da brividi, brividi piacevoli e la causa non era il freddo quella volta.

-Buonanotte.

Si girò dandogli le spalle raggiungendo il portone. Non si voltò, sapeva che se lo avesse fatto non avrebbe avuto il coraggio di staccare i suoi occhi da quelli di Matteo, non avrebbe avuto il coraggio di allontanarsi.

Questo la spaventava.

 

Quella notte Sara riuscì a dormire serena, nulla sembrava toccarla. Non la spaventava vedere la sua migliore amica l'indomani mattina, non la spaventavano più le sue emozioni, ne quello che l'attendeva.

Per una volta, voleva essere coraggiosa.

   
 
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