VI. SE TU NON CI FOSSI
Su
un vecchio armadio verniciato di bianco, sul fondo del retrobottega,
c'è una rosa pallida sotto una campana di vetro.
Mr.
Gold guarda i petali secchi cadere uno dopo l'altro, chiude gli occhi
e si maledice ancora una volta.
Ritorna spesso al passato, e i fantasmi si allungano come ombre nella sua mente.
Ha provato con tutto se stesso a dimenticare, ma nei suoi sogni, nei pomeriggi sempre uguali, nei lunghissimi minuti di quelle giornate immobili, lei continua a tornare, tra la polvere del negozio dei pegni e i rimorsi, tra i tarli che si sono annidati nell'antica mobilia esposta e nella sua coscienza: delle volte crede di morirne.
I
ricordi possono essere davvero crudeli.
E
se al mondo va così
regnan le bugie
guardo nei tuoi occhi e
c'è
verità, sincerità
Mr.
Gold pensa sempre al passato, ma ora, mentre Emma
lo scruta cercando di capire le sue intenzioni, chinando appena il
collo da un lato, non ci sono che i suoi occhi nei suoi, la sua voce
nelle sue orecchie.
Il
viso giovane, fresco, reale di Miss Swan lo assale nel momento
prima di prendere sonno, si affaccia nella sua immaginazione la
mattina come un raggio di sole attraverso la finestra.
Il
suo pensiero è morbido, confortante, nuovo – lei salverà
tutti loro, salverà soprattutto lui, il mostro dal cuore vuoto.
Una
mattina Mr. Gold zoppica fino al negozio di Moe French. Il
fioraio è spaventato, biascica qualcosa sui suoi fiori migliori e su
un forte sconto, ma a Gold non gli importano le parole di quell'uomo
sbiadito.
Compra
una sola rosa, con il gambo lungo, il bocciolo piccolo e i petali di
un rosso brillante, e per qualche assurdo motivo il ricordo di Belle
non è più una stilettata al cuore.
Ed
io ti devo molto
mi hai insegnato a vivere
Lo sguardo sorpreso, colpito e vagamente sospettoso - con una punta di intima soddisfazione – che Miss Swan gli rivolge mentre le porge il fiore gli riempie il petto di una sensazione dimenticata da secoli. È un deja-vù, ma allo stesso tempo c'è qualcosa di straordinariamente nuovo che è... strano.
Si ritrova a vivere – ed è assurdo il fatto che per ventotto anni si fosse dimenticato di farlo.
Quando lei se ne va - ed è ancora confusa, felicemente confusa - Mr. Gold la guarda fino a che non scompare, perché lei ne ha bisogno. Guarda la sua schiena fasciata da un giacchetto rosso con un affetto silenzioso e venefico, guarda i capelli che si gonfiano passo dopo passo che brillano quasi di luce propria, la guarda perché gli ricorda lei, la guarda perché in realtà non assomiglia a nessuno, la guarda come si guarda una cosa dalla quale ci sia aspetta solo il meglio, con orgoglio e calore.
Su un vecchio armadio verniciato di bianco, sul fondo del retrobottega, c'è una rosa pallida, sotto una campana di vetro. È caduto l'ultimo petalo, ma Mr. Gold non se ne è neanche accorto.
Se
tu non ci fossi
(e sara' quel che sara')
se non fossi accanto a
me
(ma comunque vada io)
non avrei saputo mai
(saro' sempre
accanto a te)
la vita che cos'è
(finchè vivrò)
Note autrice:
Ogni tanto torno ad aggiornare questa raccolta...
Considero questa storia una sorta di esperimento. Ci sono delle cose che non mi convincono pienamente, ma volevo scrivere da molto tempo qualcosa che implicasse un parallelo tra Belle - il passato - ed Emma - il presente, (sottolineato anche dalle due diverse rose). Gold ha amato Belle, in un modo in cui non potrebbe mai amare Emma, ma credo che allo stesso tempo non potrebbe amare Belle come ama – passatemi il termine improprio per loro – Emma. E forse questa canzone è troppo dolce per loro (Se tu non ci fossi tratta da Pocahontas), e forse non si capisce neanche il senso della storia in sé, come al solito, ma prendetela per quello che è, una piccola storia scritta in un momento tranquillo di una sera tranquilla.
Hope you like it!