Sento
un dolore allucinante alla testa, e delle voci in sottofondo, come se
fossero un po' in disparte. L'odore è quello inconfondibile
dell'ospedale e se non fossi troppo stanca per fare qualsiasi tipo di
movimento aprirei gli occhi e mi accerterei che di esserci realmente.
Mi
ricordo di aver detto a Riccardo che stavo per svenire e l'ultima
parola che ho sentito è stato il suo:-Cosa??- e poi più niente,
perciò lui avrà chiamato un medico e hanno deciso di ricoverarmi
per degli accertamenti e sicuramente gli avrà anche detto che mi
sentivo male già da prima, così adesso mi bucheranno in tutte le
parti del corpo per cercare di capire che cosa ho che non va.
Ho
il terrore di aprire gli occhi e di vedere la faccia di mia madre
preoccupata, o di mio fratello triste o peggio ancora di vedere
Riccardo.
Anche
se stavo per svenire sono riuscita a capire perfettamente quello mi
aveva detto. Ha intenzione di tenermi sotto controllo perchè non si
fida più di me, ma non si limiterà solo al cellulare, ma anche
Facebook, Twitter e tutti gli altri siti in cui sono iscritta. In
pratica non ho più privacy, per niente. Non potrò nemmeno fare una
telefonata in santa pace senza che loro stiano lì ad ascoltare. Non
so per quanto potrò reggere questa situazione e forse è anche per
questo che non apro gli occhi perchè non voglio tornare alla realtà
e la realtà è che qualcuno sta cercando di uccidermi.
Cerco
di non pensarci e mi concentro sulle voci. Stanno sicuramente
parlando di me perchè qualcuno, molto probabilmente un medico, dice
che sono molto stanca e che quando mi sento male è perchè mi
vengono attacchi di panico e per questo consiglia di farmi visitare
da uno psicologo vista la situazione in cui mi trovo.
Riccardo
lo ringrazia e sento dei passi che si allontanano e infine la porta
si apre e si chiude.
Sento
Riccardo sospirare e si siede su una sieda vicino al letto, mentre mi
prende la mano e sussurra un: -Mi dispiace-.
Non
so se ha capito che sono sveglia, ma sembra semplicemente un pensiero
detto ad alta voce. In ogni caso mi viene da piangere, perchè
quest'uomo ha un cuore enorme. In due settimane non si è staccato da
me nemmeno un attimo, dorme pochissime ore perchè o sta con me o
lavora sul mio caso, cerca sempre di farmi ridere, mi tratta come se
fossi sua sorella e io non mi sono mai posta il problema che magari
un “Grazie” gli piacerebbe riceverlo.
L'unica
cosa che ho fatto è stato nascondergli una cosa assolutamente
fondamentale per il caso.
Mi
dispiace così tanto che non trovo nemmeno le parole per descrivere
come mi sento.
Apro
gli occhi e lui mi sta fissando con i suoi occhi scuri. Un sorriso
gli illumina il volto, come se per un attimo si fosse dimenticato di
quello che ho combinato.
-Come
ti senti?- mi chiede.
Invece
di rispondere alla sua domanda, faccio un lungo respiro e trovo le
parole giuste.
-Grazie.
Grazie perchè da quando è iniziato tutto questo tu mi hai preso
sotto la tua ala protettiva. Grazie perchè quando mi hai detto che
avrei dovuto darti del tu lo hai detto con serio dispiacere. Grazie
perchè mi fai sempre dormire sulla tua spalla. Grazie perchè non ti
lamenti mai. Grazie perchè sei sempre sincero con me, anche quando
mi devi dare le notizie peggiori. Grazie perchè ogni mattina stai in
classe per sei ore. Grazie perchè non sbuffi mai. Grazie perchè mi
sopporti. Grazie perchè capisci quando è il momento di lasciarmi
sola con i miei pensieri. Grazie perchè capisci quando ho bisogno di
un abbraccio. Grazie perchè quando piango la tua maglietta è sempre
lì. Grazie perchè sei la persona più fantastica che io abbia mai
conosciuto e sapere che ti ho deluso mi fa sentire così
incredibilmente in colpa e ci sto male perchè non meriti niente di
tutto ciò. E se avere la password di ogni sito ti farà
riconquistare la mia fiducia sono disposta a dartele immediatamente.
Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto. Sono stata una stupida, ma
non volevo aggiungere altri problemi a quelli che già avete perchè
ho pensato che probabilmente è solo qualche imbecille che si diverte
a fare scherzi. Scusami.-
Ho
tenuto lo sguardo basso fino alla fine del discorso per paura di
guardarlo negli occhi perchè magari tutte queste parole non sono
state sufficienti a farmi perdonare da lui.
Lentamente
alzo lo sguardo e lo punto sul suo viso. Ha gli occhi lucidi ed è
visibilmente provato.
-Questo
è stato il discorso più bello, emozionante e sincero che qualcuno
mi abbia mai fatto.- dice con la voce rotta dall'emozione. Si alza,
mi abbraccia e mi dà un bacio nella fronte. Poi gli faccio spazio
nel letto e si sdraia affianco a me.
Mi
dice che domani potrò uscire e mi riferisce quello che il dottore
gli aveva detto mentre io dormivo, o così lui crede.
-Forse
andare da uno specialista ti aiuterà.- commenta lui.
-Io
sto bene, non ho bisogno di uno strizzacervelli.-
Ride
e poi lascia cadere l'argomento con un semplice: -Ne parliamo con i
tuoi, va bene? Adesso riposa.-
Ci
sono dei libri sul comodino e immagino che sia stata mia mamma a
portarmeli. Il nuovo libro di Sparks. Ah, lei sì che sa quello che
voglio. Adoro Nicholas e il suo modo di scrivere, e non vedo l'ora di
iniziare a leggere, perciò non perdo tempo e inizio il libro.
Riccardo
guarda l'autore del libro e fa un smorfia.
-Ti
piacciono i libri romantici? Non lo avrei mai detto. Sembri
così..senza cuore.-sghignazza lui.
Gli
do una gomitata e poi mi immergo di nuovo nella lettura, mentre lui
si mette a studiare dei fascicoli e deduco che siano fascicoli molto
impegnativi perchè ha la ruga sulla fronte.
Dopo
qualche ora che stiamo perfettamente in silenzio, ognuno immerso
nella lettura e nei proprio pensieri, mentre sto per girare pagina la
mia mano inizia a tremare, solo la mano, come il giorno dopo lo sparo
in classe. Anche questa è una cosa che mi capita spesso, ma in
genere non mi capita quasi mai davanti a Riccardo e ora sono sicura
che se ne sia accorto.
Io
fisso la mia mano con una seria preoccupazione e frustrazione, mentre
Riccardo si limita a prenderla e a stringerla tra le sue.
Forse
non sarebbe male andare da uno psicologo, anche perchè sono quasi
sicura che la situazione peggiorerà. Tra attacchi di panico e
tremori alle mani, forse è il caso di sentire un altro parere e di
farmi aiutare, nonostante mi costi ammetterlo sono consapevole che
non sto bene. Nessuno può stare bene quando ti viene sconvolta la
vita in mezzo secondo. Ho bisogno di aiuto e all'istante.
-Andrà
tutto bene, d'accordo?-mi conforta Riccardo.
Non
rispondo perchè non sono sicura che questa faccenda possa
concludersi con un lieto fine.
Qualche
istante dopo la porta si apre ed entra mia madre che viene a
salutarmi e a chiedermi come sto. Lavora in questo ospedale, perciò
immagino che saprà cosa mi ha detto il medico e mi aspetto una delle
sue prediche sul fatto che devo mangiare di più e bla bla bla e
invece chiede a Riccardo che cosa ha detto. Evidentemente non era
riuscita a incontrare il medico prima.
Riccardo
si alza dal letto e lancia uno sguardo veloce prima a me e poi alla
mia mano. Io, silenziosamente, spero che non le dica niente sul
tremore alle mani, ma so già che le dirà tutto come suo solito e mi
preparo per una sfilza di esami lunghissimi che mi farà fare mia
madre.
-Mmm..Ha
detto che è molto stanca e lo stress non l'aiuta per niente e che
forse, sarebbe il caso di farla seguire da uno psicologo, ma per il
resto va tutto bene e domani la dimettono.-
Mamma
mi fa un leggero sorriso.
-Forse
andare dallo psicologo è proprio quello che ci vuole.-
Alzo
gli occhi al cielo.
-Si,
l'ho già sentito dire. Non ti siedi?- le chiedo mentre vedo che si
avvia di nuovo verso la porta.
Scuote
la testa.
-Monto
tra cinque minuti e non posso fermarmi. Ci vediamo più tardi e cerca
di riposare.-
Mi
lancia un bacio ed esce. Riccardo si avvicina alla finestra e guarda
un punto qualunque, lontano. Io riesco a notare le sue occhiaie
perfino da lì, non so come faccia a non crollare, ma dalla sua
faccia sembra che non dorma da una settimana intera.
-Perchè
non vai a dormire un po'?-
Lui
sembra pensarci su, ma poi scuote la testa energicamente.
-Non
posso, devo tenerti d'occhio.-
Sbuffo.
-Sono
sicura che a Luca non dispiacerà passare qualche ora con me e poi
posso pure stare da sola ogni tanto. Sai, è opprimente.- dico
l'ultima parola sottovoce, come per evitare una reazione furiosa di
Riccardo.
Lui
si gira verso di me e mi sorride.
-Lo
so, mi dispiace, ma non posso proprio permetterlo ora. Farò venire
Luca per un paio d'ore e io cercherò di dormire, forse da lucido
ragiono meglio.-
Si
avvia verso la porta e mi minaccia di non uscire per nessun motivo
perchè tanto tra meno di un minuto sarà arrivato Luca e di non
provare nemmeno a scappare perchè altrimenti mi lega.
Non
posso fare a meno di ridere, anche se l'idea di scappare devo
ammettere che mi è passata per la testa già da un po', ma sono
sicura che mi ritroverebbe in pochissimo tempo.
-Grazie
per non aver detto a mamma dei tremori alle mani.-
-Me
ne sono dimenticato.-dice mentre apre la porta e va via.
-No,
non è vero.- sussurro io tra me e me.