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Autore: MartinaGaladriel98    21/09/2012    2 recensioni
Dal secondo capitolo: " Non è che Mycroft Holmes odiasse particolarmente i cappelli, ma il problema era che gli ricordavano due gambe grasse, un largo vestito di plastica mascherata da seta, e profumo di dolcetti al limone stantii: sua zia Proud"
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mycroft Holmes , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se ti capita per caso di fare un viaggio a Londra o perché ti sei fatta a pezzi di studio a scuola e meriti un premio, o stai provando l’Intercultura o come semplice viaggetto di piacere devi prima mettere in conto una cosa importante che sicuramente prima non sapevi ( o sospettavi, se sei una nerd appassionata di politica che ce l’ha contro le organizzazioni segrete) : OVUNQUE tu vada sarai vista, osservata, analizzata, catalogata come una strana forma di vita caduta sulla terra da Marte.
No, no, no, non sei vittima di qualche stolker o psicopatico, sei il criminale sospetto o la personcina da intimorire delle videocamere di Mycroft.
Ma ora basta con Londra, potenza e sorveglianze sotto silenzio, e vediamo la vita di questo tipo il cui nome vi ricorda sicuramente il programma (non so come si chiama davvero ) del computer, Microsoft.
Cosa, cosa, cosa, ha portato questo illustre tizio rampollo di una famiglia d’inglesi, inglesi fino al midollo… a creare questa società segreta anti-profanatori?
Come ogni scrittore che si rispetti, anche io comincio dall’incomincio, non da quando  Holmes ha emesso il primo vagito, naturalmente, altrimenti morirò sulla sedia prima di finire la storia….

TRAGEDIE E MELODRAMMI D'INFANZIA PARTE 1

HELLO, I’M NINE YEARS OLD AND I LOVE DRINKING TEA, BUT I HATE MY AUNT

In principio Mycroft era un pischello di nove anni affetto precocemente da acne, il che lo imbarazzava segretamente, ma come ogni Holmes che si rispetti la sicurezza di sé non gli mancava di certo.
La famiglia Holmes viveva in una grande casa provvista di ogni genere di comfort, il che giovava al piccolo Mycky, che adorava sedersi davanti alla finestra che dava sul giardino nelle serate fredde d’inverno a bere elegantemente il suo tè.
A scuola, poi, era particolarmente brillante, ordinato, serio, interessato, insomma un vero perfettino con camicetta e cravattino.
Pensare che a tredici anni per natale aveva chiesto il bastone da passeggio con il pomello di quarzo giallo, pietra che gli ricordava il colore del tea (ancora non nutriva grande ammirazione verso gli ombrelli per la pioggia).
Metteva tutto ciò che giova alla vanità dei gentiluomini , fino a sembrare un damerino di tutto punto.
Eppure c’era una cosa che non usava mai, e quelli erano i cilindri, molto in voga all’epoca.
Non è che Mycroft Holmes odiasse particolarmente i cappeli, ma il problema è che gli ricordavano due gambe grasse, un largo vestito di plastica mascherata da seta e profumo di dolcetti al limone stantii: sua zia Proud.
La simpaticona in questione era una cappellaia molto gettonata nella periferia Nord di Londra, in cui aveva aperto una bottega tirata a lucido sempre  e per sempre.
Ella adorava inoltre cucinare: cucinare di tutto, ma nel vero senso della parola. Ancora aveva resti di capelli rizzati e bruciacchiati  sulla nuca, gentilmente riempiti di lacca per nascondere. Pazzia a parte, il suo piatto preferito erano, appunto, i dolcetti con crema verde di limone (si usa scorza di limone acerbo).
E per i pranzi di natale ne portava a bizzeffe, tanto che il vassoio del maiale intero in agrodolce non bastava a contenerli tutti. E così il tavolo veniva riempito di piatti colmi di questi cosi e che sembrava dall’odore di essere in una piantagione  Siciliana ( e che l’unica volta che Mycky li aveva assaggiati, il resto finita in bocca ad un pargolo di nome Sherlock che si era messo a piangere dallo schifo).
A zia Proud piaceva molto ogni natale presentarsi con uno dei suoi cappelli in casa Holmes. E Mycky odiava zia Proud ed i SUOI cappelli.
Specialmente quando indossava quello con la pelliccia di ratto delle sponde del Tamigi, tutto a ciuffetti grigi e morbidi. Mycroft ancor ora inorridisce a pensare tale personaggio, di cui serba nei ricordi i pizzichi dolorosi alle guance e la sua pelle olivastra, molto rara tra gli Holmes. Ma era quando la Proud dava il suo regalo ai due fratelli che davvero si doveva filmare la scena.
La carta era sempre la stessa così come il nastro: nera lucida con fiocco grigio per Mycky ( da gentiluomo) e blu con i cagnolini disegnati e fiocco a pois per Sherly di due anni ( il bimbo in questione lo lanciava dal seggiolino e da brava mamma Emily glielo raccoglieva facendo finta di nulla e mormorando “che beeello, daaai aprilo!” , scena che si ripeteva almeno cento volte).
Sfila nastro, straccia carta, il regalo, super scontato, era una cappellino.
Mycroft arriciava il naso e sollevava un sopracciglio in un’espressione inorridita, il riccioluto bimbo ci puntava sopra il coltello preso astutamente dal tavolo, bucandolo e facendolo girare come una trottola di stoffa.
“ Grazie, zia, è…. originale” scandiva Mycky.
“ fjycgagag lelle’’ urlava Sherlock (traduzione: il quoziente intellettivo della gente comune è pari a zero), con folle sguardo  da omicida, mentre mischiava acqua, briciole di pane e prosecco ( tra l’altro molto costoso ) in un bicchiere colmo si sale con meticolosa cura, ben attento a non sporcarsi il body o lasciarlo cadere per terra.
“ Oui, la prossima volta  ne porto una scatola intera! Come ha fatto la signora Lake quando sua figlia si è diplomata, lo sapevi Emily cara? Ha comprato due bombette rosa confetto e poi…” e cominciava così per tutta la sera, crogiolata sul divano del soggiorno principale, il grande vestito di plastica-seta punteggiato di gocce di saliva, figlie della parlantina senza fine della cappellaia.
Mycky intanto si scrostava via un paio di brugole facendo finta di toccarsi il mento con nonchalanche, povero bimbo traumatizzato da una meringa azzurra con un cappello grigio. La neve sbatteva, impazzita dal discorso della vecchia, mentre il giorno volava via come il cappello di Sherlock finiva nella mondezza, molto velocemente cioè. Lo so che come minimo vi ho esaurito. Ma essendo questo uno sprazzo dell’infanzia del nostro illustre, non poteva non essere raccontato. Ma ben altre cose hanno segnato la sua vita, piccole “tragedie” che hanno stravolto il naturale equilibrio sul piano psico-fisico del pischello. E una di queste non può non essere la nascita del mostriciattolo riccioluto Sherlock Holmes.

MY BROTHER IS ONLY CHILD, DAD!
( I HATE THIS LITTLE FREAK-LOCK)

Pianoforte, profumo francese di ultima generazione, cravatta di lusso, pantaloni tweed fatti a mano, letto a due piani di quercia pregiata, “ papà voglio un libro antico!”, “ Andiamo in Cina a comprarmi un nuovo servizio per il tè ‘’, “ Partiamo in America per vedere il presidente’’, facevano parte della categoria  dei vizi di Mycky ad appena sei anni compiuti.
E siccome Eugene Holmes soldi ne aveva anche da dar da mangiare ai tarli, visto la sua posizione politica, l’UNICO figlioletto veniva sempre accontentato. Tutto andava bene come in una banalissima famiglia (anche se comportandosi normalmente gli Holmes non potevano e non potranno mai sembrar tali) fino ad un 24 Febbraio in cui la tragedia a livelli greci che neanche la bravura del filosofo Aristotele avrebbe saputo descrivere (che sembrava un melodramma lirico di gran finezza per Mycky) si abbattè sul piccino di sette anni.
Ora immaginatevi  un  Mycroft di 125 centimetri di altezza, febbricciante di 40 gradi, che leggeva un libro di economia delle istituzioni comodamente sdraiato sulla sua quercia- letto che si vede entrare una mamma con un sorrisino tirato e stretto come se lo avesse prima lavato in lavatrice ed un papà che sembrava Babbo Natale che annunciava buon anno.
“ Figliolo, dobbiamo dirti una cosa bellissima.”, Mycky si sfrega il naso sul lenzuolo “ mi  porterete in Russia per visitare Mosca e mi farete conoscere un membro dei servizi segreti?’’.
Papà Holmes passa una mano sul quadrante del suo Rolex “No, Mycroft, più bello. E’ una cosa che parla e cammina, o almeno lo farà”.
“ Il nuovo Robot sperimentato dalla N.I.O.T.A.I. ( National Institute Of Thechnology And Innovations) ?”
Papà e mamma Holmes si guardano e sorridono “come due ebeti” pensa Mycky.
“ Avrai un fratellino, Mycroft” parlano insieme i coniugi, che adesso guardano il bambino come fosse un barbone senza cibo da due settimane che rovista tra i cassonetti, e cioè con grande compassione.
Diventa bianco, e quando un Holmes diventa più bianco di quello che è, sembra, in pratica, trasparente. Corre in bagno e si chiude la porta, o a piangere imbrattando il bel tappeto color cachi o a vomitare.
Ecco la scena che fu descritta in seguito dallo stesso protagonista.
Ma non si può parlare del discorso che fece ai futuri genitori per la seconda volta, melodrammato a livelli di nausea e noia da strafare.
La lettera con un disegno di tre bei visetti rosei sul prato ed un neonato con grandi occhi da mostro e su scritto a caratteri cubita
li “ is only child ”è ancora ben piantato nella memoria di Emily Holmes, che tra l’altro è pure mezzo affetta da una lieve forma di Alzheimer, ormai.
Nove mesi dopo, il pargolo Sherlock nacque, un 12 Novembre in cui a numerosi casi irrisolti da molto tempo  fu trovata soluzione, e si buon ben capire che per il riccioluto fu una specie di benedizione. Già a tre mesi osservava il mondo catalogando ogni minima informazione gli provenisse dal Baby-pullman o dalla coperta di Topolino ( si, notizia bomba, Sherlock è stato coperto da un telo disegnato coi cartoni animati).
E un Mycroft con la faccia contratta in una smorfia gli mormorava dal mondo estraneo fuori da ciucci, biberoni e copertine “Ma ciao Freaklock che mi hai rovinato la mia perfetta esistenza, che per colpa tua il viaggio a Roma è stato annullato e papà vuole che io spenda la paghetta per comprarti un giochino”.
 
 
Angolo dell’autrice (finalmente lo scrivo^^) : sono accettate tante tante recensioni dei tipi che volete, non vi preoccupate. Non so se due Holmes bambini fanno un po’OOC, essendo nuova, non sono ancora molto pratica con queste cose, ma imparerò! Altri episodi nel prossimo capitolo.
A presto
MartyGaladriel
 
 
  
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