Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Fefy_07    21/09/2012    3 recensioni
Ambientazione post 3 stagione. Damon, per il patto stretto con Stefan, ha lasciato Mystic Falls. Dopo 4 anni ritorna, stanco di dover stare lontano dall'unico posto che riesce a chiamare casa. Capisce subito che qualcosa è andato tremendamente storto quando è andato via, e i suoi sospetti non fanno altro che accrescersi, trovando casa sua perfettamente vuota. Dove sono Elena e Stefan? Cos'è successo dopo la sua partenza? Avrà presto una risposta ai suoi dubbi e sarà costretto ad una nuova, grande battaglia, per salvare suo fratello.
Prima long-fic, spero di avervi incuriositi e che leggerete!
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
POV Elena

Da quando Damon ci aveva spiegato il suo piano, si era rintanato nella sua camera, col diario oscuro e non ne era più uscito. Speravo almeno che avesse dormito un po’. Era ormai ora di pranzo e ancora non si faceva vedere, mi ero preoccupata ma, bussando alla sua porta, mi aveva risposto solo con uno scocciato “Sono vivo, non mi serve niente, scenderò io quando sarò pronto!”, ancora prima di sapere chi fossi. Rinunciai, alquanto infastidita dal suo comportamento.
La mattina non era stata facile per me: Jeremy era dovuto ripartire, accompagnato da Tyler, che aveva insistito per accompagnarlo, sostenendo che in due sarebbero stati più al sicuro. Il solo pensiero di stare tramando contro Klaus ci aveva fatti tornare immediatamente vigili, pronti a guardarci le spalle. Io e Caroline non avevamo avuto niente da ridire, così avevo stretto Jeremy in un abbraccio, rassegnandomi al fatto che non l’avrei rivisto per chissà quanto tempo. Promise di chiamarmi presto e io ricambiai promettendogli che l’avrei tenuto informato sull’andamento delle cose. Aveva praticamente preteso almeno quello, visto che si era messo a disposizione e poi era stato costretto ad andarsene.
Ero rimasta sul divano da quando erano usciti, con gli occhi vacui, persa nei miei pensieri. Caroline tentò di rassicurarmi, mi disse che sarebbe andato tutto bene, che Jeremy era al sicuro, che l’avrei rivisto presto e tante cose simili e io tentai in ogni modo di sorridere, mentre in realtà avevo il cuore stretto in una morsa. Non era Jeremy che mi preoccupava in quel momento. Ma un’altra partenza, che sarebbe avvenuta presto.
In quel momento, mentre io e la mia amica stavamo ancora parlando, uno scampanellio ci costrinse ad interromperci. Caroline aprì e subito assunse un’aria scocciata. “Che cosa vuoi?” La mia voce mi arrivò alle orecchie in tutta risposta, chiara e forte “Ciao anche a te Caroline, è permesso o preferisci attaccarmi? Potrebbe essere divertente..” Anche se non potevo vederla, ero sicura che Katherine avesse increspato le labbra in un sorriso di scherno. L’ostilità di Caroline era palpabile, ma si costrinse a un sospiro e si fece da parte, permettendomi finalmente di osservare la mia copia, in abiti stretti e provocanti, varcare la soglia con un librone nero, dall’aria antica.
“Non morde Gilbert, tranquillizzati!” esclamò, notando il mio sguardo fisso su di esso. Alzai gli occhi e la guardai, ma prima che potessi realmente risponderle, si congedò dirigendosi di sopra. Da Damon elaborò subito la mia mente, proseguendo con un In bocca al lupo, ti rimanderà a calci da dove sei venuta!
Ma, incredibilmente, sentii invece il vampiro aprire la porta, lasciarla entrare e richiuderla. Una rabbia sorda e improvvisa mi esplose nel petto e desiderai strappare qualcosa a Katherine prima, che arrivava lì e poteva fare ciò che io bramavo dalla mattina, come se le fosse dovuto e a Damon poi, che glielo permetteva.
Solo dopo qualche secondo mi resi conto di quali pensieri avessi formulato e scossi la testa, scossa. Che diavolo mi prendeva? Nel frattempo, Caroline era tornata vicino a me, imprecando contro Katherine e la sua sfacciataggine. Non la stavo realmente ascoltando, cercavo di cogliere qualcosa della conversazione di sopra, ma i due sussurravano appena.
Alla fine li vedemmo scendere le scale, Katherine davanti e Damon a seguirla, con una specie di valigia in mano. Il cuore mi sprofondò di qualche altro metro nel petto, mentre distoglievo lo sguardo e cercavo di concentrarmi su tutto, meno che sul mormorio di Damon all’orecchio della vampira, ma la risposta di lei giunse limpida, nonostante gli sforzi “Ti aspetto in macchina.” Poi uscì, senza degnare noi due di uno sguardo.
Damon si avvicinò al divano, tenendo gli occhi fissi su di me, che ancora evitavo il suo sguardo. Caroline ruppe il silenzio, sostenendo di aver bisogno di sangue, e sparì. Avrei dovuto ucciderla, quando fosse tornata. “Elena?” mi chiamò Damon, un po’ esitante, sedendosi accanto a me. Non risposi, strinsi le labbra e continuai a guardare testardamente davanti a me.
Lui sospirò, ma non si diede per vinto. “Sto partendo, starò via per qualche giorno. Devo arrivare a New Orleans.” Si fermò, aspettandosi forse una reazione, ma io continuai a tacere, seppur il mio fastidio crebbe. Erano 15 ore dalla Virginia. 15 ore in macchina con Katherine. “Elena, andiamo! Lo so che riappaio solo adesso, da ieri sera, ma ricostruire gli spostamenti di Eveline mi aiuterà a capire che genere di ambienti frequenta, potrò trovarla più facilmente e tornerò prima! Era l’unica cosa utile che potessi fare mentre Katherine mi procurava il grimorio! Non potevo perdere tempo, ecco perché ho evitato di avere contatti con chicchessia..” A quel punto dovetti interromperlo, per forza di cose “A parte Katherine, ovviamente!”
Mi girai per la prima volta verso di lui, per guardarlo negli occhi e lo trovai con la fronte aggrottata, sinceramente confuso. “Beh, avevo bisogno del grimorio che Katherine mi ha portato per partire, era l’unico tassello mancante..Aspetta, che intendi con ovviamente!?” Mi guardò con sospetto e quasi fastidio, ma io scossi la testa e minimizzai “Niente..”, enfatizzando la parola con un gesto della mano. Mi resi conto di quant’ero stata stupida e infantile. Katherine probabilmente stava spiegando a Damon qualcosa di importante su qualche incantesimo là dentro, era ovvio che lui l’avesse fatta entrare e avessero parlato. Abbassai lo sguardo e sussurrai delle scuse.
Quando lo rialzai, notai che mi osservava attentamente e sembrava stesse riflettendo su qualcosa. Cercai di distoglierlo dai suoi pensieri, avevo il terribile presentimento che non mi sarebbe piaciuto dove le sue macchinazioni sarebbero andate a parare.
“Allora, mi dicevi, New Orleans eh?” Annuì, poi mi spiegò “Eveline ama molto la musica. C’è un quartiere particolare lì, dove diversi musicisti si esibiscono in strada. Si chiama French Quarter. Pare che sia lì che alloggia in questo periodo. Andrò a cercarla, non ci vorrà molto” E fece il suo solito sorrisino arrogante.
Ebbi come l’impressione che Damon conoscesse questa strega più di quanto mostrava. Una nuova ondata di fastidio mi travolse, ma la scacciai velocemente, tentando di concentrarmi sulla situazione. “E…come mai non vai più da solo?” Lui tornò confuso “Che intendi dire?” Mi morsi le labbra, cercando di evitare la domanda diretta “Beh, quando mi avevi parlato della ricerca di questa strega, mi avevi detto chiaramente che non volevi compagnia” Aggrottò la fronte di nuovo “E infatti è così, andrò da solo.”
Lo guardai, quasi con scetticismo, e vidi i suoi occhi illuminarsi, di comprensione e divertimento e le sue labbra distendersi in un sorriso soddisfatto. Era bellissimo. “Elena Gilbert, mi stai chiedendo se vado con Katherine? Sei gelosa?” Gli lanciai un’occhiata omicida e lo spintonai, dicendo forse troppo in fretta “Certo che no! Perché dovrei? Mi chiedevo solo come mai avessi cambiato idea, di solito quando sei convinto di una cosa non demordi per niente e nessuno!” Lui continuò a sorridere sornione, poi mi spiegò che Katherine era diretta più avanti di New Orleans e che gli avrebbe semplicemente dato un passaggio.
Non potei nascondere il sollievo e mi aprii in un sorriso luminoso, che lasciò Damon di stucco. Mi carezzò una guancia lentamente, dal mento in su, un tantino insicuro, con uno sguardo quasi venerante. Sembrava in un universo a sé stante, gli occhi erano lontani, anche se guardavano il mio volto, e in particolare le mie labbra, con immenso desiderio. Mi ritrovai, senza sapere come, a schiuderle, sentivo il cuore accelerare e i brividi crescere, il sorriso sollevato aveva lasciato posto a desiderio malcelato, non troppo dissimile dal suo.
I nostri sguardi erano incatenati, anche se i suoi occhi guizzavano rapidamente dai miei alle mie labbra, sembrava volesse chiedermi il permesso. Il mio cervello aveva smesso di funzionare già al contatto della sua mano con la mia pelle, e cominciai ad avvicinarmi, esitante, soffermandomi anch’io sulle sue labbra piene e, sapevo, morbide, poi tornando all’azzurro ghiaccio degli occhi, che ora parevano ardere. Avvicinò anche lui il volto al mio, ormai ci separavano solo una decina di centimetri, e mi ritrovai ad aspettare quel contatto, a bramarlo come un assetato brama l’acqua. Scordai dov’eravamo, cosa stesse succedendo, scordai tutto e rimanemmo solo io e lui, sempre più vicini. Sentii il suo odore dolce e deciso inondarmi le narici e attesi solo il piacere, sentendo le sue labbra sfiorare le mie.
Un colpo di tosse abbastanza plateale ci fece scostare bruscamente. Caroline ci stava osservando, con uno sguardo strano, dicendo solo “Katherine comincia a spazientirsi, Damon. Lo ha fatto chiaramente intendere.” Lui annuì, mi lanciò uno sguardo fugace, trovandomi praticamente pietrificata, poi andò via in silenzio. Appena uscito, Caroline mi guardò, preoccupata e leggermente irritata. Non mi fece una ramanzina, ma mi destabilizzò con una sola frase “Che stai combinando?” Non lo so, Care. Davvero non ne ho idea. La guardai negli occhi, finalmente libera da quell’immobilità nella quale ero caduta mentre il mio cuore tornava a battere normalmente e i muscoli smisero di essere come gelatina. Prima che potessi parlare, lei si avviò verso la cucina, probabilmente per prendere qualcosa da bere. Sentii il cellulare vibrarmi in tasca, era un messaggio. Di Damon. Tornerò presto. Stai attaccata a Barbie e non farle trasformare casa mia nella sua reggia colorata. Sorrisi dolcemente, mio malgrado. Sta attento gli risposi solo.
 
POV Damon

Appena uscito di casa, mi permisi un lungo respiro profondo, per schiarirmi la mente. Io ed Elena ci eravamo quasi baciati. Mancavano pochi millimetri e le nostre labbra si sarebbero incontrate, per la prima volta dopo più di quattro lunghi anni. Il pensiero di quel bacio mancato mi irritava enormemente ma mi confondeva anche.
Era stata lei ad avvicinarsi per prima. Quando mi ero reso conto che stava facendo quello che io stavo immaginando di fare, ero rimasto basito e avevo esitato. Ma era stato solo un secondo, poi la voglia di lei aveva avuto il sopravvento e mi ero avvicinato, lentamente, per darle il tempo di cambiare idea. Invece i suoi occhi erano pieni di desiderio e di aspettativa. Avrei dovuto cogliere l’attimo, essere più rapido, ma un bacio come quello, se fossimo riusciti a darcelo, c’avrebbe tolto il fiato. Sarebbe stato diverso dalle altre volte. Più intimo, più importante. Più profondo.
In un impeto di frustrazione, tirai un pugno contro il muro della casa, rischiando di lasciare un buon buco. Poi, nervoso e irritabile, mi avviai verso la macchina, dove Katherine mi attendeva lievemente infastidita. “Finalmente!” esclamò, lanciandomi le chiavi. Senza dire niente, salii al posto del guidatore, misi in moto e partimmo.
“Spero che quest’attesa sia coincisa con un lungo addio, colmo di sentimento, baci e abbracci!” cominciò a provocarmi spudoratamente, ma continuai a ignorarla, limitandomi a un freddo silenzio furioso, con ancora la sensazione delle labbra di Elena tanto vicine alle mie.
Lei, in tutta risposta, inarcò lievemente le sopracciglia “Che c’è, Elena ti ha consumato la lingua?” Strinsi le mani sul volante, fino a farmi sbiancare le nocche, poi sibilai a denti stretti “Sono 15 ore di viaggio Katherine, cerca di lasciarmi in pace, va bene?!” Fece una risatina “Che scortesia verso una donna che ti fa un favore! Non sembri proprio il gentiluomo del 1864. La piccola Gilbert ti ha lasciato di nuovo in bianco, eh? Forse posso fare qualcosa..” Allungò una mano, per carezzarmi un braccio, ma io la scansai ancor prima che lo raggiungesse, quasi disgustato.
“Sul serio, lasciami in pace!” sbottai, fissando la strada come se mi avesse fatto un terribile sgarbo. Lei sospirò “Come sei noioso..” poi si concentrò sul panorama fuori dal finestrino. Sospirai, tentando di calmare la rabbia che ancora bolliva forte e prepotente nel mio corpo. Decisi di mandare un messaggio ad Elena, cercando di alleggerire la cosa, di farla apparire poco importante per me.
Magari fosse stato così. Ma non avrei sopportato di tornare e vederla evitarmi, per un qualcosa che nemmeno era accaduto. Mi rispose dopo pochi secondi. Sta attento. Osservai il messaggio per qualche attimo, poi sorrisi compiaciuto. Forse non se ne sarebbe pentita stavolta. Forse era cambiato qualcosa, qualcosa che io non avevo notato. Avremmo salvato Stefan e poi, chissà, forse quello che avevo letto negli occhi di Elena durante il nostro quasi bacio sarebbe rimasto lì, non avrebbe tentato di nasconderselo di nuovo. Con una nuova speranza nel cuore, che ora era sicuramente più leggero, mi concentrai sulla strada e sulla mia missione.
 
Angolino dell’autrice :)
Ciao a tutte ragazze! Allora, prima cosa, perdonatemi per tutto il tempo che ci ho messo per questo capitolo, ma non mi convinceva. E, sinceramente, non mi convince neanche ora >.< Sono abbastanza negata per le scene romantiche, perdonatemi!! Veniamo a noi. Parallelamente alla storia principale, quella della battaglia con Klaus, si sta sviluppando la parte Delena di questa long. Ne avevamo avuto un assaggio durante il loro intenso scambio di sguardi qualche capitolo fa, e ne abbiamo una dimostrazione più palese ora. Qualcosa è cambiato in Elena, Damon non sa quando né come, ma adesso che se n’è accorto, sta ricominciando a sperare. Nonostante tutti i rifiuti, lui ama ancora Elena più di ogni altra cosa e, al solo dubbio che i suoi sentimenti per il fratello possano essere affievoliti, non solo per colpa dell'ibrido, Damon si rimette in gioco e decide di rischiare, sperando di nuovo. Beh, spero davvero che il capitolo non faccia troppo schifo T.T è il primo che mi tiene ferma così a lungo, ma amen, meglio di così non riesco a farlo uscire. Mi auguro che qualcuna avrà la forza d’animo di commentare, anche se è un obbrobrio ._. Un bacione enorme a chi lo farà, ma anche a tutti i lettori silenziosi e alle splendide persone che hanno inserito la storia tra preferiti/ricordati/seguiti. Non mi sono scordata di voi, se continuo il merito è vostro <3
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Fefy_07