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Autore: Cap_Kela    06/04/2007    11 recensioni
Quando una ragazza del XXI sec. riapre i suoi occhi smeraldo si ritrova, insieme al suo fratellino, nel XVII sec. in un piccolo porto nei pressi di Tortuga...
"Benvenuta ai Caraibi Tesoro!"
=In ristrutturazione =P
Genere: Romantico, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: Cross-over, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'UNTITLED'
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Nota delle Autrici:

Un saluto a tutti e rieccoci qua! Penultimo capitolo della nostra fan fiction, no questa volta è il penultimo davvero non abbiamo più scuse ;)

Capo, prepariamoci a ricevere lettere di annunci funebri perché non so quanti lettori a questo punto sopravvivono a questo capitolo… bhe andava fatto cmq!

Siamo contentissime come sempre di avere lettrici nuove e che allo stesso tempo quelle più affezionate ci seguono entusiaste, ne siamo davvero onorate ringrazio tutti a nome anche del Capo! ^^

In questo capitolo ci sono un sacco di riferimenti a quelli passati, vi consiglio un piccolo ripasso se vi và!:P

Il titolo non ha nessuna attinenza con il Titanic eh! ^^’’ lool

Ho deciso di metterlo così perché non sia troppo banale =)

La fine di questo capitolo è stata un po’ difficile da aggiustare perché ero troppo di buon umore in questi giorni, mettermi in panni tristi non è stato facile, ma spero comunque ne sia uscito qualcosa di buono o almeno decente!

Auguro alla mia piccola tigrotta di rimettersi presto, mi sei mancata tanto =’( un abbraccio forte forte!!

A voi buona lettura e un bacione!

Kela and Diddy

(Capitana and Capo)

 

Capitolo 27

La punta dell’iceberg.

Ruoto distrattamente un cucchiaino all’interno del barattolo che contiene la marmellata di mele.

Ne raccolgo una piccola quantità, lo porto alla bocca e gusto lentamente il suo sapore dolciastro, ripensando a com’è iniziata prima piacevolmente per poi finire in un vero disastro questa mattinata.

Mi trovo nella cucina della nave, ormai mi sento quasi parte di questo posto, ci sono come affezionata!

I rimasugli della colazione sono ancora disposti ordinatamente sul bancone di fronte a me.

Vi sono appoggiata con il capo ricurvo nella direzione del pavimento.

La porta che conduce alla cucina è aperta, mostra il ponte dove tutti sono già di buon ora al lavoro per raggiungere la nostra ambita destinazione: Isla Oculta!

Avverto un vociferare diffuso arrecato dai membri della ciurma che senza tanti complementi si riprendo, insultano e fanno accorgimenti.

Dei passetti allegri si avvicinano alla soglia della cucina, ecco un altro piccolo membro di loro: un piccolo pirata che sfoggia un grande sorriso, una fionda inserita nella cintura e dei stivaletti che mantiene sempre accuratamente lucidi.

Non sono del tutto d’accordo su questo suo schieramento, ma lascialo giocare ancora un po’ Jennyfer, tra poco non avrà più tutto questo come nemmeno lo avrai tu…

Sollevo la testa e accolgo il mio fratellino con un lieve sorriso mentre fa gioiosamente ritorno dal ponte.

Ancora saltellando annuncia che una persona vuole parlarmi, poi si avvicina, afferra scaltro una fetta di pane e scappa via nuovamente.

Estendo il sorriso in una risatina offuscata dalla immensa tristezza che sto provando in questo momento.

Mi sollevo dal bancone e mi giro di spalle posando il barattolo di marmellata sulla credenza.

Ha detto che qualcuno vuole parlarmi, chi può essere?

Se non…

Dall’entrata della cucina dopo qualche istante appare nuovamente Dylan seguito dal Capitano che lo segue con un passo più lento e titubante.

Lo immaginavo.

Non mi và che veda come sono in questo momento, emetto un accenno con la testa e riporto lo sguardo verso il basso.

So perfettamente che sono solo io quella ad essere in torto ma di certo non serve comunque a farmi sentire meglio.

DYLAN: "Sentite piccioncini, io tolgo il disturbo eh, voi parlate pure! Prima però rubo un altro po’ di questo… [afferma acchiappando altre due fette di pane ancora caldo] Ciao ciao!!" conclude frettolosamente abbandonando la stanza.

Rimasta sola con Jack e non sapendo cosa fare prendo la tazza con il quale mio fratello ha fatto colazione e mi accingo a lavarla in una tinozza d’acqua.

Questo è l’unico modo per cui sono certa di giustificare il fatto di non mantenere alto lo sguardo nei confronti del Capitano.

Appena le mie mani entrano a contatto con l’acqua insaponata e non proprio del tutto pulita del recipiente alcuni taglietti che mi sono procurata questa mattina sulle dita iniziano a bruciare e a infastidirmi.

Stringo gli occhi per attutire il dolore, i miei sforzi come sempre sono nulli, Jack non è così distratto.

JACK: "Cosa ti è successo alle mani?" domanda ponendosi al mio fianco e cercando di volgere a se le mie mani per studiarle meglio.

IO: "N-non è niente davvero, sto bene! Sono solo dei graffietti… E’ successo tutto poco fa mentre preparavo la spremuta di frutta a Dylan" spiego sempre cercando di non mirare lo sguardo ai suoi occhi immergendo ancora di più le mani nell’acqua per sfuggire alla sua vista.

JACK: "Per mia fortuna non sono ancora diventato cieco, ho visto benissimo che ti sanguinavano le mani quando sono entrato…" afferma con tono sicuro abbassando il capo per cercare di mostrasi a me anche se non mi soffermo a guardarlo più di qualche secondo.

IO: "Bhe sono cose che succedono se si tenta di creare dal nulla un oggetto simile a quelli del futuro!" rispondo decisa ad affrontare un po’ tutto questo, guardandolo finalmente negli occhi spavalda.

Sembra stupito, sollevato e allo stesso tempo esortato da questo mio gesto: "Non sei ancora capace di farne a meno, vero?" domanda conscio appoggiando i gomiti sul bancone.

IO: "Ho sempre cercato di adattarmi ma spero tu comprenda che non è facilissimo!!" affermo quasi innervosita rimanendo perplessa a scrutarlo.

Jack corruga la fronte e non rivolgendomi direttamente lo sguardo domanda: "Sei ancora arrabbiata per via dello scherzo nella stiva?"
IO: "Bhè, hai tentato seriamente alla mia vita togliendomi la scala da sotto i piedi, direi che ne ho tutto il diritto!!" affermo tra il serio e il sarcastico.

JACK: "Io avrei tentato alla tua vita?!? E tutte le volte che ho messo a repentaglio la MIA vita per salvare la TUA di vita con l’intento di riportare al sicuro la vita di entrambi?!?!? Quelle non le consideriamo più!?! Sai benissimo che non ti avrei mai fatto cadere, sei proprio cocciuta!!" dice sollevandosi di scatto, agitando energicamente le mani e strabuzzando gli occhi assumendo un’espressione comicissima.

Ecco un altro solito comportamento mescolato a un ragionamento contorto dei suoi.

Lo fisso per qualche istante, lui non sentendomi rispondere mi guarda smettendo di gesticolare.

Subito dopo scoppio in una fragorosa risata che mi comporta persino le lacrime agli occhi.

IO: "Sei troppo folle" affermo riprendendomi e scostando le mani dalla tinozza.

JACK: "Tieni questo [dice apprensivo porgendomi un panno pulito con cui asciugarmi le mani bagnate] Lo prendo come un complimento!" conclude entusiasmato.

IO: "E lo era"

JACK: "Che mielato sorriso…" afferma avvicinandosi come incantato.

Mi intimorisce quando fa così, non so che gli prende non sembra più lui, indietreggio senza rendermene conto.

Accortosi del mio timore si ferma e continua a scrutarmi ancora per qualche secondo.

Questa distanza sottile mi mette agitazione e confonde, non so mai come comportarmi.

Riflettuto qualche istante chiede come se nulla fosse: "Pace? Abbassiamo le asce di guerra ed alziamo una bandiera di tregua?"domanda con espressione cauta.

Sbatto ripetutamente gli occhi per darmi coraggio e cercare si smetterla di agitarmi, poi rispondo con più sicurezza: "D’accordo per questa volta sei perdonato!"

JACK: "Come dici?!? Sono io quello che deve essere perdonato adesso, volgiamo parlare di come hai cercato di raggirarmi tu invece?!?" afferma in tono offeso-divertito.

IO: "Il mio è stato puro istinto dettato dalla vendetta!!!" sbotto aggressiva per cercare di difendermi.

JACK: "Istinto eh…" confuta contemplandomi con un sorrisino malizioso stampato in faccia.

IO: "Esattam…" controbatto accorgendomi a metà parola di non aver usato proprio il termine più adatto…

Non è possibile, mi fa incastrare da sola!!!

JACK: "Mi piacerebbe essere vittima dei tuoi istinti più spesso…" borbotta quasi tra se stesso distogliendo da me il suo sguardo.

IO: "COSA??" domando sbigottita.

JACK: "NO, nulla..nulla… E va bene, ti concedo il mio perdono. Faccio finta che non sia successo nulla!" conclude con un espressione rassicurante.

Scommetto che dice così perché infondo non gli è dispiaciuto poi così tanto!!

Sorrido a mio volta e poi mi avvicino appoggiando la mia guancia contro la sua creando quella specie di abbraccio successo giorni fa, quando lui nemmeno se ne poteva rendere conto…

JACK: "Ho come l’impressione di aver già vissuto questo momento! In un sogno…" afferma vago sempre al mio fianco.

Lo era davvero Jack… e poi cosa hai sognato, che io fuggivo via?! Bhe è successo realmente.

"Devo essermi sbagliato…"

IO: "Di certo avrai sognato un’altra donna, non me!" replico quasi con tono da ostentatrice.

Sorride nuovamente tra se e se, speravo tanto che mi contraddissi invece…

JACK: "Potresti farmi un ultimo favore?" domanda serio sciogliendo lentamente la specie di abbraccio che ci avvicinava.

IO: "Certo, dimmi!" rispondo curiosa.

JACK: "Prima che tu te ne vada dolcezza, vorrei che mi lavassi la camicia che mi hai macchiato!!" dice quasi in tono di rimprovero porgendomi l’indumento sporco.

IO: "Cosa dovrei fare?? NO! Non ho la minima idea di come si fa e come diamine faccio a far andar via questa macchia???" domando in una sorta di supplica rincorrendo sull’entrata della cucina il Capitano che si sta allontanando tranquillamente senza lasciarmi quasi il tempo di controbattere.

JACK: "Non è un mio problema tesoro!!" replica divertito esibendo un largo sorriso di scherno prima di darmi le spalle nuovamente e proseguire.

Lo inseguo fuori a mia volta divertita appoggiando distrattamente la camicia sopra una sedia.

Non la laverò mai più quella camicia…

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Prima che il sole raggiungesse il culmine del suo percorso sento un uomo dall’alto della vedetta urlare: "TERRAAAAA!!"

Mi precipito velocemente fuori dalla cucina, Jack mi guarda senza far trafelare alcuna emozione, poi annuncia all’intera ciurma che tra pochi minuti saremo scesi su quell’isola.

Il mio cuore inizia a battere all’impazzata… si torna a casa!

L’isola è molto piccola, viene chiamata Isla Oculta, in pochi credono nella sua esistenza.

Attracchiamo su un piccolo molo, non scorgiamo anima viva, quest’isola è proprio disabitata!

Durante il susseguirsi di questa avventura ho ascoltato parecchie leggende da parte dei membri più saggi della ciurma che parlano dell’origine di questo scorcio di terra al centro del mare Caraibico.

Nemmeno io riesco a spiegarmi come quest’isola abbia appositamente la forma di un pentagono che coincide con il centro di una stella… e non una stella qualunque, le punte corrispondono con le principali tappe del nostro viaggio!!

Sono molto emozionata, ho il battito a mille e per il mio fratellino che si mantiene vicino a me è lo stesso.

Nei pressi del molo non troviamo segni di civiltà, decidiamo di attraversare a piedi una piccola foresta anche perché non abbiamo altri mezzi.

Camminiamo come dei soldati durante una marcia, qualcuno della ciurma un po’ più a rilento a causa di qualche arto dolente o dalla sbornia mattutina che non si è ancora consumata.

Improvvisamente Dylan si mette a correre e mi supera distaccandomi di parecchi metri.

IO: "Dylan no, torna qui!!!" urlo seguendolo preoccupata che possa cadere e farsi male.

Il mio fratellino non mi ascolta, raggiunge il Capitano in testa al gruppo e come se nulla fosse gli chiede se può continuare il tragitto tenendolo per mano.

Giunta a qualche passo di distanza da loro prima mi blocco per lo stupore, poi dopo aver ripreso fiato mi mantengo a poca distanza osservando incuriosita la reazione del Capitano.

Jack sorride al marmocchietto e gli tende la mano che Dylan afferra saldo allegramente.

Quelle mani… dita lunghe, affusolate, palmi ampi e lisci… è un sensazione così bella sentirle scorrere lungo la schiena, mette i brividi!! Nonostante tutti quegli anelli che indossa è così attento a non farmi del male, come se non ci fossero…

Oh no Jennyfer basta, riprenditi!!

Non è il momento di sviare la realtà, bisogna affrontarla a mente lucida e non persa altrove!!

Scuoto la testa tra me stessa e proseguo cercando di svuotarla da ogni pensiero.

Dopo qualche minuto di cammino il nostro percorso è ostruito dalla gola di una piccola vallata, nel mezzo scorgiamo tra la folta radura una grotta immersa da diverse palme.

L’intera ciurma si schiera sul bordo dell’ incavo, dopo qualche esitazione viene prestabilito che con molta calma ne raggiungeremo il fulcro facendoci strada tra la vegetazione.

Non sappiamo esattamente se il tesoro sia deposto lì, ma è l’unico luogo insolito che abbiamo trovato fin ora!

Quattro pirati armati di sciabola ci precedono e recidono gli arbusti che ostacolano il cammino.

Cerco di mantenermi al passo con gli altri anche se tra qualche difficoltà dato che qualcuno mi sorpassa profondamente entusiasmato ed euforico per la imminente vicinanza al loro obbiettivo più grande: il tesoro!

Quando tutti arriviamo a destinazione ci troviamo dinanzi

l’entrata della grotta dove pensiamo al suo interno si

trovi il tesoro.

Sul viso di Jack si dipinge un’espressione come quella di un bambino che è impaziente di aprire il suo sospirato regalo di compleanno.

Si fa un po’ malamente largo tra la sua ciurma, ma dinanzi l’apertura della grotta di blocca con una espressione avvilita:

è completamente ostruita da un macigno!

I pirati della Black Pearl rimangono interti intorno all’apertura dall’aspetto invalicabile, io non avendo una buona visuale mi avvicino e rendendomi conto della complicatezza causata dal masso mi inoltro appena all’interno per studiare meglio la situazione.

La vallata dove ci troviamo è poco profonda infatti nonostante la rigogliosa natura circostante è abbastanza illuminata.

Scrutando meglio vedo che il macigno è stato incastonato per bene soprattutto nel soffitto della caverna, forse con una leva potrebbe essere facile da estrarre… almeno arrivati a questo punto bisogna provarci!!

IO: "Uff, Capitano questa proprio non ci volevaaaaaAAAAAAAAAAA" mentre sto per esporre il mio piano girata verso Jack il terreno fangoso sotto ai miei piedi si apre in un condotto che mi dirige sottoterra.

Attendo qualche istante che il cumulo di terra e polvere formatosi attorno a me si dilegui e… Lo spettacolo che appare ai miei occhi è di dir poco meraviglioso!!!

Le pareti della caverna si colorano di un grigio perla che sfuma in azzurro oceano, sembra di origine corallina come se da varie condutture che attraversano il fondo della foresta di quest’isola fosse direttamente collegata alla barriera marina.

La parte che noi abbiamo visto al centro della vallata è solo come è solito dire la punta dell’icerbeg!

Attorno a piccoli rivoli acquosi ci sono intere montagne di monete d’oro raccolte malamente in mucchi che sembrano alti quanto persone, corone d’oro e d’argento decorate con i lustrini più preziosi, diamanti di ogni dimensione, colore e forma, una meraviglia!!!

Statue di marmi e bronzo in pose classicheggianti e dall’aspetto di qualche Dio greco sconosciuto… non credo ai miei occhi, neanche in un film ho mai visto una cosa del genere!!!

"Tutto bene là sotto?!?!"

La voce del Capitano proveniente dall’esterno rimbomba tra le pareti umide e rocciose della grotta spezzando l’alone incantato che mi lasciava attonita dinanzi a quello che mi circonda. Eccome se sto bene!!

IO: "JACK, JACK!! …il tesoro…HO TROVATO IL TESORO!!!!" urlo a gran voce un po’ agitata, ancora sconvolta e spiazzata.

Un mormorio proviene dall’alto, nel giro di pochissimi secondi tutti si prendono a gomitate per passare e si inoltrano impazziti di gioia all’interno della grotta, avventandosi sull’oro, per prenderne più che possono.

Ancora a terra con il fondoschiena dolorante per la precedente caduta mi riparo il viso con le mani per non essere ricoperta del tutto dal terriccio sabbioso che levano in aria i pirati avventandosi avidamente nella grotta.

Dopo che l’euforia si è introdotta e sparsa soprattutto nelle zone più succulente di gemme preziose alzo lo sguardo e incontro quello di Jack che mi fissa sorridente porgendomi la mano.

JACK: "Sei tutta intera?" domanda sarcastico facendomi alzare da terra.

IO: "Si grazie…" rispondo scrollandomi un po’ di polvere dai vestiti "..quello è il vostro tesoro Capitano, correte a prenderlo, vi appartiene!" lo incito dopo averlo ringraziato ed essermi allontanata da lui.

Il tesoro più grande che io abbia mai trovato non è questo che appare davanti ai miei occhi, si tratta di un uomo, precisamente quello che si trovava davanti a me poco fa…

Ma ormai non mi aspetto più che per lui sia lo stesso e ricambi il sentimento, si sente solo in debito con me perché l’ho aiutato in una delle imprese che segneranno maggiormente la sua vita.

Abbiamo ottenuto chi più chi meno qualcosa, no?!

Credo di potermi accontentare così, anche se è talmente difficile…

Mi guardo intorno con un alone immenso di tristezza negli occhi nonostante tutto, raggiungo una rupe incastonata di qualche diamante facilmente estraibile e ne osservo ammaliata la sua infinita bellezza.

Intorno a me gli uomini si ricoprono di oggetti d’oro, boccheggiano estasiati tra l’ immenso valore della monete d’argento che trovano ed esultano di felicità buttandole in aria con grida e risate.

Mi piacerebbe solo provare una minima parte della felicità che sentono loro in questo momento per tornarmene nel mio tempo con almeno un accenno di sorriso…

Percorro una stradina della caverna composta da un suolo di sassi probabilmente provenienti dal soffitto che è provvisto da numerosi buchi, su delle vecchie tavole di legno sono disposti in mostra, come scritti importanti esposti in un museo, delle tele e dei rotoli di stoffe pregiate appena srotolate per mostrarne l’elevato valore che possedevano a quel tempo.

Sfioro leggermente con le dita il manto costoso e mi stupisco del fatto che, nonostante le macerie e la polvere che vi si è depositata sopra con il passare degli anni, questo tessuto è così pregiato che non si è rovinato!

Vengo raggiunta da Dylan che ricoperto da capo a piedi di collane di perla dice elettrizzato: "JENNY, siamo ricchi!!!"

IO: "Dylan… noi siamo già ricchi!"ammonisco esasperata. Ha preso la memoria per caso?!

DYLAN: "Ahhh… è vero!!" ma sembra non dare tanto peso alla sua affermazione e ricomincia ad acchiappare e intascarsi oggetti rari di ogni tipo con foga.

Dopo aver girovagato un po’ a vuoto esco dalla grotta, non sono così interessata a questo tesoro: non me ne posso fare nulla, nel futuro non può venire rimarrà qui, come qualcun altro…

Dietro di me alcuni pirati stanno trasportando all’esterno del covo alcune casse, le hanno riempite fino all’orlo di preziosi per trasportarle successivamente a bordo della Black Pearl.

Risalgo una crepa preesistente e osservo malinconica l’unico squarcio di sole che intravedo volgere verso l’orizzonte.

Mi stringo nelle spalle colta da una brezza fredda proveniente dal mare e porto lo sguardo afflitto verso il basso.

Dei passi giungono alle mie spalle, mi volto e scorgo Jack avvicinarsi rivolgendomi un sottile sorriso abbassando la testa di tanto in tanto per appoggiare i piedi in incavi sicuri e non precipitare rovinosamente del dirupo.

Santo cielo stiamo per salutarci per l’ultima volta! Cerco di trattenere il più possibile le lacrime.

Respiro un’ultima volta profondamente prima che venga troppo vicino e si accorga delle mie condizioni.

JACK: "Stavi cercando di andartene via senza nemmeno salutarti, senza che ti dica almeno grazie?" domanda inizialmente con un suo ghigno beffardo che diventa poi mesto.

IO: "No di certo.. è solo che… ti ho sempre detto che non voglio essere ringraziata, non ci dobbiamo niente!"affermo in tono avvilito trovando la forza di guardarlo negli occhi.

JACK: "Uhm… Bhe le tue parole sono in parte errate dolcezza! Io ti devo questa… [sostiene porgendomi la mappa intera incollata saldamente nei tre punti in cui era stata divisa] non potresti far ritorno a casa altrimenti!" conclude con sguardo rassicurante.

Prendo tremante il documento tra le mie mani, lo arrotolo su se stesso e lo ripongo nella tasca dove conservo anche il foglietto dove vi è incisa la formula che riporterà me e Dylan nel nostro tempo.

JACK scrutandomi preoccupato: "Credevo che saresti stata felice di tornare nel luogo da cui provieni…!"

IO rialzando lo sguardo: "Sono contenta che finalmente hai raggiunto il tuo obbiettivo e hai trovato il tuo tesoro Jack, ma spero che tu sappia che non è l’oro e il potere che danno la felicità…" affermo reprimendo un singhiozzo.

Confido almeno di avergli fatto capire in parte la mia situazione…

Accenna un sì con la testa: "Vedo anche che indossi la collana di perle che abbiamo trafugato dall’attacco a sorpresa a quella nave di nobili!" conclude divertito.

IO: "Oh si… ecco, l’ho messa per ricordarmi di restituirtela, non posso tenerla!" controbatto levandomela da introno al collo e raggruppandola nel palmo della per porgergliela.

JACK: "Assolutamente e necessariamente no chérie, l’ho regalata a te, volevo la tenessi!" afferma esuberante respingendo il mio volere scrutandomi perplesso.

Riesco appena a trattenere una risata quando si agita così.

"Prima di tutto Capitano questo monile è parte del profitto di un furto, e sai perfettamente che non approvo![ affermo con tono di rimprovero ricevendo uno stralunamento degli occhi da Jack] e poi non posso comunque portarla con me, non mi rimarrà nulla che fa parte di questo tempo…"

Se non il tuo bellissimo ricordo…!

JACK: "Ma è una collana fatta di perle nere, ti ricorderà il nome nella mia nave e anche del suo Capitano indubbiamente!" cerca di giustificarsi assumendo infine un riso malizioso-divertito.

Ah bhe di un individuo così è difficile dimenticarsene!

IO: "Smettila di fare quella tua solita faccia!! E comunque puoi sempre tenerla tu come ricordo per averla data in dono a.. una ragazzina testarda e viziata che ti ha causato qualche guaio e intoppo, ma infine ti ha permesso di raggiungere una delle svolte più importanti della tua vita…" affermo inizialmente ridacchiando e poi riducendo la voce insicura a un sussurro.

JACK: "..E va bene, come vuoi Jennyfer!" conclude intuendo [spero] cosa voglio dire e intascandosi la collana.

Incrocio imbarazzata le braccia sul petto e mantengo lo sguardo verso terra.

"Sorellinaaaaa!!" urla insistente Dylan da lontano scalando con fatica le pareti ripide del dirupo per raggiungerci.

Quando dista da noi qualche passo ci scruta interrogativo con il fiatone e notando la presenza di Jack commenta in una smorfia: "Ah no se dovete sbaciucchiarvi me ne vado, non vorrei rimettere la col.. ehm COLAZIONE!!" dice seccato con una vocina diversa dal solito.

Guardandolo più da vicino noto un rigonfiamento nelle guance.

Prima che scappi di nuovo via cerco di fermarlo: "DYLAN!"

Il funghetto vivente si blocca sussultando di colpo, ah ma allora è consapevole di star architettando una delle sue!

Si rigira verso di me lentamente mostrando un largo sorriso da angioletto "Ci Jen?!"

IO: "Che cos’hai in bocca??"

DYLAN: "Iente sorelina mia!!" cerca di scagionarsi coprendosi la faccia con una mano.

Figuriamoci se io ti credo! Mi avvicino serrandolo per le spalle e tenendogli la mandibola aperta a forza con una mano.

Nella cavità maleodorante della bocca di mio fratello [bhe è giustificato in parte, non ci sono dentifrici e spazzolini in quest’epoca…] tra i suoi dentini da latte scorgo delle perle rosee unite tra loro da filo si spago.

IO: "Ma sei impazzito??? Cosa diavolo credevi di farci con queste?!?!?" sbotto adirata togliendogli tutta la striscia di perle preziose dalla bocca.

DYLAN: "Vedi Jenny, pensavo che il Capitano non ci permettesse di tenere nulla che fa parte del tesoro con noi! Quella collana era l’unica cosa che riuscivo a nascondere senza attirare attenzione, volevo conservarla!" spiega in tono innocente tenendo la testa bassa, le mani unite dietro la schiena e sbirciando di tanto in tanto la reazione di Jack al suo fianco.

JACK: "Come dici ragazzo?! No di certo! Tutto quello che di quella grotta riesci a portarti via è tuo! Non ho mai detto che il ben di Dio deposto là dentro è riservato solo a me e alla mia ciurma!"spiega mettendo le mani sui fianchi guardandolo fiero.

DYLAN: "Dice davvero Capitano?? Hai sentito Jen, hai sentito!! E’ fantastico!!!!" dice saltellando al settimo cielo.

IO: "Frena l’entusiasmo nanetto, non abbiamo più molto tempo!"

Ammonisco dispersiva.

DYLAN: "Perché, dobbiamo già salutare il Capitano?"

IO: "Esatto piccolo mio" confermo pettinando con le dita il ciuffo castano sempre ribelle che ricade sulla fronte di Dylan e mantenendo su di lui l’attenzione per non rivolgerla a Jack dato che sarei sicura di farmi sfuggire qualche lacrima.

"E va bene…" confuta con tono triste avvicinandosi a Jack.

JACK: "E’ giunta l’ora!" dice rivolto ad entrambi con tono neutrale.

IO: "Già, ora tocca a noi ora concludere la nostra avventura!" confermo con voce tremante.

JACK: "Non posso fare niente per impedirtelo?!?"domanda un ultima volta come speranzoso di ricevere una risposta affermativa avvicinandosi molto a me e lasciandomi di sasso.

IO: "No… non puoi" rispondo cercando di mantenermi lucida anche se sono turbata e pervasa di tristezza. Non puoi o non vuoi…?

In quel momento tra noi interviene Dylan: "Arrivederci Capitano! Mi sono divertito tantissimo sulla sua nave!!!" dice con il suo solito atteggiamento allegro anche se lo sta salutando per l’ultima volta.

JACK: "Stammi bene. Abbi cura di te e tua sorella giovanotto, mi raccomando… è il mio ultimo ordine!" impone rivolgendo uno sguardo incoraggiante che provoca in Dylan una risata seguito poi da me e dallo stesso Jack.

Il Capitano lo abbraccia abbassandosi alla sua altezza, Dylan ricambia stringendolo con le sue braccine che si adattano alla sua scarsa altezza.

Trascorrono pochi secondi che sembrano rintoccare dentro di me come un orologio, ogni momento che passa mi trafiggono lo stomaco e sussurrano l’irrimediabile avvicinarsi della fine.

Quando Jack si rialza, pone il capo verso di me per darmi il suo saluto, ma come se improvvisamente si bloccasse, mi porge solamente la mano.

Osservo frastornata la sua mano tesa, questo gesto mi provoca un grande vuoto come quello che causerà la tua mancanza Jack… credevo mi salutassi con qualcosa di più!

Il mio labbro inferiore trema, vorrei dire qualcosa ma non ne sono capace.

Tento di reagire e la stringo anche se debolmente cercando di sorridere.

DYLAN: "JENNY!!!" dice innervosito.

IO: "Cosa c’è??" domando attonita voltandomi verso di lui.

DYLAN: "Smettetela… salutatevi come si deve!!!!" esorta indicando entrambi.

Mi giro di scatto buttando le braccia al collo di Jack per abbracciarlo, ora non riesco più davvero a trattenere le lacrime.

Scoppio a piangere come una bambina, le braccia del capitano mi stringono forte a se quasi sollevandomi da terra.

Affondo come per cercare rifugio il viso tra il collo e la sua spalla, in questo momento vorrei che non si staccasse mai…

Reprimo più che posso i singhiozzi e bisbiglio debolmente: "Lo sai c-che non tornerò più indietro vero?! …Non tenterò nemmeno di farlo, sai anche tu cosa succederebbe altrimenti!"

JACK: "…Ti dimenticherei per sempre…" afferma abbattuto.

Annuisco a denti stretti.

Una sua mano si appoggia sulla mia nuca per stringermi ancor più a se, d’improvviso mi lascia e mi fissa in silenzio per qualche secondo scostandomi i capelli che mi sono ricaduti intorno al viso a causa dell’abbraccio e delle lacrime.

Appoggio una mano sulla sua delicatamente, la guido lungo il mio mento cercando un filo di sicurezza dei suoi occhi.

La sua maschera distaccata persiste, cerco di far cessare le lacrime per osservare meglio se in lui avviene qualche alterazione.

Sento un groppo in gola cerco di tranquillizzarmi e riprendermi per essere in grado di salutarlo opportunamente.

Osservando meglio noto infondo al nero vellutato dei suoi occhi un alone di sconforto che tarda a manifestarsi.

Nel momento in cui forse anche lui sta per esprimere una parte del suo rammarico si avvicina prontamente e unisce le nostre labbra in un bacio intenso mentre mi accarezza ancora il viso.

In questo momento non mi importa più chi ci sta guardando, potremmo essere al culmine del paradiso o dell’inferno, non avrebbe comunque alcuna importanza… Non ho davvero più alcuna scusa per non abbandonarmi del tutto a te almeno per quest’ultima volta…

Distaccandosi da me mi accorgo di essere rimasta senza fiato e parole, riapro gli occhi lentamente e sulle mie guance un po’ arrossate scorro altre due lacrime.

JACK: "Non voglio dirti addio, promettimi che sarai felice anche nel tuo mondo, non lasciarti mai abbattere, sei una ragazza molto forte!" afferma con lo sguardo corrugato.

IO: "Te lo prometto! Non ti dimenticherò mai Jack…!!" rispondo debolmente prima di abbracciarlo ancora.

JACK: "Neanche io, dolcezza" ammette soffocando la sua affermazione tra i miei capelli.

Nel futuro esistono storie d’amore di giovani ragazze che sposano anziani milionari anche quasi novantenni.

Ho sempre giudicato con sospetto certe situazioni, l’ammetto! Ma ora 60 anni di differenza mi sembrano un nulla a confronto con quattrocento anni di discrepanza…

In tal modo sono costretta a rinunciare con il cuore spezzato a tutto questo.

Mi allontano appena, abbastanza da poter guardare Jack in viso, lui accortosene mi rivolge un sorriso rincuorante che riesce un poco a far diminuire le mie lacrime.

Questo è l’ultimo dei suoi meravigliosi sorrisi, rimarrà per sempre nel mio cuore Jack!

Prima di dividerci del tutto si china un istante per darmi un definitivo e lieve bacio.

Le mie mani si appoggiano sulle sue spalle e stringono con amarezza la stoffa della camicia leggera sotto il colletto della giacca.

Ti prego non lasciarmi andare via… tienimi qui con te, non permettere che esca dalla tua vita così…!

Si allontana da me così precipitosamente che appena riesco a incrociare un’ultima volta il suo sguardo.

Le mi preghiere non sono servite proprio a nulla…

Altre lacrime annebbiano la mia vista mentre raggiunge il fulcro della valle e annuncia ai suoi uomini che partiranno dopo il tramonto.

Il mio cuore subisce un forte sussulto quando si rigira per l’ultima volta verso di noi e abbozza un sorriso portandosi due dita alla fronte e facendo il saluto pirata.

Dylan mi prende per mano e ricambia goffamente il saluto al Capitano.

Rimango tutto il tempo immobile come un automa, solo un fiume di lacrime fuoriesce dai miei occhi arrossati dal pianto.

Nel momento in cui Jack Sparrow scompare per sempre dalla mia vista e dalla mia vita, rientrando tra le mura coralline della grotta, le mie labbra intrise dell’amaro sapore del rhum che mi ha lasciato si socchiudono sussurrando: "Addio"

Aiuto Capo… qui riceveremo annunci funebri a palate secondo me!! 0___0

Bhe se qualcuno sopravvive almeno ci dica via recensione cosa ne pensa di questo Capitolo! ^^’

Kisssss

Capitana

 

   
 
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