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Autore: darkroxas92    22/09/2012    4 recensioni
E se Harry Potter fosse finito per sbaglio nel mondo di Fairy Tail durante la sua infanzia? E se fosse stato accolto proprio nella gilda numero uno di Fiore? E se un giorno Albus Silente riuscisse a ritracciarlo, chiedendogli di tornare nel suo mondo d’origine? Come si svilupperà la storia del mago più famoso della comunità magica con queste premesse?
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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13: Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel

E rieccomi con il nuovo capitolo!
Allora, eravamo rimasti allo smistamento, e vedo con piacere che sebbene abbia spedito tutti a Grifondoro, le decisioni del cappello parlante vi sono piaciute *alla Burns* 
Eccellente!
Or dunque, direi che è arrivato il momento di iniziare con le lezioni e lo sport preferito dei maghi! Spero di potervi ancora sorprendere con il proseguire della trama (soprattutto con i capitoli che sto scrivendo adesso XD).
Ringrazio Fly89 per avermi fatto da beta reader, e poi... passiamo alle recensioni!

@ fria: Eh eh, e siamo ancora all'inizio... Per l'aggiornamento, al momento posso garantirvi aggiornamenti relativamente veloci almeno fino al capitolo 12, poi si vedrà... dovrò comunque riscrivere 7 libri e (al momento) 300 capitoli di manga, senza contare le parti completamente nuove... questa fiction dovrebbe andare avanti per un po' XD
@ NemoTheNameless: Beh, era il loro primo incontro... dagli il tempo di trovarsi da solo con Pix e vedrai che bel 
Poltergeist potrebbe avere un incontro poco pacifico con il fuoco... XD. Per Gray, diciamo che è un lato che a Hogwarts riuscirà a mantenere nascosto... almeno per il momento XD. E sì, questo Harry è decisamente maturo per la sua età, dato che ha già vissuto esperienze che probabilmente l'Harry originale non vivrà mai XD. E poi è pur sempre un mago di Fairy Tail, perciò non bisogna sottovalutarlo XD. Per il quartetto dell'apocalisse... aspetta e vedrai... *inserire qui risata malvagia*
@ Iora Sol: Finché Erza sarà costretta a trattenersi, ma tranquilla, potrebbe avere qualche attimo di cedimento... E saranno guai per chi li sarà di fronte XD. E Gray... se avesse ceduto, sarebbe stato deriso per molto, molto tempo... e lui avrebbe congelato tutti XD. Perciò, almeno per ora, dovrà resistere XD.
@ ganduil: Eh già, Sieglein non è apparso per puro caso, e presto il suo ruolo potrebbe essere più noto... o forse no? XD. E lo stesso vale per la ragazza... ma credimi, non sarà una delle apparizioni più sorprendenti. Ho in mente qualcosa di ben peggiore, per tutti i maghi XD. Equilibrio invece al momento sto scrivendo un capitolo abbastanza difficile, e lo stesso anche per The Last Battle... ma riprenderò il prima possibile!
@ Albus Severus Potter: Oh, sì, sì, l'ho letto Rave. Perciò so bene chi è il buon vecchio Shuda, e quindi la sua controparte di Fairy Tail farà la sua grande entrata, ma è ancora presto. Il piano che ho in mente è assai più complicato. E M... è ovvio che si tratta di Mello XD *si rende conto di ciò che ha detto* ... ma come mi vengono in mente certe idee? Beh, Lucy è Lucy... se non urlava di paura per qualche fantasma, non sarebbe stata lei, no? XD E aspetta di vedere l'incontro con il cane più docile di tutti XD.
@ Fly89: Il Cappello Parlante è veramente uno dei personaggi (?) più importanti, senza dubbio ù.ù. E sì, hai ragione, presto la trama prenderà pieghe decisamente diverse... per entrambi i fandom. E preparati, perché ho in mente cambiamenti che sorprenderanno tutti, nessuno escluso! (me incluso, che mi sto ancora chiedendo come ho inventato tutto questo XD). E la A è l'inizio di tutto, ricordarlo ù.ù

Bene, e prima di lasciarvi al capitolo, un piccolo extra, che come chi segue Equilibrio saprà, mi piace fare per le mie fiction, ove possibile! Quindi ecco a voi la prima opening di questa storia!

Opening 1

Capitolo 05: L’inizio delle lezioni! Il Quidditch!
“Guarda lì!”
“Dove?”
“Vicino a quello con la sciarpa.”
“Ma hai visto che faccia?”
“E la cicatrice, l’hai vista?”
Il giorno dopo, da quando Harry e gli altri avevano lasciato il dormitorio, furono inseguiti da una miriade di bisbigli e commenti.
I ragazzi in fila fuori dalle classi si alzavano in punta di piedi per dargli un’occhiata anche solo per un attimo, oppure lo superavano lungo i corridoi per poi tornare indietro a osservarlo meglio.
“Non so quanto resisterò di questo passo…” commentò il moro, facendo un profondo respiro.
“Su, vedrai che con il tempo la smetteranno.” Disse Erza. “Altrimenti, troveremo un modo per costringerli a interrompere questo teatrino.”
Ron guardò con timore la nuova compagna. Da quel che gli avevano raccontato Harry, Natsu e Gray, sapeva diventare molto pericolosa se provocata, ma quando aveva chiesto che cosa potesse fare, i tre maghi si sono rifiutati di rispondere, liquidandolo con un sincero “Meglio che tu non lo sappia, credimi.”
I maghi di Fairy Tail avevano appreso che a Hogwarts c’erano centoquarantadue scalinate: alcune ampie e spaziose, altre strette e pericolanti; alcune che il venerdì portavano in luoghi diversi; altre con a metà un gradino che scompariva e che bisognava ricordarsi di saltare. Poi c’erano porte che non si aprivano, a meno di non chiederglielo cortesemente o di non far loro il solletico nel punto giusto, e porte che non erano affatto porte, ma facevano finta di esserlo.
Molto difficile era anche ricordare dove fossero le cose, perché tutto sembrava soggetto a continui spostamenti: i personaggi dei ritratti si allontanavano continuamente per farsi visita l’uno con l’altro, e Lucy avrebbe giurato che le armature camminassero da sole.
“Questo luogo ha più magia di qualunque altro abbiamo mai visto.” Aveva commentato Gray, osservando una scala che si muoveva da sola, cambiando completamente direzione.
Neanche i fantasmi contribuivano a rendere più semplice la situazione. Era assai sgradevole quando uno di loro, all’improvviso, scivolava attraverso una porta che un ragazzo stava cercando di aprire.
Nick-Quasi-Senza-Testa era sempre felice di indicare ai Grifondoro la giusta direzione, ma Pix il Poltergeist, se lo incontravi quando eri in ritardo per una lezione, era capace di farti trovare due porte sprangate e una scala a trabocchetto, ma era anche capace di altri notevoli scherzi: ti tirava in testa il cestino della carta, ti sfilava il tappeto da sotto i piedi, ti lanciava addosso pezzi di gesso oppure, avvicinatosi di soppiatto, ti afferrava il naso e strillava: “PRESO!”
Tuttavia, un giorno alcuni studenti erano pronti a scommettere di averlo visto leggermente bruciacchiato, voce che non appena giunse ai maghi di Fairy Tail li fece girare verso Natsu con una certa disapprovazione dipinta in viso.
“Che c’è?” chiese lui, con finta aria innocente. “Io gli avevo chiesto di spostarsi dalla porta. E tranquilli, ho usato la bacchetta.” Disse, mormorando l’ultima frase.
Ancor peggio di Pix, se possibile, era il custode Argus Gazza, che i ragazzi erano riusciti a prendere per il verso sbagliato fin dalla prima mattina.
Gazza li aveva sorpresi mentre cercavano di passare per una porta, che sfortunatamente risultò essere l'entrata al corridoio del terzo piano di cui era vietato l’accesso agli studenti.
Non volle credere che si erano smarriti, poiché era fermo sulla convinzione che stessero cercando di forzarne l'entrata di proposito, e minacciò di rinchiuderli in prigione, se non fosse stato per il professor Raptor che passava in quel momento e li aveva salvati da una punizione quasi certa.
Gazza possedeva una gatta di nome Mrs. Purr, una creatura color polvere, tutta pelle e ossa, con due occhi sporgenti come fari, spiccicata al suo padrone. La gatta pattugliava i corridoi da sola. Bastava infrangere una regola di fronte a lei, mettere appena un piede fuori riga, ed eccola correre in cerca di Gazza, il quale puntualmente appariva due secondi dopo, tutto ansimante.
Gazza conosceva i passaggi segreti della scuola meglio di chiunque altro -tranne forse i gemelli Weasley- ed era capace di sbucare fuori all'improvviso al pari dei fantasmi. Gli studenti lo detestavano, e desideravano con tutto il cuore di riuscire ad assestare un bel calcio a Mrs. Purr.
Quando Natsu raccontò di lei a Happy, il gatto blu tremò visibilmente.
“Dev’essere inquietante, aye…” commentò.
Purtroppo per lui, Happy era relegato nella torre di Grifondoro, restando nascosto per la maggior parte del tempo, tranne quando i maghi di Fairy Tail si trovavano da soli.
Una volta che uno riusciva a trovare la classe, c’erano le lezioni.
Ogni mercoledì a mezzanotte bisognava studiare il cielo stellato con i telescopi e imparare il nome delle stelle e i movimenti dei pianeti.
Tre volte alla settimana, ci si doveva recare nella serra dietro al castello per studiare Erbologia con una strega piccola e tarchiata, la professoressa Sprite, con la quale i ragazzi imparavano a coltivare tutte le piante e i funghi più strani, e a scoprire a cosa servivano.
Indubbiamente, la lezione più noiosa era Storia della Magia, l'unico corso tenuto da un fantasma. Il professor Rüf era già molto, molto vecchio quando si era addormentato davanti al camino della sala dei professori e, la mattina dopo, alzatosi per andare a fare lezione, si era lasciato dietro il corpo. Rüf non la finiva più di parlare con voce monotona, mentre i ragazzi prendevano nota di nomi e date, facendo una solenne confusione tra Emeric il Maligno e Uric Testamatta.
Quando Lucy era entrata nella classe per la prima volta ebbe un leggero malore, ma lentamente si stava abituando alla presenza dei fantasmi.
Invece, il professor Vitious, l'insegnante di Incantesimi, era un mago basso e mingherlino che doveva salire sopra una pila di libri per vedere al di là della cattedra. All'inizio della prima lezione prese il registro e, quando arrivò al nome di Harry diede un gridolino eccitato e ruzzolò giù dalla sua “scala”, scomparendo alla vista degli studenti, mentre il moro si portava una mano sul volto, ormai esasperato da quella situazione.
La professoressa McGranitt era ancora diversa. Severa e intelligente, fece un bel discorsetto ai ragazzi nel momento stesso in cui si sedettero per ascoltare la sua prima lezione.
“La Trasfigurazione è una delle materie più complesse e pericolose che apprenderete a Hogwarts.” disse. “Chiunque faccia confusione nella mia aula verrà espulso e non sarà più riammesso. Siete avvisati.”
Poi trasformò la sua cattedra in un maiale e viceversa.
Tutti rimasero molto impressionati da quella dimostrazione, e non vedevano l'ora di cominciare, ma la maggior parte della classe si rese presto conto che ci sarebbe voluto un bel po’ di tempo prima che diventassero capaci di trasformare un mobile in un animale.
Presero un mucchio di appunti complicati, dopodiché a ciascuno fu dato un fiammifero che dovevano provare a trasformare in un ago.
Alla fine della lezione, Hermione Granger aveva cambiato qualche cosa nel suo fiammifero, mentre i maghi di Fairy Tail erano riusciti tutti quanti a portare a termine la magia, causando grande invidia nei compagni quando la professoressa McGranitt mostrò alla classe il loro lavoro, gratificando i cinque con uno dei suoi rari sorrisi.
“Non so come avremmo fatto senza quegli occhiali.” Disse Natsu a Lucy. “Siamo riusciti ad apprendere quasi tutte le magie del primo anno a tempo di record.”
“Già. Anche se per me la difficoltà maggiore sarebbe stata solo ricordare le parole esatte.” Commentò Harry, facendo un sorriso divertito.
Il corso che tutti non vedevano l’ora di frequentare era Difesa contro le Arti Oscure, ma le lezioni di Raptor si dimostrarono un po’ una barzelletta.
L'aula odorava fortemente di aglio: tutti dicevano che serviva a tenere lontano un vampiro che il professore aveva incontrato in Romania, e che temeva che sarebbe tornato un giorno o l’altro a prenderlo per portarlo via.
Il turbante, così disse ai suoi allievi, lo aveva ricevuto in dono da un principe africano, come pegno di gratitudine per averlo liberato da un fastidioso zombie; ma loro non erano così sicuri che quella storia fosse vera. Tanto per cominciare, quando Seamus Finnigan aveva chiesto a Raptor di raccontare come aveva fatto a scacciare lo zombie, lui era diventato tutto rosso e aveva cominciato a parlare del tempo. Inoltre, avevano notato che intorno al turbante aleggiava uno strano odore, e i gemelli Weasley insistevano nel dire che anche quello era imbottito d'aglio, perché Raptor fosse protetto ovunque andasse.
Il venerdì successivo fu un giorno importante per i maghi, dato che per prima volta nella settimana riuscirono ad arrivare alla Sala Grande per colazione senza perdersi neanche una volta.
“Non pensavo di metterci così tanto per imparare il percorso.” Fece Erza, leggermente stizzita dalla complessità del castello.
“Cosa abbiamo oggi?” chiese Harry a Ron, mentre si versava dello zucchero nel tè.
“Doppie Pozioni con i Serpeverde.” Rispose il rosso. “Il direttore della Casa dei Serpeverde è Piton, e quelli di Serpeverde dicono che lui li favorisce sempre... vedremo se è vero.”
“Quanto vorrei che la McGranitt favorisse noi.” Commentò Lucy.
La professoressa McGranitt era la direttrice della Casa di Grifondoro, ma questo non le aveva impedito, il giorno prima, di dargli una montagna di compiti.
In quel momento arrivò la posta.
Oramai i cinque maghi ci avevano fatto l'abitudine, ma il primo giorno erano rimasti alquanto impressionati quando un centinaio di gufi avevano fatto irruzione all’improvviso nella Sala Grande, durante la colazione, descrivendo cerchi sopra i tavoli finché, individuato il proprio padrone, non gli avevano lasciato cadere in grembo lettere e pacchetti.
I loro gufi non avevano ancora portato niente, ma dato che non avevano nessuna conoscenza in quel mondo non ne erano troppo sorpresi. Ogni tanto, venivano per farsi dare un pezzetto di toast prima di tornare a dormire nella grande voliera insieme agli altri pennuti della scuola.
Ma quella mattina la civetta bianca di Harry, che aveva deciso di chiamare Edvige, si posò fra la zuccheriera e la coppetta della marmellata d'arancia, lasciando cadere un biglietto sul piatto di Harry.
Il ragazzo aprì immediatamente la busta, incuriosito.

‘Caro Harry,’ c'era scritto con una calligrafia tutta scarabocchi. ‘so che il venerdì pomeriggio sei libero: ti va di venire a prendere una tazza di tè con me intorno alle tre? Voglio sapere tutto della tua prima settimana. Mandami la risposta con Edvige.
Hagrid’
Harry si fece prestare la penna d'oca da Gray e buttò giù la risposta sul retro del biglietto: ‘Sì, grazie. Verranno anche Natsu e gli altri. Ci vediamo più tardi.’ e la consegnò a Edvige perché la recapitasse.
Meno male che i maghi avevano la piacevole aspettativa del tè con Hagrid, perché la lezione di Pozioni si rivelò la peggior cosa che gli fosse capitata fino a quel momento.
Appena arrivato, durante il banchetto inaugurale, Harry aveva avuto l'impressione di non stare propriamente simpatico al professor Piton.
Alla fine della prima lezione di Pozioni seppe che si era sbagliato.
Non è che lo trovasse antipatico... lo odiava.
Le lezioni di Pozioni si svolgevano in una delle celle sotterranee.
Qui faceva più freddo che ai piani alti, il che sarebbe bastato a far venire loro la pelle d'oca anche senza tutti quegli animali che galleggiavano nei barattoli di vetro lungo le pareti.
Solo Gray sembrava non risentire della bassa temperatura, cosa che lasciò sorpresi i suoi nuovi compagni, mentre Harry e gli altri non poterono che invidiare leggermente la sua magia del ghiaccio.
Come Vitious, anche Piton iniziò la lezione prendendo il registro, e sempre come Vitious, giunto al nome di Harry si fermò.
“Ah, vedo…” disse con voce melliflua, guardandolo. “Harry Potter. La nostra nuova... celebrità.”
Draco Malfoy e i suoi amici Tiger e Goyle nascosero un ghigno dietro la mano, mentre Natsu e gli altri sopprimevano la voglia di saltargli addosso e rompergli il naso.
Piton finì di fare l'appello e alzò lo sguardo sulla classe. Aveva gli occhi neri come quelli di Hagrid, ma del tutto privi del suo calore. Erano gelidi e vuoti, e facevano pensare a due tunnel immersi nel buio.
“Siete qui per imparare la delicata scienza e l'arte esatta delle Pozioni.” cominciò.
Le sue parole erano poco più di un sussurro, ma ai ragazzi non ne sfuggiva una: come la professoressa McGranitt, Piton aveva il dono di mantenere senza sforzo il silenzio in classe.
“Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta, molti di voi stenteranno a credere che si tratti di magia. Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane, ammaliando la mente, stregando i sensi... Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte... sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi che mi toccano.”
Anche questo discorso cadde nel silenzio.
Harry, Natsu, Gray, Erza e Lucy si scambiarono un’occhiata d’intesa, Ron non riuscì a nascondere un po’ di preoccupazione mentre Hermione sembrava non vedere l’ora di dimostrare che il professore si sbagliava.
“Potter.” disse Piton d'un tratto. “Che cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?”
Harry fece mente locale su ciò che aveva letto sul libro Mille erbe e funghi magici, mentre Granger alzò di colpo la mano per rispondere.
“L’asfodelo e l’artemisia insieme fanno una pozione soporifera, potente a tal punto da essere chiamata anche Distillato della Morte Vivente.” Rispose il moro, mentre Hermione abbassava leggermente delusa la mano.
Le labbra di Piton si incresparono leggermente.
“Bene, bene… Sembra che la fama non sia totalmente immeritata…” fece, per poi girarsi verso Natsu.
“Dragonil, dove guarderesti se ti dicessi di trovarmi una pietra Bezoar?” gli chiese.
Il Dragon Slayer sorrise.
“Semplice: il Bezoar è una pietra che si trova nella pancia delle capre e che salva da molti veleni.” Rispose tranquillamente, facendo scoppiare a ridere alcuni studenti, che però s’interruppero vedendo che Piton non replicava.
“Molto bene… Sembra proprio che Potter abbia scelto degli amici… intelligenti…” continuò, girandosi verso Lucy, che deglutì.
“Heartphilia, qual è la differenza tra l’Aconitum napellus e l’Aconitum lycoctonum?”
La bionda chiuse gli occhi per qualche secondo.
“S-Se ricordo bene, dovrebbero essere la stessa pianta. Se non sbaglio è chiamata anche Aconito.” Fece infine.
Piton sembrò seccato dalla risposta.
“Corretto…” disse, per poi guardare gli altri studenti. “Be’, perché voi non prendete appunti?”
Ci fu un improvviso rovistare in cerca di penne e pergamene.
“Come diavolo facevate a sapere le rispose?!” chiese sorpreso Ron.
“Abbiamo letto il libro.” Rispose Erza, trascrivendo comunque sulla pergamena le risposte degli amici.
Harry osservò per qualche secondo il professore, che non aveva smesso di fissarlo con uno sguardo che al moro sembrò di puro odio.
Col procedere della lezione di Pozioni, la situazione dei Grifondoro non migliorò.
Piton li divise in coppie e li mise a fabbricare una semplice pozione per curare i foruncoli.
Intanto, avvolto nel suo lungo mantello nero, si aggirava di qua e di là per la classe, osservandoli pesare ortiche secche e schiacciare zanne di serpente, muovendo critiche praticamente a tutti tranne che a Malfoy, che sembrava stargli simpatico.
Aveva appena cominciato a dire agli altri di osservare il modo perfetto in cui Malfoy aveva stufato le sue lumache cornute, quando il sotterraneo fu invaso da una nube di fumo verde e acido e da un sibilo potente. Non si sa come, Neville era riuscito a fondere il calderone di Seamus trasformandolo in un ammasso di metallo contorto, e la loro pozione, colando sul pavimento di pietra, bruciava le scarpe degli astanti facendoci dei buchi. In pochi secondi, tutti i ragazzi erano saltati sugli sgabelli, salvo Neville, che si era bagnato con la pozione quando il calderone si era bucato e adesso piangeva di dolore, mentre sulle braccia e sulle gambe gli spuntavano bolle infiammate.
“Ma che razza di idiota!” sbottò Piton mentre con un sol tocco della sua bacchetta magica ripuliva il pavimento dalla pozione versata. “Suppongo che tu abbia aggiunto gli aculei di porcospino prima di togliere il calderone dal fuoco. Non è cosi?”
Neville frignava perché le bolle avevano cominciato a spuntargli anche sul naso.
“Portalo in infermeria!” intimò Piton a Seamus in tono sprezzante.
Poi si girò verso Harry e Erza, che avevano lavorato accanto a Neville.
“E tu, Potter... perché non gli hai detto di non aggiungere gli aculei? Pensavi che se lui sbagliava ti saresti messo in luce, non è vero? Due punti in meno per i Grifondoro.”
La cosa era così ingiusta che Natsu apri bocca per ribattere, ma Harry lo guardò serio, intimandogli silenziosamente di tacere, cosa che non sfuggì al professore, che tuttavia restò in silenzio.
Un’ora dopo, lasciato il sotterraneo, mentre risalivano le scale, Harry stava riflettendo.
Aveva sentito che Piton se la prendeva più che volentieri con i Grifondoro, togliendo molti punti, ma con lui sembrava avercela per qualche motivo particolare.
In più, uno sguardo con Erza gli era bastato per capire subito una cosa: il professor Piton era in grado di leggere nella mente, e aveva provato a scoprire di più sul loro conto.
“Per fortuna il nostro marchio costituisce una barriera contro le intrusioni della mente, altrimenti a quest’ora avrebbe scoperto tutta la verità su noi e Fairy Tail…” mormorò Erza al moro, che annuì.
“Su col morale!” disse Ron, scambiando il loro silenzio per dispiacere. “Piton non fa altro che togliere punti a Fred e a George. Posso venire con voi a trovare Hagrid?”
I maghi annuirono, mentre facevano rientro nella sala comune per lasciare giù gli zaini.
Alle tre meno cinque avevano lasciato il castello e avanzavano attraverso il parco.
Hagrid viveva in una casetta di legno al limitare della foresta proibita. Fuori della porta erano poggiati una balestra e un paio di stivali di gomma.
Quando Harry bussò, dall'interno si udì un raspare frenetico e una serie di latrati sempre più forti. “Qua, Thor... qua!” risuonò una voce dall’interno, che riconobbero come quella di Hagrid.
La sua grossa faccia pelosa apparve da dietro la porta socchiusa, prima che la spalancasse.
“Aspettate un attimo!” disse. “Sta' giù, Thor!”
Li fece entrare, cercando di trattenere per il collare un enorme cane nero, di quelli usati per la caccia al cinghiale.
La casa era formata da un'unica stanza. Dal soffitto pendevano prosciutti e fagiani; sopra una piccola catasta di legna già accesa c'era un bollitore di rame e, in un angolo, un letto imponente coperto con una trapunta a patchwork.
“Fate come se foste a casa vostra.” disse Hagrid, lasciando andare Thor che si avventò dritto su Ron, cominciando a leccargli le orecchie, per poi passare a Gray.
Al pari di Hagrid, Thor non era poi così feroce come sembrava.
“Ti presento Ron.” disse Harry a Hagrid, mentre questi versava dell'acqua bollente in una grande teiera e disponeva alcuni biscotti su un piatto.
“Un altro Weasley, eh?” chiese Hagrid guardando le lentiggini di Ron. “Ho passato metà della vita a dar la caccia ai tuoi fratelli gemelli per la foresta.”
Per poco i biscotti non gli spezzarono i denti, ma i ragazzi finsero di gradirli moltissimo. Solo Natsu sembrava gustarli con vero piacere, ma solo perché, facendo attenzione a non farsi vedere, li aveva ammorbiditi usando la sua magia.
Mentre facevano a Hagrid il resoconto delle prime lezioni, Thor aveva poggiato la testa sulle ginocchia di Harry e gli sbavava addosso, tutto contento.
Il gruppetto di maghi non poté trattenersi dal sorridere quando sentirono Hagrid chiamare Gazza “quel vecchio scemo.”
“E quanto alla gatta, Mrs. Purr, una volta o l'altra la presento a Thor. Lo sapete che ogni volta che vado su alla scuola mi segue dappertutto? Non riesco a levarmela dai piedi... Gazza la aizza.”
Harry raccontò a Hagrid della lezione di Piton.
Hagrid non sembrò troppo sorpreso, dicendogli che era normale quel comportamento, dato che a Piton non andava praticamente a genio nessuno degli studenti.
“Io comunque ho avuto la netta impressione che lo odiasse. Quello sguardo non lasciava dubbi.” Fece Gray.
“Sciocchezze!” esclamò Hagrid. “Perché mai dovrebbe odiarlo?”
Tuttavia i maghi di Fairy Tail non poterono fare a meno di notare che Hagrid, nel pronunciare quelle parole, evitava il loro sguardo.
“E tuo fratello Charlie, come sta?” chiese Hagrid a Ron. “Mi stava molto simpatico... con gli animali era fantastico.”
Harry si chiese se Hagrid l'aveva fatto apposta a cambiare argomento.
Mentre il rosso raccontava a Hagrid che lavoro faceva Charlie con i draghi, Harry prese un pezzetto di carta che era stato lasciato sul tavolo, sotto la teiera.
Era il ritaglio di un trafiletto dalla Gazzetta del Profeta.

ULTIMISSIME SULLA RAPINA ALLA GRINGOTT
Proseguono le indagini sulla rapina avvenuta alla Gringott lo scorso luglio a opera di ignoti maghi o streghe dalle Arti Oscure.
Oggi i folletti della Gringott hanno ripetutamente affermato che nulla è stato trafugato. Anzi, la camera di sicurezza che i rapinatori avevano preso di mira era stata svuotata il giorno stesso.
“Ma tanto non vi diremo che cosa conteneva; quindi, se non volete guai, non ficcate il naso in questa faccenda”: così ha dichiarato oggi pomeriggio il folletto portavoce della Gringott.

“Ah, vedo che l’hai saputo anche tu.” Disse Erza, leggendo anche lei l’articolo e guardando Hagrid. “Curioso che sia successo proprio il giorno in cui ci siamo andati noi.”
Sentendo l’amica dire ciò, Lucy spalancò gli occhi.
“E la camera di sicurezza che i rapinatori avevano preso di mira era stata svuotata il giorno stesso…” mormorò, attirando lo sguardo degli altri su di sé.
Hagrid spostò ancora lo sguardo, cercando di non guardarli, evitando di proseguire con quella conversazione e offrendo loro altri biscotti.
Quando fecero ritorno al castello per cena, le loro tasche erano stracolme di biscotti che i ragazzi erano stati troppo beneducati per rifiutare, e Harry si disse che nessuna delle lezioni frequentate fino a quel momento gli aveva dato tanto da pensare quanto quell'ora trascorsa a prendere il tè con Hagrid.
Quello a cui mirava il ladro era il pacchetto che Hagrid aveva ritirato proprio quel giorno?
E ora dove si trovava?
E poi, c'era qualche cosa su Piton che Hagrid sapeva e non voleva dirgli?
Gli stessi pensieri sembravano attraversare anche i suoi compagni.
“Dobbiamo trovare un posto dove poter parlare liberamente.” Fece Natsu serio.

Dopo quel pomeriggio, i maghi di Fairy Tail cominciarono a cercare un posto dove potersi riunire e parlare liberamente.
Harry aveva pensato di insonorizzare con la magia una delle aule, ma rimaneva lo stesso il problema di scegliere quale, dato che sembrava che ogni singola aula servisse a qualcosa, oppure fosse troppo in vista, il che avrebbe creato qualche problema ai maghi, dato che preferivano non attirare l’attenzione.
Natsu aveva proposto di chiedere aiuto ai gemelli Weasley, ma Harry e Erza aveva subito scartato quella possibilità. Era vero che Fred e George gli avrebbero potuto indicare senza alcuna difficoltà un posto per riunirsi, ma questo significava anche spiegare il perché lo cercassero.
E come se non bastasse, il gruppo aveva a che fare con Draco Malfoy, il quale sembrava essersi legato al dito la figura fatta sul treno.
Per loro fortuna avevano con i Serpeverde solo il corso di Pozioni, e quindi non gli toccava sopportare i suoi discorsi, con i quali cercava di infastidire il gruppo di Fairy Tail, purtroppo riuscendoci. Non mancava mai di dire come certi maghi fossero inferiori ad altri, o come era dispiaciuto che ci fossero ragazzi che non ricevevano mai posta, riferendosi al fatto che Harry e gli altri non ricevessero mai nessun messaggio.
Il che non era del tutto vero, anche se ovviamente non usavano i gufi. Infatti avevano cominciato a fare rapporti quasi giornalieri al Master, grazie agli spiriti di Lucy, i quali ormai avevano assunto la funzione di postini inter-dimensionali -anche se ad alcuni la bionda non aveva nemmeno osato chiederlo, per paura della loro reazione-, e così potevano sapere se c’era qualche problema alla gilda.
Il tutto però, avveniva in gran segreto, e solitamente erano sempre Lucy e Erza a inviare e ricevere i messaggi, dicendo alle loro compagne di dormitorio che restavano a riposarsi ancora qualche minuto.
Un altro problema era Hermione Granger, che li aveva etichettati come dei veri e propri rivali, non riuscendo a capire come facessero a sapere così tante cose senza nemmeno aprire i libri per studiare.
“Se dovesse mai venire a conoscenza degli occhiali, probabilmente ci fulminerebbe peggio di come farebbe Luxus.” Commentò Gray un giorno, facendo ridere i compagni.
A parte questi piccoli problemi, i giorni passarono senza troppi problemi, fino a quando sulla bacheca di Grifondoro non apparve l’avviso che gli studenti del primo anno avrebbero cominciato le lezioni di volo assieme ai Serpeverde.
“Fantastico… come se Malfoy non si vantasse già a sufficienza di come sa volare perfettamente.” commentò Harry, sbuffando.
“Credo sarà interessante… non ho mai volato su manici di scopa.” Fece Erza.
“Io spero solo di non stare di nuovo male. Non so se quell’incantesimo è ancora valido o no.” Disse Natsu.
“Non dovresti avere problemi per quello. La vera difficoltà sarà restare attaccato alla scopa.” Fece Hermione, arrivando in quel momento. “Purtroppo non è qualcosa che si può imparare sui libri. Ho letto non so quante volte Il Quidditch attraverso i secoli, ma non mi è servito a granché.”
“Non si può imparare tutto dai libri.” Replicò Harry. “Certe esperienze devono essere reali.”
“Sarà anche come dici… ma tu sei l’ultimo a poter parlare, visto che ce l’hai nel sangue.”
A quell’affermazione, il moro la guardò leggermente sorpreso.
“Come sarebbe a dire?”
“Ne deduco che tu non ti sia informato sui tuoi genitori, vero?”
“A dir la verità no, ma per mia scelta. Non vedo il motivo di andare a cercare informazioni che probabilmente non farebbero altro che farmi soffrire. E poi ora ho una nuova famiglia.”
“Beh, allora devi sapere che tuo padre era un ottimo cercatore. Uno dei migliori che Grifondoro abbia mai avuto.”
“Davvero?” chiese Erza, incuriosita.
La ragazza annuì.
“Era una specie di leggenda. Sono sicura che Harry ha ereditato la sua passione. Anche perché, perdonami, ma non mi sembri molto disorientato, per essere uno che non aveva sentito parlare di Hogwarts fino a poco tempo fa.”
“Sono un tipo che si adatta facilmente a qualsiasi situazione e nemmeno tu mi sembri tanto fuori posto.”
“Faccio del mio meglio.” Rispose lei, per poi allontanarsi.
“Non so se ammirarla per come riesce ad apprendere tutto o se considerarla una semplice secchiona.” Disse Gray.
“O forse si sente semplicemente sola…” mormorò Lucy.
Dopo ciò, il gruppo si diresse verso la Sala Grande per fare colazione.
“Il Master vi ha detto qualcosa di particolare?” chiese Harry, assicurandosi di non essere sentito da nessuno.
Le due ragazze scossero la testa.
“Nulla di che. Il Concilio continua a cercare una scusa per chiudere Fairy Tail, ma questo è normale.” Rispose Lucy.
“Se penso che dobbiamo pure dire grazie a Sieglein…” fece gelida Erza.
“Lo so, anch’io non lo sopporto.” Fece il moro. “Ho avuto a che fare con lui in qualche occasione, e non mi sono mai levato di dosso la sensazione che mi stesse analizzando come un oggetto interessante.”
“Non è solo per quello… Io non riesco proprio a guardarlo senza provare odio.” Continuò Titania, attirando su di sé uno sguardò sorpreso dei compagni, ad esclusione di Harry. Tuttavia, nessuno chiese ulteriori spiegazioni, e andarono a sedersi al tavolo.
Ignorarono Malfoy che mostrava un pacco di dolci che gli era appena arrivato da casa e cominciarono a mangiare.
All’improvviso, furono distratti da un barbagianni, che atterrò di fronte a Neville, lasciando cadere un pacchetto proveniente da sua nonna. Il ragazzo lo aprì eccitato e mostrò a tutti una palla di vetro, che sembrava piena di fumo bianco.
“E quella che cos’è?” chiese Gray.
“È una Ricordella!” spiegò Neville. “Nonna sa che dimentico sempre le cose… Questa ti dice se c’è qualcosa che hai dimenticato di fare. Guardate: uno la tiene stretta così, e se diventa rossa… Oh!”
Tutta la sua eccitazione svanì perché la Ricordella era diventata d’un tratto scarlatta.
“…vuol dire che hai dimenticato qualcosa…” concluse mogio, cercando di ricordare che cosa aveva dimenticato.
“Sarebbe più utile se ti dicesse anche cosa, no?” fece Natsu, senza smettere di mangiare.
Tuttavia si fermò non appena vide Draco avvicinarsi al tavolo, per poi strappare di mano a Neville la Ricordella.
Il gruppo di Fairy Tail saltò in piedi, assieme a Ron, sperando finalmente in un’occasione per pestare Malfoy, ma per loro sfortuna la McGranitt aveva fiutato il possibile guaio, e arrivò come un fulmine.
“Che cosa succede qui?”
“Professoressa, Malfoy mi ha preso la Ricordella!” esclamò Neville.
Tutto corrucciato, il biondo rimise prontamente la palla sul tavolo.
“Stavo solo guardando.” Disse semplicemente, per poi andarsene con Tiger e Goyle.
“Cavoli… speravo di poter sistemare definitivamente quel figlio di papà…” commentò Natsu, non appena la professoressa si fu allontanata.
“Suvvia Natsu… non dobbiamo cedere così alle sue provocazioni.” Fece Erza.
“Ma se tu hai la mano pronta a evo-” cominciò Lucy, vedendo che la rossa si era preparata ad evocare una delle sue spade, fermandosi giusto in tempo.
“Pronta a fare che cosa?” chiese Hermione, incuriosita.
“E-Ecco… a prendere la bacchetta ovviamente!” rispose la bionda, ridendo nervosamente.
Erza fece un profondo respiro.
“Prima o poi perderò la pazienza…” commentò a bassa voce.

Quel pomeriggio, alle tre e mezza, Harry e gli altri Grifondoro del primo anno si avviarono verso il campo, per la prima lezione di volo.
Era una giornata chiara e ventosa, e l’erba si piegava sotto i loro passi, mentre scendevano di corsa giù per la collina verso un pianoro dalla parte opposta del parco, in direzione della foresta proibita, le cui chiome ondeggiavano, nere, in lontananza. I Serpeverde erano già arrivati, e per terra c’erano anche diversi manici di scopa, uno per ogni studente, ordinatamente disposti in tante file.
Harry aveva sentito Fred e George lamentarsi delle scope della scuola, dicendo che, se uno volava troppo alto, alcune cominciavano a vibrare, oppure sbandavano leggermente a sinistra.
“Sembrano scope qualsiasi.” Commentò Natsu, mentre l’insegnante, Madama Bumb, li raggiungeva.
Era una donna bassa, coi capelli grigi e gli occhi simili a quelli un falco.
“Be’, che cosa state aspettando?” sbraitò. “Ciascuno prenda posto accanto a un manico di scopa. Di corsa, muoversi!”
Gli studenti obbedirono, e in pochi secondi ognuno fu al suo posto.
“Stendete la mano destra sopra la vostra scopa e dite: ‘Su!’.”
“Su!” gridarono tutti.
A Harry e Erza la scopa saltò immediatamente in mano, mentre a Natsu e Gray ci vollero ancora un paio di tentativi. La scopa di Lucy, come quella di Hermione, si limitò a rotolare per terra, mentre quella di Neville restò perfettamente immobile.
Quando tutti riuscirono a prendere in mano la scopa, Madama Bumb mostrò a tutti come montare sul manico senza scivolare verso il fondo, e poi passò in rassegna la scolaresca per correggere la presa.
I maghi di Fairy Tail non poterono fare a meno di sghignazzare quando disse che erano anni che Malfoy usava la presa sbagliata.
“E ora, quando suonerò il fischietto, datevi una spinta premendo forte i piedi per terra.” Disse l’insegnante. “Tenete ben salde le scope e sollevatevi di un metro circa; poi tornate giù inclinandovi leggermente in avanti. Al mio fischio… tre… due…”
Ma Neville, nervoso e sovreccitato com’era, nel timore di rimanere a terra, si diede la spinta prima ancora che il fischietto avesse sfiorato le labbra di Madama Bumb.
“Torna indietro, ragazzo!” gridò lei, ma Neville si stava sollevando in aria come un turacciolo esploso da una bottiglia… tre metri… sei metri…
Il volto del ragazzo diventava sempre più bianco, mentre il suolo si allontanava.
Ad un certo punto gli mancò il fiato, e cominciò a scivolare dal manico.
Natsu si mosse prima di chiunque altro.
Saltando giù dal manico, corse verso il punto dove Neville stava cadendo, gettandosi a terra e agendo come un cuscino, attutendo la caduta del compagno, mentre la sua scopa si allontanava da sola, dirigendosi verso la foresta proibita.
Madama Bumb corse subito a vedere come stavano, mentre anche gli altri Grifondoro li raggiungevano, ignorando i Serpeverde che se la ridevano.
“Ugh… Sei più pesante di quel che sembri…” si lamentò il Dragon Slayer.
“Signor Dragonil! Che cosa le è saltato in mente? Poteva farsi male!” lo rimproverò l’insegnante.
“Ma se non avessi fatto così, Neville se la sarebbe cavata con ben peggio di un livido.” Replicò lui, mentre il compagno si sedeva a terra, ancora scosso.
Il rosa sorrise, per poi fare una smorfia di dolore, portandosi una mano su un fianco.
“Sarà meglio portarvi entrambi in infermeria. E darò anche cinque punti a Grifondoro per il tuo coraggio, ma cerca di non ripetere un’azione del genere.” Disse Madama Bumb, aiutandolo ad alzarsi.
Poi si rivolse al resto degli studenti.
“Nessuno si muova mentre io li accompagno in infermeria. Lasciate le scope dove si trovano, o verrete espulsi da Hogwarts prima di avere il tempo di dire ‘a’. Andiamo, cari.”
Gray notò che sul volto dell’amico era apparso un piccolo sorriso.
“Non ci credo…” bofonchiò, portandosi una mano sul volto. “Guarda che cosa s’è inventato per non volare su una scopa…”
I Grifondoro rimasero fermi a guardare i tre allontanarsi, mentre Harry si avvicinava al prato, passandovi una mano sopra.
Erza controllava che nessuno lo stesse guardando.
I due avevano notato che Natsu aveva usato il fuoco per tenersi leggermente sollevato da terra, lasciando delle piccole bruciature, che ora il moro stava nascondendo smuovendo la terra con la magia.
Prima che potesse finire, fu distratto da Malfoy, che scoppiò a ridere.
“Avete visto che razza di stupido, quel rosato? Quasi peggio dell’altro!”
I maghi di Fairy Tail si voltarono verso di lui, senza preoccuparsi di nascondere la propria irritazione.
“Chiudi il becco, Malfoy!” sbottò Calì Patil, una compagna di dormitorio di Lucy, Erza e Hermione.
“Oh, non prenderai mica le difese di Paciock e Dragonil, vero?” fece Pansy Parkinson, una ragazza Serpeverde dai lineamenti duri. “Non credevo che proprio a te, Calì, stessero simpatici i piagnucoloni e gli strambi.”
“Attenta a come parli. Potresti pentirtene.” Tuonò Gray, avvicinando tra di loro le mani.
“Guardate!” esclamò Draco, ignorando il battibecco e facendo un passo in avanti, raccogliendo qualcosa fra l’erba. “È quello stupido aggeggio che la nonna ha inviato a Paciock.”
La Ricordella brillò al sole, mentre lui la teneva sollevata.
Harry si alzò in piedi, avvicinandosi al biondo.
“Da’ qui, Malfoy.” Disse tranquillo.
Nonostante ciò, tutti i presenti si zittirono, cogliendo la tensione presente tra i due.
“Penso che la metterò in un posticino dove Paciock dovrà andare a riprendersela… cosa ne dite, per esempio… della cima di un albero?”
“Dammela!” ordinò Harry. “Non mi ripeterò una seconda volta.”
Malfoy sorrise, salendo sul manico di scopa e alzandosi in volo.
“Vienitela a prendere, Potter!” esclamò divertito.
Harry alzò la mano, facendosi raggiungere dal manico nonostante i metri che li separavano.
“Come vuoi, Malfoy, poi non andare a piangere dal tuo paparino.” Fece, ignorando gli sguardi increduli dei presenti.
Sguardi che aumentarono quando anche Erza salì sul manico di scopa.
“No!” urlò Hermione. “Madama Bumb ci ha detto di non muoverci! Ci caccerete tutti nei guai!”
I due la ignorarono, alzandosi subito in volo senza alcuna difficoltà e raggiungendo un sorpreso Malfoy.
“Daccela!” gli gridò Erza. “O ti buttiamo giù da quel tuo manico di scopa!”
“Ah sì?” rispose lui con un ghigno.
Ghigno che scomparve quando sentì qualcosa passargli vicino al viso, lasciando un piccolo graffio.
“Che cosa…?” fece, portandosi una mano sulla guancia e accorgendosi di star perdendo sangue.
“Che succede, non sopporti nemmeno la pressione dell’aria?” chiese Harry, per poi raggiungerlo di colpo, evitandolo di pochi centimetri, per poi fermarsi di nuovo a mezz’aria.
“Niente Tiger e Goyle a salvarti l’osso del collo quassù, eh, Malfoy?” lo apostrofò il moro.
Malfoy sembrava essersene reso conto.
“Prendetela, se ci riuscite!” urlò, gettandola verso l’alto, per poi lanciarsi in picchiata verso terra.
Erza partì immediatamente, seguita da Harry.
La rossa riuscì a colpirla con una mano, deviandola verso il compagno.
“Harry!” urlò, senza dover aggiungere altro.
Il moro infatti, percorse in pochi secondi la distanza che lo separava dall’oggetto, prendendolo senza alcuna difficoltà tra le mani.
I due si guardarono, sorridendo, per poi tornare a terra.
“Harry Potter! Erza Scarlett!” urlò una voce.
I due ebbero un tuffo al cuore.
La professoressa McGranitt stava avanzando di corsa verso di loro.
I due la guardarono preoccupati.
Mai… da quando sono a Hogwarts…” fece, quasi senza parole per l’indignazione e gli occhiali che le lampeggiavano furiosamente. “Come osate… Avreste potuto rompervi l’osso del collo…”
I due maghi di classe S pensarono a come avevano vissuto situazioni ben più pericolose, ma decisero di rimanere in silenzio.
“Non è stata colpa loro, professoressa…”
“Taci, signorina Patil…”
“Ma Malfoy-”
“Basta così, Weasley. Potter, Scarlett, seguitemi immediatamente!” ordinò.
A Harry e Erza non sfuggirono le facce trionfanti del trio di Serpeverde, mentre si allontanavano seguendo la professoressa.
Hermione li guardò con occhi tristi. Tuttavia, la sua attenzione fu attirata da un luccichio poco lontano. La ragazza cercò di individuarne la fonte, trovandola a qualche metro dal campo. Si avvicinò velocemente, trovando così, piantato a terra, un piccolo pugnale.
“E questo che cosa ci fa qui?” si chiese, prendendolo in mano.
Ma non riuscì che a dargli un’occhiata veloce perché esso scomparve nel nulla, facendole sgranare gli occhi.

Harry e Erza rimasero in silenzio, preoccupandosi di ciò che sarebbe successo da lì a poco.
Per Harry sarebbe significato la fine della missione, e quindi il suo primo fallimento. Inoltre, avrebbero dovuto lasciare da soli Natsu, Gray e Lucy. Diede uno sguardo a Erza, capendo che anche lei stava pensando la stessa identica cosa. In più, la rossa si stava preoccupando di aver perso il controllo e aver quasi colpito Malfoy con una delle sue armi. Aveva fatto scomparire il pugnale mentre si allontanavano, tuttavia non poteva essere certa che nessuno se ne fosse accorto.
Su per le scale esterne poi, su per la scala di marmo, e la professoressa McGranitt non aveva ancora detto una parola. Spalancava le porte con violenza e correva per i corridoi, con loro che le trotterellavano dietro sempre più preoccupati.
Infine, la professoressa si fermò di fronte a un’aula. Aprì la porta e mise dentro la testa.
“Mi scusi, professor Vitious, mi presta Baston per un attimo?”

‘Bastone?’ pensarono insieme i due maghi, temendo che volesse picchiarli.
Per loro fortuna, Baston era una persona, un ragazzo corpulento del quinto anno, che uscì esitante dall’aula.
“Voi tre, venite con me.” Ordinò la McGrannit.
I ragazzi la seguirono lungo il corridoio.
Baston continuava a guardare Harry e Erza incuriosito.
“Qui dentro.” Disse infine la professoressa, indicando loro una classe che sarebbe stata vuota, se non fosse stato per Pix, tutto intento a scrivere parolacce sulla lavagna.
“Fuori, Pix!” gli gridò.
Il poltergeist lanciò il gessetto in un recipiente, facendolo risuonare rumorosamente, e sparì imprecando.
La McGranitt gli sbatté la porta alle spalle e si voltò a guardare i tre studenti.
“Potter, Scarlett, questo è Oliver Baston. Baston… ti ho trovato un Cercatore e un Cacciatore.”
Da perplesso che era, Baston divenne l’immagine della felicità.
“Dice sul serio, professoressa?”
“Ci puoi giurare.” Rispose lei tutta animata, mentre Harry e Erza li guardavano increduli. “Hanno un talento naturale. Non ho mai visto nulla di simile. Era la prima volta che salivate su un manico di scopa?”
I due annuirono in silenzio.
“Si muovevano nell’aria completamente a loro agio, e non si sono fatti neanche un graffio. E Potter è riuscito a prendere al volo quella palla raggiungendola mentre cadeva. Nemmeno Charlie Weasley ci sarebbe riuscito!”
Ora Baston aveva decisamente l’aria di uno che vede realizzarsi i suoi sogni.
“Avete mai assistito a una partita di Quidditch?” gli chiese tutto euforico.
“Baston è il capitano della squadra dei Grifondoro.” Spiegò la McGranitt.
“E hanno anche la corporatura giusta.” Commentò il capitano, girando intorno ai due e osservandoli attentamente. “Dovremo procurargli delle scope decenti, professoressa. Delle Nimbus Duemila o delle Tornado Sette, direi.”
“Parlerò con il professor Silente e vedremo di fare un’eccezione alla regola che esclude quelli del primo anno. Sa il cielo se abbiamo bisogno di una squadra migliore di quella dell’anno scorso. I Serpeverde ci hanno stracciato nell’ultima partita. Per settimane non ho avuto il coraggio di guardare in faccia Severus Piton…”
La professoressa McGranitt scrutò Harry e Erza da sopra gli occhiali con sguardo severo.
“Voglio vedervi sudare su questo allenamento, altrimenti potrei cambiare idea sul fatto di non punirvi.” Disse, per poi sorridere nel guardare Harry.
“Tuo padre sarebbe stato orgoglioso. Anche lui era un ottimo giocatore di Quidditch.”

   
 
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