L'EPILOGO...
O FORSE NO
-L'Eccellentissimo vuole vedervi.
I quattro ragazzi si lasciarono guidare nel gran salone che
precedeva la stanza in cui il Papa stava in quel momento.
La guida li fece fermare davanti a un grosso portonone.
Troppo grosso per una saletta del genere.
-Pronti?
Lucia sospirò. Sapeva per cosa li avevano chiamati. Liv e Kei per prendere varie informazioni. Takao per lodarlo della sua impresa. Lei... per buttarla fuori. Da piccola aveva visto tante volte il Santo Padre e le era sembrato magnanimo e gentile... ma chissà quanto veleno stava sputando sulla ragazza il Capo in quel momento. Tempo cinque minuti e si sarebbe ritrovata in mezzo alla strada...
Lucia sospirò. Sapeva per cosa li avevano chiamati. Liv e Kei per prendere varie informazioni. Takao per lodarlo della sua impresa. Lei... per buttarla fuori. Da piccola aveva visto tante volte il Santo Padre e le era sembrato magnanimo e gentile... ma chissà quanto veleno stava sputando sulla ragazza il Capo in quel momento. Tempo cinque minuti e si sarebbe ritrovata in mezzo alla strada...
I suoi pensieri furono interrotti da una mano che ora era
stretta alla sua. Alzando lo sguardo, vide Takao guardarla come per dirle che
qualsiasi cosa fosse accaduta, qualsiasi decisione avesse preso il Pontefice,
non l'avrebbe abbandonata.
-Sì.
Entrarono lentamente. In fondo alla piccola stanza su una
grande poltrona sedeva un uomo anziano che portava le vesti del Papa. Al suo
fianco il Capo fissava Lucia con una strana espressione.
Si avvicinarono, un poco intimiditi. Liv e Kei si inchinarono
leggermente, mentre gli altri due si fecero avanti e si prostrarono.
Evidentemente era un'usanza dei Cavalieri del Papa.
-Bene, Eccellenza, è ora di dare loro ciò che si meritano-
ghignò il Capo.
-Certamente- la voce dell'anziano era profonda e rassicurante
-ma ci penserò io. Lasciaci soli.
-Cosa? Ma signore...
-Sono i Cavalieri del Papa e perciò devono rispondere a me
delle loro azioni- continuò calmo -lasciaci soli.
Il Capo uscì con fare stizzato, non prima però di aver
lanciato un'occhiataccia alla rossa ancora inginocchiata.
-Alzatevi- disse il Pontefice quando la porta fu
chiusa.
Tutti eseguirono l'ordine, mentre lui si alzava e si
rivolgeva a Kei e Liv:
-Sono lieto di vedervi salvi. Da quanto ho sentito era una
situazione abbastanza intricata, ma fortunatamente tutto è andato per il meglio.
Anche grazie al Comandante dei Cavalieri, devo dire.
Takao chinò il capo rispettosamente.
-Ora però c'è un'altra questione da risolvere.
In quell'attimo di silenzio i ragazzi si chiesero di cosa
parlasse.
-Questa ragazza è gravida e le donne non sposate nelle sue
condizioni non sono viste di buon occhio. Perciò converrebbe pensare al
matrimonio. Sempre che voi lo vogliate
I due si guardarono, per poi annuire all'uomo.
-Bene. Provvederò io stesso a compiere tale sacramento. Ora,
se non vi dispiace, vorrei parlare in privato con questi due componenti del
Gruppo. Rivolgetevi alla guida e sarete condotti alle vostre stanze.
All'inchino, Liv aggiunse:
-Grazie infinite, mio signore.
Sotto uno sguardo carico di benevolenza si ritirarono.
Passarono alcuni attimi di calma totale, in cui il Papa si
sedette.
Il cuore batteva in petto a Lucia, sempre più intimorita da
quale potesse essere il suo destino. Si sentiva scoppiare...Doveva spiegare,
doveva far sapere che aveva violato le regole solo per i puri sentimenti di
amicizia e amore.
Si inginocchiò sugli scalini che portavano alla poltrona
occupata dall'anziano.
-Eccellenza, la prego, abbi pietà! Lo so di essere andata
contro le leggi del Gruppo e che così probabilmente ho disonorato il nome di mio
padre, ma non potevo stare qui con le mani in mano mentre Takao e gli altri
rischiavano la loro incolumità in una battaglia... e poi Liv aspetta un bambino,
era pericolo! La prego, Mio Signore, abbi pietà!- aveva detto tutto velocemente,
con un tono esasperato e disorientato, tenendo le mani congiunte a terra e la
testa bassa.
Takao la prese per le spalle e la fece alzare, tenendola
davanti a sé.
-Comprendo le tue ragioni, Lucia. E ti dico che hai
dimostrato che anche una donna può scendere in battaglia per proteggere coloro
che ama. Resterai nel gruppo.
-Grazie, Eccellenza!
-E se si presenteranno altre donne del tuo stesso valore,
anch'esse potranno entrare a far parte del gruppo, come Liv. Lei e il suo
compagno hanno dimostrato un grande coraggio e, quando li sposerò, li nominerò
anche membri del Gruppo.
La sorpresa invase i volti dei due ragazzi che si
abbracciarono, contenti che tutto fosse andato per il meglio. Il Papa, dal canto
suo, assisteva alla scena sereno.
Takao allontanò dolcemnte la ragazza da sé, per poi
rivolgersi all'uomo.
-Eccellenza, desidererei parlarvi.
-Come negare ciò a colui che ha guidato i miei Cavalieri alla
vittoria?
-Chiedo il permesso di ritirarmi, signore- Lucia si
inchinò.
-Vai pure e riposa.
-Grazie signore.
La ragazza andò alla porta e, dopo aver gettato un ultimo
sguardo al ragazzo, uscì.
-Di cosa desideri parlarmi, Takao?
-Di Lucia.
Liv era distesa sul letto e guardava il soffitto, ripensando
a tutto ciò che era successo. Un giorno era una tranquilla e spensierata
montanara che aveva una famiglia, sì indebitata e con un fratello ahimé malato,
ma pur sempre una famiglia; e il giorno dopo si era ritrovata nel castello del
Duca sottoposta a misteriose prove e affiancata da un ragazzo che era diventato
il futuro padre del suo futuro figlio. Poi il Consiglio, la falsa perdita della
voce, Takao, Lucia, l'inseguimento...e ora era lì, al sicuro, con una piccola
creatura in grembo e la prospettiva di un matrimonio. Com'era possibile che
fossero successe tutte quelle cose? E a una ragazzina di sedici anni,
poi...
Sentì bussare alla porta. Lentamente scese dal letto ed andò
ad aprire.
-Mia signora, c'è qualcuno che vuole vederla- disse la guida
di poco prima.
-Chi è?
-Dice di essere suo fratello.
In quello stesso istante un ragazzo di all'incirca ventitré
anni comparve alla porta.
-Niklas!- la ragazza gli saltò al collo.
-Ciao, Liv.
Lo trascinò dentro la camera.
-Ma che ci fai qui? Sei riuscito a guarire? E mamma e papà?
Sei venuto qua tutto solo? Ma come...
-Ehi, calma, una cosa alla volta...anzi, per rispondere
subito a una tua domanda, non sono venuto qua da solo- il ragazzo si
voltò.
Sulla soglia comparve una minuta figura.
-Laila!
La ragazza vide una delle sue amiche del paese entrare nella
stanza e affiancare Niklas.
-Che ci fate qui?
Il fratello cominciò a spiegare.
-La valle è invasa dalla carestia. Non è più possibile
viverci. Sono partiti tutti.
-Ma mamma e papà?- ripeté Liv.
-Sono andati a stabilirsi nel nord. A quanto pare hanno
trovato un posto dove stare e se la cavano bene. Non ti angustiare per loro.
Riguardo la mia malattia, papà è riuscito a trovare una cura poco dopo la tua
partenza.
La ragazza sospirò sollevata.
-Meno male, state tutti bene.
-E tu, mi hanno detto che ne hai passate di cotte e di crude.
Quell'affare con il Consiglio, poi l'inseguimento... e da quanto ho capito sei
anche in dolce attesa.
Lei sorrise teneramente posando la mano sul ventre.
-Quando mi presenterai il fortunato?
In quell'istante bussarono nuovamente alla porta. Dopo un
-Avanti- entrò Kei, che si bloccò alla vista di tanta gente.
-Questi sono mio fratello Niklas e Laila e questo è Kei. Il
padre di mio figlio.
-Piacere di conoscervi- rispose il ragazzo un po' a disagio
-dovrei parlare un attimo con Liv, se non vi dispiace.
-No, certo, andiamo subito.
Tutti e due uscirono.
Intanto Kei si era seduto pesantemente sul letto.
-Sei stanco?
-No...cioé sì. E' che sono venuto a sapere una cosa...
La ragazza si sedette accanto a lui.
-Che cosa è successo?
-A quanto pare il Consiglio dopo la tua fuga se 'è presa con
mio fratello e... e lui ha cercato di scappare. Ma purtroppo...- abbassò il capo
-non si sa come, è caduto in un lago con la carrozza e non è più riemerso.
-Santo cielo. Kei, mi dispiace tanto- disse lei posandogli
una mano sulla spalla.
-So che si è comportato male con te e che ci ha fatto penare
tanto...ma era pur sempre mio fratello.
-Certo- Liv gli fece posare la testa sul suo petto -ti
capisco. In fondo...credo che sarebbe potuto cambiare, se avesse voluto. Però
ora dobbiamo guardare avanti. Abbiamo tante cose a cui pensare, come nostro
figlio.
Il ragazzo si sollevò posando la mano sul ventre della
ragazza.
-O figlia.
-Certo. O figlia- Liv gli si avvicinò e si scambiarono un
dolce bacio.
Ciao!!!! Falso allarme, prevedo almeno 2
altri chappy alla fine della storia... Forse xk mi sono affezionata troppo... a
una storia? direte voi! Bah, forse sono del tutto fusa...
medea90: scusa ma ci vorrà ancora 1 po' per
sapere come finisce... a presto!
engy: adori gli angeli? Allora siamo in 2!
Sono contenta k ti piaccia! Fammi sapere anche riguardo questo chappy, eh?
Baci
Spero vi sia piaciuto. Tanti Auguri di
Buona Pasqua!