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Autore: Berty_Poppins    22/09/2012    4 recensioni
Happy Birthday Lazy Pineapple!
Si chiese, assaporando
per la millesima volta il suo profumo quando gli si strinse addosso, in
che modo sarebbero riusciti loro a vivere in un mondo dove le loro
strade non si fossero potute incontrare.
[ShikaTema]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Disclaimers: vedete quei capelli a culo di papera? Se Naruto appertenesse a me li avrei bruciati.
Avvisi o comunque li chiamate: mi sono detta che per una volta potevo scrivere qualcosa di più... dolce (rabbrividisce), ma come al solito mi sono ritrovata con un sacco di riflessioni astruse un po' buttate a casaccio che vi faranno venire una gran voglia di cose salate (consiglio le patatine alla cipolla). Non mi dispiace ma, uhn, le cose melassose non sono il mio forte per cui metto le mani avanti. OOC, lieve-lieve e solo per alcuni pensieri di Temari, credo, spero. Ed ho ascoltato Time after time per tutto il tempo, quindi dovevo usarla, anche perchè è una delle mie canzoni non-metal preferite.
Quindi, Happy birthday lazy pineapple! E tante belle cose a voi che leggerete.
Angela.












Lying in my bed I hear the clock tick, and think of you
caught up in circles, confusion is nothing new.
Flashback, warm nights...
almost left behind suitcases of memories, time after...
Sometimes you picture me -- I'm walking too far ahead.
You're calling to me, I can't hear what you've said.
Then you say "Go slow, I fall behind".
The second hand unwinds.
If you're lost you can look and you will find me,
time after time;
if you fall I will catch you, I'll be waiting
time after time.

Cindy Lauper - Time after time

















Temari guardò per un attimo il giardino interno di casa Nara, osservò il modo in cui il leggero vento increspava l'acqua nel laghetto artificiale e come le foglie cadute dagli alberi svolazzassero senza un ordine preciso rasente il terreno. Era una vista che trasmetteva tranquillità; si chiese se Shikamaru si fosse mai seduto o coricato lì in mezzo per guardare il cielo o per sonnecchiare al solito suo, si chiese se si fosse allenato lì da bambino. Quante volte era caduto? Per quanto tempo aveva allenato il suo corpo a controllare le ombre?, quante volte aveva fallito?
Appoggiò il mento sul palmo, il libro aperto appoggiato per metà alla scacchiera di shoji e per metà sul suo avambraccio, ed arricciò le labbra quando pensò a tutte le cose che si era persa, ai giorni che non aveva visto; tutto perchè la persona che Shikamaru era diventato era cresciuta lontana dai suoi occhi, probabilmente facendole un grandissimo favore, ma le sarebbe piaciuto esserci stata durante il processo e vedere con i suoi occhi i come ed i perchè, i quando e tutte le piccole cose che avevano reso Shikamaru quello che era.
Abbassò lo sguardo sulle sue gambe che stavano in posizione rannicchiata da almeno quaranta minuti se non di più e sulla testona che se ne stava comodamente appoggiata sulla sua coscia destra. Trattenne il riso quando vide l'espressione di totale beatitudine che solcava il volto del Nara, teneva addirittura entrambe le mani vicino al viso come se non avesse nessun pensiero al mondo, ed era così genuinamente bambinesco il modo in cui dormiva che Temari non riusciva a tenere insieme l'espressione seriosa e un po' corrucciata che metteva su quando Shikamaru piombava addormentato come un narcolettico su qualsiasi parte del suo corpo.
Il fatto che la sua testa non le stesse scavando un buco sullo stomaco era un progresso enorme a suo modesto parere, un giorno di questi si sarebbe ritrovata con una conca a forma di 'testa-di-Nara' sulla pancia, ne era sicura.
Yoshino le passò davanti con la cesta dei panni da stendere tra le braccia, scoccò uno sguardo esasperato al figlio dormiente e poi guardò il cuscino di suddetto figlio con occhi divertiti - Lo sai che dormirà per almeno tre ore, si?-
- Non ti preoccupare,- replicò gettandole un'occhiata ironica - sono forte io.-
Provava questo strano senso di appartenenza ogni volta che qualcuno sottolineava le cose che riguardavano lui, come quando una persona crede di dirti un segreto ma in realtà per te non lo è, perchè già lo sai. Lei sapeva che Shikamaru avrebbe dormito per almeno tre ore, sapeva che subito dopo essersi svegliato l'avrebbe guardata con quell'espressione di confusione totale e lo sapeva perchè lui guardava tutti in quel modo appena sveglio. Sapeva che non si sarebbe scusato per averle addormentato la gamba o per non averla considerata per tre ore intere; sapeva che l'avrebbe invitata ad uscire con lui e la sua squadra quella sera, non per cortesia o per non lasciarla sola, ma per buttarla di peso nel suo mondo, nel suo vero mondo, perchè ci teneva, perchè lo voleva ed anche perchè in fondo, molto in fondo, nei geni Nara c'era una punta di egoismo.
Shikamaru voleva quello che voleva, non ne aveva mai fatto mistero a nessuno, non si era mai nascosto, non aveva mai cambiato programmi e sicuramente non li avrebbe mai cambiati per nessuno. Ed ogni volta che la guardava con quell'espressione confusa che lentamente andava sostituendosi ad una di totale calma, quando vedeva i suoi occhi neri schiarirsi e la sua bocca stirarsi in un sorriso soddisfatto e a tratti pigro, Temari sentiva questo senso di appartenenza non verso Konoha, non verso l'Hokage e neanche verso la sua famiglia, verso di lui e lui solo -- come se tutto quello che lei era si proiettasse in un unico punto, ed era la stessa sensazione che si provava durante una battaglia quando ti rendi conto che il tuo avversario è mille volte più forte di te e provi a capire come batterlo nonostante questa consapevolezza, ma in realtà non riesci a pensare a niente perchè se pensi ti distrai e sei automaticamente spacciata.
Si chiese, spostando di nuovo gli occhi verso il laghetto artificiale e conseguentemente verso Yoshino che stendeva i panni, e non per la prima volta come sarebbe stata la sua vita se suo padre non fosse morto, se Konoha fosse stata distrutta. Probabilmente sarebbe sopravvissuta, era forte lei, ma non avrebbe avuto la consapevolezza di sè che aveva in quel momento; sarebbe stata una donna diversa, anche spietata e intollerante forse, e magari non avrebbe creduto in niente ed avrebbe messo la sua vita in mano ad un Kage che della sua vita se ne faceva poco.
Si grattò leggermente la punta del naso e riprese a leggere. Il respiro di Shikamaru sulla sua gamba le provocava un leggero solletico e cominciava a sentire il formicolio indistinto che si avverte poco prima che il muscolo cominci ad addormentarsi, ma girò pagina comunque e si chiese, di nuovo non per la prima volta, se ci fosse un limite oltre il quale i sentimenti non potevano andare.
Se fosse stata una persona diversa probabilmente avrebbe spinto via la testa di Shikamaru in malo modo per non provare quel fastidioso senso di intorpidimento, lei l'aveva avvertito mille volte che un giorno l'avrebbe fatto rotolare giu per la collina per puro piacere personale, ma in cuor suo sapeva che nel migliore dei casi si sarebbe limitata ad ignorare il peso della sua testa per poi rinfacciargli tutti i dolori che sentiva.
Non erano solo gambe molli e calabroni nello stomaco con lui, non era mai stato solo quello.
A volte era fastidio vero e proprio, c'erano giorni che avrebbe allegramente sbattuto la sua testa su tutti i muri della città; era competizione, era rabbia perchè lei era una persona, come si suol dire, di panza e preferiva dire quello che pensava in ogni momento della sua vita piuttosto che aspettare che scoppiasse la bomba per poi dire che lei l'aveva sempre saputo cosa sarebbe successo e lui invece ostentava questa calma pigra perchè non c'è nessun motivo di fasciare una testa che non è ancora aperta a libro no?, quindi per quale motivo inalberarsi, farsi diventare il sangue acqua e urlare a pieni polmoni solo perchè l'istinto ti dice di farlo?
Era soddisfazione, orgoglio, stima.
Non aveva mai provato così tanti sentimenti per una persona sola, ed ogni volta che cercava di capire da dove accidenti sbucassero fuori finiva per realizzare che il suo cervello, molto semplicemente, non era in grado di riassumere tutto ciò che sentiva per Shikamaru Nara in un'unica, semplice e terribile, parola.
Che l'amore fosse un mistero l'aveva sempre saputo.
Cercò di muovere il busto per alleviare un po' della tensione sulla sua schiena, Shikamaru mugugnò infastidito, lei continuò a leggere.





Si sentiva la schiena tutta intorpidita ed aveva i piedi gelati, sbuffò un respiro e gli tornò indietro bollente, arricciò il naso e si passò la lingua tra i denti ignorando la bocca impastata dal sonno appena interrotto. Socchiuse gli occhi e si trovò davanti una pelle che sicuramente non apperteneva a lui dato che aveva il colore ambrato di chi si allena sotto il sole cocente del deserto.
Realizzò lentamente di essersi svegliato e chiuse di nuovo gli occhi cercando di ricordarsi i fatti fondamentali della sua vita, nella speranza di risvegliare i muscoli della sua schiena si ribaltò su di essa e cominciò a passarsi entrambe le mani sulla faccia anche se si stava beatamente crogiolando nel torpore post-risveglio. Una volta distesi tutti i muscoli del suo volto aprì gli occhi e buttò la testa indietro, guardandola come se fosse la prima volta che la vedeva. Temari socchiuse il libro che stava leggendo ed abbassò gli occhi su di lui, aveva un'espressione tranquilla, serena anzi, come se non fosse stata ferma in una posizione scomoda per chissà quanto tempo, ma lui non sentì l'impellente bisogno di scusarsi per il disagio arrecato, a dirla tutta non credeva di essersi mai scusato con lei per quel motivo in particolare.
Battè ciglio e respirò profondamente dal naso, Temari inarcò un sopracciglio come per dirgli 'bè?, non mi saluti?' ma lei sapeva benissimo che le sue facoltà intellettive e linguistiche non carburavano a dovere pochi minuti dopo il risveglio, perciò si limitò ad emettere un suono basso e di gola che stava a significare 'non seccare donna, sono ancora nel mondo di Alice nel paese delle meraviglie'.
- Quanto sei simpatico appena ti svegli.- bofonchiò lei riponendo il libro sulla scacchiera che le aveva fatto da appoggio per quelle tre ore di lettura pazza e disperatissima, poi gli infilò una mano tra i capelli sconvolti e cominciò a massaggiargli lo scalpo - Ad ogni modo,- continuò arricciando le labbra in quel modo infantile che Shikamaru aveva imparato ad apprezzare - spostati.-
Lui grugnì qualcosa di indefinito e non si mosse di un solo millimetro - 'giorno.-
- Buongiorno a te, spostati, ho la gamba paralizzata.-
- Sopravviverai altri cinque minuti.-
- Probabile,- replicò tirandogli leggermente i capelli - ma ho bisogno di riavere i miei arti inferiori quindi se non ti dispiace...- che tradotto significava 'o ti sposti o ti sposto io'.
- Posso dissentire?- venne guardato con la serietà di un kunai puntato alle parti basse, sbuffò e si issò lentamente e controvoglia a sedere - Quanto ho dormito?-
- Tre ore e mezza, hai fatto un nuovo record.- gli disse distendendo finalmente le gambe e muovendo le dita dei piedi per non traumatizzare ulteriormente i suoi poveri muscoli - Sembravi morto tra l'altro, se non avessi sentito il tuo respiro mi sarei premurata di chiamare il becchino.-
- Quanto sei dolce e premurosa seccatura.- borbottò passandosi e ripassandosi le mani tra i capelli sciolti, cercò il suo elastico in lungo e in largo sul tatami, ma lo trovò inspiegabilmente sotto il suo sedere - Che leggi?- chiese con suddetto elastico tra i denti, azione che Temari giudicò indecorosa visto il modo disgustato in cui lo stava guardando, ma lui non dava molta importanza a certe cose, perciò la guardò con le sopracciglia inarcate mentre cercava di dare un ordine all'ammasso di capelli annodati che si ritrovava.
- Un libro noioso sull'economia della terra del fuoco.- replicò masaggiandosi il collo - Che tra l'altro mi ha dato tuo padre. Com'è che lui sembra sempre più intelligente di te?-
Shikamaru sbadigliò alla faccia sua - Perchè è più intelligente di me seccatura.- poi si massaggiò gli occhi con due dita e subito dopo si guardò confuso in giro - Cazzo se odio svegliarmi...- schioccò la lingua al palato e sentì l'impellente bisogno di una sigaretta, ma erano nella sua stanza o da qualche parte in cucina e non aveva tutta questa voglia di scomodarsi.
Gettò un'occhiata veloce a Temari che in quel preciso momento si stava massaggiando i polpacci con espressione mite e si disse che probabilmente l'avrebbe mandato a quel paese qualora le avesse chiesto di andargli a cercare il pacchetto; sicuramente gli avrebbe ricordato che 'questa non è mica casa mia idiota! Non posso certo vagabondare in giro solo perchè tu vuoi suicidarti!' e poi probabilmente i suoi strilli avrebbero incuriosito sua madre che le avrebbe dato man forte solo perchè erano donne e non capivano che la sua fase di risveglio era più lunga e seccante di qualsiasi altra.
In mancanza della nicotina cominciò a morsicarsi le labbra - Sai che c'è?- le disse dopo due secondi - Vado in camera mia!-
- Le sigarette sono lì.- replicò puntando la libreria infinita che avrebbe reso felice chiunque avesse capito qualcosa di malattie rare, storia della terra del fuoco e politica della terra del fuoco.
Manco a dirlo gli passarono tutti gli acciacchi, per poco non rese omaggio ai Kami, e Temari si sorprese, non per la prima volta, di quanto fosse facile mettergli un'espressione di completà serenità in faccia... sembrava che emozioni come la rabbia, l'astio, l'inquietudine gli fossero completamente estranee.
Lei sapeva che ad un certo punto della sua vita, dopo la morte del suo sensei, dopo l'attacco di Pein e dopo la guerra, Shikamaru era evoluto come avevano fatto tutti gli altri, lei stessa aveva imparato a dare vera importanza a pochissime cose e ad ignorare quelle che potevano solo farla sentire inadeguata o frustrata.
Shikamaru passava molto più tempo con i suoi amici, ad esempio, e da quando Konoha aveva capito che Naruto Uzumaki sarebbe diventato Hokage, perchè lo sarebbe diventato e di questo ne era sicura anche lei, Shikamaru si era preso l'impegno di supportarlo anche a distanza, perchè era ovvio che non condividessero gli stessi amici e che non frequentavano gli stessi posti, ma avevano in comune la stessa, potente voglia di proteggere quello che altri si erano presi la briga di distruggere. E l'avrebbero protetta a costo della vita, anche.
Era responsabile Shikamaru, era un bravo shinobi, un ottimo stratega, un amico fedele e un compagno insostituibile; probabilmente lui neanche si rendeva conto di quanto le sue spalle fossero care alle persone che si teneva ed aveva voluto vicino, quasi non volesse avere tutta questa importanza, come una persona che sa ma ha la gentilezza e il pudore e la profonda, profonda vergogna di fartelo capire.
Questo in realtà era un pensiero solo di Temari, Shikamaru non si sarebbe mai veramente preso il disturbo di impacciare in tal modo un altro essere umano, al limite avrebbe fatto di tutto per fare finta di non aver capito nulla e, si, anche se avrebbe finto malissimo, avrebbe provato a lasciare che il suo interlocutore capisse tutto da sè senza che lui dovesse per forza aprire la bocca. E non era neanche gentilezza la sua, era proprio il suo modo di essere e di vedere le cose ed era come lui impostava la sua vita, come cercava di essere d'appoggio senza imporsi, senza farlo vedere, quasi se ne vergognasse profondamente.
E lei si chiese, non per la prima volta, quanto ci fosse del bambino nell'uomo. Era l'educazione che gli era stata impartita?, era altro? E se si, cosa?
Si era mai inginocchiato davanti un suo amico da bambino per dirgli che sarebbe andato tutto bene e che gli altri, in realtà e per quanto uno lo negasse e rinnegasse, contavano più di quello che si diceva ad alta voce, ma che non importava essere uguali o condividere gli stessi loro pensieri per vivere nello stesso mondo? L'aveva mai fatto?, e si era mai chiesto, crescendo, quale sarebbe stato il suo posto e come sarebbe riuscito a riconoscerlo?
Si era mai sentito spaventato dal pensiero di non trovarlo, questo posto?
La calma che trasmetteva, non aveva neanche bisogno di guardarla per far si che lei capisse quanto fossero inutili tutte le sue paturnie ed i pensieri proiettati avanti, mai indietro, sempre avanti quando in realtà quello che contava era guardare l'orologio e bearsi del fatto che ancora non fosse calata la sera.
Sentì l'odore pungente del fumo solleticarle le narici, trattenne la voglia di starnutire e lo guardò mentre assaporava il suo vizio ad occhi socchiusi - Fate qualcosa stasera?-
Shikamaru mosse leggermente la spalla sinistra ed espirò il fumo con uno sbuffo - Credo, bò.- si grattò un lato del collo - Suppongo di si?-
- Choji proporrà il bagno nudi nel lago, lo sai vero?-
- Allora non c'è bisogno di mettermi le mutande, ti pare?-
Lei ridacchiò ed ammiccò nella sua direzione - A tua discrezione.-
Shikamaru la guardò con uno strano sorriso prima di riportarsi la sigaretta alle labbra e tirare senza mai staccare gli occhi dalla sua faccia - A dire il vero non mi va di uscire stasera.-
- Non fare il piantagrane, è il tuo compleanno!-
- E non posso passarlo a casa mia?- inarcò un sopracciglio - E' il mio giorno, posso fare ciò che voglio.-
- Anche questo è vero, ma non è tipo... una vostra cosa?- e mimò le virgolette con le dita - Una specie di tradizione da alcolisti anonimi o qualcosa del genere?-
- Non so se offendermi o essere lusingato dal tuo interesse.- spense la sigaretta su un posacenere di legno posto strategicamente sul davanzale della finestra dalla sempre previdente Yoshino - Comunque, vado a farmi una doccia. Vieni?-
Lo guardò impassibile - Non mi sembra proprio il caso con tua madre qui.-
Si scrollò nuovamente nelle spalle - Come se non sapesse che non ci guardiamo nelle palle degli occhi tutto il giorno...-
- Parlando di palle, portale lontano da me.-
Si portò una mano sul cuore e cominciò ad incamminarsi verso di lei - Sono profondamente ferito.-
- Evita.-
- No, davvero, mi si è spezzato il cuore a metà.- si piegò sul busto e mise la mano sulla sua nuca - Non hai sentito il crack?-
- Ho sentito il tuo culo che si allontanava da me.- arricciò il naso sentendo la puzza immonda della sigaretta a due dita dalla sua bocca e si allontanò un po' da lui, ma quel pirla evidentemente non aveva intenzione di spostarsi per farle respirare aria pura - Col cavolo che ti bacio!-
Lui sghignazzò - E chi ti ha chiesto niente?-
- Non sono neanche passati due minuti da quando hai smesso di fumare! Io non ti bacio!-
L'assurdità della loro relazione lo colpì ancora una volta. Come facesse una donna così disinibita come Sabaku no Temari a dare di matto per qualche sigaretta era un mistero.
- E non pensare di riuscire a toccare qualsiasi parte del mio corpo con quella lingua gialla!-
Shikamaru sbuffò, roteò gli occhi al soffitto e le tirò i riccioli sfuggiti ai codini - Non ho la lingua gialla e non ho intenzione di leccarti Temari.- disse con tono annoiato ponderando di accendersi un'altra sigaretta solo per il gusto di vederla impazzire.
Per qualche ignoto motivo la frase 'non ho intenzione di leccarti' le fece spalancare le fauci - Oh, lui non ha intenzione di leccarmi!, lui! Figurati io!-
Il Nara-beota ridacchiò piano sulla sua guancia, poi le schioccò un bacio umido e puzzoso di tabacco sul collo e continuò a sghignazzare - Mmmmmmh, peccato.-
Il 'vai a farti fottere' era quasi d'obbligo a quel punto.



Usava un deodorante che era anche più forte del suo profumo, restava nell'aria, si disperdeva nell'ambiente circostante e in pratica capivi che Shikamaru Nara stava per arrivarti alle spalle almeno cinque minuti prima che ciò accadesse. Lei credeva fosse per questo motivo che il beota si asteneva dall'usare quello specifico deodorante per le missioni. Era proprio forte, si attaccava ai vestiti e ci restava per giorni.
Non era poi una brutta cosa a pensarci bene, in fondo poteva asserire con molta semplicità che il suo ragazzo non puzzava di cantina ogni volta che uscivano per bere qualcosa. Certo l'effetto del deodorante veniva completamente eclissato ogni volta che il Nara si accendeva una sigaretta, il che non era affatto simpatico da un punto di vista olfattivo, ma di nuovo... era un odore che non andava via, lo sentiva anche adesso che aveva il ramen fumante sotto il naso - Potevamo restare a casa tua...- bofonchiò dopo essersi riempita il bicchiere di acqua.
- Non ho voglia di stare a sentire mia madre oggi.- replicò portandosi alla bocca i noodles senza neanche soffiarci sopra - Se poi tu vuoi sopportarla mentre bofonchia fatti tuoi.-
- Dico solo che è il tuo compleanno e che magari le farebbe piacere passarlo con te invece di stare in casa a pulire.- con le bacchette afferò un po' di carne e ci soffiò sopra prima di mangiarlo - Non che ci sia niente di male eh...-
Shikamaru continuò a mangiare per un po' senza dire niente, ordinò del sake per due e si passò la lingua tra i denti prima di parlare di nuovo - Mia madre è una maniaca dell'ordine seccatura,- grugnì - pulirebbe anche me se non fossi autosufficiente. E comunque,- fece una smorfia - non mi va di stare a casa.-
- Questo l'ho capito,- si versò il sake che il cameriere aveva appena portato e ne versò un po' anche a lui - e non ti va neanche ti uscire con i tuoi amichetti?-
Il Nara la guardò oltre il bordo del bicchiere - No.-
- Quindi...- sghignazzò sorseggiando il suo sake - vuoi stare tutto il giorno con me?-
Lui sembrò un attimino infastidito da qualcosa, Temari credette addirittura di averlo offeso in qualche modo, ma alla fine la bocca di Shikamaru si distese in un sorriso pigro - Già.-
- Già?, che risposta è già?-
- E' una buona risposta, semplice, corta e concisa.- rise della sua espressione corrucciata - Rilassati seccatura. non ti chiederò di sposarmi qui davanti a tutti.-
Come se la cosa la spaventasse, pensò lei affondando le fauci sul ramen.
- Che poi...- lei s'irrigidì - mi sembra di avertelo già chiesto, no?-
Ad un certo punto di una relazione, qualsiasi tipo di relazione, si iniziano a notare certe cose che probabilmente ad un occhio superficiale sarebbero sfuggite.
Su alcune persone il fastidio si notava dalla faccia, dagli occhi che ti trapanavano il cervello, dalla piega sottile e dura della bocca o dalle mani che stringevano le tue braccia come a squoterti. Shikamaru Nara, lei aveva capito, non mostrava il fastidio dalla faccia, ma da quello che ti diceva quando la sua faccia restava serena e rilassata come se non stesse parlando di un argomento difficile.
Ti parlava con calma, con ironia sottile, come se non volesse farti capire quanto in realtà gli pesasse una certe cosa. Così, in quel momento, Temari non sapeva se rispondere per le righe o rifargli il discorso che avevano fatto tre mesi prima; che lei non aveva nessuna intenzione di sposarsi, che odiava il solo pensiero e che niente e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea.
Lui aveva avuto una famiglia, i suoi genitori erano sposati da trent'anni e passa e litigavano ancora come se non fosse passato tutto quel tempo. Lei del matrimonio dei suoi genitori ricordava solo i silenzi e l'opprimente sensazione di sporco addosso, come se l'amore si fosse arrugginito e spezzato nel processo. Anche se sapeva quasi con certezza che loro non avrebbero permesso che una cosa del genere accadesse (più per amor proprio che per altro) non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine dei suoi genitori che si voltavano reciprocamente le spalle.
In definitiva, pensò portandosi alla bocca altro ramen, lui poteva infastidirsi quanto voleva e poteva incolparla di qualsiasi cosa perchè lei non avrebbe cambiato idea e il discorso si chiudeva lì.
- Vuoi altro sake?- gli chiese guardandolo negli occhi, facendogli capire che non avrebbero parlato di quella cosa lì dove chiunque avrebbe potuto sentirli e che trovava inopportuno il modo in cui aveva creduto di poterla indurre a parlarne, come se lei non avesse un cervello perfettamente funzionante e in grado di decidere su cosa o su chi discutere senza che lui le mettesse la carota sotto il naso.
Shikamaru sorrise leggermente - No, mi si è chiuso lo stomaco.-
Lo trucidò con lo sguardo - Peccato,- sibilò senza mai staccare gli occhi dai suoi - dicono che lo stomaco pieno guarisce la stupidità.-



Aspettò davanti una vetrina che Shikamaru finisse di ciarlare con il suo Team, spuntato dal nulla come un fungo, che prima si era presa la briga di salutare sbrigativamente visto che non aveva nessuna intenzione di stare a sentire l'oca starnazzante... starnazzare.
Si rese conto di essersi fermata davanti alla vetrina di una gioielleria troppo tardi, perchè quando Shikamaru la raggiunse non riuscì a trattenere, lui, la risatina - Ti piace qualcosa?-
- Non la stavo neanche guardando.- replicò con una smorfia che la vetrina le rimandò indietro, Shikamaru stava sorridendo, lei sospirò - Che vuoi fare ora?-
- Cercare di capire se è meglio riaccompagnarti a casa e farti sbollire o fare finta di niente.-
Si girò ed alzò il mento per guardarlo - Non so di cosa tu stia parlando.-
- Seh,- spinse un dito nello spazio in mezzo alle sue sopracciglia - e queste rughe qui me le sto immaginando.-
- Io non ho le rughe!- grugnì spingendogli via la mano - E stai peggiorando le cose, tra parentesi.- lo sorpassò incrociando le mani al petto.
- Io credo...- disse dopo averla affiancata - di non aver detto niente di male.-
- Non è...- chiuse la bocca con forza ed arricciò il naso, poi sospirò ancora - Non è grave.- lo guardò un attimo prima di riportare gli occhi sulla strada - Sono in grado di parlare da me, non ho bisogno che tu mi ricordi cosa ti ho detto e cosa continuerò a dirti, anche se non ti piace Shikamaru.-
Lui annuì brevemente e si prese la libertà di schiaffarle il braccio sulle spalle - Non ti ho mica detto di cambiare, cretina.-
- A me sembrava più 'sei una stronza, come puoi farmi questo blablabla'.- bofonchiò.
- Mhmh.-
Non fece neanche caso al suo mugugno - E poi vaffanculo Nara!, eravamo in un ristorante! E' così complicato capire che non mi piace parlare di certe cose quando ci sono quaranta persone in una stanza?-
- Mhmh.-
- E non morirai se non ci sposiamo, probabilmente vivrai anche di più a mio modesto parere...-
Lui rise apertamente.
- E non ridere!, idiota...-
- Mi accontenterò della convivenza allora.-
- Si, bravo...- corrugò la fronte in confusione - Quale convivenza?, eh no Nara! Non puoi prendere e decidere dove io vivrò senza informarmi!-
- Ti ricordi quella cosa che ti ho fatto firmare una settimana fa?-
Lei rovistò nella sua memoria per ricordarsi l'accaduto - ... si, ma questo che c'entra?-
- Diciamo solo che non era un documento dell'Hokage.-
- Non era un...- spalancò gli occhi - Cosa mi hai fatto firmare?!-




- Sei la persona più irresponsabile, stupida, imbecille, ignorante e senza cervello che io abbia mai, mai!, conosciuto!-
- Hai le tue cose per caso?-
- No!-
- E' una casa seccatura,- si accese una sigaretta in un moto di stizza - non ti sto dicendo di entrarci e neanche di fartela piacere. Mi è piaciuta, l'ho presa...-
Lei si massaggiò lentamente gli occhi - E mi hai fatto firmare il contratto.-
Sbuffò una nuvoletta di fumo - Se ti avessi detto cos'era veramente quel foglio me l'avresti sbattuto in faccia...- le tappò la bocca pronta a ribattere con una mano - Si Tem, me l'avresti sbattuto in faccia. Urlando anche.-
Temari roteò gli occhi al soffitto della casa che il suo ragazzo aveva 1) comprato senza dirle niente; 2) firmato un contratto che anche lei aveva autografato senza che ne sapesse niente, e qui c'erano un sacco di motivi per i quali Shikamaru si meritava di finire in gattabuia senza cibo nè acqua nè gabinetto; 3) arredato come se ipotizzasse di viverci sul serio, il che per lei era impensabile visto che, bè, lui aveva già una casa tutta sua, attaccata a quella dei suoi genitori, certo, ma era pur sempre una casa!
Si staccò la sua mano dalla bocca e lo guardò bellicosa - Questo...- gesticolò con entrambe le braccia - colpo di testa...-
- Chiamalo ancora colpo di testa e ti prendo a calci.-
Sbuffò - Non so come chiamarlo!- si guardò in giro come se non riuscisse davvero a crederci - Tu lo sai che non posso permettermi di...- chiuse ermeticamente la bocca e cambiò tono per non sembrare eccessivamente inebetita - Io sto a Konoha sei mesi l'anno, lo sai tu come lo sanno tutti, e con tutte le cose che stanno succedendo in questi giorni... non guardarmi così Nara.- sbuffò incrociando le braccia al petto - Per te una crisi finanziaria di paesi lontani miglia può anche non significare niente, ma io devo capire come fare per far si che Suna ne risenta il minimo indispensabile e credi che lo possa fare da qui? Certo che non posso farlo da qui! Dovrò fare avanti e indietro e non sarò mai a casa e sarò di umore pessimo perchè il tuo Hokage ha il pallino delle riunioni notturne e quando tornerò nel mio appartamento il mio unico pensiero non sarai tu, ma il letto!-
Il Nara ciccò fuori dalla finestra e si passò una mano sul collo - Dimmi che differenza c'è tra il letto del tuo appartamento e il mio.-
- Non è questo...-
- E' questo invece. Seccatura...- gettò la sigaretta ed appoggiò le reni al davanzale - Ti sopporto ogni giorno, il tuo carattere è quello che è e non m'importa. Non ti sto chiedendo di mollare Suna e trasferirti subito qui, anche se te lo chiederò prima o poi Tem.- la puntò con uno sguardo al limite dell'umana sopportazione, perchè ogni Nara aveva una punta di arroganza nascosta da qualche parte - Ma ti conosco e so che ti piace questa cosa.-
- Per niente, è irritante.-
- Non devi per forza essere partecipe di tutte le decisioni della mia vita. Se non vuoi vivere con me, ok, - alzò le mani in segno di resa - continueremo come prima, ma non dire di no solo perchè non hai avuto il preavviso.-
E lei pensò a tutte le cose che si era persa, alle cadute che non aveva visto, alle foto in cui lei non c'era e a tutte le delusioni che l'avevano formato, ci pensò e si sentì ribollire di rabbia - Sappi che non ti ammazzo solo perchè è il tuo compleanno, ma domani come minimo ti riduco a voce bianca!-
A riprova del fatto che gli uomini erano più simpatici quando stavano zitti, Shikamaru le si avvicinò come se non avesse parlato e le appoggiò entrambi gli avambracci sulle spalle per poi piegarsi un po' in avanti - Ho comprato anche il letto.-
- Spero tu abbia comprato anche un peluche per le notti solitarie che passerai.-
Guardandolo negli occhi pensò, di nuovo non per la prima volta, a tutte le cose che non aveva visto, alle parole che non aveva sentito e si chiese quanto, in realtà, ci fosse dell'uomo nel bambino. Mentre lui la baciava con quella sicurezza tutta maschile si chiese se loro avessero potuto avere tutto questo in un altro mondo, dove tutto era diverso e non c'erano guerre da combattere o crisi di contenere, dove la distanza poteva essere percorsa in tre ore piuttosto che tre giorni. Si chiese, assaporando per la millesima volta il suo profumo quando gli si strinse addosso, in che modo sarebbero riusciti loro a vivere in un mondo dove le loro strade non si fossero potute incontrare.
Lei sarebbe stata la stessa, ne era sicura, sarebbe sopravvissuta anche alla fine del mondo che conosceva forse. Lui... lui avrebbe ricominciato la sua vita da capo, sarebbe cresciuto, sarebbe caduto, si sarebbe rialzato, e di nuovo lei non l'avrebbe visto.
Non avrebbe visto il processo lunghissimo che l'avrebbe fatto diventare uomo piano piano, di nuovo il destino o il caso le avrebbero fatto un grandissimo favore perchè non c'è nulla di più noioso che lo stare a guardare.
E nel frattempo lui la spingeva verso il pavimento, le mani dentro la sua maglietta e sotto il suo reggiseno che la toccavano in un modo ormai familiare, ma mai noioso.
Si chiese se avesse potuto amarlo in quel modo se lui fosse stato un uomo diverso.
Le strofinò il naso sul collo quando furono entrambi distesi sul pavimento, le accarezzò la coscia ormai scoperta e sorrise leggermente quando lei gli tirò forte i capelli - Che poi...- soffiò sulla pelle accaldata del suo petto - ho un peluche proprio sotto di me, pagato con tanta pazienza e neanche un soldo.-
Lei rise della sua incommentabile stupidità, perchè stupido lo era sul serio, altro che genio!, ma di nuovo... avrebbe mai potuto, lei, amare un altro uomo?



Due anni dopo, 22 Settembre



- Rompete quel vaso ed io vi spacco la testa!-
Gli addetti al trasloco si mossero ancora più lentamente dopo quell'urlo da banshee esaurita e spostarono il vaso incriminato letteralmente con le pinze.
Sabaku no Temari si beò del potere che esercitava su tutte le persone che incontrava e sperò vivamente che Shikamaru tornasse il più tardi possibile.
- Quel quadro è un regalo del Raikage!- ululò quando un tipetto smilzo afferrò suddetto quadro come se si trattasse di un sacco di patate - E vale molto più di te, vedi di trattarlo con rispetto!-
- Ma signora, non c'è modo di appendere un quadro con rispetto!-
Lei lo trucidò con lo sguardo - Non discutere con me.- e quello incassò la testa nelle spalle e si prodigò nell'appendere il quadro con i guanti di seta.
Con occhio clinico cominciò a svuotare gli scatoloni ricolmi di tutti i suoi libri e, guardando la libreria che aveva appena fatto sistemare nella zona giorno, si affaccendò per sistemarli nello stesso, identico ordine che avevano quando riposavano nella sua libreria a Suna.
Pensò con invidia alla libreria ospitata da casa Nara e si chiese se Shikaku fosse disposto a cederle qualche volume per amor di pace, anche se probabilmente si sarebbe fatto tagliare un piede piuttosto che regalarle uno dei suoi preziosissimi libri.

Era un peccato che Shikamaru non avesse preso dal padre in quel frangente, anche perchè gli unici libri che il beota leggeva parlavano di codici da decifrare, matematica incomprensibile e manuali avanzati di shoji, il che era molto triste a suo modesto parere. Non per niente si era prodigata nel nascondere suddetti libri nella sua stanza perchè sarebbe stato troppo oltraggioso sistemarli nello stesso posto in cui lei avrebbe riposto i suoi, di libri.
In un'ora aveva cambiato pure le tende, perchè quelle che Shikamaru aveva appeso erano di un colore giallo smorto orribile che non si capiva da dove e da chi fossero state prodotte.
Lasciò perdere i libri quando dalla finestra vide il suo coinquilino e trattenne le risate quando il Nara osservò il casino che c'era di fronte casa sua con espressione inebetita. Lei raggiunse la porta e si fece vedere prima che l'imbecille decidesse di chiamare la protezione animali e quando Shikamaru sollevò gli occhi su di lei non riuscì a trattenere il sorriso - Ho pensato...- gli disse quando fu abbastanza vicino per sentirla - che come regalo di compleanno fosse appropriato darti una risposta definitiva.-
Il Nara osservò gli addetti fare avanti e indietro con le sopracciglia inarcate, si passò una mano sulla bocca che sembrava indecisa tra il sorridere o fare una smorfia infastidita - Ed hai deciso di... invadere una proprietà privata?-
- Tecnicamente questa casa è anche mia. Insomma, ho firmato o no un contratto?-
Lui battè ciglio - Temari... c'è un mezzo busto di tuo fratello in giardino.-
- Si, bè...- arricciò il naso - Avevo pensato di metterlo in camera da letto, ma poi mi sono ricordata cosa facciamo in camera da letto e... in tutte le altre zone dentro casa, perciò il giardino è l'unico posto in cui mio fratello può stare. Sempre se non vuoi che ti guardi mentre ti spogli.-
- Assolutamente.- annuì guardandola come se le fossero spuntante le antenne sulle testa - Hai perfettamente ragione.-
- E,- entrò in casa ormai sicura che lui non sarebbe scappato a gambe levate - ho tolto le tende.-
- Mi piacevano...-
- Erano orribili. Comunque ho portato anche le mie stoviglie visto che tu persisti ad usare quelle che tua madre ti manda ogni tanto.- lui incassò la testa nelle spalle - E siccome vivremo insieme d'ora in poi, puoi astenerti dall'entrare in cucina.-
Il Nara si passò entrambe le mani sulla faccia, lei aprì il frigorifero e sghignazzò diabolicamente prima di afferrare la torta, girarsi, e spiaccicargliela in faccia.
A riprova del fatto che gli uomini sembravano più simpatici quando erano ricoperti di panna, Shikamaru si leccò le labbra ed aspettò che lei gli togliesse la panna dagli occhi prima abbracciarla forte ed inzozzarla di dolce - Buon compleanno a me.-
Temari chiuse per un attimo gli occhi e pensò a tutte le cose che avrebbe visto e che avrebbe sentito; si crogiolò nel suo abbraccio sfiorandogli la schiena e non potè non sorridere quando il suo profumo l'avvolse per intero.
Sono grata che tu sia tu, avrebbe voluto dirli, perchè un altro uomo, io, non sarei capace di amarlo così come voglio ed amo te. Ma certe cose, alcune donne, le tengono ben nascoste. E va bene così.









N/A

Ok, alla fine mi piace XD, Giù grazie per l'aiuto ieri (e per avermi ricordato che la fic non era per il 23 ma per oggi)!
Spero che vi sia piaciuta, fate tanti auguri a Shika e pregate che i suoi libri non vengano bruciati.
Un bacio!




  
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