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Autore: Phoenix3    22/09/2012    9 recensioni
Storia di un piccolo grande dubbio che coinvolgerà loro malgrado tutti i saiyan puri e non puri che vivono sulla Terra. ^_^
[Nota: io sono fan della coppia Vegeta/Bulma e nelle mie storie si vede sempre. Qui ho dato spazio a vari personaggi, ma arriverà il turno di tutti. ^_^]

Il ragazzino chiuse gli occhi un istante. «Quello che volevo sapere è…» li riaprì, e fissò un punto vuoto ai suoi piedi. «C-come fai a non fare male a Videl?» Rialzò il capo, sentendosi arrossire, e si decise a guardare il fratello.
Gohan sbatté le palpebre. «Male? In che senso? Perché dovrei farle del male, scusa?»
Goten si sentì infiammare le gote. «Beh, tu sei un saiyan, no? Eppure avete avuto una figlia, quindi significa che in certi momenti…»
«Goten!» lo interruppe il fratello, che era diventato a sua volta color peperone. «Ma che razza di domande fai?! Quello che faccio con mia moglie in privato non è affar tuo!»
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Goku, Goten, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui! ^_^
Come promesso faccio un aggiornamento veloce, stavolta con un capitolo più lungo. Ne approfitto per ringraziare sia coloro che hanno recensito (gradisco molto le recensioni ^_^) sia coloro che seguono la storia in silenzio, che comunque mi rendono felice. :)

Ora scoprirete perché Goten dopo aver chiesto consiglio a Gohan si era ritrovato quasi costretto a scegliere il padre come seconda opzione. XD Come dire, non è che potesse aspirare a molto meglio. XD

Chi sarà il prossimo con cui avrà a che fare? :D

Non vi anticipo altro e vi auguro invece
BUONA LETTURA!

 



Capitolo 3
Un inutile per amico

 
 
Era furioso.
Sapeva che il suo amico se n’era accorto, ma d’altronde non aveva nessuna intenzione di nasconderglielo.
Afferrò un altro sacchetto di patatine, mentre i robot domestici ripulivano il tavolo della cucina della Capsule Corporation.
«Senti, Goten,» gli chiese il ragazzo dai capelli lilla, «perché non ti decidi a spiegarmi che succede?»
Goten sbuffò, e si riempì la bocca di cibo. «Mio padre e mio fratello sono due idioti» disse dopo aver ingerito.
Trunks inarcò un sopracciglio. «Ehm, ok, questo sarebbe un ottimo modo per iniziare una conversazione con mio padre, ma io vorrei qualche dettaglio in più.»
A Goten sfuggì un sorriso. «E va bene» disse, e prese altre patatine. «Stasera la ragazza di cui ti ho parlato mi ha invitato a casa sua. Sai cosa significa, immagino.»
«Sarete soli?» si affrettò a chiedere l’amico.
Goten annuì. «L’ha specificato senza che io le chiedessi nulla. Insomma, ha diciassette anni, i suoi intenti sono ovvi.»
Trunks prese a sua volta un sacchetto. «Direi di sì, ma cosa c’entrano Gohan e tuo padre?»
Il moro incrociò le braccia. «Beh, visto che non volevo farmi trovare impreparato, ho provato a chiedere loro qualche consiglio. Sai com’è, per me sarebbe la prima volta. Il problema è che mi hanno trattato come un bambino!»
Un robot appoggiò sul tavolo due succhi di frutta.
«Forse credono che sia troppo presto» disse Trunks. «Magari loro alla tua età non pensavano ancora a queste cose.»
«Ma non è giusto che pretendano lo stesso da me, non credi?»
Trunks sorseggiò il suo succo. «In effetti è vero, ma se hanno deciso così non sarà semplice farli riflettere. Piuttosto, perché non chiedi a qualcun altro? Potresti provare con Crilin.»
«Ci ho pensato, ma non sarebbe la stessa cosa» rispose Goten, e mandò giù la propria bevanda con una sola sorsata. «Lui è un terrestre, e tra l’altro fa l’amore con un cyborg che potrebbe ucciderlo con un colpo, quindi è nella situazione opposta. Io ho bisogno del consiglio di un saiyan, accidenti!»
Trunks arrossì di colpo. «Ah, non guardare me! Sai che io non ho esperienze!»
Goten mangiò altre patatine. «Certo che lo so, altrimenti avrei chiesto subito a te, no? Beh, comunque cerca di darti una mossa, così poi potrai essermi utile in qualche modo.»
L’altro strinse i pugni. «Ehi! Io non prendo certe decisioni per fare un piacere a te!»
«E dai, su, non vorrai mica restare vergine tutta la vita!»
«Bada agli affari tuoi!» sbottò Trunks.
Restarono in silenzio per qualche istante, poi entrambi scoppiarono a ridere.
«E va bene,» disse Goten poco dopo, «ti darò tre mesi di tempo.»
Trunks inarcò un sopracciglio. «Non mi sembra che tu abbia afferrato il concetto.»
Goten gli mise una mano sulla spalla. «E dai, sto scherzando!»
L’altro lo fissò. «Ho i miei dubbi.»
Il moro mantenne il suo sorriso, poi accavallò le gambe e spostò lo sguardo sul soggiorno. «Comunque io il problema ce l’ho stasera» continuò. «Non so se hai capito, ma non è la classica questione della prima volta. Se io fossi una persona comune saprei come comportarmi, ma con la forza sovraumana che mi ritrovo ho davvero paura di farle del male per sbaglio. Insomma, possibile che un saiyan non possa avere rapporti con una terrestre qualunque?» Si bloccò, notando una piccola figura seduta sul divano.
«Che c’è?» domandò Trunks, e seguì il suo sguardo. «Mia sorella che guarda i cartoni è interessante?»
Goten sorrise. «Molto» disse.
«Eh?»
Goten si voltò verso l’amico. «Lei è la risposta!»
Trunks sbatté le palpebre. «Ovvero?»
Sul volto del moro si disegnò un ghigno. «Non capisci? A quanto pare i tuoi genitori si sono dati da fare negli ultimi tempi!»
Trunks diventò color fragola. «E-ehm, sì, così sembrerebbe. E quindi?»
Goten si alzò sbattendo le mani sul tavolo. «E quindi è naturale, no? Lui sa come fare!»
Il volto dell’amico passò dal color fragola al color cadavere. «Goten, ragiona, non starai davvero pensando di chiedere a…»
«Dato che tua madre non ha alcuna forza combattiva, la situazione di tuo padre è identica alla mia!»
«Goten, ti prego, non provare neanche a…»
«Inoltre Bulma è rimasta ancora una bellissima donna, quindi è evidente che in tutti questi anni non ha avuto alcuna ripercussione.»
«Goten, insomma!»
«Beh, tu non ci avrai fatto caso perché sei suo figlio, ma guarda che per la sua età è veramente attraente! La ragazza con cui sto uscendo ha un fisico molto simile! Insomma, Bulma non sarà giovane, ma a letto secondo me è una bomba.»
«Goten, piantala!» gridò Trunks. «Si può sapere di che diavolo stai parlando? Non è mia madre con cui devi fare sesso!»
Sentendo quelle parole, Goten sussultò. «Ehi, aspetta un attimo! Mi hai frainteso! Io stavo solo paragonando la mia situazione a quella dei tuoi genitori! Accidenti, anche mio fratello prima ha pensato subito male quando ho nominato Videl.»
Trunks strinse i pugni. «Mi sa che gli ormoni ti stanno intasando il cervello.»
Goten arrossì. «E dai, non prendertela, ho detto che tua madre è una bella donna, cosa c’è di male? Non ho detto che voglio farci qualcosa, davvero. Insomma, stavo immaginando come potrebbe essere per un saiyan andare a letto con una donna che riesce a tenergli testa, e lei mi è sembrata l’esempio perfetto.»
Trunks si alzò e gli diede le spalle. «Adesso vedi di piantarla, sennò ti sbatto fuori di casa.»
Goten si zittì.
Stavolta mi sa che se l’è presa davvero.
I robot domestici gettarono nella spazzatura i sacchetti di patatine.
Trunks si voltò. «Senti, mi dispiace, ma non so proprio come aiutarti. Io come ti ho detto non posso darti consigli, quindi se ci tieni a sapere qualcosa dovrai riprovare con Gohan o con tuo padre.»
Goten abbassò lo sguardo. «Già, mi sa che è l’unica soluzione. Accidenti a loro, spero che non abbiano spifferato nulla a mia madre.»
Trunks sorrise. «Beh, se continui a comportarti da pervertito non credo che impiegherà molto a capire che c’è qualcosa sotto.»
«E dai, non ti ci mettere anche tu!» esclamò il giovane. «Io voglio una storia seria!»
Trunks lo accompagnò verso l’uscita della cucina. «E va bene, farò finta di crederci» disse, ed entrambi varcarono la soglia per raggiungere l’ingresso.
Goten sorrise.
Forse non era ancora tutto finito.
«Ehi, voi due, dove credete di andare?»
Il giovane si irrigidì.
Le sue orecchie si spalancarono, mentre il suo cervello cercava di convincerlo che la persona appostata nella parete oltre la cucina non era chi sembrava essere, e che la voce che aveva sentito era solo frutto della sua immaginazione. Con gli occhi ancora sbarrati, ruotò il collo verso l’amico d’infanzia e notò che la sua reazione non era stata molto diversa.
Trunks, le cui gambe avevano iniziato a tremare in modo involontario, fece un passo avanti. «P-papà» farfugliò, il volto dello stesso colore del muro. «Che piacere vederti.»


---

Eh, beh, come poteva mancare lui? *_*
Spero di avervi incuriosito abbastanza, ormai ci avviciniamo alle parti più interessanti. :D

Alla prossima!

 

  
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