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Autore: Remedios la Bella    22/09/2012    3 recensioni
Julie. Occhi curiosi e un morboso attaccamento per i casi di serial killer e omicidi.
Adam. Uomo della porta accanto, mite e bizzarro.
I due si conosceranno, in una tranquilla giornata estiva.
Ma dietro l'apparenza si può celare la più cruda delle verità. Una verità che solo il sangue può nascondere agli occhi degli altri.
Enjoy.
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Misurando i passi sull’asfalto, Julie riportò Adam verso la sua stanza, controllando sempre che non ci fosse nessuno ad osservarli.
Lo fece sedere poi sulla poltrona e frugò nelle sue tasche.
“ Ora della pastiglia, cucciolo.” Disse, tirando fuori dalla boccetta quel piccolo medicinale e porgendoglielo:” Tutto d’un fiato.”
L’altro, come se Julie fosse stata sua madre, eseguì l’ordine bevendo poi tutto d’un sorso il bicchiere d’acqua che la ragazza gli porse.
“ Ora a nanna. Resta qui nel mentre.” Lo fece coricare, dandogli poi un bacio sulla fronte. Lei non era intenzionata comunque a seguirlo a letto. Si diresse verso la porta, prendendo nel mentre le chiavi della stanza:” Aspettami qui.” Gli fece, uscendo e chiudendo poi la porta a chiave dall’esterno.
Si ridiresse verso l’angolo buio dove giaceva la ragazza. Il corpo era ancora lì, come si era immaginata.
Stavolta poteva vedere chiaramente che, seppur debolmente, la ragazza respirava.
Con molta cautela, si avvicinò e prese, proteggendosi la mano con la manica della giacca, il pezzo di legno che le giaceva accanto. Poi, usando tutta la sua forza, lo scagliò lontano. Avrebbe evitato domande compromettenti.
Poi,sempre piano, la voltò in modo da poterle vedere bene la faccia. Le poggiò bene la schiena all’asfalto, le controllò il respiro e tentò di svegliarla. Ma quella non dava segno di ripresa immediata.
“ Lasciarla qui è rischioso …” pensò. Il colpo che Adam doveva averle inferto doveva essere stato davvero forte.
“ Se questa qui non si sveglia, non posso di certo portarla dentro la stanza … succederebbe il finimondo!” sussurrò tra sé e sé, guardando la ragazza a lungo. Rabbrividì al pensiero di quello che il lato pazzo di Adam era intenzionato ad infliggere a quella ragazza. Già, il suo amato uomo complicato era capace di pazzie, se non veniva controllato da vicino.
Tentò altri modi di risveglio, la schiaffeggiò varie volte addirittura ma quella continuava a dormire. Tastò il bernoccolo sulla nuca, constatando che era davvero grosso.
“ Devo chiamare l’ospedale …” pensò, tirando fuori il cellulare. Subito, però, il dubbio la invase:  e se con quella chiamata, avessero rintracciato lei e Adam? Non poteva rischiare di farsi scoprire con un gesto tanto stupido.
“ L’unica è lasciarla qui e aspettare … ma potrebbe morire e allora sarebbero guai seri.” Non vedeva altre soluzioni in vista, e guardava frenetica la vittima, maciullandosi le meningi per cercare di cavarsela da quella situazione tanto disperata.
Alla fine, poteva solo fare una cosa, non molto sicura in verità:” La reception … potrei dirle di aver trovato la ragazza … ma se quella accenna a Adam? Cazzo!” non era una buona idea. Se il colpo non era stata abbastanza forte da toglierle addirittura la memoria, quell’inerme donna sarebbe stata capace di mandare a monte ogni piano di fuga dei due. All’improvviso, Julie provò un senso di astio nei suoi confronti:” Il mio futuro dipende da una ragazza che si veste poco … in cosa sono incappata?” pensò, non nascondendo un lieve senso di odio.
Presa da un senso di panico soffocante, riprese a scuoterla e schiaffeggiarla, quasi urlandole di svegliarsi:” Perché diamine non apri gli occhi!” ghignò. Il suo impreco però non fu urlato al vento.
Sentì dei passi dietro di lei e si voltò, accecata poi dalla luce di una torcia elettrica troppo potente. Potè vedere, nella poca luce offertagli da quel mezzo, il viso della ragazza che c’era alla reception quella mattina, gli stessi occhi neri come la notte scrutarla attenti e la stessa chioma castana ricadere come una cornice su un volto pallido come la luna.
“ Ehi, che succede?!” gridò quella, quasi correndo. La sedicenne, nonostante la gola le si fosse seccata in pochi istanti, tentò di sembrare spaventata. Pensò a qualcosa di triste, davvero triste. Le venne in mente quando, qualche mese fa, vide sua madre piangere la morte della zia, afflitta da un terribile tumore. In quel dolore era scoppiata anche lei.
Lacrime per metà nostalgiche e per metà di pura finzione le rigarono il viso:” La prego mi aiuti! Stavo … girovagando perché non prendevo sonno e … quando … sono passata di qui … l’ho vista … è viva, ma non si sveglia! Mi aiuti!”
L’altra, che nel mentre aveva verificato anche lei che la ragazza a terra era viva, sembrava tenere un atteggiamento abbastanza calmo:” Perché non hai chiamato l’ambulanza subito?!”
“ Sono .. spaventata! Non ho nemmeno la forza per tenere il mio cellulare in mano!” fingendo in modo maestrale un tremore isterico alle mani, fece ondeggiare la luce del display del cellulare tra le sue mani, e nel tentare di digitare i numeri sulla tastiera, per poco non gli cadde dalle mani.
“ Ok ok, qui me ne occupo io! Tu torna nella tua stanza, sembri scossa … vuoi qualcosa da bere?”
“ No grazie …” fece con voce debole, dentro di sé quasi esultando. La soluzione era come venuta da sé, solo per il momento comunque. Il suo talento da attrice aveva prevalso sulla situazione.
Per non far crollare la sua posizione, si fece accompagnare fino alla stanza, salutando poi flebilmente la donna, che ritornò fulminea dalla vittima dell’aggressione.
Julie, rapidamente, entrò dentro. Adam dormiva su un fianco, muovendo appena la cassa toracica in un sonno lieve e senza disturbi. Il farmaco aveva fatto giusto in tempo a fare effetto. Lo contemplò, scuotendo poi la testa sconsolata:” Cosa mi fai passare …” gli carezzò la spalla affettuosamente, distendendosi poi accanto a lui, non più lontano. Un lieve rossore le colorò le guance, e il sonno tardava a accoglierla con sé. Sospirò, guardando il soffitto e di tanto in tanto accarezzando il viso di quell’uomo così pacifico e così letale a volte. Ripensò alla ragazza, al fatto che di lì a poco l’ambulanza l’avrebbe soccorsa, alla possibilità che forse avrebbe spiattellato tutto alla polizia.
Presa allo stomaco da questo pensiero, non fece in tempo ad accorgersi che Adam si era svegliato e la stava osservando:” Qualcosa non va?”
“ Tutto non va …” fece lei sussurrando e reprimendo la voglia di piangere. Era stanca e forse angosciata da tutto quello.
L’uomo sembrò capire il suo stato d’animo, e senza preavvisarla, l’abbracciò stretta, facendola sussultare:” Mi dispiace davvero di starti cacciando in queste brutte situazioni. Se potessi fare qualsiasi cosa …”
“ Non fare niente, ti prego. Va bene così.” Rispose Julie, abbracciandolo di risposta e baciandolo all’altezza del cuore:”Ora dormi. Domani ci toccherà scappare.”
Chiuse gli occhi, facendo scivolare una lacrima che l’altro asciugò con il pollice. La baciò delicatamente e restò abbracciato alla sua pupilla:” Buonanotte, folle.”
 
La luce del tramonto rosato si rifletteva placida sulle acqua leggermente mosse dal vento del lago che faceva da specchio alla dimora Dahmer, la casa di campagna di Adam. A disturbare quel rosa, flash rossi e blu e sirene che disturbavano il canto degli uccelli abituati ad animare l’atmosfera lì intorno. Una ventina di agenti, tutti chiamati d’urgenza, erano stati chiamati a nome di Christopher, fratello di Adam, e di Jeremy e Cindy, unici nonché pericolosi testimoni delle colpevolezze dell’uomo. Infatti, nonostante gli incitamenti di Adam a non dire niente, a Jeremy era stata cavata qualche parola sulla sua testimonianza, spinto forse dallo sguardo magnetico, preciso e identico a quello di Adam, del fratello Christopher, che arrabbiato come non mai era poi corso sul posto. Una squadra di agenti si era infiltrato in casa, mentre altri, guidati da un Jeremy scosso, erano partiti con una barca e una squadra di sommozzatori alla ricerca del sacco nero di immondizia, contenente i pezzi di corpo e le uniche prove esistenti per incastrare Adam.
A seguirli c’era anche Emily, che continuava a singhiozzare e a voler evitare ogni fastidioso paparazzo avido di informazioni su quella succulenta notizia che, per colpa della lingua lunga di Cindy, aveva fatto il giro del paese in meno di mezza giornata. La diretta interessata, nonché una delle testimoni più lucide, sembrava godersi il momento di fama più che mai, sputando volentieri veleno sul presunto flirt tra Julie e Adam.
“ Quei due piccioncini stavano sempre insieme, è impossibile non pensare che addirittura ci fosse una storia d’amore seria. Quel degenerato ha trascinato quella povera ragazza tra le sue grinfie. Anche se in effetti sospettavo che quella lì non fosse tutta casa e chiesa!” miagolava abbagliata dai flash delle macchine fotografiche avide della sua anima e della sua immagine di sopravvissuta a qualche catastrofe.
Emily doveva solo sopportarla, anche se sentirla deridere così sua figlia le dava solamente fastidio. A un certo punto trovò lecito che quello strano vicino di casa avesse istinti omicidi verso quella bocca larga di Cindy.
Verso le sette della sera, quando ormai il rosa del cielo era stato sostituito dal ciano del cielo della prima sera, la squadra di sommozzatori emerse con a presso qualcosa. Lo portarono rapidamente a riva, e la squadra della scientifica potè davvero constatare che Jeremy aveva visto giusto.
Secondo il verbale della polizia, “ la dimora emanava odori di putrefazione e chiuso, sono state rinvenute varie armi contundenti insieme a un sacco dell’immondizia con all’interno pezzi in via di decomposizione di un corpo di donna sui venti-venticinque anni, testa a parte. Dietro un cespuglio sulle rive del lago sono stati ritrovati pezzi di indumenti e organi ricoperti di calce viva, in via di corrosione.”
Emily non volle guardare lo scenario raccapricciante del puzzle umano che la polizia aveva ritrovato, ma pianse più forte. Christopher era colmo di rammarico e di cieca rabbia:” Fratello, stavolta in quella clinica ti ci rinchiudo. Vivo o morto.” Sibilò stringendo i pugni e osservando le gesta di Adam.
Poi, a voce alta esclamò:” Credo che questo sia una prova più che sufficiente. Possiamo rintracciarlo. Posso farlo. L’ho sempre tenuto d’occhio. E …” indicò con il dito tutti quanti:” Vivo o morto, prima di arrestarlo, lo voglio vedere e suonargliele di santa ragione.” Fece, aggressivo. Tutti, anche il commissario, inghiottirono spaventati un grumo di saliva annuendo.
L’altro nel mentre tirò fuori il cellulare attivando il Gps:” La caccia abbia inizio.”

Angolo di Remedios:
Eccomi! Sono riuscita miracolosamente a sopravvivere a una settimana di scuola, yay! E questo è il risultato. Spero vi sia piaciuto, ho cercato di inserire tensione, romanticismo e rabbia tutto in uno, e i prossimi capitoli saranno quelli decisivi. Cosa si combinerà? Lo scoprirete presto!
PS: Volevo ringraziare JulieKarbon per aver magnificamente rappresentato, nel suo stile e su mia richiesta, i due personaggi della storia. LOVE YOU SO MUCH, MY DEAR!
Remedios
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