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Autore: Nicolessa    22/09/2012    1 recensioni
[«Non riuscirai a moltiplicare la birra come fece Gesù con pani e pesci, sai? Le tue mansioni si fermano giusto qualche gradino più in giù.» gli disse Jo a sfottò, togliendogli dalle mani la sua bottiglia praticamente vuota ma che Dean continuava a rigirarsi sotto gli occhi come se per magia avesse potuto riempirla nuovamente con la sola forza della mente da un momento all'altro.]
I fratelli Winchester e Jo si rincontrano dopo l'ultima caccia che ha lasciato Dean con una gamba dolorante e i suoi sentimenti vacillanti.
Si ritroveranno quindi coinvolti nuovamente in un caso insieme alla biondina, anche se di mezzo questa volta ci sarà il legame di Sam con Occhi Gialli a complicare la questione.
In più, ad allietare le giornate di Dean, alla Roadhouse si presenterà un giovane cacciatore, Miles, particolarmente visto di buon occhio dalla cacciatrice testarda.
AVVISO: questa storia è collegata a "Dangerous Hunt", un'altra storia che troverete sul mio account.
Spero che vi divertiate a leggerla come mi sono divertita io, insieme a Moonlight93, a scriverla!
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Jo, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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10 Capitolo 10 - Piacere, sono la Dottoressa Harvelle.




Ecco cosa succedeva quando un tizio gli stava sulle scatole: gli salvava la vita e si beccava una pallottola al posto suo.
Molto professionale! Nah!
Diciamo che Miles non era esattamente una delle persone elencate nella sua lista dei simpaticoni, ma avrebbe rischiato la vita pur di salvare la sua.
Per Jo era importante, no? Era la sua prima cotta, perciò se per lei aveva valore, allora l'aveva anche per Dean... più o meno. E poi era il suo lavoro, ma anche quello di Miles. 

Si aspettava che Sam cominciasse a fargli il questionario prima che potesse farlo il fratello maggiore, e lo lasciò fare.
In quel momento non aveva nemmeno la forza di aprire bocca per respirare. 

«Cavolo, amico! E' stato un gesto eroico.» commentò Andrew ammirato, guardando la ferita del ragazzo con un'espressione affascinata, come se non avesse mai visto niente di più figo.
«Cose che capitano.» rispose Dean abbozzando un sorriso.
«Stai scherzando? Non capita tutti i giorni di prendersi una pallottola in una spalla.» 
«Non tutti i giorni. Facciamo un giorno sì e gli altri pure.» ribatté scherzoso, notando una certa impressione negli occhi del ragazzo. 
«Stai bene?» domandò Sam che si voltò verso di lui con uno sguardo preoccupato. 
Dean lo guardò prima di rispondere.
«Sì. Sì, sto bene.» 
Poi si voltò non appena Jo richiamò la sua attenzione. 
Sapeva già cosa la ragazza avesse in mente di fare e anche Sam; lo incitò ad andare verso di lei e farsi curare con un'occhiataccia.
Dean che continuava a mantenersi la spalla con la mano del braccio opposto le si fermò d'avanti. Non ebbe nemmeno il tempo di replicare che lei lo zittì con una strana dolcezza nel suo tono di voce. Quello sì che non si vedeva tutti i giorni.
Restò in silenzio ad osservarla e poi annuì debolmente.
Il suo viso era diventato pallido, quasi giallastro, e i suoi occhi erano visibilmente stanchi, trattenevano dolore.
Si accomodò nei sedili posteriori dell'auto di Jo e si sfilò lentamente la maglia. 

«Oh, questa non ci voleva!» borbottò. 
Lei alzò lo sguardo verso il suo. 
«Mi riferisco all'assenza di alcol.» precisò per non lasciarle pensare che si era pentito dell'azione appena compiuta. 
Sospirò e si mise ben comodo con la schiena nuda contro la spalliera. La collana che gli aveva regalato Sam ricadeva sul suo petto sudato. Ogni tanto gettava un'occhiata alla spalla che continuava a perdere sangue. Nessuno dei due parlava, entrambi rimasero in silenzio: Jo impegnata ad operare la ferita per estrarre la pallottola, Dean invece a trattenere gemiti di dolore. Di tanto in tanto stringeva i denti e irrigidiva le mascelle stringendo la mano in un pugno solidissimo.

Il fatto che ogni santa volta Dean capitasse sotto le mani di Jo quando lavoravano ad un caso insieme era quasi sconcertante. 

Per un momento Jo pensò che fosse proprio lei a portargli sfortuna ma, grazie al cielo, la ragione le venne incontro ricordandole il lavoro del ragazzo: tutti i cacciatori si procurano ferite, ogni giorno. L'unica differenza stava nel fatto che a curarlo fosse lei, assicurandosi quindi che non avrebbe alzato il di dietro dalla sedia o qualsiasi altro posto allestito a guarirlo prima che non fosse pienamente sicura di aver fatto un buon lavoro.
Certo lei non era Dio, quindi il dolore l'avrebbe sentito anche dopo il suo bendaggio ma pazienza. Ora era il mentre a preoccuparla.
Dean saggiamente immobilizzava la spalla su cui Jo lavorava ma il pugno riusciva a catturare la sua attenzione e questo non era un bene visto che quel movimento non faceva che causare tutto quel sangue che colava dal suo corpo, fino ad arrivare sulle ginocchia di Jo.
Chiedere di sopportare meglio il dolore sarebbe stato davvero il colmo, era l'ultima cosa da chiedere ad un cacciatore ferito e soprattutto senza sano alcol ad accompagnarlo.
Con un sospiro l'improvvisata infermiera Jo, a volte anche più competente di una vera, preparò la pinza nella mano destra, pronta finalmente ad estrarre la pallottola.
Avvicinò le estremità alla pelle del cacciatore ma il sangue non cessava. Era tutto nella norma, nulla di preoccupante ma la Harvelle avrebbe di gran lunga preferito vederne di meno. 
Rilassò le spalle che fin dall'inizio dell'operazione erano tese e rigide e con la mano sinistra aprì il pugno di Dean, facendo attenzione a non fissare la smorfia di Dean, qualsiasi tipo essa fosse stata.
«Se ora stringi il pugno, mi farai male.» osservò semplicemente trattenendo la mano sotto la sua, come un invito a non chiudere il pugno un'altra volta, lasciando strada libera al sangue ora nettamente in diminuzione.
«Se continui a contrarre i muscoli non andremo da nessuna parte.. e come se non bastasse mi muovi anche la pallottola. Quindi non farlo.» lo esortò come a voler spiegare il motivo del suo gesto.
In una mossa rapida estrasse la pallottola e gettò tutto sul sedile, in modo da avere la mano libera per poter tamponare e subito dopo fasciare.
Ora le serviva l'altra mano però.
La fece scivolare via da sotto quella di Dean e iniziò a srotolare le bende, contenta del fatto che fosse riuscito a non stringere nuovamente la mano in un pugno.
«Ora va bene.» concluse, fiera del suo lavoro e concedendosi un sorrisetto soddisfatto.

Il dolore era insopportabile. Era strano come tutto sembrasse molto leggero e meno sanguinoso con l'alcol. Ne beveva un po' e già si sentiva meglio anche durante l'operazione.
Dean e Sam lo usavano anche per disinfettare la ferita dopo averla cucita. Ne gettavano un po' sul taglio, trattenevano un gemito di dolore, poi la fasciavano e andavano avanti e incontro ad altre e nuove prossime cicatrici. Era questo il loro lavoro in sintesi, si facevano sempre e comunque male. L'importante era che ne uscissero sani e salvi. 

Non sapeva di peggiorare la situazione stringendo un pugno, non ne aveva idea. Insomma stava cercando soltanto di sopportare l'operazione e se non poteva fare nemmeno quello, allora doveva urlare. Poi gli venne in mente... aveva sopportato cose di gran lunga peggiori di una pallottola nella spalla, come per esempio il coma. 
Jo posò la mano sotto il palmo sudato di quella di Dean e lui la guardò come sorpreso.
Ah, ecco perché. Voleva soltanto che controllasse meglio il dolore, niente di ciò che aveva cominciato a pensare.

Quando estrasse la pallottola poi imprecò e appoggiò la testa sulla spalliera del sedile respirando a fatica con il cuore a mille. 
Non era la prima volta che Jo gli estraeva una pallottola, ma il più delle volte era successo in un luogo accogliente e in una situazione comoda con tanto di alcol ad alleggerire il tutto. Quella fu davvero una cosa improvvisata. Adesso restava soltanto una bella rattoppata e poi avrebbe finito del tutto il lavoro. Quello riusciva a sopportarlo, forse per la forza dell'abitudine.
«Grazie.» mormorò appena guardandola prendere ago e cotone. 
Si voltò a guardarlo quasi sorpresa. 
«Dico sul serio! Se non l'avessi fatto tu sarebbe stato Sam, e lui non ha la tua delicatezza.» aggiunse ironico. 
«Ma è Sam!» disse lei come se quella di Dean fosse una frase impossibile. 
«Non farti ingannare dai suoi occhioni. E' un cacciatore anche lui.» rispose Dean abbozzando un sorrisetto. 
Calò il silenzio e i due stettero a guardarsi per qualche secondo, poi Dean annuì, si inumidì le labbra e spostò lo sguardo fuori dal finestrino.

«Beh, almeno questa volta non mi hai dato della macellaia!» scherzò per uscire da quella situazione per niente familiare anche se ricorrente negli ultimi tempi.

Ultimò il suo bel ricamino sulla pelle di Dean e spezzò il filo, concludendo quel loro rito con un sonoro sospiro di sollievo.
«Ora andiamo!» lo spronò aprendo poi lo sportello.
Quella macchina era uno schifo, avrebbe dovuto lavarla al più presto ma rimanere lì dentro, immersa in quell'odore metallico e intenso.. beh, non ne poteva più.
Scese dall'auto e si riempì i polmoni di sana e pulita aria, carica di ossigeno, come una benedizione.
«Ehi Sam, lo sapevi che sei un ragazzo senza delicatezza?» lo prese un po' in giro mentre si avvicinava a l gruppo, trattenendo una risata nel vedere la sua espressione tra l'offeso e il profondamente confuso. 
Grazie al cielo Sam riuscì perfettamente a capire che a quell'affermazione non occorreva rispondere in alcun modo: aveva ben altro a cui pensare.
«La nostra prossima mossa?» domandò posando le mani sui fianchi e passando lo sguardo da Sam a Miles e da Miles a Sam, dimenticandosi totalmente di Andrew che assisteva a tutto il dibattito, a volte prendendone anche parte.
«Miles dice che è andato nord.» annunciò Sam voltando meccanicamente la testa verso la direzione indicata da cacciatore miracolato.
«Perchè voleva farti fuori, Miles?» fece capolino Dean dietro le spalle della ragazza, ritrovandosi ora coinvolto nella discussione.
Il tuo tono era curioso ed investigatore: salvargli la vita non aveva certo cambiato le cose. Per lui aveva sempre qualcosa che non andava, che non lo convinceva.
Di rimando, come a voler ascoltare la risposta con interesse, Jo se ne stava lì a fissarlo, inclinando la testa da un lato.
«Non lo so.» disse facendo spallucce «Mi si è avvicinato chiedendomi che ora fosse e poi mi ha comandato di piantarmi una pallottola in testa.»
«Quindi siamo punto e a capo?» disse Jo quasi in tono innervosito. Nervosismo che pareva portarsi dietro anche Dean e il suo simpatico buco piantato nella spalla.
«Ora sappiamo che faccia abbia.» cercò la calma Sam.
«Davvero consolatorio!» esclamarono i due quasi all'unisono. Cosa che catturò l'attenzione anche di Andrew che scoppiò in una risatina divertita.
«E abbiamo una direzione. Non è andato via da molto, possiamo ancora prenderlo!» continuò Miles dietro le orme pacifiche di Sam.
«Visto che vuole farti fuori, non credo che sia saggio che tu venga con noi.» disse Jo lasciando il cacciatore di sasso.
«Senza di me non lo riconoscereste mai.» si rifugiò dietro questa frase, sapendo di aver vinto una battaglia contro Jo.
«Va bene, diamoci una mossa allora.» si arrese la biondina alzando gli occhi al cielo.

Tutti sembravano voler acchiappare il vero responsabile di quelle uccisioni, ma nessuno si chiedeva perché questo tizio agisse in questo modo? Era strano, davvero molto strano, soprattutto da parte di Sam che sembrava molto più preso dall'azione che dal pensarci su.
Dean osservò la scena con calma e restò in silenzio per tutta la piccola discussione, cercando di infilarsi quella stramaledetta maglietta macchiata di sangue senza farsi male alla spalla. 

«Aspettate, aspettate!» intervenne subito prima che tutti sparissero nelle loro auto. «C'è qualcosa che non va.» 
«Sul serio?» chiese Miles ironico. 
Dean si trattenne dallo sparargli; non l'aveva nemmeno ringraziato per avergli salvato la vita.
Gli gettò un'occhiataccia e poi spostò lo sguardo sul fratello minore, sapendo che lui fosse l'unico ragionevole in quel gruppetto. 

«Che vuoi dire, Dean?» chiese quest'ultimo. 
«Prima il dottore, poi quella donna e ora Miles.» guardò un po' tutti e poi continuò. «Perché sta agendo in questo modo?» 
Calò improvvisamente il silenzio; i due fratelli si fissarono negli occhi. 
«Credi ci sia un collegamento.» fece Sam. 
Non era una domanda, era più un'affermazione approvata dal suo acuto intuito. 
«Deve esserci per forza, no? Insomma.. che senso avrebbe?» rispose Dean gettando poi uno sguardo su Andrew. «Tu conoscevi il dottore, vero?» 
«I-io... sì! Era un amico di famiglia, dei miei genitori più che altro. E' stato lui ad occuparsi dell'adozione e tutto il resto.» rispose il ragazzo timidamente. 
«Quale adozione?» domandò subito Sam, aggrottando la fronte. 
«La mia.»
«Sei stato adottato?!?» Dean inarcò le sopracciglia e gettò uno sguardo al fratellino che contemporaneamente fece la stessa cosa. 
Andrew annuì. 
«Perché non ce l'hai detto?!?» 
«Perché avrei dovuto farlo? Insomma... non li ho mai conosciuti e non conoscevo voi.» 
«Quindi è tua madre adottiva che è morta in un incendio...» ragionò Sam mantenendo il suo tono vocale sempre tranquillo. 
Jo e Miles osservavano la scena come affascinati. 
«Sì.» rispose Andrew. 
Adesso Sam si rivolse a Dean. 
«Quindi il dottore aveva a che fare con Andrew. Credi che quella donna potesse...»
«...essere la madre naturale? Sì, credo di sì.» proseguì Dean. 
«Ma io che c'entro allora?» si intromise Miles che fino a quel momento era rimasto in silenzio. 
Tutti si voltarono a guardarlo. 
«Forse anche l'assassino ha capito quanto sei idiota.» disse Dean abbozzando un sorrisetto soddisfatto. 
Sam trattenne una piccola risata abbassando gli occhi e Miles lo guardò torvo. 
«Lo scopriremo.» gli assicurò il fratello minore dei Winchester. «Sta tranquillo.»

«Va bene, adesso basta.» tentò di calmare gli animi Jo che intanto -come suo solito- tentava di ragionare e di strutturare un piano perfetto. Lei era una stacanovista, c'era ben poco da dire.

«Dovremo separarci. Andrew, Sam e Miles seguiranno la pista verso nord.»
«E voi cosa farete?» domandò Sam impaziente, anticipando le parole che Miles avrebbe fatto uscire dalla sua bocca in modo certamente più provocatorio e cupo.
«Municipio. Ospedali. Tutto quello che serve per avere un quadro più chiaro sulla madre visto che è l'unico punto in comune che abbiamo.» spiegò la ragazza incrociando le braccia sotto il seno con la sua aria autoritaria che aveva fatto riprendere colore al suo viso stanco.
«E come mai...» cercò di chiedere Miles come una frecciatina prima di essere interrotto brutalmente dall'organizzazione perfetta di Jo.
«Andrew ha i suoi stessi poteri, combattono alla pari. Sam è immune a questo potere e tu conosci la sua faccia.. anche se sei l'anello debole tra i tre. E' l'unico modo ragionevole che riesco a vedere per ottenere qualcosa di utile. Tu ne hai altri?» suggerì sapendo di aver vinto un'altra piccola battaglia contro il Cacciatore Geloso.
Il silenzio dell'intera squadra le sembrò un via libera così scrollò le spalle e sorrise, raggiante come giorni prima, non appena ebbe il permesso di sua madre per controllare la situazione.
Già, sua madre.
Aveva quasi dimenticato di averle sbattuto il telefono in faccia. Forse era già in viaggio, la stava cercando per tutta la città con un bel fucile tra le accomodanti braccia. E non l'avrebbe certo puntato contro la figlia.
Tutti erano ancora al loro posto, riuniti quasi in cerchio e in silenzio, aspettando che qualcuno iniziasse a muoversi. Andrew probabilmente rifletteva ancora sulle parole "combattere alla pari" che Jo aveva rivolto a lui. Si vedeva palesemente che l'ultima cosa che volesse fare era quella di combattere, mentalmente e fisicamente.
«Volete un motivo reale per darvi una mossa?» introdusse Jo per spronarli «Mia madre ci sta già cercando».
A quelle parole più occhi si spalancarono, lasciando per un secondo sulla loro faccia un'espressione di terrore.
«Allora, proseguiamo?» disse infine lanciando le chiavi della sua macchina a Sam e sorridendogli nuovamente, convinta di aver messo fretta ai cacciatori. Addirittura anche Andrew riuscì a capire che la madre di Jo era pericolosa.

Tutti sembrarono ammirati e sorpresi dal ragionamento di Dean, come se non se l'aspettassero da parte sua. Perfino Andrew che lo conosceva da circa mezz'ora sembrava colpito.
Dean poteva anche non essere di un'intelligenza superiore alla media, ma aveva intuito e - anche se non sembrava - ragionava sui casi che avevano tra le mani, a volte più di Sam. 

Li guardò un po' stranito per la loro espressione, poi Jo decise di mettere un punto alla discussione, prima che Miles potesse scagliarsi contro il cacciatore per avergli dato dell'idiota.
Fu altrettanto sorpreso quando Jo mise in chiaro il piano da lei attuato; era l'occasione perfetta per poter passare del tempo con il suo amato, perché aveva invece scelto Dean al posto di Miles?
Le gettò un'occhiata e poi guardò Miles.
Non l'aveva presa bene come al solito. 

«D'accordo, mettiamoci a lavoro!» disse Sam incoraggiando ognuno di loro. 
Andrew annuì come eccitato di far parte temporaneamente di un gruppo, mentre Miles gettò un'occhiataccia a Dean prima di dar loro le spalle e seguire il minore dei Winchester verso l'auto di Jo.
Dean si voltò verso Jo, che sorrideva radiosa come se avesse appena vinto un gratta e vinci, e inarcò un sopracciglio in un'espressione confusa.

«Hai intenzione di restare lì a guardarmi?» chiese lei con una certa acidità. 
«Oh, siamo tornati alle origini, eh!» ironizzò Dean abbozzando un sorrisetto, ovviamente riferendosi alla sua improvvisa dolcezza usata in auto mentre si improvvisava dottore. 
Lei non rispose e Dean capì di aver vinto quella volta.
Di solito era sempre lei che riusciva a zittirlo. 

«Forza, andiamo!» disse poi il ragazzo ridacchiando divertito.


------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

Il mio cuore non può reggere una cosa del genere.
Se solo mi mettessi di proposito ad immaginare la scena entrerei in apnea e morirei per mancanza di ossigeno.
Sarebbe un bel modo di morire dai.. forse un po' doloroso.. anche se non me ne accorgerei nemmeno, visto
e considerato il fatto che mi perderei nel labirinto della mia immaginazione. *___*
Ok, vado a fare corsi di apnea. 
Alla prossima! :D

P.s: Grazie a tutti per aver letto fino al decimo capitolo o anche solo per aver aperto questa pagina per caso o sotto inganno xD

P.s.s: se lasciate una piccola piccola recensione mi farete felice. Più regali per voi a Natale, mie anime buone! <3
  
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