Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: weasleywalrus93    23/09/2012    3 recensioni
Cosa può succedere se la Liverpool del 1958 e la Liverpool a noi contemporanea venissero a contatto tramite due ragazzi? Di uno il mondo conosce il suo nome, la sua vita e i suoi ideali. Dell'altra invece il mondo non fa nemmeno caso, mettendola in disparte e oscurando ciò che potrebbe offrire al mondo. Ma dall'esterno non si può sapere quanto una persona, anche la più famosa, può venire influenzata da qualcuno che il mondo nemmeno vede.
(mia primissima FF... mi sono letteralmente buttata a scrivere)
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

It's been a hard day's night, and I'd been working like a dog
It's been a hard day's night, I should be sleeping like a log
But when I get home to you I find the things that you do
Will make me feel alright
{A Hard Day's Night}


Liverpool, 16 Maggio 1958/2012.

Loro odiavano me. Io odiavo loro. Se proprio non mi volevano tra i piedi perchè si sono scolati una bottiglia di rhum prima di scoparsi come animali? Ripensavo a tutto questo mentre, con le mani in tasca, giravo per Liverpool nel mio primo tardo pomeriggio di libertà, o per meglio chiamarlo, di evasione. Nel cervello rimbombava "Another brick in the wall" dei Pink Floyd, mentre tiravo calci immeritati ai sassolini che riempivano la strada. Erano stati i dieci giorni peggiori di tutta la mia vita. Non poter uscire solo per fare da babysitter ai miei, se non per andare a scuola, e non poter evadere da quelle quattro mura solo perchè sparita il giorno del mio compleanno. Tirai un forte calcio a un sasso di notevoli dimensioni e per poco non colpì la porta a vetri del negozio di Jim. Decisi di entrare. Mi sentivo in colpa di non aver pensato subito di tornare li, ma in un certo senso volevo starne anche lontana.

Il dubbio? Il mio compagno perenne. O almeno, perenne da quel giorno. Non feci altro che pensare se avevo fatto bene o avevo fatto male a lasciarla andare in quel modo. Inutile dire che ormai le giornate passate a scuola fungevano solo da conto alla rovescia per poter uscire da quella prigione e recarmi nel piccolo negozio di Eppy. Scoprì quanto fosse rilassante disegnare in quel posto ascoltando un disco. L'unica pecca fu che lo scoprì da solo. Lei era sparita. Inghiottita dall'oblio. Non passava giorno senza che recandomi alle prove dei Quarrymen non sentissi un peso sullo stomaco che andava crescendo sempre più. Aveva appena passato una merda di compleanno e io ne avevo approfittato per provarci, anche se non lo feci apertamente. Avrebbe avuto tutte le ragioni di non volermi vedere un po, ripensando al tutto a mente fresca. La matita si muoveva velocemente sul foglio bianco quando sentì la porta tintinnare. Sembrava il fantasma di se stessa.

-Granger!-

Mi voltai verso la voce. Era seduto li, nel nostro angolo, a disegnare. Senza dir nulla, mi avvicinai e poi mi lasciai cadere accanto a lui. Fu un sollievo enorme risentire l'odore di sigaretta di una marca sconosciuta.

-Lennon...-

-Come mai quest'assenza?-

Ritornai a guardare il mio disegno. Non volevo metterla ulteriormete a disagio osservandola perentoriamente. Sospirò.

-I miei si sono incazzati di brutto perchè sono sparita, secondo loro inspiegabilmente, la sera del mio compleanno e mi sono rifatta viva il giorno dopo con del profumo maschile addosso!-

Sentì la rabbia crescere di nuovo dentro. Strinsi gli occhi cercando di calmare la rabbia. Allungai le gambe sul pavimento, mentre lasciavo andare la testa contro il muro e respiravo lentamente per calmarmi.

-Mi dispiace di averti causato tutti questi casini...

Mi dispiace? Il mio senso di colpa partiva da Liverpool, arrivava a New York e faceva ritorno cazzo. Per una volta nella tua vita tira fuori le palle quando servono veramente Lennon! Fui costretto a cancellare una grossa linea che avevo fatto per sbaglio al centro dello schizzo.

-Non sentirti in colpa... Se non era per te chissà cosa avrei combinato...-

-Cosa per esempio?-

-Buttarmi da molo del porto-

Forse esageravo, forse no. Sapevo solo che se quella sera Lui mi aveva tirato fuori dall'oblio in cui stavo inesorabilmente cadendo. Mi aveva trascinato via da quel mostro che con i suoi tentacoli mi attanagliava e mi aveva messo al sicuro, restando con me. Poco importavano i rimproveri e le punizioni. Pur di passare del tempo con lui questo e altro.

-Come mai sei uscita solo oggi?-

-I miei prima mi avevano dato il permesso di uscire, poi se lo sono ripreso. Sono uscita dalla finestra calandomi dall'albero che si vede dalla mia camera-

-Tu sei pazza!-

-Mi avevano impedito di vedere il mio migliore amico, cioè tu!-

Fu un secondo, un attimo. Velocissimo. Mi bloccai, lasciando un tratto di matita a metà. Alzai leggermente lo sguardo, fissando un punto indefinito. Aveva rischiato di rompersi l'osso del collo solo per vedere... ME?

Mi voltai verso di lui. L'avevo detto ad alta voce. L'avevo ammesso a me stessa prima di tutto. Cominciai nervosamente a giocherellare con i braccialetti che mi ricoprivano il polso destro. Non riuscivo a guardarlo veramente in faccia.

Mi girai verso di lei. Fissava il pavimento. Ero il suo migliore amico. O forse, da quel che mi aveva detto, il suo unico amico. Il che era strano, perchè era simpatica, divertente, forse un po troppo maniacale, con una buona memoria, carina quando voleva, attraente... Scossi velocemente la testa a quel pensiero. Ero un amico. Il suo migliore amico. Sentii una punta di orgoglio dentro quando misi a fuoco il tutto.

-Sei pazza!-

-Sta parlando il masochista!-

-Io sarò masochista ma tu hai rischiato di farti raccogliere col cucchiaino da terra!-

-Non sei mia madre-

-E non ci tengo a esserlo! Ma promettimi che non farai più una cosa del genere!-

Lo guardai negli occhi. Per la prima volta da quando lo conoscevo di persona leggevo un'espressione dura e autorevole.

-Si promesso! Cosa disegni?-

Si avvicinò a me e cominciò a scrutare il mio disegno. In realtà non sapevo nemmeno io cosa disegnavo. Mi era uscito fuori solo un tricheco seduto su un cereale che si librava sopra un giardino inglese.1

-Non so... Quello che mi passa per la testa-

Sorrise. Lo guardai estasiata. Aveva appena fatto lo schizzo di una delle canzoni che amavo di più al mondo, per melodia ma soprattutto per originalità e significato del testo. Dovevo avere un'aria da emerita idiota e dopo qualche minuto cominciai a osservare i fogli sparsi ai suoi piedi. Erano tutti disegni. In uno il protagonista era un campo di fragole2, in un altro una mela3. Oppure si potevano vedere diverse costellazioni, tutte estremamente precise. Ma il mondo divenne muto quando arrivai all'ultimo foglio, il più piccolo. Era bianco e al centro regnavano due occhi senza volto. Erano grandi, allegri e dovevano essere di un bel colore vivace, anche se il disegno era in bianco e nero.

Era da troppo tempo che restava ferma e zitta. Sistemai gli ultimi particolari nel mio disegno. Lo avrei colorato a casa. Almeno sarei sfuggito a Mimì. Alzai lo sguardo e sentì il morale cadere senza sentire il tonfo finale. Aveva visto l'unico disegno che non doveva.

Improvvisamente realizzai. Quelli erano i miei occhi. Ma cosa ci facevano fra i disegni di John?

Si voltò a guardarmi con aria esterrefatta. Quella doveva essere la mia sorpresa per il suo compleanno. Non ero riuscito a terminare il disegno perchè avevo perso un sacco di giorni a disegnare gli occhi. Dovevo lasciare quel foglio chiuso nel cassetto della scrivania cazzo!

-Posso chiederti...?-

-E' solo uno schizzo... Lo cominciai durante l'ora di arte... Dovevamo fare uno schizzo di un nudo di una modella e... mi è venuto fuori questo-

Alzai le sopracciglia un po sorpresa. Aveva davanti una donna nuda che aspettava solo di essere disegnata e lui disegnava i miei occhi?

-Non è solo uno schizzo... Sono troppo perfetti...-

-No guarda... Vedi tutti questi segni qui? Sono degli orrori veramente.-

-Non scherzare-

-Non sto scherzando... Al massimo posso averli ritoccati un po mentre aspettavo di fare quattro chiacchiere col preside ma niente di più!-

Ci provai con tutto me stesso a convincerla del contrario, ma era inutile. Impossibile farle cambiare idea.

Continuai a osservare il disegno.

-Sono di qualcuno in particolare questi?-

La domanda mi toccò sul vivo. Come cazzo facevo a uscire da quella situazione?
"Menti Lennon! Mentire alle ragazze è la tua specialità! Hai dimenticato cosa raccontasti a Cindy Smith il giorno dopo essertela portata a letto? Di essere ubriaco la sera prima e non ricordare nemmeno che lei ti aveva dato un bigliettino con il suo numero di telefono quando sappiamo entrambi che avresti fatto follie per scopartela almeno una volta!"
Per una volta decisi di dare ascolto alla coscienza pazza che mi ritrovavo.


-No.. Però se il disegno ti piace puoi tenerlo-

-E' tuo... Non se ne parla-

-Dai te lo chiedo io di tenerlo-

-Te lo scordi Lennon. Il disegno è tuo e a te resta!-

-Quando ti ci metti sei proprio una grandissima rompipalle Granger, lo sapevi?-

-Si sono rompipalle ma non me la sento di tenere roba altrui nelle mie mani-

-Te lo sto chiedendo come una favore-

-Non provare a comprarmi così Lennon-

-Cosa c'è? Non ti piace il disegno?-

Per un attimo vacillai. Ci eravamo passati il disegno di mano in mano come se giocassimo a palla avvelenata. Noi due soli. Il disegno mi piaceva da matti. Nessuno mi aveva mai usato come soggetto per un disegno. Volevo tenerlo ma leggevo nei suoi occhi la voglia di conservare quel disegno per motivi a me ignoti.

-Ti sbagli il disegno è bellissimo... Solo che oggi sono senza zaino, solo con il giubbotto e arriverebbe a casa stropicciato e rovinato. Davvero tienilo tu-

Ci ero quasi riuscito. Le avevo praticamente dato il mio regalo di compleanno anche se non lo sapeva. Volevo che quel disegno lo tenesse lei perchè era per lei, ma non volevo separmene. Negli ultimi giorni lo portavo nella tasca della giacca ed era sempre con me. Era come avere una briciola di lei sempre con me.

-Hai vinto. Lo tengo io. Però la prossima volta te lo prendi. E soprattutto non lamentarti se non sarà esattamente come l'hai visto oggi-

-Si signor capitano!-

Per la prima volta dopo giorni cominciai a ridere. I muscoli della faccia facevano male per via del torpore in cui erano caduti nei giorni precedenti. Lo sguardo mi cadde fuori. Il sole era quasi sparito.

-Io devo andare. E' tardi-

-Hai paura che i tuoi lo scoprano?-

-Esatto. Meglio se vado subito che c'è ancora luce così posso vedere dove metto i piedi per arrampicarmi. E' stata una lunga giornata oggi-

-Almeno ti ho fatto ridere-

-Già... Grazie-

Si alzò in piedi e si avviò verso la porta, sempre con le cuffie nelle orecchie.

-Judy...-

-Dimmi...-

-Non farlo mai più-

-Cosa?-

-Rischiare la vita solo per vedermi-

Lo diceva sinceramente. Era realmente preoccupato per me. All'improvviso mi sentì in colpa per la mia incoscienza.

-Tranquillo... Non succederà più-

1evidente riferimento alla canzone "I am the Walrus"
2riferimento alla canzone "Strawberry Fields Forever"
3riferimento alla Apple e al film "Across the Universe"





Spazio autrice:
*perchè continui a chiamarlo spazio autrice, scrittorucola dei miei stivali?* scusate quel rompiscatole di Lennon.
saaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalve bella gente! ecco qui il nuovo capitolo, il primo di una serie che io amo chiamare capitoli-cuscinetto, ovvero che a prima vista non sono importanti e fanno solo da tramite per gli eventi davvero importanti però vi consiglio di far caso ai particolari ^^
che dire?? ah si. ringrazio enormemente tutti quelli che seguono la storia :)
alla prossima :) *anche da parte mia!* "ceffone per Lennon"
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: weasleywalrus93