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Autore: Aridian    23/09/2012    5 recensioni
Reset, lo spettro del tempo
ed il delirio di chi non dovrebbe mai essere esistito.
Se ci fosse stata un'altra persona durante gli anni in cui Harry Potter frequentò Hogwarts, una figura importante, cosa sarebbe cambiato nella vita dei nostri personaggi? Come sarebbe stata stravolta quella di Draco Malfoy, in particolare?
Può mai nascere qualsiasi genere di legame o sentimento tra due persone che hanno come fattore comune l'omicidio e la Magia Oscura?
Un racconto scandito da un presente angosciante e stralci di passato paradossalmente calati nella dolcezza di un amore irrealizzabile.
Genere: Angst, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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STRALCI DI IMMORTALITÀ

XV

 

 

A volto coperto, con un mantello nero, un'alta figura si avvicinava dal buio oltretomba della foresta.

Trascinava i suoi passi rendendoli insopportabilmente lenti. Draco impugnò la bacchetta e l'ombra si fermò.

Rimase immobile per alcuni secondi che parvero essere interminabili. Poi si mosse lenta, come una pantera famelica, percorrendo una strada immaginaria che li circondava, posta sotto degli alberi ombrosi.

Perché non parla, dannazione!, imprecò Draco.

Camminava, continuava a camminare con tale silenzio che a Draco mancò il respiro per così troppo tempo che alla fine tossì. Quando rialzò lo sguardo non la vide più. Sentiva le lacrime agli occhi, un senso di lacerazione e la sensazione di cadere in uno spazio buio ed infinito. Dov'era finita?

Tra tutte le cose che aveva vissuto capì subito che quella sarebbe stata la più raggelante.

All'improvviso sentì come un respiro. Un soffio gelido ferirgli l'orecchio. Si mosse piano, lento come una foglia secca che cade dal ramo librando nell'aria in assenza di vento.

Nel primo momento non vide nulla dietro di sé, ma appena si girò, vide un lembo sfumato di nero. Sembrava un'ombra. Inorridito cercò di capirne di più, ma appena ella si mosse, comprese che gli era quasi addosso, e si lanciò di lato. Nel momento in cui toccò il suolo si girò con uno scatto verso l'ombra.

Non toccava terra. O meglio sì, la toccava. Ma sembrava che i suoi piedi scivolassero attraverso il terreno. Intravide solo del fumo nero, dai contorni umani ed aveva, dove si sarebbero dovuti trovare gli occhi, due fessure brillanti e rosse vermiglie. Non ebbe tempo per contemplare altro. L'ombra si gettò nuovamente verso di lui e dovette scansarla. Quando essa si fu apposta poco più in là, Draco riuscì a ritrovare la capacità di parlare.

-Che cos'è?- sussurrò quasi tra se e sé, senza nessuna intenzione di far sentire ad altri quella frase.

L'agglomerato oscuro restava lì, ad osservare, ad aspettare che, probabilmente, le sue vittime morissero per la tensione che il terrore gli conferiva. Sadal era a terra, accanto a Potter, alle prese con dolori lancinanti. Cercava di parlare, ma non emetteva alcun suono.

Ad un certo punto, dopo attimi di attesa frustrante, i luccichii rossastri si posarono sulla sagoma di Sadal, ed ella terminò di dimenarsi in quei momenti di agonia. Si rialzò barcollando, sostenuta da un Draco che non toglieva gli occhi di dosso alla macabra presenza a pochi metri da loro.

Ma Sadal, appena si accorse di aver avuto indietro la parola, si mise ad urlare spingendo Draco sul petto -Vattene via!- gridò -Sapevo sarebbe successo! È colpa mia!- la sua voce vibrava.

-Che cos'è? Cos'è quello?!- chiese indicando la presenza davanti a loro, ignorando Sadal. Non c'erano parole che potessero descrivere lo stato agghiacciante di una presenza che non proferisse parola. La parola, mezzo di comunicazione essenziale, se tolta, quel silenzio, può avere il monopolio dei sentimenti più oscuri assopiti dentro i nostri animi.

-È un demone, un essere demoniaco? Vuole portarti via?- Draco le teneva la sua mano attaccata al petto, come per trattenerla, come se in quel modo potesse sottrarla ad un destino tutt'altro che pietoso.

Lei scosse la testa bruscamente -No, è... io non sono... ciò che tu... lei è-

Ma non servirono altre parole.

In quell'istante una falce di luce ferì il volto dell'ombra, ed essa si spostò un velo di inconsistente fumo nero dal volto. Le fessure rosse si rivelarono delle iridi, del medesimo colore ma più spente, ed il volto incarnato sulla sua pelle, era quello di Sadal. Aveva una bocca larga come un taglio, da parte a parte delle gote pallide.

Draco non riuscì a distogliere lo sguardo. Quando una cosa è davvero all'estremo dei nostri peggiori incubi non c'è niente che possa farti voltare, perché continueresti a vederlo anche chiudendo gli occhi. Se perdi di vista quell'immagine ti sembra quasi di poter perdere di vista la tua stessa vita.

Non si accorse che nel frattempo aveva lasciato andare la mano di Sadal, che ora si allontanava da lui, stringendo una bacchetta nella mano.

-Mi dispiace- sorrise -Ma quella sono io. È venuta dal futuro. Da un futuro nel quale io sono morta e la Figlia della Morte ha preso il mio corpo. Io devo fermarla capisci?- stringeva gli occhi, in una smorfia, anche se sorridente era più dolorosa di un pianto cadenzato da una folle disperazione.

-Sapevo sarebbe arrivata, un giorno. Perché io non sono capace di essere me stessa, e Lei se l'è presa-

-Che cosa si è presa?-

-Me stessa. Per distruggere tutto. Per portare morte e soddisfare alla sua sete-

-È la punizione della Morte, Sadal? Perché hai trasgredito?-

-Non lo so. Probabile. Dopotutto coloro che hanno ricevuto i doni della morte hanno firmato la condanna al loro decesso-

Sadal aveva ragione. La Morte non si scomodava a punire alcun uomo di persona, ma erano sempre stati gli stessi eventi ad esaudire il suo desiderio per la loro dipartita.

-Perché lo fa? Sadal torna indietro!-

-Per poter non essere più sola-

Draco nell'intento di raggiungerla urtò qualcosa. Qualcosa di invisibile, una forza, una barriera.

-È dura essere soli per l'eternità- mormorò Sadal. La sua voce proveniva ovattata dall'altra parte del muro di forza che aveva creato. Non voleva coinvolgere anche lui.

Si sentì morire dentro. Iniziò a percuotere la parete trasparente, mentre la lei ondeggiava la bacchetta nella mano destra, luccicava.

L'ombra schivò l'attacco quando le fu lanciato, e poco dopo Sadal spinse la presenza sempre nel più fitto del bosco. Si voleva allontanare da lui, non essergli più sotto gli occhi, non farlo soffrire, non farlo pentire di aver lasciato che certi eventi si svolgessero.

Draco corse radente la barriera, che doveva avere la forma di un poligono e non di una sfera, ma non trovò nessun passaggio per entrare. Era fuori, fuori dal suo mondo. Niente riuscì a scalfire la barriera creata da Sadal. Nemmeno incantesimi di magia oscura. L'ardemonio gli rimbalzò contro. Inizialmente sentì solo un gran calore, ma riuscì poi a deviare ed estinguere la fiamma. Poi un odore di pelle bruciata precedette un dolore netto e profondo. Il fuoco si era preso un brandello della sua giacca verso la spalla destra, ed in quel punto la pelle viva sfoggiava un colore rosso. Era ustionata. Sentiva una profonda bruciatura ed una fitta di gelo e calore insieme, ma allo stesso tempo era come non avere più una parte del braccio, perché poco dopo iniziò a non sentirlo più.

Tornò da dove era venuto, in cerca di Potter.

Appena lo trovò, ancora disteso iniziò a scuoterlo violentemente. Solo dopo un minuto buono il ragazzo iniziò a muoversi

-Ho bisogno del tuo aiuto- disse Draco, quando Harry ebbe spalancato le palpebre.

 

 

Avevano percorso velocemente il perimetro, e finalmente, da una certa angolazione, riuscirono ad individuare la battaglia frenetica e luminosa che si svolgeva a qualche metro da loro. Potter non riusciva a credere alla versione dei fatti che Malfoy gli aveva riferito, specialmente stentava a credere a come si fossero stravolti gli eventi. In quei momenti Potter era stato portato in una fase mentale del tutto insolita e la sua mente non aveva percepito ciò che avveniva all'esterno del suo corpo. Ma ora che aveva visto con i suoi occhi le due figura combattere, aveva appreso la verità.

-Stammi dietro- gli disse Potter spostandosi velocemente lungo la frontiera, e quando ne sfiorava i profili trasparenti essi si accendevano di luce.

-Ma cosa stai facendo? Non serve a niente girarci intorno!- lo riprese Malfoy.

Harry si bloccò spazientito -Non ci voglio girare intorno, io voglio salirci su!- disse indicando il cielo.

Malfoy rimase spiazzato -E come intendi arrivarci?!-

Potter indicò un tronco che si accasciava su di un altro. L'albero, probabilmente in stato di decadenza, si appoggiava su di un altro abbastanza sottile che si trovava all'interno del poligono magico di protezione. La battaglia si faceva sempre più lontana.

I rami partivano dal basso e per questo non fu difficile arrampicarsi. Era molto alto, e finalmente, dopo poco si trovarono all'interno della sezione di territorio proibita dalla frontiera. Significava quindi che Sadal non aveva previsto una simile azione e perciò non aveva alzato il muro fino a tal punto. Il momento più difficile fu compiere un salto tra un ramo e l'altro, la distanza era sufficiente per non restare vivi se fossero scivolati.

Potter andò per primo e prese un forte colpo al ventre, ma riuscì a rialzarsi anche se dolorante.

Draco non staccava gli occhi dal suolo. Era troppo lontano.

-Avanti Malfoy! Se non sei deciso rischi di cadere-

Draco sbuffò ironico -Grazie di avermelo ricordato- deglutì.

Poi compì un passo indietro, per prendere un minimo di rincorsa.

-Non abbiamo tutta la notte! Sbrigati!-

Draco saltò in quel momento, facendo pressione su una parte di corteccia che cedette per lo sforzo. La spinta fu sufficiente per permettergli di aggrapparsi con le mani al ramo. Potter lo prese per le braccia, e dopo grande fatica Draco non si trovò più a penzolare a quell'altezza.

I due respirarono a fiato corto e arrancarono per sedersi su uno dei rami.

-Siamo vivi- sospirò Potter, dopo alcuni istanti di silenzio angosciante -Ora andiamo- e così si alzò.

La discesa fu un'impresa. I rami lungo il tronco erano radi e tutti gravemente fragili. Alla fine dovettero saltare per la mancanza di ulteriori appoggi.

Quando Draco avvertì il suolo sotto i piedi si sentì rinascere.

 

 

Si spostavano con la perizia che avrebbe avuto una preda nell'intento di sfuggire al suo filibustiere.

Misuravano i passi e le respirazioni, la bacchetta ben salda davanti al volto. Si avvicinavano cautamente a rumori sordi e luci che provenivano frammentarie tra le ombre delle foglie degli alberi.

Ma a Draco parve quasi di percepire la presenza di Sadal sempre più vicina. Avvertiva il rumore dei passi ed il battito del suo cuore con una percezione così alta da domandarsi se anche Potter lo sentisse.

Ma quel che più lo spaventava era la sensazione che lo potesse avvertire la Sadal del futuro.

Strinse le palpebre debolmente, per abituarsi dal tetro buio ai lampi folgoranti che ora illuminavano tutto ciò che li circondava. Potter si appostò dietro ad un cespuglio spinoso, e fece segno a Malfoy. Draco riuscì a vedere, negli strappi del tessuto erboso, due figure muoversi rapidamente lanciando attacchi di una potenza palpabile. Sentiva la pelle crepitare quando una delle due sprigionava una forte onda di energia. In entrambi i casi delle due Sadal, una sensazione era comune: il gelo, il dolore ed il senso di oppressione che trasmetteva.

-Io propongo di dividerci- affermò Potter -Così sarà più facile prendere di sorpresa...- a Potter mancarono le parole per descrivere la Sadal del futuro, che di Sadal mostrava poco e niente ed emanava solo un'aura mortale -Insomma...la attaccheremo da più parti- concluse.

Draco assunse un'espressione inorridita e spaventata. La Sadal più anziana compiva incantesimi così forti da sfociare quasi nell'impossibile. Ma non troppo da dimenticarsi che quello non era un incubo, ma la realtà.

-No. Attaccheremo insieme- la mano tremava, in un modo così evidente che fu impossibile per Potter non notarlo. Inoltre non lo aveva nemmeno guardato durante la frase, aveva mantenuto gli occhi fissi sulla battaglia che si svolgeva lontano, spaventato.

Potter lo fissò deluso ed indignato -Sii coraggioso Malfoy!- lo riprese.

Draco smise i panni che lo costringevano ad essere così distaccato e terrorizzato dalla paura, ed infine, deglutendo parlò con tono spezzato da un sordo sconvolgimento emotivo.

-Non ho intenzione di farlo, non senza di lei- disse poi, con un singulto represso.

Potter era disorientato -Ma di che cosa stai parlando?- chiese sbattendo le palpebre, angosciato.

-Non ho intenzione di andare lì, di fare questa cosa senza di lei. Qualsiasi cosa di questo genere senza di lei. Non sono... così forte- ammise con tremore. Potter rimase sbigottito da quella confessione che aveva tutta l'aria di essere un soliloquio per la maggiore.

Draco scosse appena la testa -Comprendimi. Non è la stessa cosa-

L'altro lo guardava attentamente, ed ogni tanto gettava un'occhiata critica alla battaglia.

-È per questo che ho bisogno del tuo aiuto, senza di lei non c'è la faccio-

Il silenzio scivolò tra i due nel buio aggredito da luci intermittenti e potenti.

Potter respirò a fondo -Hai un modo per dire le cose che sono del tutto incomprensibili-

L'altro osservò il vuoto, con sguardo che sembrava indagare dentro di sé, deglutendo per ciò che vi trovava di vero in quelle parole.

Harry si mosse rapido nell'erba alta, le sue orme erano ricalcate da Draco.

Ora potevano vedere il combattimento da più vicino. Sadal era stremata, dal mantello e dal coltello scendevano opulente gocce di sangue che si infrangevano su una distesa di scheletrici rami caduti dagli alberi. Il rumore che compivano i loro movimenti su di essi era un concerto assordante che rimembrava il rumore indefinibile di scricchiolio di ossa.

Draco si coprì le orecchie con i palmi delle mani per qualche istante.

L'altra Sadal, quella che assomigliava ad una bestia inferocita e mostruosa, perdeva fiotti di sangue che gocciolavano e guizzavano selvaggiamente dal suo mantello di fumo.

Potter lo riscosse, toccandogli il braccio -Al mio tre ci lanciamo e attacchiamo- mormorò.

Draco fece un breve cenno di assenso e l'altro iniziò a contare. La suola della scarpa destra era piantata nel terreno, pronta a sostenere la pressione di uno scatto rapido in avanti. Quando ciò avvenne, entrò nell'area della battaglia con la bacchetta sguainata, lanciando immediatamente degli incantesimi sul mostro che si dimenava. Non riuscì a trattenersi nel guardare Sadal in volto, era pallida, spaventata dal fatto che loro erano lì. Si teneva il braccio mutilato che aveva subito molti altri danni. Barcollava, il suo sguardo era quasi spento, ma la sua volontà di combattere era molto più forte. Perché lo erano le sue motivazioni, ciò per cui si batteva era più forte di qualsiasi altra cosa.

I due avevano sorpreso il mostro alle spalle, mentre Sadal era di fronte ad esso. Quando si riprese partecipò anche lei all'attacco. Non disse niente, non avendo evidentemente le forze per proferire alcuna parola.

La Figlia della Morte disponeva ormai di un corpo disfatto che emanava un'esalazione nauseabonda di un acre sapore rossastro. Era evidente che avevano combattuto non solo con una bacchetta, ma con armi che non avevano avuto nessuna pietà per le ferite inferte.

Dopo alcuni lampi di maledizioni ed incantesimi, la figura si accosciò. Arretrò come se avesse paura e poi, lasciando una striscia di rosso morte, corse nella foresta, scappando.

Potter si voltò verso Sadal, che ora era accasciata a terra.

-Non deve fuggire. Altrimenti tornerà più forte- sussurrò debolmente. Potter iniziò a correre, ma Sadal lo bloccò urlando -No!- urlò, e tornando in piedi con difficoltà disse -Devo venire anche io...-

Un bagliore dalla sua bacchetta le guarì i tagli più profondi, e i suoi passi divennero più decisi e meno tremanti.

Draco la guardò muoversi verso di loro, era diversa, era ferita e non sembrava avere alcuna speranza per un futuro più radioso. Il suo volto segnato da cicatrici non lasciava che alcun emozione si manifestasse.

I tre corsero nella direzione che il mostro aveva intrapreso. Sebbene Sadal riportasse ancora lesioni, era lei a tenere il ritmo più veloce, la sua forza superava quella fisica, era qualcosa di trascendente o semplicemente diabolico.

Draco era quello che rimaneva più infondo, ma il suo errore fu fermarsi sentendo un rumore sospetto. Per qualche momento si era interessato solo a quel suono, quasi dimenticandosi il pericolo e la situazione.

Si discostò dal percorso come se fosse attratto da un sogno tentatore. Un pallore bianco lucente scherniva l'oscurità, e lui ne era conquistato. Poi ne distinse una tinta azzurra. Era una tigre bianca, lo guardava da lontano, immobile. Era un patronus, un patronus di una tigre bianca.

Ma mentre era rapito da quell'immagine e da una sensazione di disorientamento, un rumore di rami deviò il suo sguardo. Però, in quella direzione, non vide nulla. Quando tornò a guardare la tigre, non c'era più. Ma non ebbe tempo per pensarci. Un braccio gli circondò la gola, stritolandolo con fermezza.

L'ossigeno mancò subito e con esso la vista si annebbiò.

Poi, dopo essersi dimenato, la persona spostò il braccio dal collo, lasciandolo tossire. Quando riaprì gli occhi, un pugnale dall'elsa nera ed adornata, era protesa verso il suo petto. Draco arretrò istintivamente, ma gli occhi luminosi dell'attentatore si strinsero. La Sadal che proveniva dal futuro emanava un'area gelida e impersonale, ma tenebrosa colma di significati legati al decesso di qualsiasi cosa si trovasse sul suo cammino.

Gli ricacciò il pugnale vicino al petto.

Draco sudava freddo, si sentiva morire ancor prima di sentire il coltello conficcato, perché lo sapeva che non avrebbe aspettato un solo attimo. Ma invece aspettò, istanti talmente infiniti da doversi chiedere fino a quanto ancora sarebbe durata quell'agonia dell'attesa.

Inaspettatamente abbassò il coltello, e lo tenne lungo il corpo. Poi si voltò e iniziò a camminare.

Ma tutto ciò che sembra andare bene, o che sia una fortuna, non lo è mai per sempre.

E questo sempre a volte ha una così breve durata.

-Draco!- urlò Sadal che stava correndo verso di lui -Allontanati da lei!- strillò.

In quell'istante, dopo averla fissata, il mostro si girò e con il braccio compiendo un ampio giro circolare della mano, colpendo Draco.

Lui cadde a terra l'istante seguente. Un fiotto vermiglio mimetizzò con le tenebre della notte.

La Figlia della Morte corse via. Potter diede un rapido sguardo a Sadal, che si era gettata a terra accanto a Malfoy, e continuò a correre dietro al mostro. La sua figura sparì subito insieme al rumore che la sua corsa provocò. Nel fondo dei suoni notturni rimase solo una cascata di singulti sommessi, infranti come gocce su roccia. Ciò che rimaneva era l'alone umido che l'acqua compie scivolando su un sasso: una disperazione presente che si assopisce in qualcosa di più terribile di quello stesso sentimento.

Sadal osservò il sangue fluire senza sosta dal ventre del ragazzo. Il suo corpo era scosso da un leggero tremito. La bocca socchiusa, e gli occhi che perforavano il vuoto. La ragazza non perse tempo e posò la bacchetta sulla sua ferita. Ma d'improvviso Draco le fermò il braccio.

-Non...ancora- le parole si sgretolavano nell'aria, disperdendosi come un debole suono tra gli alberi.

Lei sorrise -Ti prometto che andrà tutto bene- con sua sorpresa si ritrovò a sfiorargli i capelli con le dita. Ma una rabbia incontenibile le stava salendo alla gola e, con bruschi scatti della testa, tentava di ricacciare quel torpore distruttivo. La sua espressione era come posseduta da una forza, che ad intervalli irregolari le lasciava un ghigno mefistofelico, simile se non uguale a quello del mostro.

La presenza diabolica dentro di sé stava prendendo potere su di lei, e Sadal cercava disperatamente di sottometterla. Purtroppo ciò che stava accadendo le provocava uno stato d'animo del tutto indomabile.

-Ed almeno...almeno io rimarrò vivo?- il tono sarcastico la fece sussultare, portandola con i ricordi indietro nel tempo.

Sadal non riuscì a rispondere e si concentrò sull'incantesimo su un Draco che perdeva la percezione di cosa stava accadendo attorno a sé.

-Mi hai promesso....- iniziò lui, con le pupille che non partecipavano a quelle emozioni -Mi hai promesso che non saresti morta…che quando mi sarei addormentato avrei potuto rivederti-

Sadal iniziò a piangere ed affondare pugni sul suolo -Non usare quelle parole!- e poi si sfregò gli occhi con l'unica mano che teneva anche la medesima bacchetta.

-Ma sai...- iniziò lui con un sorriso disarmante, poiché talmente vero da far male -Non ti ho ringraziata... perché dopo che mi sono addormentato ho potuto davvero rivederti- una lacrima gli scese dall'angolo interno dell'occhio destro, scivolando e ricadendo sull'altro -Hai mantenuto la promessa...-

Draco socchiuse gli occhi e si addormentò.

 

 

 

 

 

L'oscurità si spostò finendo ai limiti del campo visivo.

-Dobbiamo sbrigarci- una voce proveniva da molto lontano, e non si riusciva a capire chi fosse.

-Lui è quasi pronto?- chiese un altro.

-Si sta riprendendo- rispose.

Una luce abbastanza potente gli serbò un grugnito di dolore. Quando si abituò al grado di luminosità, percorse con lo sguardo le persone accanto a lui.

-Sono morto?- chiese senza esitazione.

Lei sorrise e l'altro lo guardò di sbieco -Per ora non troppo- aggiunse lui.

-Chi sono?-

-Malfoy stai bene?- bofonchiò Potter.

Il ragazzo spalancò gli occhi e guardò Sadal, sorridente.

Protese le braccia e prendendola per le spalle la trasse a sé con tale violenza da farla cadere addosso a lui.

Ma Sadal si sciolse subito, con freddezza inspiegabile.

Potter studiava una strana barriera luminosa.

-Non puoi venire con me- sussurrò Sadal, rivolta a Potter.

Il ragazzo rimase senza parole -Abbiamo detto che avremo terminato questa cosa insieme!-

Lei scosse la testa -È diverso. Ora questa epoca non ha alcun essere che la minacci-

Potter la osservò attentamente -Vuoi dire che non potrei tornare indietro?-

Sadal scosse la testa -Non mi è mai stato possibile saperlo. È la prima volta che accade-

Draco si rialzò da terra e la guardò confuso -Cosa succede?- disse fissando la parete che sembrava composta da una massa d'acqua.

-In pochi istanti svanirà. Porta via da qui Draco, tenterò di tornare- disse infine, rivolgendosi a Potter. L'altro annuì e Draco la trattene per una spalla.

-Come sarebbe “tenterai di tornare”?-

-La vedi questa?- disse sfiorando il profilo del campo di forze -L'altra me è passata di qua per attraversare un altro tempo. Sta cercando di trovarmi debole in un momento differente, per eliminarmi-

Draco era incredulo -Perché questo?-

Lei alzò le spalle e scosse la testa. Potevano essere vari i motivi che quell'essere aveva, ma lei non possedeva il coraggio di supporne nemmeno uno.

Infine sfoggiò un amaro sorriso e lasciò andare il suo peso contro la barriera, che la accolse ondeggiando con ampie volute. Draco fece un'ampia falcata in avanti, e prendendole la mano, si gettò insieme a lei.

Quando entrambi furono immersi, rimase solo il nulla, la barriera scomparve subito dopo davanti a un Potter agghiacciato.

 

 

 

 

 

Sadal non aveva avuto il tempo di controbattere la decisione di Draco, ma non poteva trattenersi dal fargliela pagare più tardi.

Attraversando la barriera, subito dall'altra parte, si prospettava lo spazio temporale dell'epoca intrapresa dal mostro. Sadal si liberò dalla sua mano e con gesto veloce lo schiaffeggiò.

Aveva gli occhi colmi di lacrime e dimostrava un piglio deluso come se fosse stata appena oltraggiata.

Lo schiaffo gli aveva fatto voltare la testa sulla sua sinistra. La visione che aveva avuto era stata talmente rapida che aveva trattenuto la nausea a stento.

Draco si portò la mano alla guancia arrossata e osservò la sua smorfia di rabbia.

-Se andrà tutto bene non vedo perché hai fatto questo- mormorò riassestando la mandibola.

Sadal si sentì punta nel vivo e con aspro incedere cercò di non affondare nella neve.

-Era un'altra bugia?- chiese Draco stringendosi nella giacca nera per il freddo.

Lei si bloccò e senza voltarsi rispose -Non è per te. Tutto qui-

-Decidi sempre tu quello che non è per me?- domandò indispettito.

Sadal si girò, il suo volto era addolcito da un'espressione insolita. Draco voltò i suoi occhi al cielo, rendendosi conto dei fiocchi che scendevano silenziosi sul manto di neve come le note malinconiche e delicate di un carillon.

-Si- rispose Sadal. La risposta, in quel caso, avrebbe fatto saltare i nervi a chiunque, ma per chi la conosceva poteva dedurre ogni sfumatura dei significati della sua sibillina risposta. Per questo Draco rimase assorto sulla sua immagine che gli arrivava punteggiata di bianco.

Man mano che avanzavano, Draco sentiva sempre più le gambe gelare. La neve gli copriva la caviglia ed oltre e la rigida temperatura lo obbligava a tenere le mani al caldo, non permettendogli di stare con la bacchetta in posizione di difesa. Sadal era l'unica che sembrava non possedere quel lato umano per avvertire l'estremo avvertimento del corpo che chiedeva un po' di calore.

Quando sorpassarono tutti gli alberi della foresta finalmente il livello della neve calò. Erano arrivati in prossimità di un centro abitato. Una manciata di casette in legno, come macchie di panna su cioccolata, erano sparpagliate poco più lontano. A dividerle da loro un prato ormai coperto di bianco.

Sadal rallentò.

-Dove siamo?- le chiese raggiungendola.

-Non può essere...- mormorò lei.

Draco guardò attentamente il panorama, e con sua grande sorpresa si rese conto di riconoscere certe fattezze del posto.

-Lo ricordo anche io-

Sadal lo guardò spaventata.

-Ricordo questo manto di neve. E quelle case, laggiù infondo- aggiunse Draco indicandole -Ed inoltre, ricordo la foresta...- e si voltò verso di essa, alle sue spalle.

Ci pensò su per qualche istante per poi girarsi bruscamente verso il prato.

-Sento che manca qualcosa- disse mentre camminava -C'era un'ultima cosa, e manca-

Il vento soffiò lugubre ed una figura ammantata si gettò contro Sadal con un pugnale, stendendola a terra.

-Incarcerus!- urlò Draco. Ma la sagoma si scostò da Sadal e respinse l'incantesimo.

Sadal si dimenava a terra, la gola era stata lacerata lievemente, ma ciò che l'aveva più tramortita era il fatto che l'avesse quasi strangolata.

-Petrificus Totalus!- strillò lui nuovamente, mentre il mostro lo raggiungeva con grandi falcate e con il pugnale sguainato e sanguinante. L'attacco fu sventato di nuovo dal mostro. Dietro di esso la scia dei suoi passi era coperta dal suo stesso sangue.

Draco si rivolse verso di lei ed urlò per quanto fiato avesse nei polmoni -Confringo!-

L'esplosione non la colpì in pieno, ma non riuscendo a scartare l'incantesimo fu sbalzata in aria. Il frastuono della conflagrazione e l'onda d'urto gli impose l'appiattimento al suolo. Dove l'incantesimo era stato lanciato aveva sciolto la neve e bruciato l'erba sottostante, lasciando un cratere di medie dimensioni.

Una polvere di neve si era alzata, rendendo pessima la visibilità ad un raggio maggiore di una certa distanza.

Draco osservò subito Sadal, per rendersi conto delle sue condizioni. Si teneva il collo, distesa, e guardava in alto. I suoi occhi erano colmi di terrore. Draco indirizzò lo sguardo nello stesso punto, ma per quanto aguzzasse la vista il vapore di nevischio non gli permetteva di fare luce sulle ombre in lontananza. Si alzò e con mano tesa sulla bacchetta si avvicinò agli alberi. Una folata di vento improvvisa rischiarò la scena ed evidenziò i contorni nitidi di un volto congestionato.

Il corpo della Sadal del futuro era perforato dai rami rachitici e affilati di un robusto albero ricolmo di spine.

Muoveva solo le pupille, gli arti abbracciavano involontariamente dei rami che le permettevano di rimanere in quella posizione.

Draco si volse verso Sadal, che lo aveva raggiunto. Approfittando della distrazione di lui, il mostro trafitto gettò il braccio indietro con il pugnale e si rese pronto a piantarlo nelle spalle del giovane. Ma Sadal fu più rapida e la vampata ardente dalla sua bacchetta inghiottì la figura.

Il rogo scarnificò la sua pelle, lasciando al mostro solo vaghe sembianze umana. A quel punto, con un gesto, Sadal fermò il fuoco e si lasciò cadere a terra.

Una persona, dal viso trasfigurato come lo era il resto del corpo, che per tanto mettevano in evidenza le ossa di quest'ultima. Era immobile e indubbiamente morta, trattenuta dalla folta chioma dell'albero. Un essere totalmente irriconoscibile, per cui era difficile persino individuare se fosse stato di sesso femminile o maschile. Specialmente del viso rimaneva poco. Una visione ancor più raccapricciante era provocata da un ramo che trapassava la figura da parte a parte.

Draco ricordò con orrore le immagini viste nel Pensatoio, e lasciandosi cadere a sua volta, si coprì il volto, disarcionato dal mistero svelato in un modo che varcava oltremodo anche il semplice disgusto.

Sadal sospirava affannosamente, e un debole sorriso le tornò sul volto nel momento nel quale con la sua mano sfiorò quella di lui. Quel contatto così bollente avvenuto sulla neve, aveva qualcosa del tutto atipico, e del tutto indimenticabile. Perché stavolta sarebbe davvero finito tutto.

Draco pensò a quale metodo avrebbero adoperato per tornare nel futuro, e nel frattempo si rialzava infreddolito. Le tese la mano per rialzarsi, e lei lo guardò persa. Persa in quello sguardo, in quel viso che forse non aveva mai calcolato come una proprietà. Sentiva che gli apparteneva quanto lei apparteneva a lui. Non c'erano state parole precise, ma quel dolore comune era come una catena indissolubile di sentimenti inoppugnabili.

Ad un tratto, mentre lei gli tendeva la pallida mano, Sadal inclinò la testa, con sguardo lontano diretto dietro di lui. Draco si voltò e il suo sguardo individuò subito una macchia color panna muoversi tra la neve. Poi quella macchia si allungò e si scoprì essere disposta di altri colori. Due occhi chiari e grandi incrociarono quelli di Draco. Era una bambina ma lui ebbe la sensazione profonda che non fosse la prima volta che posasse gli occhi su di lei. Poi arretrò all'urlo di Sadal dietro di lui. Si teneva con le mani le orecchie, strillando di dolore guardando la bambina. Sadal si lanciò indietro individuando con lo sguardo la figura trafitta sull'albero. Alzandosi andò contro il petto di Draco, gli afferrò la giacca sulle spalle e mosse la bocca con occhi ricolmi di una disperazione e paura che lo atterrirono.

Nessun suono provenne da Sadal, sebbene sembrasse che stesse urlando.

Le sue pupille si nascosero dietro le palpebre, un fremito le percorse il corpo e iniziò a cadere all'indietro.

Draco le afferrò il braccio -Sadal!- urlò. Ma quel braccio rimaneva debole, e con un ultimo bagliore di luce nei suoi occhi, rivide le sue iridi smeraldo. Poi le sue gambe cedettero e Draco la trattenne da una caduta, fasciandole il corpo con le sue braccia. Le osservò gli occhi mentre si chiudevano ed ascoltò il suo battito assopirsi. Urlò il suo nome, la chiamò, le prese il volto tra le mani ed unì la fronte alla sua, ma lei non si svegliò.

Un grido lacerante frustò i rami che tremavano nei soffi d'aria gelida. Draco si inginocchiò su di lei, affondando le mani, impastando la neve tra le dita e sentendo ferire i polsi al contatto sferzante.

Si era addormentata così. Una lacrima le rigava il volto in un'espressione indefinita. Il cuore le si era fermato.

La bambina era corsa via per il timore che la scena le aveva trasmesso. Era solo con il suo dolore, con le lacrime amare che gli bruciavano sulle ferite che si rimescolavano con il sangue del taglio sulle sue labbra.

 

Quando una luce azzurra provenne alle spalle, Draco non riuscì neppure a vederla. Stringeva gli occhi e su di essi le sue mani, in una manifestazione straziante. Eppure, dietro di lui, a qualche passo, un felino, una tigre appoggiava le sue zampe sulla soffice neve. La sua aurea era luminosa e la sua espressione, quasi rammaricata, era indirizzata lui.

 








 

"Pay the immortal love with the black vow to the Death" 
                                               "Paga l'amore immortale con il giuramento nero alla Morte" 

 

 

 




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CAPITOLO.15

A tavolino con Aridian.

BEHIND THE WRITING

 

Prima di tutto! Non mi lapidate, non piangete, non disperate!

L'epilogo che seguirà questo racconto cambiarà le sorti, non è un semplice epilogo, infondo potrà essere calcolato come un altro capitolo vero e proprio!

Non sono così sadica e cinica quindi fidatemi quando dico: NON DISPERATE.

Si chiamerà epilogo perché sarà più corto di un capitolo comune.

Via libera alle supposizioni! Cosa ne pensate del Patronus della tigre bianca?

Cosa accadrà ora?

Fine domande ah ah, fate supposizioni voi perché non so cosa chiedervi per distogliere la vostra attenzione nel volermi trucidare.

In conclusione dico che ultimamente mi sono accaduti fatti a dir poco drammatici e sofferenti, che mi hanno fatto perdere ancora di più quella fiducia verso l'amore. Quindi se è amore sarà doloroso.

Ringrazio dal mio cuore tutte le persone che mi hanno proposto di segnalarmi come scelta, e ribadisco un immenso ringraziamento con l'allegato pensiero “vi prego aspettate che sia corretto appena concludo il racconto”.

Un ringraziamento speciale a Ganna che mi ha sostenuta giornalmente e che mi ha fatto dono di bellisimi disegni che mi hanno sempre spronato a continuare.

Ringrazio tutte le mie amiche, come Alina e Francy che mi sono sempre state vicine.

Ribadirò i mille grazie nel prossimo capitolo estendendoli a più persone!

Con affetto,

vostra Aridian.

   
 
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