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Autore: Kristal Siderglace    23/09/2012    3 recensioni
2012-09-12 OlympiaStadion, Munich, Germany.
E' raro vedere Chris triste durante un live ma quel giorno appariva così nonostante fosse il giorno dopo il compleanno del suo migliore amico e chitarrista Jonny Buckland.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Erano le sei e mezza del mattino quando Chris riaprì gli occhi, una sola pillola non poteva garantirgli più di quelle 3 ore di sonno a notte a cui era oramai abituato. Ad ogni movimento la testa gli faceva male, come se avesse una pallina all’interno del cranio che rotolava in sincrono con i suoi movimenti. Ancora semi incosciente, pantaloni da yoga neri e t-shirt, quasi mosso da una forza esterna più che dai propri piedi, aprì la porta della sua suite diretto a sinistra, verso la camera di Jonny. A mano a mano che camminava il suo cervello iniziava a risvegliarsi, giusto in tempo per fargli realizzare, con una mano già alzata pronta a bussare, che i suoi auguri per Jonny avrebbero dovuto aspettare qualche ora. Non poteva bussare ora, non perché fosse l’alba, J di certo non si sarebbe scomposto abituato com’era alle sue visite notturne, gli avrebbe fatto, come d’ abitudine, un angolo di spazio nel letto, il necessario per lasciarlo stendere e avrebbe continuato a dormire come se non fosse mai stato svegliato ma, ovviamente, la famiglia di Jonny lo aveva raggiunto per celebrare insieme il suo compleanno e per quanto Chloe fosse consapevole delle dinamiche, a volte quasi inusuali per due uomini di 35 anni, della loro amicizia, forse non era il caso di piombare lì a disturbare una delle poche occasioni che la coppia aveva, in periodo di tour, di trascorrere una notte nello stesso letto.

Nel momento in cui Chris stava per fare marcia indietro e tornare in camera la porta si aprì davanti a lui e ne uscì proprio Chloe, in una camicia da notte bianca, con in braccio una Violet che si stropicciava gli occhi arrossati, come se avesse appena finito di piangere.

«Oh…ciao Chris» disse Chloe richiudendo la porta alle sue spalle «Qualcosa che non va?»

«Hey…no, scusami, volevo fare gli auguri a Jonny ma poi ho realizzato che ore fossero e stavo tornando in camera»

«Capisco, entra se vuoi, sono certa che essendo tu non sbufferebbe nemmeno per essere stato svegliato all’alba il giorno del suo compleanno» disse la ragazza con una risata continuando a cullare la figlia che ora aveva smesso di piangere ma sembrava non aver alcuna intenzione di tornare a dormire.

«Non ne sarei così sicuro, meglio non rischiare» rispose Chris intento a sorridere a Violet «E tu cosa fai già sveglia? Qualcuno qui non vuole fare la nanna?» disse guardando prima Chloe e poi tornando a sorridere alla piccola che allungava le braccia verso di lui per essere presa in braccio.

«Esatto e noi non vogliamo svegliare con i capricci papà che dorme, vero Vi?» disse Chloe assecondando il desiderio della figlia e passandola al ragazzo.

Mentre la scrutava amorevolmente con i suoi occhi azzurri Chris non potette fare altro che pensare a quanto assomigliava al suo migliore amico, c’era qualcosa in lei, soprattutto ora che stava sorridendo, che gli ricordava Jonny, forse quel sorriso e quegli occhi luminosi che mettevano felicità e calma in chiunque li incrociasse erano propri dei geni della famiglia Buckland.

Dopo qualche secondo di silenzio, in cui Chris era perso nel gesto di cullare Violet, Chloe gli chiese con voce cauta «Stai avendo di nuovo problemi a dormire? Non hai una bella cera Christopher…»

«Quando mai ho smesso di averne? Oramai non sono più un problemi, è routine…ma hai ragione, oggi non mi sento particolarmente in forma, forse sono lo stress e la stanchezza o chissà ho preso qualche virus in giro, anzi, probabilmente è meglio che non tenga Violet troppo vicina a me, non vorrei mischiarle qualcosa. Forse è il caso che torni in camera a tentare di riposare un altro po’…buona fortuna con la piccola insonne, non mi sembra abbia molta voglia di tornare a dormire»

E così dicendo, dopo aver restituito la bambina alle braccia della propria mamma, Chris si diresse nuovamente verso la porta della sua camera, che era a pochi passi da quella della famiglia Buckland, e vi scomparì attraverso.

Dopo venti minuti di dondolii e ninne nanne nel corridoio dell’albergo Violet aveva finalmente richiuso gli occhi e Chloe, dopo averla riposta nel suo lettino, aveva ripreso il suo posto al fianco del marito sotto le coperte.

Abituato alle incursioni del migliore amico, Jonny si voltò verso Chloe senza dare cenni di essere infastidito per l’essere stato svegliato e abbracciando la moglie, senza nemmeno aprire gli occhi, sussurrando per non svegliare i figli, le chiese «Tutto ok?»

«Si, Violet stava facendo i capricci e non volevo disturbarti» disse mentre il marito la stingeva un po’ di più sorridendo per la dolcezza di quelle parole «Ho incontrato Christopher qui fuori…mi è sembrato così stanco e provato, non credevo avesse ancora problemi con il dormire…»

«E quando mai ha smesso di averne?»

Questa risposta identica a quella ricevuta dal ragazzo biondo la fece sorridere, pensando, ancora una volta, che se non fosse stato che Jonny era lì nel letto con lei ad abbracciarla e per quelle splendide creature che erano i loro figli, avrebbe creduto che c’era qualcosa di più del semplice affetto tra i due uomini e che forse, in un universo parallelo, fatto di scelte diverse, non ci sarebbe stata lei stretta in quell’abbraccio.

   
 
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