Harry Potter and the walkers
di ENSIGN
tradotto da fatafatale
Rinuncia:
Non possiedo Harry Potter. Se fosse mio, questa
non sarebbe una fic di un fan, e ci
sarebbe un nuovo libro, tra i milioni presenti, intitolato Harry Potter and the
walkers. Oh bene, uno può
avere dei desideri.
Nota autore:
Incantesimo |
Traduzione |
Descrizione effetto |
Flamma |
Fuoco ardente. |
Maledizione che provoca una fiamma ardente uscire dalla bacchetta del lanciatore. |
Difflo |
Fa volare. |
Malocchio esplodente. Causa un piccolo obbiettivo per esplodere. |
Detrunco |
Mutilare. |
Maledizione che tronca. Causa un obbiettivo per essere tagliato da ferite profonde molti cm. |
Converfervefacio |
Squagliare. |
Fascino fondente. Squaglia oggetti grazie alla temperatura alta. |
Cariousus |
Decadere. |
Fascino di base. E’ usato per accelerare la decomposizione di materiali. |
Excessus |
Partenza dalla vita. |
Maledizione mortale. L’unica maledizione leggera. Colpisce solo esseri che non sono puri di cuore. |
Mentalis |
Comunicazione mentale. |
Fascino di comunicazione medio. Permette a due o più individui di comunicare mentalmente per un’ora. |
Accendo |
Mettere a fuoco. |
Fascino di fuoco medio. Crea palle di fuoco che accendono anche il materiale più resistente. |
Infligo |
Malocchio esplodente. |
Malocchio di base. Causa un obiettivo per esplodere. |
Incendo |
Mettere a fuoco. |
Fascino di fuoco di base. Accende piccoli materiali. |
Explodra |
Esplodere. |
Malocchio esplodente. Causa un grande obiettivo per esplodere. |
Cremo |
Bruciare con fuoco. |
Malocchio di fuoco medio. Causa un obiettivo per venir dato fuoco per una durata di dieci minuti. |
Occido |
Colpire in giù. |
Maledizione d’abbattimento. Colpite una vittima lanciandola in dietro. |
Voco Caelus Superus Ancile |
Invocare il più grande scudo paradisiaco di Dio. |
L’ultimo rituale che scherma. Protegge un individuo da tutte le forme di danno. Richiede il sangue del più grande nemico dell’individuo o i loro antenati, il sangue del ricevitore della protezione e la vita del lanciatore dell’incantesimo per essere sacrificato proteggendo quell’individuo. |
Voco Ancile Superus |
Invocare il più grande scuso paradisiaco. |
L’ultimo fascino di scudo. Crea uno scudo di brillante argento che protegge contro attacchi del tutto magici e normali. La forza di vita dell’utente viene asciugata in grande quantità. |
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Cap. 11 La Grande Guerra Dei Pedoni 1°parte
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‘Questo odore.’
‘Così familiare.’
‘L’odorato estremo della pulizia.’
‘L’odorato della mia infanzia.’
Era un odore che portava sicurezza, un odore di ritorno a casa. Era un odore che diceva che tutto andava bene. Era l’odore di lino inamidato e pulito, d’antisettico. L’odore di un ospedale.
“Guardate! Sta muovendosi.”
“Stai sognando Mione. Madama Pomfrey ha detto che non si risveglierà per altri cinque giorni.”
“No! E’ vero! Guarda, sta contorcendosi di nuovo.”
“Inferno insanguinato! Ha ragione!” La voce estremamente forte di Ron colpì i suoi timpani.
“Ron? Hermy?” Gracchiò Harry.
“Si Harry, loro sono qui. Ancora resiliente a danno, anche dopo tutti questi anni, vedo.” Una voce gentile riempì la sua testa.
“Ricordo la tua voce.” Era una donna. Ricordava la sua voce, ma non poteva accostarla ad un nome.
“Si, mi conosci. I tuoi ricordi sono confusi.” Disse la stessa voce.
“Ik…onne.” Disse la voce addolorata di Harry.
“Che cosa?”
“Zitto, Ron!” Lo rampognò Hermione.
“No. Non ora Harry.” La donna parlò di nuovo.
“Dumb…ore.”
“Sta arrivando.”
“La benda.”
“La tua benda è ancora al suo posto. No, non prenderla via.” Disse calma la voce come Harry fece per rimuovere il pezzo offensivo di stoffa. “Ora riposa. La tua pietra della mente sarà sul tuo comodino quando ti risveglierai.”
Con quello, un senso di calma lo avvolse, riportandolo nel mondo dei sogni.
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Hermione, con timore reverenziale, guardò come la signora galleggiante creò una palla verde di potere all’interno della sua mano, prima di spingerla nel petto di Harry.
“Wow. Ha appena fatto la magia senza bacchetta?” Chiese dubbioso Ron, ancora guardando alla mano della donna con occhi larghi.
“Si.” Rispose la donna con voce calma che risuonò in tutta la stanza. “E’ possibile che voglia chiudere la sua bocca, Ronald Arthur Weasley. Il suo Direttore Albus Percival Wulfric Brian Dumbledore. E’ in viaggio.”
Hermione alzò gli occhi al soffitto all’uso della donna del pieno nome di ognuno. La ragazza volse lo sguardo all’ora paziente addormentato. Per la prima volta nella sua vita, aveva visto Harry dormire pacatamente. Anche quando era sotto gli effetti della pozione di dreamless, la sua faccia non era completamente rilassata.
Hermione tracciò le sue caratteristiche facciali con i suoi occhi. Madama Pomfrey era stata capace di riparare la maggior parte dei danni ricevuti da Harry. Guardando di nuovo a lui, la situazione sembrava estremamente umoristica.
La mai matrona zelante dell’ala dell’ospedale, agitandosi e chiocciando su Harry, dopo che la donna in verde l’aveva depositato su un letto dell’ospedale.
I suoi occhi sbarcarono sulla benda posta sugli occhi di Harry. La curiosità la stava mangiando. Cosa c’era sotto quella benda? Harry le aveva detto che aveva portato sempre quella benda. Era confusa, il giovane era ancora capace di muoversi e compiere le sue attività di ogni giorno con agio, quando era ovvio che non poteva usare i suoi occhi.
Pensandoci, nessuno sembrava sapere cosa sembravano ora gli occhi di Harry. L’unica persona che seppe era il professor Snape e la diceria era che quando l’incidente veniva ricordato all’uomo, questi impallidirebbe e comincerebbe a scuotere involontariamente prima di cambiare rapidamente il soggetto. La sua curiosità aveva iniziato a trovare il meglio di lei come pensò alle loro precedenti lezioni di pozioni.
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Come pratica comune,
ogni conversazione si spense ed un silenzio improvviso
sommerse la stanza della prigione sotterranea quando la porta della classe dondolò
aperta, lasciando entrare il professor Snape.
L’uomo entrò nella
stanza, abiti che si levavano ad ondate nella sua scia. Come al
solito sfolgorò agli Gryffindor, posandosi più a lungo su Harry, prima di
muoversi rapidamente verso la sua scrivania. Sbattendo in giù il grande tomo che conteneva in mano, iniziò a parlare.
“Questa lezione che
voi…farà…” Snape strascinò via prima di fare una pausa
e i suoi occhi si fermarono su un particolare Gryffindor dai capelli neri e
occhi verdi.
Hermione, come il resto
della classe, tracciò lo sguardo fisso del professore fino ad un Harry che ghigna, seduto a penzoloni nel suo posto. Cosa
sorprese Hermione di più, non era l’occhiata curiosa sulla faccia di Snape, ma
il ghigno divertito demente sulla faccia del suo miglior amico.
“Tolga quel ghigno
stupido via dalla sua faccia, ragazzo idiota. Cinque punti da Gryffindor.”
Hermione girò verso lo
Slytherin dove Malfoy sedeva, sorridendo furbamente al Gryffindor. Ritornando a
Harry, era sorpresa ancora di più quando il suo ghigno
crebbe anche più grande.
Drizzandosi, Harry
volse la sua testa e sbirciò da sopra i suoi occhiali all’ora
leggermente fumante professore di pozioni.
Hermione rimase
sorpresa anche di più quando Snape indietreggiò di un passo
prima di rompere la disputa vistosa e girarsi verso la lavagna.
“Cinque punti per la
sua insubordinazione, Potter.” Snape precedé poi a
rinfacciare il resto dei Gryffindor, favorendo lo Slytherin ed essendo
generalmente un asino.
Il resto della lezione
procedé in silenzio da parte dei Gryffindor e l’occasionale critica dallo
Slytherin. Cosa accadde alla fine della lezione era
l’evento che nessuno degli studenti di pozione del sesto anno mai dimenticherà.
Hermione aveva appena
finito la pozione che stava complottando ora, ‘La
pozione di Scoperta Magica’. Doveva ammettere che
fosse una pozione veramente complicata. Alcuni dello Slytherin erano
completamente andati a vuoto, squagliando i loro calderoni all’interno dei
primi cinque passi(non menzionando chiaramente, da Snape). Harry, d’altra
parte, insieme a lei, due Ravenclaw e quattro
Slytherin, erano gli unici a finire la pozione.
“Vedendo che quelli di
voi cha hanno un brandello del talento sono riusciti a
finire la sua pozione, mettetela in due fiale. Uno per usare voi e l’altra per
i miei voti. L’antidoto, dovesse esservi un avvelenamento, è qui sulla mia
scrivania.”
Snape riuscì in
qualche modo a trovare degli errori nella sua e, sorprendentemente perfetta pozione,
di Harry. “La sua pozione è lievemente pallida, Granger, e la sua, Potter,
troppo bitorzoluta. Dieci punti da Gryffindor per le sue inadeguate abilità a
creare pozioni.” Hermione fumò internamente, mentre
Harry semplicemente scrollò le spalle e ritornò al suo posto dove bevve la sua fiala di pozione.
“Dissi di bere la sua
pozione, Potter?” La voce aspra di Snape tagliò l’aria.
“No, non lo disse
professore.” Fu la risposta noncurante di Harry.
“Cinque
punti per la sua disobbedienza, e dieci per la sua inciviltà. Ora bevete le
vostre pozioni.”
‘Stupido, sporco, buono a nulla, cresciuto
eccessivamente, grasso peloso pipistrello, vampiro infernale!’ Hermione si
calciò mentalmente per il suo imprecare mentale prima di bere la sua pozione.
Nel momento in cui era
sicuro per aver rabberciato il suo lavoro e essersi
avvelenato, gli effetti della pozione iniziarono a lavorare. Immediatamente avvertì una sensazione fredda superare il suo corpo e una piccola
sensazione di bruciore iniziò ad avvertirsi nei suoi occhi. Chiudendo
gli occhi per liberarsi delle lacrime e del dolore, lei li aprì ad una miriade
di colori. Era veramente magnifico.
La magia fluì in tutta
la classe intera. Dalla luce argentea emessa dalle pozioni all’incantesimo blu
e scuro che causava il mantello di Snape per prendere
le correnti d’aria. Lei poteva vedere la magia.
“Usando incantesimi di
fascino, Potter? Stai tentando di nascondere il tuo brutto muso?”
Malfoy rinfacciò, da attraverso la classe.
Ignorando il
soprannaturalmente muggle rinfacciando di Malfoy, Hermione rimase sorpresa per
vedere davvero quello che sembrò un glamour
estremamente complesso sulla faccia di Harry. Più
specificatamente, un alone largo due pollici circa il livello dei suoi occhi.
“Rimuova
il suo fascino di bellezza, Potter, non avrò della magia sciocca fatta
nella mia classe. Dieci punti da Gryffindor.” Ordinò Snape con un sorriso furbo
sulla sua faccia. Evidentemente, anche i professori seppero che Harry aveva
sempre problemi di riposo.
“Chiaramente,
professore.” Harry prese la sua bacchetta e la sventolò sulla sua faccia, mormorando un incantesimo non udito.
“Dissi
che può usare la sua bacchetta nella mia classe Potter? Ricordo
farlo chiaro nel suo primo anno che non ci sarebbe sciocco bacchetta
ondeggiando compiuto all’interno della mia classe. Certamente la sua
scusa misera di un cervello è capace di comprendere le mie parole?”
‘Stupido, naso peloso, ad uncino, errore genetico di
un pipistrello!’
Hermione si calciò
mentalmente di nuovo. Se Ron avesse sentito quello che
seguiva nella sua mente, non gli permetterebbe mai di scordarlo.
La pozione, che durava
solo alcuni minuti, stava già svanendo e lei ora potrebbe
capire alcune delle occhiate interrogative dirette a Harry. Prima lei aveva
visto una luce dorata dagli occhi di Harry, ora poteva vedere una benda che
copriva i suoi occhi; lei lo passò via come un effetto laterale della magia sui
loro occhi. Dopo tutto, avevano bevuto una pozione che
alterava magicamente i loro occhi.
Prese alcuni secondi,
prima di rendersi conto di quello circa cui la maggior parte della classe era così
curiosa. Harry stava portando una benda tutto il tempo.
Lui aveva compiuto, per non menzionare tramato, una pozione complicata con agio
senza l’uso della sua vista.
“Una nuova moda
muggle, Potter? Non mi era mai sembrato un tipo vano. Col suo status di grande celebrità, non sono realmente sorpreso, poi. Cinque
punti da Gryffindor per codice d’abbigliamento improprio durante le classi.” Addentò Snape.
‘Razza di stronzo stesso indulgendo, annusatore di
fiale puzzolenti, concime di dragone!’ Hermione non infastidì col calcio mentale
questa volta. Snape meritò pienamente quel commento. Harry non aveva mai voluto
qualsiasi cosa venuta a lui, ancora riuscì a fare
fronte a tutte le fatiche che la vita gli gettava.
Hermione stava quasi
per alzarsi ed informare Snape di ciò che pensava su di lui, quando Harry posò
una mano rassicurante sulla sua spalla.
“Cercando conforto
dalle sue amiche Potter? Non ci devono essere manifestazioni dell’affezione
all’interno delle classi, Potter. Dieci punti da entrambi voi.” Snape sembrò
positivamente allegro, gli Slytherin sembravano ridere scioccamente sullo
sfondo ed il resto sembrava stesse dibattendo
mentalmente se Azkaban fosse un prezzo degno da pagare per assassinio.
Hermione stava quasi
per iniziare una campagna mentale di ingiurie quando fu
interrotta dalla stretta gentile che la mano di Harry le diede.
“Apparentemente lei
non capì il mio primo commento Potter. Ho detto di rimuovere la benda. Cinque
più punti da Gryffindor ed una detenzione con me stasera Potter.”
Improvvisamente
e silenziosamente Harry si era alzato e si era mosso estremamente vicino al
professore, invadendo il suo spazio personale. Le risa sciocche e i mormorii si fermarono, perfino il professore Snape si sorprese. I suoi occhi si allargarono leggermente
e lui riprese un passo in colpo.
Harry inclinò
lentamente e pericolosamente verso l’alto la testa per
soddisfare lo sguardo del professore. Era leggermente divertente,
fu la conclusione di Hermione. Il professore apparentemente fu
intimidito, come indietreggiò di un passo.
Quello che venne
seguente spedì un brivido sulla sua spina dorsale quando
la voce di Harry cambiò in una della malevolenza e minaccia. In un bisbiglio
freddo lo studente sibilò.
“Vuole vedere i miei
occhi Severussss? Davvero? Da quando insiste così tanto, appagherò la sua richiesta.” Senza aspettare una
replica Harr,y con la mano,
tolse la benda.
Un doloroso grido
d’agonia echeggiò in tutto Hogwarts subito dopo.
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Hermione rabbrividì. Lei ancora poteva ricordare le grida. Era un grido che uno avrebbe associato con la maledizione del Cruciatus. Harry aveva tenuto lo sguardo fisso sull’uomo per dieci secondi, con Snape che gridava.
Poi aveva rimesso in luogo la benda, raccolto la borsa e uscì dalla classe, lasciando Snape piangente ed arricciato in una palla che mormorava. Fin da quell’incidente, Snape era andato alle grandi lunghezze per uscire dal modo di Harry nei corridoi e non aveva fatto finora un solo commento né anche aveva battuto ciglio a Harry durante pozioni.
“Hermione…Ciao…C’è nessuno in casa?” La voce di Ron e le sue dita che sventolano di fronte alla sua faccia, la ruppero fuori della sua trance.
“Spiacente Ron. Stavo solo pensando.” Fu la sua replica a bassa voce.
“Credo che dovreste ritornare ai vostri dormitori, bambini. Pedone Fariahlia ed io abbiamo alcune questioni di cui discutere.” Fu l’intervento di Dumbledore, col solito tono da nonno.
Hermione accennò col capo e uscì senza protestare, la sua mente evidentemente presa in altri pensieri. Ron la seguì.
Una volta che gli studenti erano fuori portata d’orecchio, Dumbledore si girò verso la donna che stava guardando a tutto con divertimento. Brillanti iridi rosse soddisfarono blu. “Sono appena tornato dal ministero, discutiamo il suo alloggio, Pedone Fariahlia.” Dumbledore sventolò la sua bacchetta scongiurando due poltrone comode accanto al letto di Harry.
“Mi chiami Liah.” Il Pedone ondeggiò via il suo titolo. “Gli amici di Harry sono i miei. Quindi, Hermione Granger, mi dica più su Harry, lui parla raramente del suo passato.”
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Hermione Granger posava nel suo letto sveglia. Diversamente da altre ragazze che avevano bisogno di quello che chiamavano sonno di bellezza, lei era abituata ad avere poche ore di sonno. Chiaramente Harry aveva una tolleranza più alta per la privazione di sonno, lei lo sapeva. Col suo stato di Pedone, Harry non aveva più bisogno di dormire, ora. Quindi, perché si trovava ora nell’ala dell’ospedale che dorme via i suoi danni? Lei ricordò leggere dal libro che Harry gli diede che danni fisici non sono che un piccolo ostacolo ad un Pedone. Ancora la conoscenza non aiutò molto quando lei vide il corpo di Harry che levitando veniva verso di lei e Ron dirigendosi verso il castello.
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Hermione si fermò,
causando Ron per collidere con la sua schiena.
“Perché
ti sei fermata, Hermione?” Borbottò Ron.
Ron non trovò una
risposta. Avvicinandosi, levitando il corpo lacerato e sanguinante di Harry
Potter, c’era una donna vestita in abiti color
smeraldo. Le caratteristiche più prominenti della donna erano i suoi capelli
neri e lunghi, piedi palmati, orecchi aguzzi e iridi
rosso-sangue. Se non fosse per il sorriso
amichevole sulla sua faccia, Hermione avrebbe considerato la donna una
minaccia. Altro per un paio di viti che si muovevano per il suo corpo, le
caratteristiche fisiche addizionali ed il fatto che lei stava stando a galla un piede via la terra, la donna sarebbe potuta
passare facilmente come una normale giovane donna umana molto bella.
“La barba di Merlino! Quello è Harry!” Apparentemente
Ron aveva visto il corpo galleggiante. Hermione fece per parlare ma si fermò quando la donna stette a galla davanti a
lei ed i professori nella scuola.
Scuotendo la sorpresa
di essere ignorato, afferrò Ron dal suo polso prima di
correre dopo la donna.
Dopo aver corso
ininterrottamente per cinque minuti, dalle porte anteriori all’ala
dell’ospedale, entrò per trovarsi davanti alla scena dell’infermiera, Madama
Pomfrey, che disputa con la donna in verde. Dai
frammenti che lei raggruppò, le due stavano discutendo sul trattamento da dare
a Harry.
Guardando da ambo le
donne che disputavano a Harry, che ora posava sul letto, ed indietro di nuovo,
Hermione Anna Granger addentò.
“Volete Piantarla Di
Disputare E Cominciate Ad Aiutare Harry!!!!” Hermione
gridò, la sua voce che senza dubbio fu sentita in tutto il castello.
“Wow. Mione, non
sapevo che l’avessi in te.” Hermione ignorò il tentativo zoppo di Ron di
scherzare. Senza dubbio stava tentando di rompere la tensione.
“E’ quello che sto
cercando di fare, ma questa signora qui non me lo permette.”
La matrona spiegò come cercò di spingere a parte il Pedone per arrivare a
Harry.
“E’ quello che sto
tentando di dire, Harry non richiede attenzione medica.”
Venne da una voce calma. Il Pedone allungò una mano per frenare la donna.
“Non ha bisogno di attenzione medica! Per l’amor del cielo! Lo guardi! E’ ridotto ad una polpa insanguinata!” Pomfrey tentò di
nuovo di giungere al letto di Harry per essere trattenuto dal Pedone.
Gratamente
Dumbledore era finalmente riuscito a giungere all’ala dell’ospedale. ‘Pensandoci,
Madama Pomfrey non era con Dumbledore?’
“Ah. Poppy, vedo che
riuscì ad arrivare in tempo col suo portkey.”
‘Bene, quello lo spiega.’
“Direttore, per favore
ragioni con questa donna…” La matrona si fermò quando
Dumbledore elevò la sua mano e parlò. “Poppy, Harry è un Pedone e non c’è così nessuna tecnica mediche
che funzionerebbero su di lui. Inoltre lui non può morire attraverso ferite
normalmente mortali. Ora Poppy, che il suo paziente è sicuro, mi piacerebbe che
ci scusasse.” Con quello Pomfrey
diede un cenno e di malavoglia andò nel suo ufficio.
“La
saluto mia signora, io sono Albus Dumbledore, Direttore di questa
scuola.
“Io sono Pedone
Fariahlia, uno dei compagni di Pedone Potter. Se non le dispiace, gradirei rimanere nella società di
Pedone Potter finché è guarito completamente. Sono costretto a fermare almeno
la sua emorragia.”
“Se
può, ora che io ho confermato che Harry sta bene, devo andare al ministero.
Senza dubbio staranno avendo un attacco di panico dopo quell’ammontare
di magia rilasciata. Arrivederci mia signora. Sig. Weasley, sig.na Weasley, sig.na Granger, sig.na Lovegood e sig. Longbottom
potete restare, solo ritornate alle vostre stanze per il
coprifuoco. Se ha bisogno di qualsiasi cosa Pedone Fariahlia, sono sicuro che
gli studenti e il personale saranno più che felici di aiutarla.” Con quello Albus Dumbledore si
diresse all’ufficio di Madama Pomfrey. Senza dubbio per recarsi via Polvere Volante al Ministero.
“Così, Hermione Anna
Granger, mi dica su Harry mentre stiamo aspettando.”
Chiese Fariahlia.
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Hermione era diventata curiosa sullo stato di salute di Harry. “Si, mi conosci. I tuoi ricordi sono confusi.” Il Pedone chiamato Fariahlia disse.
Dopo, Harry aveva menzionato qualcosa. Non poteva ricordarlo, pero. ‘Ricordi….ricordi…’ Salmodiò Hermione attraverso la sua mente. ‘Ricordi…ricor…ecco’.Si sarebbe colpita. Una pietra di mente, Harry aveva bisogno di ricordare perciò lui richiese un pensieve. I ricordi di Harry erano nel pensieve. Avrebbe potuto aiutarlo a ricordare se solo potesse andare ora all’ospedale.
Smak.
Hermione si schiaffeggiò la fronte. Ron. Lui poteva prendere il mantello di Harry.
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Ron stava correndo. Il tavolo volò oltre lui in una macchia come seguì la sua preda. Saltando su una tavola, accorciò la distanza. Lei girò la testa per strisciare uno sguardo prima di gettarsi in avanti più veloce.
Ron osservò che le cucine di Hogwarts erano notevolmente deserte, fallendo il solito esercito di elfi domestici. Ancora, nessuna problema, un più gran riserbo per lui.
Alcuni minuti più tardi, lui aveva circondato la sua preda. La ragazza dai capelli marroni girò la testa che tenta di trovare un percorso di fuga. Non vedendone nessuno, inclinò la testa e gli diede un sorriso modesto.
“Sembra che tu mi abbia preso. Cosa intendi farmi?” Rispose all’avvicinarsi ulteriore di Ron.
“Si, ti ho preso, mia cara, e che dovrei fare con te? Hmmm…Cosa vuoi che faccia?” Ora Ron aveva posato le mani su entrambi i lati della testa della ragazza e stava fissandola negli occhi marroni.
Hermione si leccò lentamente le labbra. Con un ringhio gutturale e profondo, fece scorrere le mani lungo il suo corpo scarsamente vestito. Facendogli un cenno, bisbigliò.
“Sveglia Ron.”
“Huh?” Fu la sua replica assonnata. “SVEGLAITI!!!” Hermione procedé a schiaffeggiarlo.
SMACK.
“OW!!!”
“CHE COS…”
SMACK.
“OW!!!”
“SVEGLIATI!!!RON!!!”
SMACK.
“Ok! Ok! Sono sveglio!” Bestemmiò Ron, tirato via dai suoi sogni piacevoli che coinvolgevano un Hermione Granger parzialmente svestito, le cucine e salsa di cioccolato.
Definitivamente stava per uccidere la persona che lo svegliò. Sia dannato Azkaban.
Costrinse i suoi occhi ad aprirsi. Batté le palpebre una volta.
Due volte.
“Che cosa? Hermio…” Ma venne interrotto dalle dita della ragazza posate sulla sua bocca.
“Silenzio. Non sono sicura di quanto sia forte il mio fascino di silenzio.” Lo rampognò la voce del prefetto.
Con uno sforzo eroico, Ron si sedette. Attraverso la sua vista appannata dal sonno, poteva vedere Hermione, abbastanza per dire che lei non aveva nessuna delle più prime patacche di cibo su lei. Ron gemette in delusione.
Ancora lievemente sbalordito, Ron poteva solo fissare la ragazza appollaiata su lui. “Ron, ho bisogno del mantello invisibile di Harry, velocemente.” Poi, Hermione procedette a spingere il prefetto di Gryffindor verso il baule di Harry. Silenziosamente gettò un fascino di risveglio su Ron per impedirgli di riaddormentarsi.