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Autore: Mana_alister    23/09/2012    4 recensioni
“Maledetto Kazama! Ma ti pare? Svegliarmi a quest'ora dell'alba con la sua voce da checca isterica!”
Vivere insieme non è esattamente semplice, soprattutto se a dividere le mura domestiche sono tre tipi particolari come Jin, Steve e Hwoarang. Se ci si aggiungono Julia e Xiaoyu, le ragazze della porta accanto, e la loro nuova coinquilina con la passione per l'occulto Zafina, le altre vicine Nina e Anna Williams, un Paul Phoenix sempre disponibile a occupare abusivamente il divano per sbronzarsi con Hwoarang e un Marshall Law decisamente taccagno, per non parlare di altri insoliti personaggi come Carmencita e Pinoko... Be', il risultato è a dir poco esplosivo!
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hwoarang, Jin Kazama, Julia Chang, Ling Xiaoyu, Steve Fox
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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S01E01

Pilot




“Alla buon’ora, eh.”

Jin si volta a guardare Xiao che, come ogni domenica mattina, lo attende seduta sulle scale del pianerottolo.

“Hai fatto più tardi del solito…”

“Doppio turno” si volta a guardarla Jin, con una spalla appoggiata alla porta ancora chiusa. “Visto che al momento ho una situazione finanziaria discutibile, ne ho approfittato.”

In effetti, dopo la fine del sesto Torneo, la Mishima Zaibatsu aveva subito un crollo finanziario non indifferente: Jin e Nina, suo braccio destro in quei mesi, erano stati costretti a pagare un’ingente somma di denaro come risarcimento per crimini di guerra, finendo inevitabilmente sul lastrico.

Ora si trovano entrambi a dover lavorare come comuni mortali ma, mentre Jin passa da un lavoro bizzarro a un altro – di richieste come modello gliene sono arrivate a valanghe – di Nina invece non si sa nulla.

O meglio, si sa che abita nel loro stesso stabile.

Ma la si vede rincasare a orari improbabili, facendo sorgere in tutti il dubbio che sia tornata al suo… vecchio lavoro.

Ovviamente, nessuno osa chiederle niente.

Jin alla fine ha accettato un lavoro che lo imbarazza parecchio, ma che lo fa guadagnare dignitosamente… e insospettisce Xiao oltremisura.

Quest’ultima sorride, sorniona.

“Devi essere carino appeso al palo come una scimmietta ammaestrata, con un tanga a coprirti e nient’altro!”

“Xiao per l’ultima volta, non faccio lo spogliarellista!” replica Jin, avvampando dall’imbarazzo “…prima o poi troverò qualcosa di meglio di un host club. Ma almeno mi pagano decentemente.”

“Ci credo, col tuo bel faccino!” risponde la cinesina, avvicinandosi a Jin con un sorriso malizioso. Poi stampa un bacio sulla guancia del ragazzo, e si avvia verso il suo appartamento.

“Bene, ora posso anche andare a dormire serena!”

“Dovresti anche studiare, ogni tanto…” ribatte Jin, ancora imbarazzato dal bacio, mentre apre la porta del suo appartamento.

Il sorriso nato da quelle quattro chiacchiere con Xiao gli muore sulle labbra.

Sembra che qualcuno abbia svuotato una discarica proprio lì, in salotto. O quel che ne rimane.

Nella zona cucina i sacchi della spazzatura giacciono accatastati in un angolo, circondati dalle mosche. E una pila di piatti sporchi rimasti sul tavolo, esattamente come li aveva lasciati la sera prima.

“Sei tornato adesso? “

Steve lo accoglie in pigiama, mentre fa lo slalom tra un indumento maleodorante lasciato per terra e un altro.

“Perché è ancora… così?” chiede Jin con un tono disperato “Sono più che sicuro di aver lasciato la casa in uno stato DECENTE, ieri sera, piatti da lavare esclusi. Che è successo? E’ arrivata l’apocalisse?”

“Se l’incarnazione dell’apocalisse è coreana e ha i capelli rossi, allora sì” è la solenne risposta del pugile inglese, mentre osserva disgustato un contenitore della pizza che fa capolino da sotto il divano “se no è stato Hwoarang. Secondo te quella cosa nel cartone di pizza è viva? Ho avuto l’impressione che si muovesse…”

Jin non osa rispondere, ma invoca internamente Chtulhu affinché sorga e porti MOLTO dolore al coreano.

Coreano che, tra l'altro, a giudicare dalla porta chiusa di quelle quattro mura sudicie che chiama “stanza”, è ancora felicemente immerso nel mondo dei sogni. Una delle cose che lo irritano di più, oltre a rincasare dopo ore di sudato lavoro e trovare il suo grazioso appartamento ridotto peggio di uno dei palcoscenici dei suoi scontri con Kazuya ed Heihachi, è constatare che il suo simpatico coinquilino ha serenamente dormito per tutto il tempo in cui lui si è rotto la schiena (e non solo) per compiacere di sorrisi i clienti.

Perciò si avvicina a passo di marcia alla porta della stanza di Hwoarang e la spalanca con un sonoro calcione.

“Oh, no, ti prego”, borbotta Steve dalla cucina. “Non svegliarlo, stavo per mettermi a studiare!”

Jin ignora le suppliche del pugile, sempre troppo clemente con il suo compagno di allenamenti. Entra nella stanza di Hwoarang... O almeno ci prova, dato che il pavimento è interamente ricoperto di calzini sporchi, canottiere di dubbio gusto intrise di sudore, scarpe maleodoranti e spaiate.

Beatamente immerso in quel caos disumano, Hwoarang russa di gusto, sdraiato a pancia in giù su una brandina che non vede un cambio di lenzuola probabilmente da quando hanno messo piede per la prima volta nell'appartamento. Il suo russare persistente occupa una posizione di rilievo nella lista delle Cattive Abitudini che Jin e Steve hanno stilato, e che Hwoarang si ostina ad ignorare.

Tappandosi il naso per sopravvivere al terribile olezzo che aleggia nell'aria, Jin scavalca dei laceri pantaloni da motociclista e un casco decorato con orrendi adesivi di donne seminude e si avvicina quanto più possibile al giaciglio del coreano.

“SORGI E SPLENDI, HWOARANG!” urla, a un centimetro dal suo orecchio.

Si scansa in tempo per evitare un gancio destro diretto alla sua faccia, e se ne va ghignando soddisfatto per la piccola rivincita che, come ogni mattina, si è preso sul disordine del coinquilino.

Uscendo dalla stanza, aziona con un calcio la radio scassata di Hwoarang, giusto per accertarsi che non si giri dall'altra parte e continui a dormire come se nulla fosse.

“Ok, io vado a riposare”, annuncia a Steve con un sorrisetto, schivando uno scarpone che il coreano gli ha lanciato ad occhi chiusi. “Chiamami per le sei, ho un turno all'altro lavoro”.

“No, ti prego, non lasciarmi solo con lui” replica il pugile, agguantandolo per un polso: il suo viso è una maschera di terrore. “Ma poi cosa sono io, la tua sveglia parlante?!”

Jin ignora il tono polemico e gli batte un amichevole pacca sulla spalla.

“Grazie, Steve. Anche sei e un quarto va bene”.

E, con queste istruzioni, si congeda nella sua stanza, sbarrando la porta con il chiavistello che ha fatto installare con uno dei suoi primi stipendi per evitare le molestie di Hwoarang. Purtroppo non ha ancora racimolato abbastanza per insonorizzare la stanza dal suo russare e dalle sue urla moleste.

Si preme il cuscino sulle orecchie per attenuare le grida belluine che il coreano emette trascinandosi fuori dal suo loculo di disordine, e le preghiere in inglese del povero Steve, rimasto solo con la bestia.


“Maledetto Kazama! Ma ti pare? Svegliarmi a quest'ora dell'alba con la sua voce da checca isterica!” sbraita Hwoarang, rovistando nel frigo alla ricerca del cartoccio del latte tra le numerose lattine di birra.

“E' mezzogiorno passato, Hwoa”, replica Steve. Si tiene la testa tra le mani, nel tentativo di concentrarsi sul contenuto del suo libro di economia: sa già, però, che con il coreano sveglio sarà del tutto impossibile avere anche solo cinque secondi di pace per dedicarsi allo studio.

“Ma non poteva restarsene a fare la lap dance nel suo bordello? Perché deve venire a menarmelo?”

“Non faccio la lap dance!” urla Jin dalla sua stanza. “Piantala di mettere certe idee in testa a Xiao!”

“Cosa fai, Kazama? Origli? Brutto spione del cazzo!”

Hwoarang si avventa sulla sua porta, prendendola sonoramente a calci. Peccato che il suo alluce colpisca lo stipite del peggiore dei modi: dalla boccuccia di rosa di Hwoarang cominciano ad uscire improperi che farebbero invidia a uno scaricatore di porto, degni delle sue gare serali di rutti con Paul.

“Holy virgin...” sospira Steve, premendosi inutilmente le mani sulle orecchie.

I suoi amici continuano a litigare come due bambini a pochi metri da lui, peraltro con una spessa porta a dividerli. Se Jin vuole dormire, perché non la smette di dar corda all'altro?

A volte è così difficile, abitare con quei due esauriti. Deve far appello a tutto il suo self control inglese, per non prenderli a pugni entrambi.

Per fortuna, a un certo punto Jin smette di rispondere per le rime all'amico, che si stufa di bestemmiare in solitudine.

Si attacca al cartone del latte, continuando a ripetere quanto Kazama sia un autentico rompicoglioni, una vera spina nel culo; come, tra lui e il Nano da Giardino della porta di fronte, non si riesca ad avere un attimo di pace; ma non può dormire quanto vuole e sguazzare nello sporco come piace a lui? Insomma, che utilità c'è a fare la lavatrice?

Steve cerca di isolarsi mentalmente dalla solita tiritera; ormai ha capito che è inutile spiegare al coreano i vantaggi del lavarsi. Il massimo a cui può arrivare Hwoarang, in fatto di igiene personale, è arraffare di nascosto un po' della sua colonia per coprire il puzzo di motociclista sudato.

Un'altra delle sue Cattive Abitudini, insomma.

Ma alla posizione numero venticinque della classifica, nota anche con il nome de “I Gravi Disagi di Vivere con un Zotico”, si piazza la sua ostinazione a servirsi del bagno lasciando la porta spalancata. Steve e Jin gli hanno ripetuto più volte che a nessuno dei due interessa vederlo mentre fa quello che deve fare, ma lui pare quasi trarre soddisfazione dall'esibirsi di proposito in certi spettacolini.

“Che cazzo stai facendo?!” urla Steve, passando di fronte al bagno per andare a prendere un evidenziatore. Non c'è pace neppure quando il coreano va al cesso, in quella casa.

Infatti Hwoarang, in piedi davanti al water, sta facendo pipì guardando da tutt'altra parte: il loro palazzo ha una curiosa conformazione a ferro di cavallo, che fa sì che la finestra del bagno dei ragazzi si collochi proprio davanti a quella della camera da letto di Anna Williams.

“Sto pisciando” è la laconica risposta che dà al coinquilino, senza mostrare la minima intenzione a girare a guardarlo.

“Lo vedo! Guarda la tazza del water, almeno! La stai facendo tutta fuori e poi tocca sempre a me o a Jin pulire, che schifo! E poi piantala di spiare le Williams, per l'amor del Cielo! E' una cosa malata, sono mia madre e mia zia!”

“Tue parenti, appunto, mica mie”. Hwoarang non si scompone. “Ma anche se ce l'avessi io, una madre e una zia così, credo me le guarderei comunque”.

“Basta, sei un caso patologico!” urla Steve, sull'orlo dell'esasperazione. “Vado a studiare dalle ragazze, almeno lì forse riuscirò a concentrarmi senza maniaci che pisciano in giro!”

“Certo, certo, si dice così. Tanto lo sappiamo tutti che, invece di guardare i libri, sbirci nella scollatura di Julia tutto il tempo. E guarderesti pure in quella di Xiaoyu, se ci fosse qualcosa da guardare. E poi dite che il maniaco sono io, eh”.

“PISCIA NEL WATER!” urla Steve, vedendo allargarsi la pozzanghera giallognola sul pavimento. Reprimendo l'impulso di strapparsi i capelli dalla disperazione, afferra libri e quaderni e si fionda fuori di casa; Hwoarang, impassibile, continua a concentrare la sua attenzione sulla camera da letto di Anna Williams, intenta a studiare il guardaroba. Se sta scegliendo cosa mettersi, prima o poi dovrà pure spogliarsi.



“Ragazze, vi prego, sono in cerca di asilo politico per studiare”, dice automaticamente Steve quando la porta dell'appartamento di Julia e Xiaoyu si apre.

Ad attenderlo, però, non c'è né Xiao con i suoi codini spettinati, né Julia con l'abituale tazza di caffè tra le dita.

Una conturbante donna, dai lunghi capelli corvini e dagli occhi dal taglio esotico, gli sorride ammiccante, un braccio appoggiato lascivamente allo stipite della porta.

“Ciao, sei venuto a farti leggere la mano?”, chiede, allungando una mano per afferrare quella di Steve, il quale, a bocca aperta, resta impalato sulla soglia di casa. I suoi occhi automaticamente seguono il profilo della scollatura generosa della sconosciuta; dannazione a Hwoarang, pensa, deglutendo vistosamente.

“Uhm, qualcosa mi dice che sei inglese...” soffia lei, seguendo con il polpastrello una qualche linea immaginaria.

“Forse il suo marcatissimo accento da british man?”

Steve torna a respirare normalmente, salvato dalla voce squillante di Xiaoyu. Le rivolge uno sguardo a metà tra l'interrogativo e lo sconcertato: che ci fa quella specie di indovina hot nel loro appartamento?

“Ciao Steve, questa è la nostra nuova coinquilina, Zafina”.

“Piacere, Steve”, gli sorride lei, sensuale.

“Co-coinquilina?” balbetta Steve in tutta risposta. “E da quando?”

“Uh, da circa due ore”.

Xiao fa spallucce, come se fosse la cosa più normale del mondo accogliere in casa una strana chiromante dalla scollatura prorompente.

“Le spese erano troppe per me e Julia, così abbiamo messo un annuncio su internet”, precisa infatti, lasciandogli spazio entrare in casa.

Steve avanza intontito. Hanno trovato quella pazza su internet. Si saranno almeno accertate che non faccia... quel lavoro? Con Jin e Nina, quel condominio ha già una collezione abbastanza vasta di professioni fuori dal comune.

E poi, quando Hwoarang vedrà quello schianto nell'appartamento delle ragazze, non si scollerà più dalla loro serratura del bagno, scatenando le ire di Xiaoyu. Morale della storia: Steve non potrà neppure più rifugiarsi da loro per avere un po' di pace.

“Allora non vuoi farti leggere la mano, bell'inglesino?” domanda suadente Zafina, sbattendo le ciglia.

“Ehm... Veramente io ero venuto... Ero venuto per studiare...”

La donna alza le spalle, non troppo turbata da quel rifiuto, né impressionata dai balbettii di Steve.

“Allora vado a finire di sistemare la mia roba. Chiamami se cambi idea”, dice, strizzandogli l'occhio, prima di dirigersi verso la vecchia stanza degli ospiti ancheggiando vistosamente.

Xiao gli rifila uno dei suoi dolorosissimi calci negli stinchi.

“Piantala di guardarle il culo”, ringhia.

Steve si riscuote dal suo torpore mentale, passandosi imbarazzato una mano tra i capelli.

“Ehm... Julia non c'è?” chiede, tanto per distogliere l'attenzione di Xiaoyu dalle sue continue figure di merda.

“No, l'ha chiamata zio Lee per una riunione di lavoro”.

“Zio Lee?!”

“Sì, il signor Chaolan!” replica Xiao con naturalezza. “Sai, Jin non lo chiama mai zio, poverino. Gli fa tanto piacere essere chiamato così... Ma, a proposito di Jin: sta bene? E' tornato illeso dal lavoro?”

Steve sospira.

“Xiao, te l'abbiamo già ripetuto mille volte. Non fa il prostituto, né lo spogliarellista. Nessuno l'ha violato neanche stavolta, puoi dormire sonni tranquilli”.

“Oh, per fortuna”, sospira lei. “In effetti non è che abbia dormito molto, stanotte”.

“Sei stata tutto il tempo seduta sulla scala. Ti ho vista prima di andare a dormire e quando mi sono alzato, sempre nella stessa identica posizione”.

“Be', nel frattempo mi sono addormentata. In effetti ho un terribile male al culo, ci credo che poi il Buzzurro dice che ho il sedere invisibile! Mi si appiattisce fino a sparire per tutte le ore che passo seduta...” si interrompe a metà frase, fissando a bocca spalancata il centro del salotto.

Incuriosito, Steve si volta, trovandosi ancora una volta a fissare il culo affatto piatto di Zafina, intenta a trascinare al centro della stanza uno strano mobile rotondo.

“Cosa sarebbe quel tavolino viola che stai piazzando in mezzo al salotto?” chiede Xiao, gelida. “Non vedi come fa a pugni con il giallo canarino del divano?”

“E' il mio tavolo per le sedute spiritiche” risponde la nuova arrivata, rivolgendo loro uno sguardo serissimo. “C'è qualche defunto caro con cui vorreste mettervi in contatto?”



“Dear Lord, giusto la medium ciarlatana ci mancava…” borbotta Steve, rientrando nel suo appartamento.

Nonostante la sorpresa della coinquilina raccattata su internet, ha mantenuto il suo proposito ed è riuscito a studiare abbastanza tranquillamente insieme a Xiao, impegnata con i test d’ammissione all’università.

Zafina ha continuato di tanto in tanto a far capolino in salotto, sistemando qua e là oggetti bizzarri – da semplici candele profumate a statuine dall’aspetto decisamente inquietante. E soprattutto, continuando a distrarlo ancheggiando come un’odalisca.

Ora spera solo di potersi rilassare sprofondando sul divano… sempre che non trovi qualche nuova forma di vita tra i cuscini.

Sorprendentemente, il salotto sembra essere riemerso dalla discarica in cui l’aveva lasciato qualche ora prima. Certo, c’è ancora la pila di piatti da lavare abbandonata sul tavolo, e La Cosa Che Vive Nel Cartone Della Pizza che continua ad esistere sotto il divano, ma rispetto a qualche ora prima la situazione è decisamente migliorata.

Probabilmente Jin, ordinato a livelli ossessivo compulsivi, si è svegliato un po’ prima per rimettere pietosamente a posto il salotto. Perlomeno fargli da servizio sveglia chiamandolo al cellulare è servito a qualcosa.

Sta per chiudere la porta quando Hwoarang emerge dalla sua stanza facendogli cenno di lasciarla aperta.

“Cos’è, stai occultando il cadavere di una delle cose che vivono in mezzo alla tua immondizia?” fa cenno al sacco nero che il coreano si sta trascinando dietro. Quest’ultimo guarda torvo Steve, per poi grugnire imbarazzato “Ho finito gli indumenti puliti. Vado alla lavanderia a gettoni dietro l’angolo, torno tra un po’.”

“E non potevi semplicemente usare la lavatrice?” chiede Steve, sarcastico “Che è poi quello che ti chiedo ogni santo giorno?”

“Kazama me l’ha proibito” borbotta Hwoarang “Dice che il mio bucato appesterebbe il cestello della lavatrice, e che piuttosto mi brucia i vestiti col napalm.”

Steve sgrana gli occhi di fronte a quella minaccia. In effetti non può dare torto a Kazama, è già rischioso entrare in camera di Hwoarang senza aver fatto l’antitetanica…

Concluso l’emozionante discorso sul bucato radioattivo del coreano, Steve decide che è il caso di concedersi una doccia per rilassarsi.

Ovviamente non ha tenuto conto della solita Pessima Abitudine Numero Venticinque di Hwoarang.

"HOLY VIRGIN THAT WATCH US FROM THE SKY BLESSING US WITH YOUR LOVE!"

"Amen, fratello. Che succede?"

Steve si volta verso Jin, che con i capelli scompigliati e la tazza di caffè in mano, ha tutta l'aria di chi si è alzato -di nuovo- da poco più di dieci minuti.

Steve non risponde, ma si limita a guardarlo con aria stravolta e indicando con entrambe le mani la pozza giallastra attorno al water.

"Oh capisco, il coreano ha di nuovo pisciato fuori dal vaso" commenta, sorseggiando il caffè "...letteralmente."

“Sappi che IO NON INTENDO PULIRE, non sono la sua serva!” urla Steve, ormai sull’orlo di una crisi di nervi.

“Ah nemmeno io” risponde Jin, serafico “Appena torna, gliela facciamo leccare con la lingua.”

Detto questo, torna verso la cucina a versarsi altro caffè.

Steve rimane imbambolato a guardarlo, chiedendosi come riesca a rimanere così impassibile di fronte a certe schifezze. Probabilmente perché Kazama lo conosce ormai da anni, e ha ormai raggiunto una sorta di Nirvana al riguardo.

Neanche cinque minuti, e lo vede tornare con uno spazzolone per pavimenti e un secchio pieno d’acqua.

“Ma non avevi detto…”

“Ho un turno tra meno di mezz’ora. Necessito della doccia. E abbiamo un bagno solo.”

Steve annuisce solenne in direzione di Jin che, costretto a dover pulire la pozza di pipì di Hwoarang, manda a quest’ultimo ogni sorta di macumba.



“E quindi hanno trovato una coinquilina con un annuncio su internet?”

“Già. Ovviamente con tutte le conseguenze del caso…”

Per sdebitarsi di aver pulito il bagno al posto suo, Steve ha preparato la cena per sè e per Jin. Escludendo volutamente Hwoarang, che non ha ovviamente gradito la cosa – ma ha risolto come al solito, cucinando cose a caso prese dal frigo e creando piatti discutibili che solo lui ha il coraggio di ingurgitare.

Jin ha goduto ampiamente dell’incazzatura del coreano – e grazie a Steve si è risparmiato il doversi comprare una cena precotta tornando da lavoro.

“Perché, che ha di strano?” chiede Hwoarang, parlando ovviamente con la bocca piena – e sputazzando cibo in giro.

“Ha un tavolo per le sedute spiritiche.”

“…cosa?”

Steve annuisce, solenne. “Mi sa che si spaccia per medium, o qualcosa del genere. Quando mi ha aperto la porta si è persino offerta di leggermi la mano.”

“Io le avrei fatto leggere qualcos’altro…” sghignazza Hwoarang, poeta del doppio senso.

“Che fine seduttore…” commenta sarcastico Jin, causando uno scoppio di risate – e uno spruzzo di birra dal naso – a Steve.

“Disse quello che ancora tentenna con la Nana da Giardino cinese dopo ANNI” lo punzecchia Hwoarang, senza neanche smettere di ingurgitare la roba misteriosa che ha nel piatto “Io almeno qualcosa ogni tanto riesco a combinarla!”
“Sì, presumo che soddisfare Carmencita sia faticoso… quanto ti è costata la spedizione dal sito di bambole gonfiabili?”

Il campanello tronca sul nascere l’ennesima rissa tra Hwoarang e Jin.

“Possiamo entrare?”
Steve si trova davanti il sorriso luminoso di Julia, per la quale ha una gran bella cotta. Per sua enorme fortuna Hwoarang non lo sa; Jin l’ha capito, ma sa essere discreto. E poi, come il coreano ha ricordato poco prima, non è esattamente nella posizione migliore per parlare.

“Io e Xiao volevamo presentarvi la nostra nuova coinquilina, Zafina!”

“Buonasera” sorride quest’ultima, varcando la soglia dell’appartamento ancheggiando vistosamente.

“Sticazzi…” sussurra Hwoarang, evidentemente ringalluzzito. Jin rimane in silenzio, limitandosi a sgranare gli occhi.

“Cos'è quella faccia da pesce lesso?” ringhia Xiao, passandogli affianco. “Dal buzzurro me l'aspettavo, ma tu mi deludi, Jin”.

Hwoarang, non interpellato, prende parola prima che un balbettante Jin riesca a riacquistare la voce, dopo quella combo di curve sinuose di Zafina e freccatina acida di Xiaoyu.

“Anche il tuo Kazama c'ha qualcosa tra le gambe, Cina, per quanto sia difficile da credere. Altrimenti come credi che farebbe a mettersi in tanga per le sue clienti?”

“IO NON MI METTO IL TANGA! Basta con questa storia!”

“Su, su, ragazzi, datevi una calmata, che abbiamo ospiti”. Steve sorride imbarazzato a Julia, che scuote la testa sorridendo, ormai abituata a certi siparietti, e Zafina, che guarda i tre litiganti con sguardo curioso. Con uno scatto felino, posa una mano sul braccio di Jin, guadagnandosi all'istante uno sguardo assassino da parte di Xiao.

“Temo che siano le energie negative legate a questa casa a provocare questi diverbi” dice, seria. “Una seduta spiritica sarebbe l'ideale”.

“Ci sono un sacco di energie negative, nella mia stanza. Vuoi venire a fare una seduta?” interviene Hwoarang, frapponendosi tra la nuova arrivata e il suo acerrimo nemico.

“Si chiamano energie negative i calzini sporchi, adesso?” lo rimbecca Jin.

“Ma tu non dovevi andare a lavorare?”

“Guarda che lo stesso vale per te!”

Hwoarang, sbigottito, si volta a guardare l'orologio a muro.

“Merda, hai ragione”.

Jin sorride soddisfatto.

“Be', vattene”.

“Col cazzo, Kazama, vattene prima tu”. Hwoarang lo fissa in tralice: è sicuro che, non appena si volterà per andare al lavoro, Jin ne approfitterà per fare una seduta spiritica con la nuova arrivata. Fa tanto il fesso con la cinesina, ma ha lo sguardo lungo, il bastardo.

“Su, smettetela!” li interrompe ancora una volta Steve, soffocando l'ennesima invocazione alla Vergine. “Lavorate nello stesso posto, idioti. Perché non andiamo tutti?”



Così, meno di mezzora dopo, sono tutti e sei al bar/ristorante di Law, seppur intenti a svolgere mansioni diverse.

Hwoarang, non appena è arrivato con i suoi quindici minuti di ritardo, è stato spedito in cucina dal capo a suon di colpi di mestolo, a farsi valere nel suo ruolo di lavapiatti – ruolo che nessuno sa come abbia fatto ad ottenere, dato il suo rapporto tormentato con igiene e pulizia, e considerando che in casa non l'hanno mai visto sciacquare nemmeno un cucchiaino.

Jin, viceversa, è subito partito a svolgere il suo secondo lavoro: quello di fattorino per il servizio a domicilio. Ricopre questa mansione a sere alterne, quando non è impegnato con l'host club, con grande gioia di Xiaoyu che può dormire sonni tranquilli sapendolo con le mutande addosso.

“Ma perché cazzo deve portarle lui, le consegne?” borbotta Hwoarang dietro alla pila di stoviglie sporche. “Non gli stanno neanche i capelli nel cappellino della divisa, gli tocca rubare la lacca di Steve per riuscire a metterlo!”

“Te l'ho detto, lui ha la moto più bella” replica Law, assaggiando un cucchiaio della zuppa che sta cucinando. “Con quella ferraglia che ti ritrovi, che immagini daresti ai clienti?”

“Ma che cazzo di presa per il culo. E' stato quello stronzo a fare a pezzi la mia Traci Lords, e ora fa il fighetto con quella moto da quattro soldi che si ritrova!”

“...Veramente è l'unica cosa di valore che mi è rimasta dopo che ho dovuto scucire quel patrimonio”, replica Jin. “Law, mi serve quel ramen da consegnare”.

“Chiedi ai camerieri” replica il cuoco, distratto. “Ehi, a proposito... Paul è scomparso? Va' a vedere dov'è finito, scommetto che è di nuovo sul retro a contrabbandare lattine di birra agli adolescenti!”

Hwoarang si volta subito verso i suoi piatti: non deve assolutamente sfuggirgli, davanti a Law, che c'è anche lui tra gli adolescenti a cui Paul spaccia lattine di birra scadenti che sottrae al magazzino del capo. E' il suo modo di farsi valere sull'amico di sempre, che l'ha incastrato a lavorare per lui dopo tutti i danni causati al locale durante le numerose risse da sbronzo: Paul sa essere davvero irascibile, quando è in preda all'alcol, e Marshall sa essere altrettanto inflessibile, quando si tratta di soldi.

Jin, calcandosi a fatica, il cappellino con il logo del ristorante, si sposta nella sala ospita il bar. Il locale, in realtà, era nato come ristorante, ma presto Law aveva tratto ispirazione da Paul e Hwoarang che sorseggiavano birra a fine turno per ampliare la struttura ed attirare nuovi clienti.

E in effetti, i divanetti rossi su cui siedono Steve, Paul, Zafina e Julia e il bancone a cui Xiaoyu sta prendendo da bere per tutti attraggono ogni sera diversa gente del quartiere.

“La tua linea della vita è molto forte” soffia Zafina.

Paul, seduto accanto a lei, fissa imbambolato la scollatura abbondante, con l'aria ben poco intelligente che di solito gli compare sul viso dopo una decina di birre. La nuova arrivata deve averlo attratto come una calamita, ed ora eccolo a farsi leggere docilmente la mano, annuendo di tanto in tanto per dare segni di vita.

“Tsk, guarda cosa fanno un paio di tette”. Xiao sbuca all'improvviso alle spalle di Jin, reggendo in mano due analcolici alla frutta per lei e Julia. “E' arrivata da due ore e già ha tutti ai suoi piedi. Le hai guardate anche tu, Jin, ti ho visto bene”.

“Ma io.... No, cosa...” balbetta lui. “Paul! Law ti vuole in cucina!” sbotta poi per togliersi d'impiccio.

Xiao scuote la testa e ritorna al loro tavolo; Julia, prendendo il suo drink, le rivolge uno sguardo vagamente imbarazzato, come a sottintendere che quella situazione crea disagio anche a lei.

“Che palle, Jin. Perché non ci vai tu? Io sono impegnato”.

Paul gli scocca un'occhiata di fuoco, per niente intenzionato a muoversi di lì.

“Ehi, io faccio il fattorino, non il cameriere!”

“Appunto, fa il fattorino”. Law gli fa eco, spuntato come un'ombra dalla cucina. Agita minacciosamente il mestolo in direzione di Paul. “Va' a lavorare, sfaticato! Non hai ancora ripagato neppure il 25% percento del tuo debito nei miei confronti!”

Paul mette il broncio, come un bambino sgridato dalla mamma.

“Ma come! Ero al 23% il mese scorso!”

“Gli interessi crescono” ghigna Law.

L'amico si alza avvilito dal divano, dopo aver lanciato un'ultima, significativa occhiata alla scollatura di Zafina.

“Non ti preoccupare, posso leggerti la mano un'altra volta” lo consola lei con un sorriso. “Vienimi a trovare a casa in settimana, tra le 15 e le 19”.

“Eh?”

Le voci di Julia e Xiaoyu si uniscono in un'eco colma di preoccupazione, alla quale la nuova coinquilina risponde con un altro sorriso a trentadue denti.

“Non ve l'ho detto? Credo che riceverò i clienti della mia attività a casa. Per questo ho portato tutto il materiale che mi serve”.

Xiaoyu sgrana gli occhi, Julia stenta a deglutire: immagini di strani individui intenti a fare sedute spiritiche nel loro soggiorno si profilano minacciose nelle loro menti. Anche Steve e Jin si scambiano uno sguardo confuso, senza saper bene che cosa aspettarsi da quella nuova situazione.

Una cosa è certa, però: Hwoarang avrà una nuova pollastra da spirare sotto la doccia.






Salve a tutti!
Come si desume dal nick, dietro questa follia ci sono _Mana e alister_ che, in una notte di delirio su MSN, hanno partorito l'idea di questa convivenza decisamente bizzarra! Pensate a questa storia come a una comedy telefilmica: ci piacerebbe andare avanti con capitoli "a puntata", tutti all'insegna del lol e dell'autoironia :D
Se vi siete divertiti a leggere questo "episodio pilota", restate sintonizzati per i prossimi :D
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Alla prossima!


  
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