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Autore: SonSara    09/04/2007    28 recensioni
“Mamma!! La maestra ci ha dato i compiti!”
“Goten non strillare…non mi sembra una novità, la signorina Kairy ti riempie sempre di compiti!” Sorrise Chichi, mentre apparecchiava [...]
“Si ma mamma…questa volta è diverso!” [...]
“Devo fare un tema su papà.”
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Gohan, Goten
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Mamma!! La maestra ci ha dato i compiti!”
“Goten non strillare…non mi sembra una novità, la signorina Kairy ti riempie sempre di compiti!”
Sorrise Chichi, mentre apparecchiava la tavola. Goten, il figlio minore, si sedette sul suo posto preferito intorno al tavolo, quello vicino alla credenza dove poteva rubare qualche squisitezza che la madre gli cucina amorevolmente. Appoggiò la buffa testolina sui palmi, puntando i gomiti sul ripiano.

“Si ma mamma…questa volta è diverso!” Mugugnò lui, mentre cercava di afferrare un pezzo della torta che avrebbero mangiato solo dopo il pasto.
“Ovvero?”
Si incuriosì la madre, regalando tutta la sua attenzione al figlioletto.
“Devo fare un tema su papà.”

Chichi si incupì in un momento. Abbassò sconfitta la testa, mentre i neri occhi diventarono vuoti, stanchi di tanta sofferenza, come se preferissero abbandonare quel ricordo così lontano ma così presente, ogni giorno, ogni attimo.

“Vai a lavarti la mani Goten. Tra poco si mangia.”
“Ma mamma…allora mi aiuti per fare il compito?”
“Vai a lavarti le mani Goten.”
Sbottò lei.
Il piccolo farfugliò qualcosa, ma si alzò e diligentemente andò in bagno.

“Sono tornato!”
Allegro, Gohan si tolse la pesante giacca invernale e la ripose nell’apposito guardaroba.
Andò ignaro dalla madre, baciandole una guancia. Le sembrò leggermente umida.

“Fratellone!!”
Una piccola furia corse giù per le scale, con le braccia alzate, lasciando dietro di sé schizzi d’acqua, simbolo che, per la contentezza, aveva dimenticato apposta di asciugarsi per bene.
Si buttò al collo del Son più grande.

“Fratellone, mi aiuti tu per il tema?”
“Che tema?”
“Su papà! Lo chiesto alla mamma ma non mi ha risposto!”
Lo informò Goten.
Anche Gohan abbassò leggermente lo sguardo. Cercò di sorridere al bambino.

“Ci parlo io alla mamma ok? Vedrai, qualcosa combiniamo!”
Cercò di rincuorarlo il giovane ma promettente studente.
“Grazie fratellone!!”
“Dai andiamo a mangiare!”

Per tutta la cena, nessuno toccò l’argomento ‘compiti’ ‘tema’ o, molto più esplicitamente, ‘Goku’.
“Che mangiata mamma! Sono pieno!!”
Goten si diede piccoli colpetti sulla pancia, proprio come era solito fare il padre quando intendeva far sapere che aveva mangiato troppo.
La madre sorrise teneramente.

“Goten, ora io e la mamma parliamo…perché non vai a…ehm…”
“Prepararti?”
Lo aiutò sarcastica Chichi.
“Si, ehm, ecco."
Continuo imbarazzato il giovane.
“Oh, giusto…bè parlate eh? Mi raccomando!” Comprese il bimbo, facendo l’occhiolino al fratello. Poi corse su per le scale.

“Mamma….”
“Gohan, non dire niente. Non sono stupida. Immagino che Goten ti abbia detto del compito per scuola.”
Chichi si alzò per sparecchiare. Gohan si affrettò ad aiutarla, porgendole i piatti sporchi in modo che lei li lavasse.
“Ehm…si. Non so…perché non vuoi aiutarlo?”
“Fallo tu, per piacere Gohan. sei più bravo di me, e hai più memoria. Non dispiacerà a Goten.”
“Ma mamma…lui ha bisogno che sia tu ad aiutarlo. Tutti i suoi amichetti hanno genitori che si amano. Solo lui è sprovvisto di un babbo. Secondo me…secondo me vuole sentirsi dire che lo amavi, che era un marito e un padre eccezionale. Lo hanno detto tutti…ma da te non l’ha mai sentito.”

Chichi si girò veloce verso di Gohan. Fuoco dentro i suoi occhi. Fuoco nella sua anima. Fuoco che non si è ancora spento, che cresce lento, prima così minuscolo, per questo passato inosservato, ma proprio per questo si era espanso, fino a diventare troppo immenso da contenere.
“Io non dico bugie.”
“Lo so mamma ma…”
“Non capisci. Io non dico bugie. Per questo non dirò mai che era un marito e un padre eccezionale.”
Gohan rimase un attimo spiazzato.
“C-che…cosa…che vuoi dire?”
“Hai capito benissimo cosa volessi dire. Non sei stupido. E se non lo vuoi diventare, muoviti. Vai a fare i compiti. Immagino che anche tu ne abbia da fare. Sperando che non trattino di Goku.”
Continuò lei. Rigirando la testa verso le mani insaponate nel lavabo, come se fossero un’attrazione spettacolare.
Gohan si indurì.
“Buonanotte.” Pronunziò solamente, per poi lasciare silenzioso la cucina.

Chichi si morse forte il labbro inferiore. Smise solo quando il sapore di sangue stuzzicò la sua bocca. Appoggiò le candide e bagnate mani sulla mensola e lasciò cadere la testa verso il basso. Piano piano, scese lenta a terra con tutto il corpo, come un fiore essiccato, arrivando in ginocchio, le mani ancora aggrappate al piano della cucina, come a non voler mollare, ostinate nell’andare avanti. Pianse silenziosa. Lei non diceva bugie. O forse si? La ragione era muta. Ormai neanche lei sapeva più cosa dire. Il cervello le proferiva che aveva fatto bene. Basta soffrire. Storia vecchia. L’istinto le suggeriva…le suggeriva di andare da Goten e Gohan e scusarsi, fino alla nausea. Ma l’orgoglio le comunicava di alzarsi e tenere alta la testa. Ma in tutto questo, Chichi continuava a stare lì, accasciata sul pavimento, cercando di scacciare tutte quelle voci. Un singhiozzò più rumoroso. Si asciugò con una mano. Riprese a lavare i piatti. La notte porta consiglio. Passando dalla camera degli, ormai assopiti, figli, l’unica vera voce le consigliava la vera soluzione. L’aveva capito. Ma non voleva mollare. No Goku. Tu non entrerai di nuovo in me. No. Vattene. Ti prego…ti prego. Ma, passandosi la lingua sul labbro insanguinato, si accorse di quante fosse sciocca.



Ciau!! Questa ficcy mi è venuta in mente per caso, senza un motivo preciso. Sarà cortissima, massimo 3 o 4 chappy. Non mi aspetto tante recensioni, perchè non è un argomento che incuriosice, non è molto originale nè altro, i protagonisti sono pochi e non tutti amati. Lo so, e mi sono già preparata psicologicamente^^
Spero solo che piaccia. Goten mi fa tenerezza. Senza un padre, senza nonni paterni, solo uno materno, con un fratello che ricopre vari ruoli e una madre piuttosto severa che ha sofferto come o forse più di altri, perchè ha perso si un marito, ma anche un compagno di avventure, un aiuto e un amico. Ha perso il cuore.
Bacio, SonSara

  
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