“Mamma!!
La maestra ci
ha dato i compiti!”
“Goten non strillare…non mi sembra una
novità, la signorina Kairy ti riempie
sempre di compiti!”
Sorrise Chichi, mentre apparecchiava la tavola. Goten, il figlio
minore, si
sedette sul suo posto preferito intorno al tavolo, quello vicino alla
credenza
dove poteva rubare qualche squisitezza che la madre gli cucina
amorevolmente.
Appoggiò la buffa testolina sui palmi, puntando i gomiti sul
ripiano.
“Si
ma mamma…questa
volta è diverso!” Mugugnò lui, mentre
cercava di afferrare un pezzo della torta
che avrebbero mangiato solo dopo il pasto.
“Ovvero?”
Si incuriosì la madre, regalando tutta la sua attenzione al
figlioletto.
“Devo fare un tema su papà.”
Chichi
si incupì in un
momento. Abbassò sconfitta la testa, mentre i neri occhi
diventarono vuoti,
stanchi di tanta sofferenza, come se preferissero abbandonare quel
ricordo così
lontano ma così presente, ogni giorno, ogni attimo.
“Vai
a lavarti la mani
Goten. Tra poco si mangia.”
“Ma mamma…allora mi aiuti per fare il
compito?”
“Vai a lavarti le mani Goten.”
Sbottò lei.
Il piccolo farfugliò qualcosa, ma si alzò e
diligentemente andò in bagno.
“Sono
tornato!”
Allegro, Gohan si tolse la pesante giacca invernale e la ripose
nell’apposito
guardaroba.
Andò ignaro dalla madre, baciandole una guancia. Le
sembrò leggermente umida.
“Fratellone!!”
Una piccola furia corse giù per le scale, con le braccia
alzate, lasciando
dietro di sé schizzi d’acqua, simbolo che, per la
contentezza, aveva
dimenticato apposta di asciugarsi per bene.
Si buttò al collo del Son più grande.
“Fratellone,
mi aiuti tu
per il tema?”
“Che tema?”
“Su papà! Lo chiesto alla mamma ma non mi ha
risposto!”
Lo informò Goten.
Anche Gohan abbassò leggermente lo sguardo. Cercò
di sorridere al bambino.
“Ci
parlo io alla mamma
ok? Vedrai, qualcosa combiniamo!”
Cercò di rincuorarlo il giovane ma promettente studente.
“Grazie fratellone!!”
“Dai andiamo a mangiare!”
Per
tutta la cena,
nessuno toccò l’argomento
‘compiti’ ‘tema’ o, molto
più esplicitamente, ‘Goku’.
“Che mangiata mamma! Sono pieno!!”
Goten si diede piccoli colpetti sulla pancia, proprio come era solito
fare il
padre quando intendeva far sapere che aveva mangiato troppo.
La madre sorrise teneramente.
“Goten,
ora io e la
mamma parliamo…perché non vai
a…ehm…”
“Prepararti?”
Lo aiutò sarcastica Chichi.
“Si, ehm, ecco."
Continuo imbarazzato il giovane.
“Oh, giusto…bè parlate eh? Mi
raccomando!” Comprese il bimbo, facendo
l’occhiolino al fratello. Poi corse su per le scale.
“Mamma….”
“Gohan, non dire niente. Non sono stupida. Immagino che Goten
ti abbia detto
del compito per scuola.”
Chichi si alzò per sparecchiare. Gohan si
affrettò ad aiutarla, porgendole i
piatti sporchi in modo che lei li lavasse.
“Ehm…si. Non so…perché non
vuoi aiutarlo?”
“Fallo tu, per piacere Gohan. sei più bravo di me,
e hai più memoria. Non
dispiacerà a Goten.”
“Ma mamma…lui ha bisogno che sia tu ad aiutarlo.
Tutti i suoi amichetti hanno
genitori che si amano. Solo lui è sprovvisto di un babbo.
Secondo me…secondo me
vuole sentirsi dire che lo amavi, che era un marito e un padre
eccezionale. Lo
hanno detto tutti…ma da te non l’ha mai
sentito.”
Chichi
si girò veloce
verso di Gohan. Fuoco dentro i suoi occhi. Fuoco nella sua anima. Fuoco
che non
si è ancora spento, che cresce lento, prima così
minuscolo, per questo passato
inosservato, ma proprio per questo si era espanso, fino a diventare
troppo
immenso da contenere.
“Io non dico bugie.”
“Lo so mamma ma…”
“Non capisci. Io non dico bugie. Per questo non
dirò mai che era un marito e un
padre eccezionale.”
Gohan rimase un attimo spiazzato.
“C-che…cosa…che vuoi dire?”
“Hai capito benissimo cosa volessi dire. Non sei stupido. E
se non lo vuoi
diventare, muoviti. Vai a fare i compiti. Immagino che anche tu ne
abbia da
fare. Sperando che non trattino di Goku.”
Continuò lei. Rigirando la testa verso le mani insaponate
nel lavabo, come se
fossero un’attrazione spettacolare.
Gohan si indurì.
“Buonanotte.” Pronunziò solamente, per
poi lasciare silenzioso la cucina.
Chichi
si morse forte il
labbro inferiore. Smise solo quando il sapore di sangue
stuzzicò la sua bocca.
Appoggiò le candide e bagnate mani sulla mensola e
lasciò cadere la testa verso
il basso. Piano piano, scese lenta a terra con tutto il corpo, come un
fiore
essiccato, arrivando in ginocchio, le mani ancora aggrappate al piano
della
cucina, come a non voler mollare, ostinate nell’andare
avanti. Pianse
silenziosa. Lei non diceva bugie. O forse si? La ragione era muta.
Ormai
neanche lei sapeva più cosa dire. Il cervello le proferiva
che aveva fatto
bene. Basta soffrire. Storia vecchia. L’istinto le
suggeriva…le suggeriva di
andare da Goten e Gohan e scusarsi, fino alla nausea. Ma
l’orgoglio le
comunicava di alzarsi e tenere alta la testa. Ma in tutto questo,
Chichi
continuava a stare lì, accasciata sul pavimento, cercando di
scacciare tutte
quelle voci. Un singhiozzò più rumoroso. Si
asciugò con una mano. Riprese a
lavare i piatti. La notte porta consiglio. Passando dalla camera degli,
ormai
assopiti, figli, l’unica vera voce le consigliava la vera
soluzione. L’aveva
capito. Ma non voleva mollare. No Goku. Tu non entrerai di nuovo in me.
No.
Vattene. Ti prego…ti prego. Ma, passandosi la lingua sul
labbro insanguinato,
si accorse di quante fosse sciocca.
Ciau!! Questa ficcy mi è venuta in mente per caso, senza un
motivo preciso.
Sarà cortissima, massimo 3 o 4 chappy. Non mi aspetto tante
recensioni, perchè
non è un argomento che incuriosice, non è molto
originale nè altro, i
protagonisti sono pochi e non tutti amati. Lo so, e mi sono
già preparata
psicologicamente^^
Spero solo che piaccia. Goten mi fa tenerezza. Senza un padre, senza
nonni
paterni, solo uno materno, con un fratello che ricopre vari ruoli e una
madre
piuttosto severa che ha sofferto come o forse più di altri,
perchè ha perso si
un marito, ma anche un compagno di avventure, un aiuto e un amico. Ha
perso il
cuore.
Bacio, SonSara