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Autore: Pwhore    25/09/2012    6 recensioni
"S-stai scherzando, non è vero?" sussurro, aggrappandomi al telefono con entrambe le mani.
"È tutto vero, ce l'hanno portato via, le droghe ce l'hanno portato via" biascica lei, facendo fatica a parlare.
"No, non può essere vero" mormoro, gli occhi che mi si riempiono di lacrime.
"È solo un brutto sogno..."
"Vorrei tanto che fosse così" singhiozza, tirando su col naso.
"Ma è tutto vero. Billie Joe Armstrong è morto e non tornerà mai più."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È notte tarda, ormai, e una leggera brezza mi accarezza le guance, spostandomi i capelli all'indietro mentre m'incammino verso casa delle mie migliori amiche, le mani in tasca e un paio di euro di per il gelato tra le dita.
"Liv!" mi chiama una di loro, uscendo di corsa dal cortile e venendomi in contro.
"Ohh, com'è?" domando, abbozzando un sorriso mentre lei mi assesta una pacca energica sulla spalla.
"Tutto bene, zio c'ha portato delle caramelle" esclama, tirando fuori dalla borsa a tracolla delle goleador.
"Vuoi una?" mi propone, avvicinandomele "No perché non le avrai!" sbotta, scappando via. Sorrido tra me e me e scuoto la testa, mentre sua sorella mi raggiunge e si ferma a darle un pugno sulla spalla, salutandomi allegramente.
"Andiamo al paese?" domanda, facendo tintinnare due euro nel palmo della mano. Annuisco.
"C'è Camilla che ci aspetta, mi pare" aggiungo, lanciando uno sguardo disattento alle poche casette che si estendono a poche centinaia di metri da noi, appena dopo la fine della discesa; e Mary annuisce a sua volta, incamminandosi.
"Hai sentito che la Francesca ha mollato il suo ragazzo?" chiede.
"Serio? Pensavo fosse solo una voce" rispondo, aggrottando la fronte, mentre lei fa cenno di no.
"No, è
vero, quella scema si è lasciata scappare..." non fa in tempo a finire la frase che mi squilla il cellulare.
"Fa' pure con calma" dice, io sorrido e rispondo. Non faccio in tempo a dire 'pronto' che un singhiozzo mi raggiunge.
"
È morto... È morto..."
Sento il cuore fermarmisi e gli occhi sgranarmisi.
"S-stai scherzando, non è vero?" sussurro, aggrappandomi al telefono con entrambe le mani.
"
È tutto vero, è tutto vero, ce l'hanno portato via, le droghe ce l'hanno portato via" biascica, facendo fatica a parlare.
"No, non può essere vero" mormoro, gli occhi che mi si riempiono di lacrime.
"
È solo un brutto sogno..."
"Vorrei tanto che fosse così" singhiozza, tirando su col naso.
"Ma è tutto vero. Billie Joe Armstrong è morto e non tornerà mai più."


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Alzo gli occhi al cielo e mi riparo la vista col dorso della mano, scacciando i pochi di raggi di sole che si ostinano a filtrare tra le nuvole e riabbassando immediatamente lo sguardo. Un vento fresco e appena accennato fa ondeggiare l'erba attorno a me, rendendo il cimitero ancora più solo e desolato, nonostante il verde e i fiori lasciati agli altri defunti, e non posso evitare di sentirmi un groppo attanagliarmi la gola. Alzo nuovamente lo sguardo e incontro quello di un'altra ragazza, quella che mi ha informato, quella che ultimamente è l'unica cosa che mi fa rimanere su questo pianeta, quella senza di cui non ce la farei mai, e mi lascio scappare un sospiro, chinando la testa. Lei si avvicina e mi prende per mano, guardandomi preoccupata. Gliela stringo e cominciamo a camminare mestamente, vagando senza meta attraverso tombe e mausolei, mentre attorno a noi regna il silenzio più completo e opprimente che abbia mai vissuto sulla mia pelle; e rimaniamo stupefatte nel non incontrare neanche una persona nel nostro passeggiare. Lascio la sua mano e mi allontano un po' da lei, camminando più velocemente, e raggiungiamo uno spiazzo erboso dall'aria abbandonata, dove la figura di una tomba posata su un muretto regna incontrastata, accompagnata solo dal fruscio del vento. Guardo Federica e lei ricambia l'occhiata con aria accigliata, così mi avvicino e mi sporgo in avanti.
Quello che vedo non è quello che mi aspettavo di trovare. Per niente.
Billie Joe è sdraiato dentro la cassa con le braccia incrociate sul petto, in uno scarso tentativo d'imitare un vampiro; il suo corpo non è stato pulito, cambiato e reso più naturale per il funerale, così ha mantenuto l'aspetto di com'è morto, compresa un'aria di dolore e sofferenza che avevo sperato di non dover mai vedere sulla sua faccia.
Mi allontano dalla bara stringendo forte gli occhi e deglutendo, il dolore comincia a riaffiorare da sotto la superficie.
Torno a guardarlo, ad accarezzare i suoi lineamenti dolci con lo sguardo e ad immaginarmelo con un sorriso sulle labbra, ma è un po' difficile viste le condizioni in cui si ritrova.
I capelli, solitamente neri e brillanti, sono sporchi e dritti, come se avessero cercato di scappar via dal loro posto; la bocca  è storta in una smorfia di dolore; le guance pallide sono molto più sciupate di quanto ricordassi; il corpo è rinchiuso in uno spasmo di dolore e dal naso scivola un rivolo di sangue secco, segno dell'ultimo guizzo di vita che ha avuto.
È dura vederlo così, mi sembra che il cuore mi debba scoppiare da un momento all'altro; ma è molto più dura non vederlo, così rimango lì vicino a osservarlo, mordendomi le labbra, e a sperare che almeno all'altro mondo abbia una vita migliore.
Un uomo completamente vestito di nero, il becchino probabilmente, sguscia fuori da dietro una bara e fa cenno a due omoni di muoversi e raggiungermi, aggiungendo uno snervato, "Muoviamoci, gli abbiamo dato anche troppo" prima che i due mi spostino con un gesto secco e guardino dentro la bara. Afferrano il cantante sgraziatamente, come se fosse un qualsiasi sacco di spazzatura, e lo trasportano dall'altra parte dello spiazzo, sotto i nostri occhi allibiti. Lo lanciano nella fossa, senza metterlo in una cassa, e lo guardano cadere con un tonfo sordo con aria di superiorità, come se fossero fieri del loro lavoro; ci danno un'occhiata poco considerativa e prendono due pale, mentre il becchino sparisce.
Cominciano a buttargli sopra la terra, e man mano che il suo bel viso viene ricoperto dai sassi mi sento morire con lui.
"Fermi" vorrei urlare "Non potete farlo", ma dalla mia bocca non escono suoni e sono costretta a rimanere lì, immobile.
Federica mi si avvicina, mi abbraccia, ma non abbiamo più lacrime da piangere; così li osserviamo lavorare, impotenti, le facce pallide e sconvolte, e tremiamo, tremiamo come due foglie; ci stringiamo l'una all'altra e aspettiamo, spaventate, che quei due finiscano il loro lavoro e cancellino l'ultima traccia rimasta di quel che è stato l'idolo di centinaia di migliaia di persone, ora solo un mucchietto di ossa e carne privo di tutto, se non della sua dignità.
Ci siamo, questa è l'ultima palata di terra prima che lui scompaia per sempre.
Uno dei due uomini se ne va, avendo ormai adempito pienamente al suo compito; l'altro sbuffa, si asciuga il sudore col dorso della mano, riprende in mano la vanga e raggruppa un po' di sassolini, prendendoli su con la pala.
Rabbrividisco e vedo Billie Joe girare la testa, guardarmi inespressivamente e sbattere le palpebre, prima di sussurrare, "Summer has come and passed, the innocent can never last" e tornare a osservare il cielo.
Rimango immobile, sbigottita, e la terra lo ricopre, mangiandoselo e divorandoselo interamente, avida. L'uomo se ne va e il cielo comincia a tuonare, mentre le nuvole si scuriscono e si aprono per far passare delle fredde gocce di pioggia.
''Here comes the rain again, falling from the stars..." sussurro, gli occhi fissi sulla tomba.
"Drenched in my pain again, becoming who we are" continua lei, coprendomi le spalle con la felpa. Rimaniamo immobili per una ventina di minuti, in silenzio, mentre l'acqua ci corre lungo il viso e si fonde con le lacrime, permettendoci di dargli l'ultimo saluto in pace, senza dover fare i conti con niente, poi ci guardiamo tacitamente negli occhi e ce ne andiamo, lasciandoci alle spalle la nostra anima. Tanto ormai era sua per diritto.


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"Billie, ehi Billie, svegliati!"
Sento qualcuno che mi scuote delicatamente una spalla, così apro gli occhi e lo guardo, ancora un po' stordito.
"M-Mike... dove siamo?" gorgoglio, portandomi una mano alla testa e strizzando gli occhi. Si tira su e sorride, addolcito.
"Siamo nella macchina di Tré, ti stiamo portando a casa" m'informa dolcemente, abbassando il tono.
"E il festival?" domando, senza capire. "Non dovevamo suonare?"
"Non preoccuparti, Billie" mi tranquillizza, accarezzandomi i capelli. "Ora è tutto passato".
Annuisco, poco convinto, e mi sdraio sulle ginocchia del mio migliore amico, mentre lui mi guarda, apprensivo.
"Mike, ho deciso che voglio disintossicarmi" mormoro, guardando il vuoto. Lui è stupito, sgrana gli occhi.
"Dici, dici davvero?" ripete, aggrottando le sopracciglia. Annuisco di nuovo.
"Non voglio una morte così orribile. C'è troppa gente che crede in me e non posso deluderla così."
Tace, ha capito il messaggio e ne è fiero; mi accarezza un'ultima volta i capelli e poi sorride.
"Domani andremo in clinica, allora. Non combatterai da solo."
Lo ringrazio con lo sguardo e socchiudo gli occhi, stringendogli la mano. Non so davvero come farei senza di lui.












ANGOLO DELL'AUTRICE:
Sì, lo so che è corta, e sì, lo so che è veloce, ma è tratta da un sogno e non volevo distorcerla troppo perché è un sogno che mi è rimasto particolarmente impresso e bho, niente, non volevo che se ne distaccasse troppo. In caso non si capisse, comunque, Billie sogna di essere la ragazza dei primi due paragrafi e quindi di assistere al suo funerale; ma riesce anche a sentire il dolore di lei, e grazie alla sua esperienza capisce che da un suo errore possono soffrire in tanti, così decide in prima persona di andare in clinica.
È un sogno che ho fatto appena scoperto che era stato ricoverato, quindi è abbastanza catastrofico all'inizio, anche se poi l'ho fatto finire più o meno bene. Bho, che altro dire, grazie di aver letto :>
   
 
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