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Autore: A r l i e    25/09/2012    1 recensioni
[Incompleta]
Questa è la mia prima long in questo fandom dedicata sempre a Sol F Jones e a Sery_Vargas.
La ff è ambientata nel 1846 durante la "Grande carestia irlandese"
[Personaggi Principali: Alfred F. Jones/America e Sol Miller (una ragazza irlandese immigrata in America) Serafina (italiano immigrata in America)
[Personaggi Secondari: Erin Miller (sorella minore di Sol) Matthew Williams/Canada Romano Vargas/Italia del Sud
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La vendetta di Serafina

Passare del tempo con la sua sorellina, metteva sempre di buon umore Sol. Grazie ad una nazione di cui adesso non ricordo il nome…ehmmm… se non erro Canada, Erin, era riuscita a stabilirsi in una casa dove aveva a disposizione tutto ciò che ad una bambina della sua età occorreva, e di questo Sol, ne era estremamente contenta.
Quel giorno, mentre tornava a casa di America, il sole sembrava essere decisamente più fastidioso, rispetto agli altri giorni.
-Il quindici agosto si fa sentire…- brontolò l’irlandese, passandosi una mano sulla fronte, per asciugare le piccole gocce di sudore, che la bagnavano.
Eh già…  (…io sono ancora qua NdVasco Rossi) (O_o Cosa ci fa nella mia storia? *indica Vasco Rossi * NdAutrice)(*ride* ndAntonella amica di Charlie) (*esasperata*l’ha invitato lei..NdAutrice)… erano passati ben quattro mesi da quando, quella nave, l’aveva lasciata in  questo nuovo territorio dove fortunatamente si trovava bene, grazie a Serafina, ma soprattutto ad America che con il suo carattere allegro e solare, la metteva sempre su di morale.
Immersa tra i pensieri e i ricordi, quasi non faceva più caso al caldo soffocante che, a mezzogiorno, era ancora più fastidioso.
La sua attenzione, però, fu attirata da un bellisimo fiore bianco, che tra gli altri predominava in tutta la sua bellezza.
Incuriosità, si accovacciò a terra e prese ad esminarlo -è bellissimo questo fiore, chissà come si chiama…- disse tra se e se, sfiorando con le dita, i petali bianchi del fiore.
-Narciso…- la informò, una voce alle sue spalle.
Presa si sorpresa, Sol si voltò di scatto  verso l’interlocutore, quasi spaventata, ma scoprendo il volto sorridente di America si tranquillizzò.
-...è un fiore molto delicato- continuò la nazione, accovacciandosi accanto a Sol –Si narra che, in principio il narciso, era un ragazzo molto vanitoso famoso per la sua bellezza. Tutti se ne innamoravano, ma lui li respingeva fino a farli desistere. Però  un giovane , di nome Amnia non si dava per vinto, tanto che Narciso gli donò una spada perchè si uccidesse. Amnia , obbedendo a Naricisio, si trafisse, avendo però prima invocato gli dei per ottenere la giusta vendetta, ovvero far innamorare Narcisio della sua stessa figura. Il giovane, pentito, prese la spada con la quale Amnia si era era trafitto e si uccise. Sul terreno dove si versò il suo sangue nacque questo bellissimo fiore.- raccontò, preso dalla bellezza del bocciolo.
Sol lo guardò interdetta “mi ha dato della vanitosa, o sbaglio?!” pensò, mentre America distoglieva lo sguardo dal fiore agli occhi ambrati dell’irlandese.
Notando lo sguardo crucciato della ragazza, Alfred, preferì continuare, cercando di allentare la tensione –Arthur, me la raccontò da bambino-
Ma Sol, che non riusciva a tenersi nulla dentro, disse subito qual’erano i suoi sospetti -Mi hai dato della vanitosa, vero?!- chiese.
-Cosa?! No! Assolutamente, non era quella la mia intensione!- si giustificò la bionda nazione, scotendo energicamente una mano in avanti.
-Si…certo, come no- ribatté sarcasticamente, l’irlandese, voltandosi verso la distesa d’acqua e chiudendo gli occhi.
“come posso rimediare?!” America, era super preoccupato, non erano quelle le sue intenzioni, eppure quella testa dura di Sol ne era fermamente convinta.
Era difficile trovare qualcosa di efficace…non aveva mai avuto a che fare con una ragazza offesa, ma una cosa era certa, doveva farcela.
Super imbarazzato, cominciò a balbettare qualcosa, ma averla davanti glie lo impediva.
Questo non lo sapeva nessuno, ma avvolte amava contemplare Sol di nascosto, perdendosi in mille pensieri….(sarà che gli italiani sono contagiosi?! È colpa di Sery, che America fa così!?!)
Certo, Sol era una bellissima ragazza, ma in lei c’era qualcosa di più speciale…
Preso d’istinto, non poté far altro che porgere le sue scuse con un metodo molto più efficace, ovvero un bacio.
Colta i sorpresa, l’irlandese, rimase inizialmente paralizzata, poi ricambiò fregandosene altamente dei suoi complessi.

**Hetalia**

Bacio. Narciso. Fiume. Alfred. Le uniche parole che frullavano nel cervello di Sol, quel pomeriggio.
Adesso capiva come di sentiva Serafina, quando pensava al famosissimo Lovino. Si sentiva in paradiso e avvolte anche un po’ stupida, notando che spesso le scappavano sorrisi ingiustificati.
-Solluccia!!!- la richiamò la voce allegra dell’italiana.
-Cosa c’è?!-
La sua voce era troppo allegra, questo insospettiva un po’ la mora . Le ipotesi erano le seguenti:
·         Aveva appena finito di fantasticare su Lovino
·         Il maggiordomo le aveva raccontato una barzelletta
·         Aveva bevuto marsala
·         Stava per combinare qualche macello
·         Il mal tempo la metteva di buon umore
Sta a voi lettori scegliere! Avanti con le scommesse, chi ha azzeccato avrà in regalo Hostel4 “il simulatore tedesco offerto da Ludvic in persona”per chi perde…premio di consolazione: scones offerti da Arthur.
Bando alle ciance, pensiamo ai fatti!
La bionda, corse verso Sol, con una pila di asciugamani tra le braccia –Porta queste in bagno, picciotta!- ordinò, posandole tra quelle dell’irlandese che quasi perse l’equilibrio.
-Ringrazia che oggi sono di buon umore, biondina!- sbottò la mora, voltando le spalle, incamminandosi lungo il lungo corri doglio che le si prospettava davanti.
E Serafina?! Bhé…non potè far altro che ridersela sonoramente, mentre i lampi ei tuoni illuminavano la casa.
Terrificante la ragazza.

**Hetalia**

Dopo aver vagato a vuoto per l’enorme dimora, Sol trovò finalmente la tanto attesa e cercata porta del bagno. Nonostante fossero mesi che viveva in quella casa, ancora si perdeva tra i corridoi.
Senza nemmeno bussare aprì la famosa porta, e vi si inoltrò dentro, con il volto coperto dalla montagna di asciugamani, che posò su una panca lì vicino.
Esausta, ne approfittò per sedersi, poggiano i gomiti sulle ginocchia, e tenendo il viso coperto tra le mani.
Tutto normale no?!
Muahahahahahahah….no, perché appena alzò lo sguardo, si ritrovò davanti un America imbarazzatissimo, tutto bagnato che si copriva alla meno peggio.-Sol! Che ci fai qui?!-
-A…A…A…A…A…America?!-
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Nello stesso momento, nel lato opposto della casa, Serafina…
-Bene bene, ecco la mia vendetta Sol! Servita su un piatto di…doccia!-
No, ancora non le aveva perdonato quella volta in cui, anche America ascoltò i suoi scleri romantici, quotidiani
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

La situazione era abbastanza imbarazzante.
Specie per Alfred, che rosso come il sugo della pasta di Feliciano, balbettava qualcosa di incomprensibile, mentre Sol andava letteralmente a fuoco, ma solo dopo alcuni minuti, preferì mettersi le mani davanti il volto -America copriti!!- urlò.
Il tempo che Alfred prese l’asciugamano accanto a Sol, e se la avvolse alla vita, la porta si chiuse improvvisamente.
Chi sarà stato?! Il fantasma di Cristoforo Colombo?
Chiunque sia stato, in quel momento non importava ne a Sol ne America.
L’una perché soffriva di claustrofobia, l’altro perché più agitato di prima, voleva solo uscire da quella stanza fin troppo piccola e soffocante per prendere un po’ d’aria, e per allontanare la sua mente da pensieri strani, fin troppo strani.
Precipitatasi davanti la porta, Sol, afferrò la maniglia  e la spinse verso il basso, ma questa non si apriva, causando l’elevata tensione dell’irlandese, che cominciò a sferrare pugni su di essa.
-Cosa succede?!- chiese spaesato, Alfred.
-La porta….la porta…la porta è…CHIUSAAAAAAAAAAAA!-

**Hetalia**

-Su su ragazzi! Oggi giorno libero per tutti!- annunciò Serafina, destando ogni membro della servitù dal proprio lavoro.
-Cosa?!- chiese incredulo il maggiordomo, di cui non so il nome…anzi….lo so Pino il pinguino Oronzo.
L’italiana, cerco di nascondere il suo ghigno, con scarsi risultati -America mi ha chiesto esplicitamente di avvertirvi! Giorno libero ragazzi!- ridacchiò.
In men che non si dica,  tutto il personale domestico compresa Serafina, sgombrò la casa, lasciando soli le due povere vittime di quest’ultima.
“Bene, Sol! Serafina si sta vendicando!”

**Hetalia**

Giorni e giorni, passati su quella nave insieme agli abitanti della nazione che loro stessi rappresentavano, e finalmente erano arrivati a destinazione.
Toccare terra dava quasi un senso di sicurezza a Lovino, che perennemente scocciato, cominciò a sbuffare, e a borbottare qualcosa come “perché l’ho seguito” “ Maledetto fratello cretino!”
Ma a farlo smettere di borbottare fu proprio Feliciano, che con uno dei suoi dolci sorrisi disse:-Vehhhh….fratellone!Qui è il posto dove tutti  gli italiani stanno venendo!-
-Già! E adesso mi spieghi perché ci siamo venuti anche noi…idiota!-
A far innervosire l’italiano, ci si era messa anche quella maledetta pioggerellina che man mano mutava in acquazzone
-Per andare a trovare Serafina, ni-chan!-
Il cuore di Romano saltò un battito -Co…cosa?!- balbettò imbarazzato.
-Quando è partita, gli ho promesso che un giorno sarei venuta a trovarla...vheee-
-Se…Serafina?!-
Italia del Nord, annui sorridendo. Dopo tutto anche lui era molto affezionato alla biondina, che con lui si dimostrava sempre dolce e gentile.
Romano, rimase in silenzio per un tempo che parve infinito.
-Sai, fratellone…ho voglia di Pasta!-
E la pioggia continuava a cadere copiosamente.

**Hetalia**

Due ore! Erano due ore che in quel bagno Sol e Alfred erano rinchiusi -Serafina! Serafina! Apri la porta! Per favore!-  urlava l’irlandese ignara di tutto
-Sol, se non ci hanno sentito  fin ora significa che in casa non c’è nessuno!- ipotizzò America, che stranamente tranquillo, fissava la ragazza, con le braccia conserte. Evidentemente aveva un piano, ma le urla disperate di Sol non gli permettevano di esprimere la sua opinione.
E purtroppo, a peggiorare la situazione, ci si mise anche la cera delle candele, che lasciando cadere nel buio la stanza.
Le urla della ragazza, cessarono immediatamente,facendo preoccupare Alfred, che a tastoni, percorse la distanza che li divideva –Sol?!-
-Ho paura Alfred!-
Un lampo illuminò la stanza, dando anche la possibilità alla nazione di scorgere la figura impaurita di Sol, che accovacciata a terra, teneva la testa nascosta tra le braccia.
-Ci sono io qui…-la rassicurò porgendogli una mano.
Sol alzò il viso, e afferrò la mano, per poi alzarsi e stringersi al petto di Alfred, dimenticandosi delle condizioni in cui si trovava la nazione.
-Una ragazza forte e dinamica come te, non dovrebbe aver paura dei temporali…- cercò di spiegare America, in moda da infonderle coraggio.
-Non ho paura  dei temporali…- disse, ma un rombo, quasi simile ad un boato, fece spaventare ancora di più la ragazza, che strinse con più forza la sua presa.
Con una mano, la nazione, prese ad accarezzare i capelli marroni della ragazza, che a quel tocco,  sembrava tranquillizzarsi. –Ascoltami, adesso usciremo da qui! Te lo prometto!- cercò di staccarsi, ma Sol non lo fece muovere.
-No, rimaniamo qui!Ti prego…non lasciarmi sola!-
-Non lo farò…io voglio solo aprire la porta!-
Era più forte di lui. Voleva aprire quella porta (Non aprire quella porta *aura violacea* NdAutrice) (non ha resistito *indica l’autrice* NdAnto) solo perché non sopportava sentire tremare tra le sue braccia quella ragazza così speciale per lui…
-Da piccola un fulmine ha colpito un albero davanti casa mia…- spiegò la mora –Non riuscirai a tranquillizzarmi…-
Adesso, però, l’imbarazzò, andò a farsi benedire, lasciando posto all’istinto.
-Questo…questo, potrebbe tranquillizzarti?!- chiese alzando il volto dell’irlandese, stringendole tra l’indice e il pollice il suo mento.
“Di nuovo?!” bhé effettivamente, adesso non pensava più al temporale ma alla distanza che li separava. Quella distanza che man mano si riduceva, fino a far unire le loro bocche in un bacio lungo e intenso, custode di un legame speciale.
Adesso non aveva paura!
Quel bacio però, stava sfociando in qualcosa che andava oltre, lo si notava dall’insistenza con cui Alfred,  spingeva Sol, verso la parete.
Cosa stava succedendo?!

Note di un'autrice che non sa dove nascondersi:
Premessa: Capitolo scritto in combutta con Sery e Anto, infatti si vede, che è uscito troppo romantico...non è da me...
Detto questo...*schiva un pomodoro*...vi saluto...*si nasconde sotto il mantello di Arthur* 
P.S: Per il prossimo capitolo succederà qualcosa di.....uhhhhhhhhhh
(cosa?! NdLettori)
*guarda Sery e Sol con l'aria di chi la sa lunga*
...e chi lo sa...
(Io lo so...NdRomano rosso come un tomato)
(^^ Lo so anche io...NdAmerica)
*tappa la bocca alle due nazioni*
 
Ciriciaoooooooo *scompare*
   
 
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