Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: RinsWorld    26/09/2012    1 recensioni
La madre di Jack e i genitori di Lara sono amici dalla loro infanzia, i figli si odiano a morte.
Jack ha 18 anni e viene sempre messo dentro perchè coinvolto in qualche rissa o cose simili,
Lara ha 17 anni, uno zio poliziotto e un'amirazione sfrenata per Denise (la madre di Jack), quindi ogni volta che sua madre non può andare a tirarlo fuori di prigione ci va lei e perde interi pomeriggi a convincere suo zio a lasciarlo in libertà.
Lui, il classico "Bad Boy" don Giovanni con tutte le ragazze;
Lei che per fare un favore a Denise gli para sempre il fondoschiena.
Come finirà la loro storia?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
               
                                                                           ***CAPITOLO 4***

-Lara alzati!- mi dice mia madre facendo irruzione, come ogni santa mattina, in camera mia. Io sbuffo e mi alzo di malavoglia… sarà meglio collegare il mio cervellino che sta ancora nel mondo dei sogni infatti, neanche a dirlo, il mio mignolino del piede va a sbattere contro l’armadio.
-AIO!!- urlo saltellando sul piede rimanente e massaggiandomi il mignolino
-Lara stai attenta!- dice mia madre cercando di soffocare una risata
-Madre, ti prego: taci!- sbotto infastidita mentre lei scende al piano inferiore. Vado in bagno e mi sciacquo il viso, mi faccio la piastra e i miei capelli MIRACOLOSAMENTE si lisciano senza troppe lotte inutili. Torno in camera e mi vesto prendendo i primi indumenti che mi capitano sotto mano (una maglietta dell’hard rock e dei leghins bianchi). Faccio colazione e esco di casa a passo di marcia per recarmi a scuola.
-Ehi Lara, come stai?- mi chiede Eva in tono solare
-Ehi Eva! Io sto benone a parte il fatto che ho sbattuto il mio adorato mignolino sull’armadio e mi fa ancora male- le dico piagnucolando
-In effetti devo dire che la mattina non è il tuo momento del giorno preferito… Comunque, tesoro mio adorato, la vuoi sapere una notiziona che ti rallegrerà la giornata?- mi chiede in tono eccitatissimo e felicissimo. L’ultima volta che ha usato questo tono era, alle elementari, per dirmi che, in un videogioco, si era riuscita a fidanzare con Dave che era il ragazzo più bello di tutto il videogioco.
-Fammi indovinare… i tuoi hanno deciso di comprarti “Dog Island” per ps2!- dico schiccando le dita allo stesso modo di una che ha avuto un’illuminazione
-No, a parte il fatto che ce l’ho già la notizia non è questa, è 200 volte meglio!-
-Su, su… cos’è mi stai facendo incuriosire!- credo di avere gli occhi che brillano e un’espressione tanto da ragazza pucciosa e curiosa
-Tu…- inizia lei fermandosi subito dopo
-Io…- dico spingendola a continuare con la frase
-Tu e io…-
-Io e te…-
-Andiamo…-
-Io e te andiamo…- okay, sembriamo due sceme e se qualcuno ci vede ci prenderà per due che hanno il cervello da bambina-cocco, ma che m’importa! Voglio dire a me piace comportarmi da bambina assieme ad Eva… mi sa sentire, a parte più giovane, più me stessa!
-In…-
-Io e te andiamo in…-
-A…-
-Io e te andiamo in A…-
-IN AMERICA!!- urla piena di gioia!
-In America?!- le chiedo sorpresa. Cioè io e lei in America…
-Precisamente a New York!- dice lei annuendo per poi spostare le sue braccia sulle mie spalle e iniziandomi a scuotere come una forsennata –TI RENDI CONTO! A NEW YORK!!- mi urla. Okay, sono io o il modo ha iniziato a muoversi con più velocità?
-Ho capito!- biassico quando smette di scuotermi –Ma come mai questa novità?- le chiedo
-Oh, beh… sai com’è abbiamo 17 anni io ho degli zii in America… con la scusa di un “vacanza-studio”…- ma quanto è intelligente sta ragazza? E quanto gli voglio bene io? 
-SEI UN GENIO!!- le urlo abbracciandola
-Ehm… scusate se vi disturbo…- dice Carmen sulla soglia della classe. Carmen è la più timida della classe e anche una ragazza d’oro: sa capire quando hai bisogno e fa di tutto per aiutare i suoi amici.
-Carmen, ciao! Unisciti a noi in questo abbraccio!- le dice la mia amica allargando le braccia verso di lei
-Beh, ma veramente…- tenta ma io la blocco, questa ragazza è pucciossissima!
-Dai su, non farti pregare!- allora lei si avvicina piano, piano fino a quando non viene avvolta dalle nostre braccia. Io e la Eva ci mettiamo a saltare come due deficienti, mentre l’altra accenna piccoli e timidi saltelli.
-Allora, ci dovevi dire qualcosa?- le chiedo io staccandomi dall’abbraccio
-Veramente si… c’è un ragazzo, fuori, che chiede di te- mi dice con il suo tono appena udibile
-Un ragazzo?- dice con una nota di malizia la mia amica –Ma che mi hai combinato?- continua poi facendomi un sorrisone
-Io, niente! E poi che tipo di ragazzo?- chiedo rivolta all’altra ragazza
-Beh un ragazzo… vai fuori, ha una moto nera- mi dice mogia, mogia. Una moto nera, non sarà… no, impossibile, cosa vuole da me lui?! Eppure è l’unico che conosco che la possieda. Ma cosa cavolo è venuto a fare qui, nella mia scuola, a cercarmi, con Jack nei paraggi poi… non pensa che si possa insospettire? Un lungo brivido mi percorre tutta la spina d’dorsale: ho un brutto presentimento! Inizio a correre, esco dalla classe e sento Eva che mi richiama, ma io non le do retta. Percorro tutti i corridoi e le due rampe di scale, esco e mi ritrovo davanti il cortile affollato di studenti, guardo a destra e poi a sinistra: non c’è nessuno che corrisponda a lui. Così mi avvio verso i cancelli facendomi strada tra tutti i miei compagni e lo trovo appoggiato alla sua moto con il suo solito ringhio beffardo sul volto.
-Ehi Lara!- sento che mi saluta
-Che diavolo vuoi ancora?- gli chiedo acida affrontandolo con lo sguardo
-Vedo che non ti è andato giù il fatto che sono tornato- dice tranquillo
-A rompere le palle nella mia vita- finisco la sua frase, ora non sono più una bambina e ho i miei metodi per difendermi
-Oh, non ce la avrai ancora con me per quella storia…- dice roteando gli occhi
-Lascia perdere! Certe cose non valgono la pena di essere rivangate. Il passato è passato!- gli dico neutra. Se c’è una cosa che ho imparato nel fronteggiare Jack è che non bisogna mai far trasparire le proprie emozioni davanti ad un avversario, o lui li potrà usare come punti di forza. Eppure io ho paura di lui, di quell’essere perfido che, si può dire, tolto tutta la mia infanzia. Il suo ghigno, per di più, non mi tranquillizza per niente.
-Ah Lara, Lara… sei cresciuta; sai?! Potresti anche essere definita carina…-dice lui scrutandomi attentamente, ovviamente, soffermandosi sul seno e sui fianchi. Quello sguardo addosso mi mette in soggezione e mi fa provare ribrezzo. Eppure delle ragazze mi guardano invidiose perché vorrebbero essere al mio posto, perché vorrebbero conoscerlo e magari farci sesso una notte dato che è “figo”, ma nessuna di loro lo conosce veramente; non sanno quanta cattiveria abbia in corpo!
-Ti prego risparmiami le tue lusinghe che mi fanno rivoltare lo stomaco!- esclamo schifata
-Oh facciamo la modesta, eh?! Ma non sai che molte delle tue compagne vorrebbero ricevere un complimento da me? Comunque guarda… sta arrivando anche Jack, così chiudiamo il quadretto!- esclama alzando una mano, in segno di saluto, per poi riabbassarla subito dopo
-Ehi capo come andiamo?- chiede la voce di Jack
-Benone tu sei sempre un “cattivo ragazzo” anche qua a scuola, vero?! Mi raccomando non mi deludere!- gli risponde l’altro stronzo
-Lara!- mi saluta freddamente Jack. Ecco il suo comportamento strafottente 24 ore su 24 tranne quando è in presenza di Andrea, quando c’è lui diventa un cubo di ghiaccio… noto che non sono l’unica che ricorda cos’è successo ancora al tempo della nostra infanzia. –Che ci fai qui?- mi chiede usando un tono che può fare gelare all’istante tutto l’Oceano Atlantico
-Chiedilo al tuo “amichetto”!- dico io sarcasticamente e marcando le parole “amichetto”, lui rivolge lo sguardo verso Andrea che gli fa le spallucce
-Mi serve un favore…- spiega breve l’altro
-Io.Non.Farò.Un.Favore.A.Te- ringhio velenosa, non glielo farò, non dopo quello che mi ha fatto!
-Guarda che ti divertirai!- dice aprendosi in uno dei suoi ghigni maliziosi e strafottenti
-Non mi interessa andare a letto con qualcuno per distrarlo mentre tu fai quel cazzo che devi fare… dopotutto hai quella puttanella di Alice, no?!- sputo acida
-E chi ti dice che sia quel genere di favore?- mi chiede scettico
-Perché quale altro favore ti dovrei fare, sentiamo?- ma prima che lui posa rispondere suona la campanella, così io gli rivolgo un ultimo sguardo omicida successivamente gli do le spalle e sparisco dentro l’edificio. Per tutto il resto della giornata scolastica non do retta a nessuno, neanche a Eva. Sono troppo arrabbiata anche per pensare di fare un discorso con qualcuno senza aggredirlo e picchiarlo a sangue.
Quando sento la campanella, che decreta la fine delle lezioni, suonare getto tutto nella cartella, per poi uscire e incamminarmi a passo svelto verso casa mia. Passo l’intero pomeriggio chiusa in camera rimuginando su cosa cavolo possa volere da me quello stronzo coglione e codardo. Insomma perché, dopo quello che mi ha fatto voleva un favore. Perché il solo guardarlo negli occhi mi incute timore e perché, diamine, il mio spirito combattivo va a farsi fottere! Sia chiaro che IO a LUI NON devo niente, casomai è LUI che mi deve chiedere scusa, solo che le sue scuse non basterebbero. Andrea è solo un viscido verme codardo che sfrutta gli altri per raggiungere i suoi scopi, adesso spaccia e contrabbanda. Sento il cellulare suonare e rispondo senza leggere neanche il nome sul display
-Pronto, chi parla?- chiedo cercando di usare un tono gentile
-Pronto, Lara?- dice in tono cupo Eva dall’altra parte della cornetta
-Si, che c’è?- le chiedo spaventata
-Beh, ecco… ci servirebbe un favore- dice lei in tono rassegnato
-“Ci”…?- ripeto alzando un sopracciglio
-Si, “ci”! Potresti… venire in commissariato, ti spiego tutto dopo!- in commissariato? Ma che cavolo succede?! L’hanno scippata, derubata, ha fatto un’incidente? Spaventata per questi pensieri le dico un veloce “ti raggiungo subito” e scendo dal mio lettone, mi infilo veloce le mi converse e scendo le scale inciampando una o due volte. Correndo per strada estraggo dalla tasca della mia giacca il mio BlackBarry bianco e leggo l’ora le 15:37, volto a sinistra e mi trovo davanti la struttura imponente con la scritta “Commissariato” all’entrata. Entro e trovo Eva seduta in una della poltroncine d’attesa con lo sguardo rivolto verso il pavimento grigio che le stava sotto i piedi
-Ehi Eva, che è successo- le chiedo con ancora deli ansimi per la corsa
-Oh, beh… devi aiutare Jack ad uscire di prigione…- mormora non degnandomi di uno sguardo
-CHE COSA??- le urlo io mentre lei si fa piccolina
-Lara, ti spiego dopo… nel frattempo…- ma non riesce a finire la frase che vedo mio zio andare verso la portineria
-Lara, sei qui per il tuo amichetto?- mi chiede in tono severo: merda!
-Zietto, ma che bella sorpresa!- dico facendogli un’espressione da cucciolo cuccioloso
-Sorpresa? Ma se io ci lavoro qui!- sbotta alzando un sopracciglio
-Oh, cioè… si, volevo dire… ehm… credevo fossi in vacanza!- ahia, mi sto arrampicando sugli pecchi!
-E chi è che ti avrebbe detto una simile sciocchezza?- sbotta alzando anche l’altro sopracciglio
-Oh, beh… dato che non vai mai in vacanza…-
-Ecco, appunto: io non vado mai in vacanza!- sbotta. Non lo sopporto proprio quando crede di fare “Capitan Ovvio”, oltre al fatto che mi fa sentire ignorante, mi da fastidio vedere la sua espressione irritata!
-Zietto?- lo chiamo
-Si…-
-Beh ecco, non potresti rilasciare…-
-NO!- interviene prima che io possa finire la mia frase e, preso un plico di fogli, se ne ritorna in ufficio
-Ho provato anche io a convincerlo a rilasciarlo… ma non ce n’è stato verso!- esclama la mia amica esasperata. Cristo Santo, che cosa mi tocca fare!
-Aspettami qua!- le dico sbrigativa mentre mi dirigo verso l’ufficio di mio zio, ultimamente fare la lecca culo era diventato il mio hobby, infatti 30 minuti, esatti, dopo stiamo uscendo dal commissariato.
-Ora mi volete spiegare che cazzo è successo?- sbotto irritata
-Non c’è niente da…- inizia Jack ma la mia amica gli molla, leggera, una gomitata e lui geme per il dolore. Evidentemente era preso abbastanza maluccio perché una cosa così leggera gli facesse male, perfino peggio delle altre volte: aveva un occhio nero (il classico), dalla testa gli scendeva un rivolo di sangue, le braccia erano piene di lividi e, non mi stupirei, se si fosse anche rotto qualcosa.
-Praticamente io stavo camminando per strada quando ho sentito delle grida, sono corsa dentro la piccola via e mi sono trovata davanti a dei ragazzi che si picchiavano, tra cui anche Jack se non si fosse capito, così sono intervenuta per fermarli, ma è arrivata la polizia così lui e gli altri sono finiti dentro.- finisce con un sospiro. Okay, ora è il momento in cui faccio la “donna acida”, come mi chiama lui, o più semplicemente il momento in cui gli faccio una ramanzina
-Jack, mi spieghi il perché continui a fare il coglione?- chiedo calma, non avevo nessuna intenzione di alzare la voce, anche per il fatto che non mi era permesso dato che la stavo anche per perdere!
-Io non faccio il coglione!-  esclama offeso
-Jack, hai ragione, tu non lo fai perché lo sei già! Comunque adesso ti accompagno a casa e ti medico quelle ferite, così torni come nuovo, fai a cazzotti di nuovo, vai in galera e io ti vengo a tirare fuori come ogni santa volta!- ero calma, anzi, rassegnata. Ora so il perché sua madre aveva perso la pazienza!
-Allora io giro- mi dice la mia amica per poi salutarmi cordialmente e svoltare a destra. Noi continuammo dritti, senza rivolgerci una parola, a camminare fino a quando non arrivammo a casa sua.
-Siediti qui, io vado a prendere la cassetta di pronto soccorso- dico indicandogli una sedia della cucina. Ormai conoscevo quella casa come le mie tasche, così non trovavo difficoltà nel muovermi tra le stanze. Tornai in cucina con la valigetta verde in mano e la depositai sul tavolo.
-Alza il viso che controllo il tuo occhio- dico, poi mi misi a tastare la pelle violacea e senti che lui si irrigidiva ogni volta che premevo. Sapevo che gli faceva male, ma lui non voleva dimostrarlo apertamente. Gli applicai l’apposita pomata e poi mi concentrai sulla ferita alla testa che disinfettai e poi bendai, successivamente esaminai il resto delle ferite, qualche volta, premendo forte il punto dolente, tanto per avere una piccola rivincita, mentre lui continuava ad imprecare.
Appena finì di medicarlo mi diressi a casa mia e mi rinchiusi di nuovo nella mia stanza. Presi il mio cellulare e notai che mi era arrivato un messaggio:
Ehi, spero non sarai arrabbiata con me:3… mi dispiace tanto gioia!” lessi il messaggio della Eva e sorrisi spontaneamente
Ma no che non sono arrabbiata con te sciocchina:), ce l’ho con quel coglione! È sempre, e ripeto, SEMPRE in mezzo ai casini!” le risposi io, la risposta arrivò in meno di mezzo secondo
Dato che non sei arrabbiata con me ti faccio una domanda:)… chi era il ragazzo della moto che ti cercava, stamattina?:S” rilessi il messaggio più volte. Ero davvero pronta a parlare di quel coglione di Andrea, ero davvero pronta a rivangare il passato e tutto il dolore che avevo provato?

Capitolo dedicato a TwinElis che ha messo la mia storia tra le seguite:)
 
N.D.A.: Buonsalve gente, come la va? Chi sarà questo Andrea? E cosa avrà a che fare con Jack e Lara? ma soprattutto, cosa ha fatto alla nostra protagonista e chi è Alice? Qual è il filo che li lega?
Okay, lo ammetto: sono un po’ stronza a mettervi addosso tutte queste curiosità e non continuare più… ma che ci volete fare: sono fatta così:P! Tornando a noi… allora, che ne pensate di questo capitolo? Personalmente io ne sono fiera:)!
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite…
…tra le seguite…
…tra le ricordate…
…e chi legge solamente:)
Per di più vorrei regalare un ringraziamento speciale alle mie amiche che,
nel momento del bisogno,
mi sono sempre accanto e mi offrono una spalla su cui contare:)


N.D.Anna(migliore amica di Caterina):heilà ragazzuole come state????? adesso sono accanto alla mia amica caterina (caterina va con la "c" miniuscola perchè l'itagliano si imparà cosssi) e ho insistito per fare un saluto alle sue fan (non so come facciano a sopportarmi! ndGen) con tanto love:) Baci e abbracci.
P.S: leggo anch'io la storia, solo che io sono già arrivata al 5^ capitolo;)


SPOILER-IAMO:
nel prossimo capitolo...

[…]
-[…]Comunque lo sai che fra poco è il compleanno di Jack, no?!- mi chiede retorica. Io alzo di nuovo le spalle. Come se non lo sapessi! Tutti gli anni mi hanno sempre rotto con la storia “Lara è il compleanno di Jack, non fare la scortese!”, si certo! Come se fossi io la scortese, comunque mi hanno sempre rotto con sta storia e vogliono che mi dimentichi anche il giorno del mio inferno?! Mando giù un l’intera brioche (non spaventatevi, è solo perché ieri non ho cenato!)  e poi mi rivolgo a mia madre
-Allora?-
-Beh, Denise ha pensato a una festa a sorpresa…- la interrompo prima che possa continuare
-Nah, non è il tipo!- le dico sincera
-Appunto, volevamo che tu organizzassi una festa per il suo compleanno: discoteca, casa, ristorante… fai un po’ tu!- mi dice facendomi strozzare con la mia stessa saliva […]
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: RinsWorld