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Autore: xbelieveinpeace    26/09/2012    4 recensioni
Qualcuno non crede nell’amore, qualcuno non sa cosa si prova ad essere davvero amati, qualcuno ha paura di amare. Qualcun altro però crede fermamente nell’amore in ogni sua forma, qualcun altro darebbe qualsiasi cosa per sentirsi davvero amato, qualcun altro non vede l’ora di innamorarsi. Qualcuno eccelle in matematica, qualcun altro è un disastro coi numeri.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jeff Sterling, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jeff scese le scale del dormitorio con una strana ansia quel venerdì sera, mordendosi il labbro e sistemandosi il ciuffo ogni due secondi. Tolse le mani dalle tasche per aprire il portone dei dormitori della Dalton e controllò l’ora sul telefono. 21:06. Perfetto. Chiuse la porta dietro di sé e camminò fino ai parcheggi degli studenti, notando Sebastian appoggiato al suo SUV nero che gli sorrideva con quell’espressione divertita che a volte Jeff non riusciva a sopportare. Perché deve sempre essere così dannatamente perfetto? Sebastian si era decisamente superato stavolta, con quei pantaloni grigi così stretti, la camicia bianca ed il blazer nero. Fottiti, Smythe.
“Pronto?” Gli chiese il moro, sorridendo ancora di più, un sorriso che fece smuovere ogni cosa nello stomaco di Jeff. Il povero biondo stava cercando di non ritrovarsi in una situazione piuttosto imbarazzante, sorridendogli e annuendo.
“Ci vorrà molto?” chiese Jeff mordendosi di nuovo il labbro.
“Non troppo, un’ora al massimo.”
“Dovremmo andare, allora…”
“Certo.” Sebastian gli aprì la portiera, aspettando che Jeff salisse in macchina e chiudendo lo sportello della sua auto, prendendo un respiro profondo. Stavano uscendo per divertirsi, come amici, a Jeff piaceva qualcun altro e lui l‘aveva invitato per fargli scordare di tutto quel casino. Sebastian sapeva benissimo come far scordare a Jeff qualsiasi persona o cosa che gli passasse per la testa, ma sapeva anche che una persona come lui non si sarebbe mai meritato quello che riservava a tutti gli altri, solo una scopata e via. Perso nei suoi pensieri si ritrovò seduto nella sua auto, mettendola in moto, facendo manovra e uscendo dai cancelli della Dalton Academy, accendendo la radio e sorridendo al ragazzo al suo fianco, che ricambiò subito. Quel dannato sorriso, l’unica cosa che era in grado di farlo stare meglio. Scusa Jeffie, anche solo per averci pensato.
 
Quaranta minuti dopo Sebastian parcheggiò fuori da un locale che sembrava piuttosto piccolo e imboscato, con una grande insegna al neon rosa che riportava il nome del locale.
“Eccoci qui.” Disse Sebastian, slacciandosi la cintura e scendendo dalla macchina, seguito da Jeff. Il moro prese il portafogli e passò un documento falso a Jeff, che lo guardò con gli occhi spalancati.
“Sebby, e se-”
“Tranquillo Jeff, il tizio all’ingresso non dice mai nulla.”
Jeff annuì, sentendosi più tranquillo appena Sebastian poggiò una mano sulla sua schiena, camminando accanto a lui fino all’ingresso. Come promesso, il signore all’entrata controllò i documenti e li fece entrare senza problemi, augurandogli pure una buona serata col tono più entusiasmante del mondo.
“Te l’avevo detto, no?”
Sebastian fece l’occhiolino a Jeff, spostando la mano dalla sua schiena al suo fianco, avvicinandolo a sé mentre attraversavano la pista da ballo. Jeff stava anche provando a guardarsi intorno, ma neanche un elefante vestito da sera che ballava la samba avrebbe potuto distogliere la sua attenzione dal braccio di Sebastian, arrossendo subito e guardando a terra. Sebastian strinse Jeff ancora un po’ più a sé (conosceva i ragazzi che giravano da Scandals, era più o meno sicuro di essersi fatto tutti quelli decenti, per evitare che qualcuno provasse a fare anche solo a dire una parola a Jeff), dirigendosi verso il largo bancone di legno scuro, sedendosi su uno degli sgabelli in pelle rossa. Jeff si sedette accanto a lui, osservando Sebastian fare il segno della pace al cameriere dietro al bancone, che gli passò subito due birre. Ok, forse non era proprio un segno della pace. Il moro gli porse una delle due bottiglie, osservando Jeff mentre beveva dalla sua. Il biondo sentiva ancora le guance andargli a fuoco, sapeva di non dover bere più di tanto, vista la sua grandissima capacità di reggere l’alcol. Prese un sorso dalla bottiglia con gli occhi puntati a terra, ingoiando rumorosamente e contraendo il viso in una smorfia di fastidio, procurando una sana risata da Sebastian.
“Questa cosa è pessima!” Urlò Jeff, posando la birra sul bancone.
Sebastian, che stava ancora ridendo, posò la sua birra accanto a quella di Jeff, girandosi di nuovo verso il cameriere per chiedergli qualcosa che Jeff non riuscì ad afferrare.
“Allora, ti va di ballare?”
Jeff si guardò attorno, notando i ragazzi che ballavano e accorgendosi della pessima musica che usciva dalle casse.
“Mi ci vuole più alcol per quello.” Scherzò Jeff facendo ridere di nuovo Sebastian che gli stava passando un bicchiere di… Coca Cola?
“Malibu and Cola.”
Jeff sorrise come un bambino appena entrato in un negozio di caramelle, afferrando subito il bicchiere e prendendo un lungo sorso del cocktail sotto lo sguardo divertito di Sebastian, continuando a bere la sua birra.
“Hey biondino.”
Jeff si girò di scatto, notando un ragazzo alto che gli sorrideva. Aveva capelli neri e occhi scuri, da quanto Jeff riuscisse a capire con le luci del locale e lo stava fissando in modo… strano.
“Vattene Scott, non è il tuo tipo.”
Jeff si girò verso Sebastian, prendendo un altro sorso dal suo bicchiere.
“Figo è il mio tipo.” Disse Scott a Sebastian facendogli l’occhiolino, gesto che Jeff si perse, troppo impegnato a osservare la reazione di Sebastian, notando il modo cattivo con cui fissava Scott, l’alcol però stava già entrando in circolo e sapeva di non poter fare nulla a riguardo. Un ultimo sprazzo di lucidità lo fece girare verso il moro, alzando le spalle. “Ho promesso a Sebby il mio primo ballo.”
Scott rise, scuotendo la testa leggermente. “Io sono in pista per tutti gli altri.” Ora l’occhiolino lo fece direttamente a Jeff, girando i tacchi e tornando a ballare col primo ragazzo che gli capitava.
Appena Jeff si rigirò verso Sebastian notò lo sguardo minaccioso che stava facendo a Scott pensando che non era giusto. Erano lì per divertirsi, no?
“Allora,” Jeff spostò il suo sgabello in avanti, sfiorando il ginocchio di Sebastian col suo. “che stavamo dicendo?”
Sebastian riportò subito la sua attenzione su Jeff sorridendogli. “Nulla, ti stavi godendo il tuo amato Malibu.”  Gli disse il moro enfatizzando il ‘godendo’ e facendo arrossire un oramai più che brillo Jeff che appoggiò il bicchiere, oramai pieno solo di ghiaccio, sul bancone.
“Balliamo un po’?”
Sebastian sorrise ancora di più, appoggiando a sua volta la bottiglia quasi vuota accanto al bicchiere di Jeff.
“Volentieri.”
Prese la mano di Jeff, trascinandolo in mezzo alla pista. Jeff era effettivamente insicuro su come ballare in un posto di quel genere e con quel genere di musica, Sebastian lo notò e gli si avvicinò piano. Gli avvolse la braccia attorno al collo, sorridendogli. “E’ tutta una questione di fianchi, Jeffie.” Jeff dovette mordersi il labbro per evitare qualsiasi tipo di rumore che minacciava di uscire dalla sua bocca, cercando di tenere a bada anche il suo amico lì sotto, missione apparentemente impossibile perché dove cavolo ha imparato a muovere i fianchi in quel modo? Chissà quante altre cose sa farci… 
Jeff scosse la testa di nuovo, quello non era decisamente il modo di darsi una calmata. Alzò la testa, incrociando lo sguardo di Sebastian e cominciando a muovere i fianchi a sua volta, prestando estrema attenzione a non farli minimamente sfiorare con quelli di Sebastian, o sarebbe stata la sua fine.
 
Ballarono uno intorno all’altro per un po’, Jeff non aveva la minima idea di quando avessero cominciato e non aveva assolutamente intenzione di smettere. Purtroppo però, mentre ballavano una canzone che a Jeff suonava vagamente familiare (probabilmente una delle truzzate che proponeva sempre Nick), Sebastian si fermò e tirò fuori il suo telefono dalla tasca, apparentemente qualcuno lo stava chiamando e dallo sguardo che comparse sul suo volto quando lesse il nome sul telefono era importante. Sebastian ripose il telefono in tasca, prendendo la mano di Jeff e trascinandolo verso il bancone di nuovo.
“Tutto ok?”
Jeff si spostò i capelli dal viso, guardando il moro con aria preoccupata. Sebastian gli sorrise leggermente, quel sorriso strano che non era un buon segno.
“Sì, devo solo richiamare mia madre urgentemente,” Sebastian fece sedere Jeff su uno sgabello, guardandolo. “tu non azzardarti a muoverti di qui, okay?”
Jeff sbatté le palpebre un paio di volte, confuso.
“Sei sicuro, posso venire con te,”
Jeff fece per alzarsi ma Sebastian lo fermò, tenendo una mano appoggiata al suo stomaco.
“No, tu stai qui, fermo e immobile. Fra cinque minuti al massimo sono da te. Jeff, attento.”
Appena Jeff annuì, imbronciato, Sebastian si guardò attorno prima di farsi strada verso l’uscita, lasciando Jeff da solo. Appena fuori dal locale fece subito il numero d sua madre, sperando che a casa non fosse successo niente e pregando che nessuno si avvicinasse a Jeff che era tutt’altro che cosciente. Purtroppo per lui entrambe le sue speranze  crollarono nel giro di dieci minuti.
 
Appena rimesso piede nel locale cercando di calmarsi dopo la telefonata di sua madre, corse verso lo sgabello dove aveva lasciato Jeff esattamente diciassette minuti prima, trovandolo occupato. Sì, peccato che quello non fosse Jeff. Sebastian sentì la seconda ondata di panico della serata, girandosi subito verso la pista da ballo. Jeff non c’era. Controllò i divanetti, la zona vicino all’ingresso, di nuovo la pista, nulla. Dire che Sebastian era spaventato era dire poco. All’improvviso gli venne in mente di cercare in uno dei posti che conosceva meglio di tutti nel locale: il bagno. Corse verso la porta nera alla sua sinistra, spalancandola. Sebastian si maledisse venti volte quando vide Jeff contro il muro, la bocca spalancata e gli occhi chiusi mentre Scott premeva i suoi fianchi contro quelli di Jeff, gemendo mentre spargeva baci per tutto il suo collo. Sebastian non riusciva a capire esattamente se Jeff fosse d’accordo con quello che Scott stava facendo, ma non gliene fregava assolutamente nulla, non se lo meritava. Come al solito non si sprecò a trovare qualcosa da dire, spingendo subito Scott via da Jeff che, osservando la scena, sembrava decisamente più stordito di prima.
“Smythe!”
Scott gridò, i suoi occhi sembravano ancora più scuri sotto la luce del bagno mentre guardava Sebastian con aria furiosa, osservando poi sorpreso come Jeff si staccò dal muro, abbracciando la vita di Sebastian e nascondo il viso nel suo collo, tenendolo stretto a sé.
“Sebby, sei qui.”
Eccolo, uno di quei dannati momenti dove Jeff non faceva altro che spiazzare Sebastian. Più il moro provasse ad evitare tutti quei sentimenti non poteva farci nulla, Jeff era l’unica persona capace di fargli provare qualcosa. Sebastian ricambiò la stretta, baciandogli la fronte.
“Ti ho cercato, continuavo a cercarti, ma non riuscivo a trovarti.”
Sebastian sentì un’altra stretta al cuore appena quelle lettere uscirono dalla bocca di Jeff, che sembravano sparse e confuse nella sua mente, ci mise qualche istante per riordinarle, chiudendo gli occhi e stringendo Jeff più forte.
“Sono qui, Jeffie.”
Gli disse piano, riportando la sua attenzione.
“Sparisci.”
Scott, che aveva osservato la scena in silenzio, era senza parole. Mai, in tutti i venerdì e sabato sera in cui aveva visto Sebastian da Scandals, l’aveva visto comportarsi così. Mormorò qualcosa di incomprensibile e uscì dal bagno sbattendo la porta, spaventando Jeff.
“Possiamo tornare alla Dalton?”
Jeff non aveva la minima intenzione di staccarsi da Sebastian e si sentì sollevato quando Sebastian gli sussurrò all’orecchio.
“Certo Jeffie, tutto quello che vuoi.”
Sebastian aprì la porta del bagno, stringendo forte Jeff. Appena uscirono dal locale Jeff cominciò a tremare, Sebastian si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle, accelerando il passo per arrivare alla macchina il prima possibile. Sebastian aprì lo sportello, fece salire Jeff e gli allacciò la cintura, correndo per salire a sua volta. Una volta messo in moto il motore però si rese conto di non riuscire a fare assolutamente nulla. Si girò verso Jeff, cercando di dire qualcosa.
“Sebby?”
“Mi dispiace tanto, Jeff. Non avrei dovuto lasciarti da solo.” …ma non volevo che sentissi la mia voce terrorizzata al telefono con quella che dovrebbe essere la mia famiglia.
“Non – non è colpa tua, okay? Non è che mi abbia forzato a fare nulla, sono io che non capisco assolutamente nulla.”
Jeff rise e Sebastian non poté resistere al suono della risata di Jeff sentendosi subito mille volte meglio.
“Andiamo, è meglio.”
Seb uscì dal parcheggio con uno strano sorriso stampato in faccia, lanciando sguardi a Jeff ogni tanto, osservandolo dormire tranquillamente.
 
Sebastian svegliò Jeff appena arrivati nel parcheggio della Dalton, solleticandogli lo stomaco. Era sempre stato egoista, e se c’era una cosa che lo faceva stare bene era proprio la risata di Jeff.
“Jeffie, siamo arrivati.”
“Mh, ma io ho sonno.”
Jeff chiuse gli occhi di nuovo, provando a riaddormentarsi, ma Sebastian non si fece scrupoli a prenderlo in braccio, chiudendo la macchina e portandolo verso il portone.
“Dove la porto?”
Chiese Sebastian a Jeff mentre saliva le scale del dormitorio con il biondo sulla spalla, che si stava chiedendo come facesse Sebastian ad avere tutta quella forza, ricordandosi poi che era anche il capitano della squadra di Lacrosse.
“Non voglio svegliare Nicky.”
Sussurrò, ridacchiando. Sebastian scosse la testa, provando a convincere Jeff a fare il gioco del silenzio, fallendo miseramente. Il coprifuoco era libero nei weekend, ma non voleva comunque svegliare nessuno. Sebastian prese le chiavi della sua stanza e sudò venti camicie per aprire la porta con Jeff che continuava ad agitare la gambe. Appena entrato chiuse la porta dietro di lui e appoggiò Jeff sul letto.
“Ora, se ti dico di stare fermo lì stacci, ti prego.”
Scherzò il moro aprendo un’anta dell’armadio per prendere dei pantaloncini e una maglietta da prestare a Jeff.
“Smettila di darmi ordini, Sebby!”
Jeff stava sdraiato a pancia in giù sul letto, osservando ogni movimento di Sebastian, cercando di concentrarsi su tutto tranne il suo bellissimo sedere in quei jeans fottutamente stretti.
“Mi piace dare ordini.”
“Lo sai che ‘Cinquanta Sfumature di Grigio’ è un pessimo libro?”
Sebastian rise di nuovo, sedendosi accanto al letto e spostando Jeff a pancia in su, togliendogli la cravatta e sbottonandogli la camicia in modo completamente casto e Jeff era troppo ubriaco per capire cosa stesse succedendo. Sebastian gli infilò una maglietta e passò ai jeans, lasciando i vestiti di Jeff sulla sedia della sua scrivania, infilandogli i pantaloncini. Jeff sembrava di nuovo stanco e Sebastian sperava soltanto che avrebbe ricordato il meno possibile la mattina successiva. Una volta messo Jeff sotto le coperte prese i suoi vestiti e si preparò per la notte nel suo bagno. Una volta uscito, notò che Jeff aveva spento la luce e acceso quella della lampada sul suo comodino. Sebastian si infilò nel letto accanto a Jeff che non sprecò tempo nell’usare il petto del moro come cuscino.
“Sebby?”
“Sì, Jeffie?”
“Sei qui.”
“Esattamente.”
Sebastian sorrise appena Jeff gli avvolse la vita con le braccia, ricambiando l’abbraccio.
“Sebby?”
“Mh-hm?”
“Niente bacio della buona notte?”
Sebastian rise, baciando leggermente il naso di Jeff.
“Buona notte, Jeff.”
“’Notte, Sebby.”
 
E mai Sebastian ebbe una nottata migliore di quella.

Note.
 
CE LA FECI(?) WHOO. Okay pensavo che avrei fatto più fatica o che l’avrei scritto male, ma mi piace. Quasi. Bene, visto che fra poco me ne vado a letto, ringrazio tutti velocemente! Grazie mille alla mia betabeta, la Romy, che non recensisce perché mi odia. Grazie mille a Charlie, la mia Lucions, chiaraber, lellinaGLEEK e HeyThere Pitch per aver recensito e tutti voi che avete lo stomaco di continuare a seguire questa storia! Tanto dal prossimo capitolo mi odierete quindi me ne vado, ricordandovi che se volete spoilers o altro potete chiedermi di tutto (lol) su Twitter @xbelieveinpeace o l’hashtag #letitoutFF \o/
BYE FUCKERS!
 
xbelieveinpeace
   
 
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