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Autore: Eko1    27/09/2012    1 recensioni
La FF si svolge dopo la fine della prima stagione, direi qualche mese dopo, quando Lydia si è perfettamente ristabilita e Stiles ha deciso che diventare lupo mannaro non fa poi così schifo...arriverà un personaggio (anzi una personaggia) che sconvolgerà la vita di tutti quanti...
buona lettura e buon divertimento, fatemi sapere se vi piace!
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio primo istinto è quello di allontanare la mano da lei, di voltarmi e di fuggire. Mi trattengo. Guardo Clara, che è ancora aggrappata alla mia mano e mi guarda. La pioggia le sta lavando via il sangue dai vestiti, dal viso e dai capelli. Mi inginocchio di fronte a lei e allargo le braccia, titubante. Lei ci si butta, non riuscendo più a trattenere le lacrime. La stringo forte, tra i lamenti dei feriti e i cadaveri attorno a noi. Non so quanti siano, non so quali siano i lupi e quali siano gli uomini. Stringo mia figlia al petto e solo ora capisco quanto mi sia mancata. La mia bambina.

“Amore...come stai? Sei diventata grande...”mormoro, cercando di districarle i capelli, che sono tutti un grumo di sangue.

“Mi...mi hanno insegnato papà e lo zio...io...mamma non ti avevo mai vista così arrabbiata...mi hai fatto tanta paura, tanta...”si rituffa sul mio petto, e sento le sue manine premermi contro le costole. Mi alzo prendendola in braccio, e comincio a scavalcare i cadaveri, per raggiungere mio fratello. Wai è pochi metri più in là, che sta discutendo animatamente con Derek e Hare. Accanto a mio fratello c'è una ragazza dai capelli rossicci e corti, e dal suo atteggiamento capisco che mi sono persa più di qualche passaggio.

“Wai...”dico, avvicinandomi al quartetto. Lui non si gira. Io faccio scendere Clara, che corre vicino a suo padre, spaventata. Non è abituata a tutto quel sangue, a tutti quei morti. Perchè l'hanno portata qui?

“...lo so che non era quello che volevi. Ma l'ho fatto per salvarvi. Te lo giuro, non vi avrei abbandonati per niente al mondo, ma la sola idea che qualcuno potesse farvi del male mi distruggeva...Wai...” me lo trovo tra le braccia. É diventato altissimo, gli arrivo alla spalla, ma continuo a tenerlo e a cullarlo come facevo quand'era piccolo.

“Non dovevi lasciarmi lì...ma adesso siamo venuti a salvarti noi. Perchè sai, nessuno di noi riusciva a sopportare l'idea che ti facessero del male. Io sono anche riuscito a fare amicizia con Derek....” bisbiglia. Io sento un rumore, un rumore che conosco bene.

“In quanti siamo qui?” chiedo, staccandomi repentinamente da lui. Mi pulisco appena il viso con la manica della canottiera “I saluti dopo...” alludo a Derek e ad Hare.

“Derek, richiama i tuoi beta. Dobbiamo andarcene prima che qui succeda veramente un gran casino.” mi stanno cedendo le gambe ma non posso mollare adesso “come siete venuti qui?”

“Alcuni in moto, altri in macchina.” mi dice Wai. La ragazza si stringe a lui, preoccupata. Di nuovo quel rumore, più vicino e distinto. Tutti drizzano le teste, anche i Beta di Derek, che ci hanno appena raggiunti. Scavalco un paio di corpi, dirigendomi verso la porta dove Derek aveva fatto il suo ingresso.

Mi si affianca, senza una parola, stringendo tra le braccia Clara. Io guardo nostra figlia, poi il campo disseminato di corpi, e non proferisco parola. Si, ce l'ho con te, Derek. Perchè sei uno stronzo sconsiderato, però sei venuto a salvarmi e io lo sapevo che l'avresti fatto perchè mi ami. E io ti amo, più di prima. Ma non lo avrei mai detto a lui. Non qui, almeno.

“Muovetevi se non volete finire in pezzi, dovete muovervi, tutti!” Sbraito, orientandomi tra i corridoi. Passo davanti al laboratorio, poi mi fermo.

“Andate avanti. Vi raggiungo subito.” vedo le facce perplesse che mi fissano, stanche e sporche di sangue. “Andate. Sempre dritti, seconda porta a destra, salite un piano e siete fuori. Basta che mi aspetti solo qualcuno, io ci metto due minuti.” dico, dando un bacio a mia figli. Aspetto che siano partiti, poi apro la porta del laboratorio, lasciandola spalancata e mi avvicino alle gabbie. Gli ibridi non appena mi vedono, cominciano ad urlare e a lanciarsi contro le sbarre, cercando di romperle. Mordono le gabbie fino a farsi sanguinare le gengive, cercano di disintegrarle ma si fanno a pezzi le zampe. Mi fanno una pena infinita, ma devo finire il lavoro. Mi avvicino alla pulsantiera che apre la prima gabbia, Fortunatamente, la Argent è così egocentrica e scema da mettere il numero corrispondente alle lettere del suo nome. Spero solo di fare abbastanza in fretta. Con uno scatto la gabbia si apre ed io mi ci arrampico sopra, sperando che l'ibrido sia troppo distratto per notarmi. Loro cercano il sangue, e nell'arena ce n'è in abbondanza. Vedo sparire tutti gli ibridi nel corridoio nel giro di dieci minuti. Aspetto un po' e poi comincio a correre verso fuori più velocemente possibile. Anche i corridoi sono scivolosi di sangue.

Quanti morti hanno fatto, per venire a prendermi? Poi mi ricordo che c'erano anche altre urla, di lupi che non conoscevo. Quanti ce n'erano, di lupi come me? Non potevo essere l'unica, di sicuro. Scuoto la testa e raccolgo le ultime energie per scattare verso la porta d'uscita. La spalanco e mi trovo in ginocchio, tra l'erba alta circa cinque centimetri. Erano quattro anni che non vedevo, che non toccavo l'erba. All'improvviso non riesco a respirare. Cado in avanti, faccia a terra, mentre qualcuno urla il mio nome.

Mi sveglio non so dopo quanto tempo, ma non apro subito le palpebre. Mi sento uno straccio, ma la mia attenzione viene subito catturata dalle voci attorno a me.

“è stabile...non le state troppo addosso. Derek, posso parlarti un secondo?” dice l'uomo. Sento alcuni passi che si allontanano, qualcuno è uscito dalla stanza, ma le voci di Derek e dell'uomo rimangono vicine a me.

“Non ho mai visto nessuno, né lupo né umano, che è riuscito a sopravvivere nelle condizioni in cui era messa lei. Ma più dell'aspetto fisico, mi preoccupa quello psicologico...cos'hai detto che è diventata?” domanda l'uomo.

“Era...non era lei. Non ha colpito nessuno di noi, ma ero sicuro che non sapeva chi fossimo. Anche prima di trasformarsi, mi guardava come se non mi riconoscesse. Andando via, continuava a fissarmi come se non capisse chi fossi. Ma non è successo con suo fratello e con sua figlia. Era...una montagna di pelo bianco, era terrificante. Aveva gli occhi completamente neri. Ha cominciato a ruggire e i cecchini hanno cominciato a spararle ma non le facevano niente. Nemmeno la scalfivano.” rispose Derek. Non volevo aprire gli occhi, anche se non mi piaceva l'idea di sentirmi descrivere come un mostro. E non ero di certo io quella che lo aveva trattato male. Cercai di far finta di dormire ancora un po'. Il tipo si schiarì la voce.

“Non vorrei sembrare troppo romantico, Derek, ma penso che lei capisse benissimo chi fossero le persone da proteggere. Quello stadio, l'ultimo, lo chiamiamo lo “stadio P”, o “ultimo stadio”. Quando un lupo è pronto a morire non solo per il proprio Half, ma per il proprio branco. E come tu sai, di solito è il contrario...”

“sono i Beta che si sacrificano per l'Alfa.” concludo io, con un filo di voce. Apro gli occhi e mi trovo il volto del dottore a pochi centimetri dal viso, che mi scruta con occhi colmi di apprensione.

“Siamo...a Beacon Hills?”domando. Cerco di alzarmi ma il dottore me lo impedisce.

“Non ci provare. Devi stare distesa almeno una giornata. E si, siamo a Beacon Hills...” dice, controllando l'ago della flebo. Mi infastidisce, mi infastidisce da morire.

“Posso almeno togliermi la flebo? Dov'è Wai? Dov'è Clara? E Hare?” mi agito un po' e lui continua a tenermi giù, cercando di farmi stare più ferma possibile.

“Sono tutti di là che aspettano...stanotte dormiranno a casa mia finchè tu non ti riprendi...” mi spara una lucetta nell'occhio, a tradimento. Io butto fuori un gemito e sollevo il braccio, ma mi ferma un dolore lancinante.

“Ha il braccio rotto in tre punti, la gamba steccata, le costole incrinate, quattro pallottole nello stomaco e un taglio non indifferente sulla schiena...” mi spiega lui, sorridendo appena “per questo mi sono stupito che tu sia riuscita a fare tutto quello che hai fatto, Jenny. Quindi per favore, almeno stanotte stai qui e stai tranquilla. Derek starà qui, in caso tu abbia bisogno di aiuto.” mi sorride e mi lascia il braccio sano, allontanandosi. Sento Wai protestare e Clara scoppiare a piangere e il mio primo impulso è quello di alzarmi e andare da loro.

“Hai sentito cos'ha detto. Tu devi stare ferma almeno una giornata...” mi ammonisce Derek dolcemente.

“Quando mai ho ascoltato quello che mi dicevano?” gli dico di rimando” come hai potuto solo pensare che io mi fossi dimenticata di te? Ti ho sognato tutte le notti, tutte. Non mi sarei potuta mai e poi mai dimenticare di te...mai.” Gli afferro la mano e lui abbassa il volto, senza dire nulla.

“Beh...io l'ho fatto. Jenny...io...” alza il viso e mi guarda. Ha gli occhi pieni di lacrime “...io non sono più il tuo Half.”

  
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