Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Portuguese_D_Ace    27/09/2012    4 recensioni
Secondo voi, due vite possono completamente essere sconvolte? Ribaltate come se niente fosse, mentre la vita degli altri continua ad essere sempre la stessa, mentre il tempo scandisce minuti e secondi che non possono mai essere sprecati?
Lily e Luke, due normali sedicenni che vivono a San Diego, California, impareranno cosa vuol dire cercare e cercare senza sosta, senza trovare qualcosa, a volte.
Ma non tutte le ricerche sono inutili. E impareranno anche questo.
Se vi ho incuriosito, leggete questa storia.
Genere: Comico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lily

Sfilo le chiavi di casa dalla tracolla e la indosso, dopodiché esco dalla macchina e mi dirigo verso la porta di casa. Dopo essermene andata dall’infermeria ed essere passata dalla segreteria, sono andata a cambiarmi negli spogliatoi e sono tonata a casa. Mi sento ancora un tantino intontita, ma per i resto va tutto bene. Stranamente sento delle voci provenire da dentro, ma è praticamente impossibile, perché io sono tornata prima da scuola e i miei genitori lavorano sempre fino alle sette e mezza di sera. Apro la porta ed entro in casa. 
<< Mamma? >> Urlo io. Mi dirigo verso la cucina e mi rendo improvvisamente conto del perché sentissi tutte quelle voci. << Zia! >> Esclamo raggiante. Mia zia Layla apre le braccia e mi accoglie in un familiare abbraccio al profumo di lavanda. Sono sempre andata molto d’accordo con mia zia, la sorella di mia madre. Ci stacchiamo e mi guarda con sguardo fiero, dopodiché mi scosta con la mano un ciuffo rosso dagli occhi. << Tesoro…come cresci in fretta! Sei fantastica. >> 
Le sorrido. << Grazie zia. >> 
<< Lily, perché sei tornata a casa un’ora prima della fine delle lezioni? >> Mi aspettavo questa domanda da parte di mia madre. Mi sfilo la tracolla e la poso sul tavolo.  
<< Mamma, quando ti spiegherò quello che è successo non cominciare a dare i numeri, però. >>
Mi scruta confusa e apre la bocca, ma l’entrata in scena di mia cugina la blocca. Evelyn ha dodici anni ed è sempre stata una persona piuttosto…dispettosa. E scocciante. E insopportabile. Ma questo è il passato, giusto? Sono sei mesi che non la vedo, forse è maturata più di quanto io mi aspetti veramente. 
<< Lily! >> Saltella allegra e mi viene ad abbracciare anche lei. Ok, diciamo che è un buon inizio.
<< Evie. Come stai? Sei cresciuta un sacco! >> E’ vero. I capelli lisci e neri sono più lunghi e gli occhi azzurri scintillanti come quelli di mia madre e di sua madre non l’abbandonano mai ed  è anche un po’ più alta. Ci stacchiamo e lei mi osserva sorridente. 
<< Io sto bene! Anche tu sei cresciuta dall’ultima volta che ti ho vista! Sbaglio o sei più alta? >> Ridacchio e mi siedo su una sedia, piuttosto stanca. 
<< Ritornando al discorso di prima. >> Comincia mia madre. << Ti hanno messo una nota disciplinare? >>
<< No, mamma. >> Ora parte a macchinetta, tirando fuori almeno dieci ipotesi su quello che possa essere successo a scuola. 
<< Ti hanno sospesa. >> 
<< No! Come potrei farmi sospendere?! >> Scuote la testa e io frugo nella tracolla, alla ricerca del certificato medico della dottoressa Ross. Lo prendo e glielo porgo. Legge velocemente e si avvicina preoccupata toccandomi la fronte e le guance con la mano. << Come t senti, Lily? >>
<< Mamma sto bene. >> Le prendo le mani con le mie e gliele abbasso. << Non ho la febbre e non è niente di grave. >>
<< Sei svenuta! Com’è successo? >> Anche mia zia ed Evelyn si avvicinano. 
<< Mamma, non ricordo. Non preoccuparti. >> Guardo anche loro. >> Davvero, non dovete preoccuparvi, sto benissimo. >> Mia madre si siede e di fronte a me e anche mia zia e mia cugina la imitano, curiose che io gli racconti com’è andata. 
<< Raccontaci com’è andata. >> Sospiro e comincio a raccontare. 
<< Stavo correndo e parlando con un mio compagno. >> Mi astengo dallo specificare anche il nome del cosiddetto “compagno”. << Quando mi sono sentita svenire. Ho visto tutto nero e ho perso i sensi. Mi sono risvegliata nell’infermeria della scuola. >>
<< Eri da sola? Non credo. L’infermiera dovrebbe essere stata con te. >> Proferisce mia zia. 
<< Veramente. >> Non posso fare a meno di balbettare. Stupida me. << Nella stanza c’era solo il ragazzo con cui parlavo prima di svenire. >>
<< E il nome di questo ragazzo? >> M’incalza mia madre. Niente, sono costretta a specificare il nome del “ragazzo”. Possibile che tu debba sempre c’entrare in tutto, Luke?
<< Luke. >> Noto l’espressione sorpresa di mia madre.
<< Quel Luke? >> Annuisco.
<< E’ il tuo fidanzato? >> Domanda Evie. Mi volto sconvolta verso di lei.
<< Cosa? No! Assolutamente no! >>
<< Ma non vi odiavate, Lily? >>
<< Sono confusa quanto lo sei tu. >> Sussurro io.
<< E chi ti ha portato in infermeria? >> Domanda ancora.
<< Luke. >> 
<< Pure! >> Mia madre sospira e sorride. << Si è preoccupato. >>
<< Non si è preoccupato. >> Dico io infastidita. << Dice che provava compassione a vedermi a terra. >>
<< Si, e io sono la regina d’Inghilterra! >> Esclama mia zia. << Te la sei bevuta, tesoro? >>
<< Zia, non sai quello di cui stai parlando. Ci odiamo! Quello che ha fatto è stato un gesto puramente umano. Tutto qua e ora vorrei andare a riposare, mi sento intontita. >> In realtà, non voglio andare a dormire. E’ che non sopporto questo discorso. Mi ha aiutata, ok. Non c’è bisogno di farne un articolo di stampa. Salgo velocemente le scale e m’infilo nella mia camera, ma quando vado a chiudere la porta noto che qualcosa, o meglio, qualcuno la sta bloccando.
<< Evelyn vattene. >> 
<< Per favore, Lily. Fammi entrare. >> Sbuffo e le tengo aperta la porta. Quando è entrata, la chiudo a chiave e automaticamente, mi vado a buttare sul letto. Mi metto un braccio sugli occhi, nel vano tentativo di addormentarmi, quando sento che Evelyn sta toccando qualcosa. Mi metto seduta velocemente. Ha in mano i miei pattini, i miei bellissimi pattini bianchi. Mi alzo e glieli prendo dalle mani; non mi piace che qualcuno li tocchi e poi ho paura che lei stessa si possa fare male. Quando i pattini sono nelle mie mani, dopo tanto tempo, avverto una scossa elettrica, come se mi stessero incitando a indossarli e a ricominciare a volteggiare in quella pista di ghiaccio. Scuoto la testa e li rimetto al loro posto. 
<< Perché hai smesso, Lily? >> Abbasso lo sguardo. Parlare di quest’argomento mi rende sempre un po’ cupa. 
<< Una gara. Promettevo bene, se non avessi sbagliato niente, sarei arrivata addirittura prima in classifica. Poi caddi, una brutta caduta. Mi ruppi una gamba. La delusione e il dolore furono talmente tanto forti che smisi di pattinare e non misi più piede in una pista di pattinaggio. >> Vado a risedermi sul morbido letto. << Tu? Vai ancora a danza? >>
<< Certo! Sto imparando un sacco di cose nuove e mi farebbe davvero piacere se tu quest’anno venissi al mio saggio. >> La osservo. Ha un faccino implorante e gli occhi brillanti. Ora che ci penso, non l’ho mai vista danzare. 
<< Ovvio che ci vengo. >> Saltella contenta e mi viene ad abbracciare. Cosa è successo alla vecchia Evelyn? Quella che voleva copiarmi in tutto, che faceva i capricci perché non le facevo toccare niente di mio, quella che mi dava pizzicotti e poi piangeva dicendo che le avevo dato uno schiaffo ingiustificato? Ci sciogliamo dall’abbraccio e si sente un cellulare squillare. Evie va verso la sua borsa e prende il cellulare.  << Il fidanzatino? >> Fa una smorfia e io ridacchio. A quanto pare è una sua amica. Esce dalla stanza per non darmi fastidio e decido di riposare un po’. Questa giornata è stata davvero spossante.
 
 

Luke 

 
E’ incredibilmente identica. Non un solo particolare differente, niente di niente. E devo dire che è anche tenuta molto bene. Spero davvero che non si accorga di non averla più al collo. Perché tutte queste coincidenze? Perché ogni volta che sono insieme a Lily ho una visione? Perché lei si sente male proprio dopo che le ho? Perché non riesco a trovare una risposta a tutte queste domande? Devo parlare con lei. Le dirò della collana e cercherò di farle capire che c’è qualcosa che né io né lei sappiamo. Oltretutto, oggi pomeriggio non devo nemmeno andare a lavoro. Prendo il cellulare e le chiavi ed esco di casa. Salgo nella mia macchina e dopo essere partito, mi chiedo dove viva. Sono uno stupido. Parto in quarta e alla fine non so nemmeno dove abita. Prendo il telefonino e mando un sms a Miles; so che erano parecchio amici alle medie. Mi risponde pochi minuti dopo, nel messaggio ha scritto l’indirizzo dove abita Lily, ma non gli rispondo rivelandogli il perché le voglia andare a fare visita. Nonostante sia mio amico, non sa nemmeno dove abito; non gliel’ho detto. Pensa solamente che tre anni fa mi sia trasferito qui a San Diego con la mia famiglia, da Chicago e che viva, come ogni sedicenne, con i propri genitori. Quante cose non sa di me…
Cosa le posso dire quando arrivo a casa sua? Ciao Lily, io e te abbiamo qualcosa in comune!
No no, così la faccio svenire un’altra volta. Lily! Come va con le cuffie?
No, così sembro fissato! Ehi Lily, come stai?
Perfetto. Almeno sembro interessato alla sua salute, non a delle cuffie. Eppure il fatto è proprio questo: il mio interesse verso di lei. Quando oggi l’ho vista a terra mi sono spaventato e non avrei dovuto farlo. Insomma io e lei non siamo nemmeno amici!  Svolto a destra e mi ritrovo in una zona completamente abitata. E ora qual è casa sua? Sto seriamente pensando di tornare indietro. Allora, il suo cognome è Gray. Magari sulla cassetta della posta è intagliato il suo cognome. Vado avanti lentamente con la macchina e alla fine, fortunatamente, vedo intagliato in una cassetta della posta rossa, il cognome “Gray.” Parcheggio la macchina accanto a quella di Lily e mi dirigo verso la porta di casa. Suono al campanello e viene ad aprirmi una signora sulla quarantina dai capelli corti e lisci e gli occhi color ghiaccio. 
<< Ehm…chi sei? >> Sorride confusa e io mi riprendo.
<< Scusi. Sono Luke, un amico di Lily. Non ho sbagliato casa, vero? >> Le porgo la mano che lei stringe calorosamente. Ridacchia.
<< No, Luke. Non hai sbagliato casa. Prego entra. >> Si sposta e mi fa spazio per entrare in casa. Si sente la voce di Lily che urla dicendo: << Mamma chi è alla porta? >>
<< Vieni a vedere. >> Poi guarda me. << Grazie per oggi, per quello che hai fatto per mia figlia, voglio dire. >> Così glielo ha raccontato.
<< Non si preoccupi. >> Lily mi appare davanti, con una ragazzina bionda dell’età di almeno undici anni al fianco. Non sapevo che avesse sorelle. Fa una faccia seria
<< Che ci fai qui? >> Il ciao sta diventando un optional, ormai ne sono certo.
<< Lily, non fare l’antipatica. >> La riprende sua madre. Lei la guarda truce e poi rivolge nuovamente lo sguardo verso di me, in attesa di una risposta. Ghigno.
<< Sarò pure autorizzato a chiederti come stai, o no? >>
<< Ho capito! Lui è il ragazzo che ti ha raccolto da terra! >> Esclama la bambina accanto a lei. Lily fa una faccia imbarazzata e io scoppio a ridere. 
<< Ebbene si, ho raccolto da terra tua sorella. >> Faccio l’occhiolino alla ragazzina sorridente.
<< Lily non è mia sorella. >> Trilla tutta contenta. << Lei è mia cugina! La sono venuta a trovare. >>
<< Vabbè io vado. E’ stato un piacere Luke. >> La madre di Lily si accinge a tornare verso la cucina. 
<< Anche per me, signora. >>
<< Non chiamarmi signora! Nessuno deve. Chiamami semplicemente Cher e dammi del tu. >> Entra in una stanza e guardo Lily. << Come stai? >>
<< Guarda che non devi fare per forza il carino. >> Sospira. << Non capisco proprio il motivo delle tue attenzioni. >> Figurati se lo capisco io.
<< Ti da così fastidio? >> Sono sbalordito. E pensare che qualsiasi altra ragazza al posto suo sarebbe l’essere più contento al mondo! Ma devo ricordarmi che Lily non è “qualsiasi altra ragazza”.
<< Si, Luke. Cosa vuoi da me? >> Ad un certo punto la ragazzina inizia a parlare. 
<< Non dovete litigare. Lily, ti ha chiesto come stai. >> 
<< Non t’intromettere, Evelyn. >> Lily la guarda severa e la bambina sostiene il suo sguardo. 
<< I bambini possono essere molto ostinati. >> Dico io.
<< Chi hai chiamato bambina? Per tua informazione ho dodici anni! >> Si mette le mani sui fianchi, il broncio stampato in faccia. 
<< Davvero? Pensavo ne avessi undici. >> Il broncio diventa più pronunciato e io non posso fare a meno di ridacchiare. Guardo nuovamente Lily. I suoi occhi sono di un azzurro scurissimo. 
<< Come stai? Non voglio niente da te, solo sapere come stai. >> Mi osserva con espressione stupita, però risponde. 
<< Sto bene. Prima ho riposato un po’, però sto bene. >> E ora come cavolo faccio ad introdurre il discorso della medaglietta? A parte che c’è la bamboccia di mezzo, mentre io volevo parlarle da solo. Dopotutto è una questione privata. Ma come faccio a parlarle? C’è sempre il rischio che qualcuno come la bamboccia o la madre e il padre di Lily o i genitori della bamboccia, irrompano proprio mentre io sto spiegando il tutto a lei. Meglio non parlarle adesso. 
<< Bene, volevo sapere solo questo. Ci vediamo domani a scuola. >> Mi prenderà per pazzo, ma devo andarmene. Le faccio un cenno di saluto e lei mi accompagna alla porta. Non è andata come speravo, ma presto le parlerò. Molto presto.
 

Lily

Mi richiudo la porta alle spalle, sbalordita. Luke viene a casa mia, che tra l’altro non gli avevo mai detto dove si trovasse, fa l’educato con mia madre, scherza con mia cugina, mi chiede sinceramente come sto perché, a quanto pare, è interessato alla mia salute, e se ne va. Certo che io non riuscirò mai a capire i ragazzi. Sono strani e penso che lui in stranezza batta tutto e tutti. 
Mi dirigo verso la cucina, dove ci sono mia madre e mia zia e sento che Evie mi sta seguendo.
Le due sorelle stanno ridacchiando amorevolmente. 
<< Lily, wow. >> Osservo confusa mia zia e mia madre prende la parola. 
<< Capelli biondi...>>
<< Sono castano chiaro.>> Bisbiglio io, sicura che nessuno mi abbia sentito. Quando alzo lo sguardo, invece noto che mi stanno fissando tutte e tre.
<< Oh, scusa. Allora ricomincio. >> Mia madre si schiarisce la gola. << Capelli castano chiaro che si arricciano adorabilmente sopra le orecchie, occhi verde intenso e sorriso smagliante. Lily, sicura che vi odiate? Sembra un angelo. >>
Guardo mia madre, rassegnata. << Non c’è bisogno che tu me lo descriva, lo conosco abbastanza bene. E sarai felice di sapere che non appare così bello solamente ai tuoi occhi. Tutte le ragazze della scuola sbavano letteralmente per lui. E sarai anche felice di sapere che tua figlia non fa parte di quelle oche. >> Giro gli occhi impaziente della sua risposta.
<< Ho solo dodici anni e i miei compagni di classe fanno mettere le mani ai capelli, non che m’interessi, sia chiaro. Per me vedere uno come Luke è stato come un sogno, una visione. Davvero, Lily. >> Ridacchio per la faccia di Evie. 
<< Hai presente le fate? >> Evie mi osserva confusa e scuote il capo. << Le fate sono esseri che hanno ereditato la bellezza degli angeli e il carattere dei demoni. Non penso che sia così cattivo, ma di certo non è così buono e coccoloso come sembra. >> 
Mia zia sorride. << Tua madre è tornata in cucina tutta trillante, raccontandomi di questo famigerato Luke. E’ davvero così carino come dice? >>
Annuisco. << La sua bellezza non è da mettere in discussione. >>
<< Nemmeno la tua. >> Guardo Evie, che ha appena detto la cavolata del secolo. Io bella? Ma fatemi il piacere! 
<< E’ vero, Lily. >> Conferma mia madre.
<< Tu sei mia madre. E’ sottinteso. >> 
<< Lily, la zia dice la verità. >> Evie si siede accanto a sua madre. << Con quei capelli rossi e mossi in maniera perfetta, totalmente naturali. E i tuoi occhi…quelli sono stupendi. Lineamenti delicati e bocca rosea. Inoltre hai dei modi di fare aggraziati.  Ma ti sei vista bene? >>
Resto zitta per un periodo interminabile. Non so che dire. Non ho mai pensato di essere bella, anche se dalla descrizione di Evie non posso che sembrare altrimenti. Poi, io aggraziata? Ma se alcune volte mi sembra di essere sgraziata come un ippopotamo e delicata come un elefante (si, lo so. I miei paragoni sono insuperabili)! Gli unici momenti in qui mi sentivo aggraziata e delicata era mentre pattinavo. Sembrava quasi di volare… No, non devo pensare a queste cose. Il pattinaggio non farà più parte della mia vita, almeno non come prima. 
<< Comunque sia.>> Mi siedo accanto ad Evelyn. << Cosa si mangia stasera? Sto morendo di 
fame. >> Come prova di quello che ho appena detto, il mio stomaco comincia a brontolare. Tutte ridiamo insieme e mia madre annuncia che possiamo cominciare ad apparecchiare la tavola. Quella che mi aspetta è una bella serata in famiglia e direi che l’idea non mi dispiace affatto.
 

 

Lo stupido angolo dell'autrice

Bonjour! Anzi, guten Tag! Anzi, Hola! Anzi, Kon'nichiwa!
Insommaaaaaa, salute gente! :DDDD
Come state?? 
Io tutto bene, no, non sono morta :') In riferimento a questo,
volevo dirvi che cercherò di aggiornare ogni 4 giorni.
Mi impegnerò ^.^ ma, ovviamente, può essere che 
quanlche volta non riuscirò ad aggiornare, oppure a volte potrò anche pubblicare
prima del previsto! :D 
Ringrazio sempre Domi_Loves_Lou, Merida e topilu98, una nuova lettrice :')
Grazie milleeeeeeeee :''''''')))))
Oggi sono in vena di faccine >.< (ma dai???) 
Comunque sia, non credete che la mamma di Lily sia fantastica?
La adoro, poi quando fa la descrizione molto wooow di Luke!
Voi che ne pensate???? 
Ci sentiamo presto
Arrivederci mia cara gente ;))))))    
                                                                        (devo finirla con questi saluti strani -.-)
Ciaooooooooooooooooooo
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Portuguese_D_Ace