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Autore: DarkPersian    10/04/2007    4 recensioni
Introduzione rimossa poichè non valida.
Si prega di introdurne una che sia tale.
Ladynotorius assistente amministratrice.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi, a fatica.
Mi sembra di essere passata sotto un camion.
O un treno.
È tutto bianco davanti a me.
Sono in paradiso?
Sento qualcuno che mi tiene la mano.
È così calda.
Mi stringe come se non dovesse lasciarmi mai.
“Gloria….mi senti?”
Una voce mi chiama.
“Sì…” rispondo, piano.
Con gli occhi un po’ appannati riesco a focalizzare un viso molto familiare avvicinarsi sempre di più al mio.
Oddio.
Frank.
Mi tiro su a sedere, facendolo scattare per lo spavento.
Lo guardo per qualche secondo, senza dire niente.
Ha gli occhi gonfi e un’espressione stremata.
“Che ci fai qui?” gli faccio, stranita.
“Come cosa ci faccio qui?” mi chiede di rimando lui, alzando un sopracciglio.
“Se adesso siamo in paradiso, vuol dire che anche tu sei morto..” gli rispondo semplicemente, non rendendomi ancora conto della situazione.
Lui si mette a ridacchiare.
Non capisco.
Ma è così bello.
“Guardati intorno…” mi dice “sei in ospedale”
In effetti quelli davanti a me sono muri bianchi, e io mi trovo su un letto.
“Ah…già” borbotto, guardando verso la finestra.
Che figura di merda.
Davanti a lui, poi.
All’improvviso mi rendo conto di avere ancora la mano nella sua.
La ritiro di scatto.
Lui mi guarda, stupito.
Possibile che non si ricordi quanto male mi ha fatto ultimamente?
“Comunque non dovresti essere lo stesso qui” riprendo io, ricordandomi che dovrebbe già essere in volo per l’Europa.
“A parte che è già passato un giorno…” comincia lui, facendomi voltare di scatto per lo stupore “e poi se non fosse stato per me, ora saresti già all’altro mondo”
Il suo sguardo è severo.
“Perché che hai fatto?”
“Sono stato io a portarti qui, se non te lo ricordi..” risponde, guardando il pavimento.
Cazzo.
Adesso ricordo.
Allora era proprio lui a scuotermi.
A chiamarmi così disperatamente.
Il cuore mi batte così forte.
Mi copro gli occhi con una mano.
“Sei una stupida”
“Come scusa?” gli chiedo, alzando un po’ la voce.
“Sei.Una.Stupida” mi ripete, scandendo singolarmente ogni parola “che pensavi di combinare, drogandoti così??”
Eh no, adesso è troppo.
“E da quando in qua ti interessa di quello che faccio?”
“Dalla prima volta che ti ho incontrata!!” esclama, serio.
Falso.
“Bugiardo”
“Forse sarò un codardo, perché non ho avuto il coraggio di lasciare Jamia quando mi sono accorto che non poteva funzionare…ma bugiardo no, questo mai”
Basta.
Non raccontarmi tutte queste balle, solo per illudermi di nuovo.
“Smettila…”
“No”
“Ho detto..”
“HO CREDUTO DI MORIRE!” urla all’improvviso, rosso in faccia.
Rimango ammutolita, con gli occhi spalancati.
Mi guarda furioso, disperato.
“Quando ti ho vista così…ho creduto di morire…” sussurra, sempre più piano.
Si porta le mani alla fronte, nascondendosi.
No Frank.
Non posso vederti così.
La mia mano si avvicina inconsciamente ai tuoi capelli, prendendo ad accarezzarli dolcemente.
Farà male.
Ma io non riesco a smettere di amarti.
Non stare così per me, non me lo merito.
Sento i tuoi singhiozzi placarsi piano piano.
Il tuo respiro si è regolarizzato.
Ma ancora non mi guardi.
Né mi rispondi.
“Frank…” sussurro, sfiorando le tue labbra con le dita.
Me lo lasci fare per un po’, poi all’improvviso afferri la mia mano.
Mi tiri verso di te.
Mi baci.
Sulle tue labbra umide posso sentire il sapore salato delle tue lacrime.
Nel movimento delle nostre bocche c’è passione.
Disperazione.
Mi sto sbagliando?
Se è così, non smettere lo stesso.
“Io ti amo…” mi sussurri, ancora le labbra sulle mie.
“Frank…” provo a risponderti, ma mi interrompi, prendendomi il viso tra le mani.
“Scusami se ci ho messo tutto questo tempo…pensavo che la mia fosse un’infatuazione temporanea…ma mi sbagliavo.
Dopo averti lasciata, ho cominciato a sognarti tutte le notti. Non volevi andartene dalla mia testa.
E mi facevi incazzare perché non rispondevi alle mie chiamate.
Così ti pensavo sempre di più.
Poi ieri è successo. Al momento di imbarcarci, ho sentito che non era questo ciò che volevo, così sono corso da te, per riprenderti.
Ma eri in fin di vita…perdonami, è stata tutta colpa mia…”
La tua voce è rotta ogni tanto dai singhiozzi.
No, ti prego.
Sono io quella che piange di solito, non tu.
“Frank..” ti dico, accarezzandoti una guancia “se tu non fossi venuto da me, io probabilmente non sarei qui..”
“Ma questo non sarebbe mai dovuto succedere!” replichi, un po’ arrabbiato “se non ti avessi lasciata, tutto questo…”
“Shhh…” ti fermo, voltandoti il viso per farmi guardare “è tutto finito…e poi sono stata io a cominciare ad usare quella roba, mica mi hai costretta tu!”
Continui a scuotere la testa, non convinto.
“Frank, voglio che tu mi creda. Sono io la responsabile di ciò che ho fatto, e ora è compito mio venirne fuori” dico, cercando di rassicurarti.
“No” mi rispondi, serio “tu non sarai sola, perché ci sarò io ad aiutarti”
“Ma non ce n’è biso..”
“Lo so. Ma io ti amo Gloria, e lo faccio per questo. Ormai non posso più vivere senza di te”
Il cuore mi batte così forte al suono di queste parole.
Due lacrime mi scendono per le guance.
Mi guardi, preoccupato.
“Perché piangi?” mi chiedi, asciugandole con le tue dita.
“Perché sono felice..” sussurro, sorridendo.
Per la prima volta dopo tanto.
“Ma Jamia?” ti chiedo, mordendomi le labbra.
“Jamia ha capito…la situazione non poteva andare avanti così...tra di noi non è finita per causa tua” mi dici, come per rassicurarmi.
Rimaniamo un po’ in silenzio, guardandoci negli occhi.
È troppo tardi, ora.
“Ma io tra pochi giorni parto…” sussurro, triste.
Il tuo sorriso si fa sempre più grande.
Sei felice che me ne vado, Frank?
“No, voi non partite più”
“Come?” ti chiedo, pensando di non aver capito.
“Non partite più. O almeno, non per andare in Italia. La vostra destinazione è cambiata”
Continui ad essere vago, e a me non piace.
Anche se vedo dall’espressione del tuo viso che ti stai divertendo a tenermi sulle spine.
“Insomma, vuoi essere più chiaro per piacere?” ti incalzo, fingendomi arrabbiata.
“Ne abbiamo parlato appena prima che decidessi di correre da te. I Trigger saranno la Guest Band per il nostro tour in Europa”
E me lo dici così?
Con questa disinvoltura?
“Ve che se stai scherzando non è divertente” ti avverto, con il cuore in gola.
“Dopo potrai chiederlo ai tuoi compagni, sono fuori in sala d’attesa”
Ti guardo negli occhi.
Non stai scherzando.
“Oddio!!” esclamo, abbracciandoti.
Tu cominci a ridere, baciandomi tutto il viso.
“Perciò sarà meglio che ti riprendi in fretta, anche perché sennò come farò a sposarti se sei ancora in un lettino d’ospedale?”
Mi fermo, improvvisamente.
Non ho capito.
Sciolgo il nostro abbraccio, guardandoti con la bocca spalancata.
Devo essere buffissima in questo momento.
“C-che hai detto?” balbetto, tremando dalla testa ai piedi.
Mi prendi le mani, e mi guardi nel modo più dolce che io abbia mai visto.
“Gloria” anche tu stai tremando, lo sento.
“Mi vuoi sposare?” dici tutto d’un fiato.
Mi copro la bocca con una mano, per l’emozione.
“M-ma…ci conosciamo da sei mesi…” sussurro, con il viso in fiamme.
“Infatti avrei dovuto chiedertelo molto prima!” scherzi, arrossendo a tua volta.
Vedo gli altri entrare tutti in una volta, inondando la camera.
Ci sono tutti, My Chemical Romance compresi.
Dedo fischia come un deficiente urlando “Oh Frank ce l’hai fatta finalmente!!”
Vedo la Robby tirargli un pugno scherzosamente, dandogli del cretino.
Vicino ad Andre c’è Gerard, che raggiante tiene per mano una ragazza bellissima.
Ha il viso incorniciato da una nuvola di capelli corvini.
Dev’essere Andrea, la sua ragazza.
Lei mi sorride, cominciando ad applaudire imitata subito dagli altri.
Io e te ci guardiamo, letteralmente paonazzi.
Tutte queste cose in una volta mi stanno quasi facendo girare la testa.
Te ne accorgi, così ti avvicini per baciarmi un’altra volta.
E un’altra.
E un’altra ancora.
Ti sorrido, vedendo il tuo volto illuminarsi.
E io non mi sono mai sentita più sicura di così.
“Sì”

FINE
  
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