Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: xX__Eli_Sev__Xx    27/09/2012    4 recensioni
E se nella prima guerra magica Voldemort fosse stato sconfitto? E se Lily e James non fossero morti? E se Lily avesse avuto un'altra sorella oltre alla scorbutica Petunia? E se questa sorella avesse avuto un figlia della stessa età del cugino Harry? Che cosa sarebbe successo se Harry non fosse stato da solo ad affrontare Voldemort? Leggete e lo scoprirete...
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
When you’re gone
 
15
Siamo io e te, sempre
 
James si smaterializzò qualche metro fuori dai cancelli di Hogwarts. Silente lo attendeva sulla soglia. Era l’alba e la rugiada mattutina ricopriva ancora la candida erba dei prati. Il sole riscaldava tutto attorno a sé, illuminando il maestoso Castello ancora addormentato.
- Buongiorno, Albus. È un piacere vederti. - disse l’Auror, avvicinandosi. – Mi hai mandato a chiamare? –
- Sì, James. – rispose il preside. – Devo discutere con te di una cosa. –
- Hai la mia attenzione. -
- Vedi - cominciò il vecchio preside – Tempo fa, avevo promesso a Severus che avrei aiutato Lily a superare questo momento. Come sai sono diventati ricorrenti gli attacchi di dolore. –
- Sì, in due mesi ne ha già avuti cinque. – confermò lui mestamente. – Siamo un po’ preoccupati. –
- La cosa preoccupa anche me, perciò, voglio chiederti un favore. – proseguì. – Voglio che ti entri nella mente di Lily per cercare di capire chi la sta torturando. –
James scosse il capo. – Lo sai che non sono mai stato bravo nella Legilimanzia. –
- Lo so. – affermò Silente. – Ma voglio che sia tu a farlo. Doveva essere Severus, ma ora siete voi i tutori di Lily, perciò sta a voi proteggerla. E mi fido di te. –
James rifletté per qualche minuto. – D’accordo, Albus. – concesse infine. – Lo farò. Se servirà ad aiutarla lo farò. –
- Grazie, James. – Silente sorrise. – Ma fa’ attenzione, la Legilimanzia è molto provante, potresti causare dei danni irreparabili a tua nipote. – lo mise in guardia Silente.
- Sarò prudente. - lo rassicurò lui. – Arrivederci, Albus. –
- Arrivederci, James. –
 
L’Auror si Smaterializzò davanti alla porta di casa. Quando entrò fu sorpreso di vedere che la moglie era seduta al tavolo ad aspettarlo. – Tesoro, cosa voleva Silente? – domandò.
James spiegò alla moglie ciò che il vecchio preside gli aveva chiesto di fare.
Lily sospirò. – E se dovesse andare male? – chiese. – Lily potrebbe anche morire, lo sai vero? –
- Ne sono cosciente, ma è l’unico modo che abbiamo per darle una mano. – affermò il marito. Poi le prese la mano. – Starò attento, tesoro. Non le farei mai del male. –
- Lo so. – replicò lei ricambiando la stretta. – Quando intendi cominciare? –
- Oggi stesso. -
 
Qualche ora dopo l’Auror e sua nipote erano nella stanza dell’uomo, lei seduta su una poltrona e lui su una sedia di fronte a lei. Dopo avergli spiegato ciò che avrebbero dovuto fare, tirò fuori la bacchetta.
- Potrebbe essere doloroso. – spiegò. – Dovrò scavare in profondità. –
Lei annuì. – Se serve a scoprire chi mi sta facendo del male, sopporterò. – rispose.
- Ok, tesoro, sei pronta? - domandò.
Lily fece un respiro profondo, poi annuì.
James si alzò in piedi e sollevò la bacchetta. - Legilimens! -
Ricordi su ricordi affiorarono, cose che la ragazza pensava di aver dimenticato da tempo e che invece erano soltanto nascoste. La morte di suo padre, lo Smistamento a Hogwarts, il primo Natale insieme a Harry, Ron e Hermione, il suo primo bacio, il suo arrivo a casa di Severus, il dolore.
James uscì dalla mente della nipote.
Lily stava respirando affannosamente e rivoli di sudore le rigavano le tempie.
- Stai bene? - le domandò suo zio, avvicinandosi.
- Sì. – rispose lei accennando un sorriso. – Scoperto niente? –
- No, non ancora. - rispose mestamente. – Ce la fai a farlo un’altra volta? – domandò cauto. Non avrebbe voluto forzarla, ma doveva tentare di scavare più a fondo per capire quale fosse la causa degli attacchi.
- Sì. - rispose lei, anche se non sembrava molto sicura.
Lui annuì e sollevò nuovamente la bacchetta. - Legilimens! -
Eccoli di nuovo.
Lo sguardo di Severus la sua prima volta ad Hogwarts, il sorriso di Lupin e il loro abbraccio, la morte di sua madre, le torture che aveva subito a causa dell’uomo-lupo, il momento in cui aveva perdonato Silente, le lacrime della McGranitt. Tutto tornava indietro, riaffiorava e ogni singolo particolare, anche il più piccolo diventava percepibile.
Un vortice risucchiò James.
Lily inspirò profondamente per permettere all’aria di riempirle i polmoni. Gemette portandosi le mani alla fronte e chiudendo gli occhi per regolarizzare il respiro.
James le poggiò una mano sulla spalla. – Per oggi basta, continueremo domani. –
Lily annuì e si alzò dalla poltrona.
 
Nei giorni seguenti le loro sedute di Legilimanzia continuarono.
Lily era sempre più stanca e James sembrava capire ogni volta qualcosa di più, anche se non sembrava fosse riuscito a trovare ciò che realmente stava cercando.
- Hai capito chi è, zio? - domandò lei, una sera durante la cena.
Lui sospirò. – Non ne sono sicuro. – affermò. – Appena saprò qualcosa te lo dirò, d’accordo? –
Lei annuì. – Va bene. –
 
- Avete finito? - domandò Harry, vedendoli entrare in salotto dopo l’ennesima seduta di Legilimanzia.
- Sì. - rispose zio James – Lily, vado da Silente. Ci vediamo dopo. – disse alla moglie.
- Ok, a dopo. - rispose lei.
- Che ne dici se andiamo a fare un giro al parco? - domandò Harry, rivolto alla cugina.
Lei annuì. – Sì. Mi farebbe bene un po’ d’aria. –
- Ciao, mamma, noi andiamo al parco. – Harry salutò la madre e uscì insieme alla cugina. – Papà ti ha detto quello che ha scoperto? – domandò appena uscito dalla porta.
- No, ha detto che mi avrebbe messo al corrente di tutto al momento opportuno. -
Harry annuì.
Quando arrivarono al parco videro che era deserto. Così si sedettero sulle altalene e cominciarono a dondolare.
- Ti manca? - domandò ad un tratto, Harry.
Lei sembrò non capire. – Chi? –
- Piton. – precisò il ragazzo.
- Sì. – ammise Lily. – Ma sto bene con voi. Non fraintendermi. – si affrettò ad aggiungere.
- Lo so. Era una curiosità. – si interruppe – Vi scrivete ogni tanto? –
La giovane scosse il capo, dandosi una spinta coi piedi. – No. Ha detto che non potevamo più avere contatti. – spiegò, ricordando ciò che il professore di Pozioni le aveva detto al cimitero. – E io non gli ho più scritto. Forse semplicemente non mi voleva più perché ero diventata un peso. –
- Non sei un peso, Lily. – asserì – Per quanto mi costi ammetterlo, Piton è una brava persona e so che teneva davvero molto a te. Avrà una buona ragione se ha rinunciato ad essere il tuo tutore. –
- A volte penso che abbia scelto di tenermi con sé solo perché sono simile a mia madre. – disse con un filo si voce. – E quando ha capito che non sono per niente simile a lei ha deciso di lasciarmi. –
Harry si fermò. – Non è così. –
Lily fece spallucce.
- Lily, davvero credi che tenesse a te solo perché somigliavi a zia Marion? – chiese stupito. – È assurdo. – affermò. – Senti, io ho visto come ti guardava. Eri speciale per lui. –
- Eppure non è qui. – sospirò e ad un tratto vide tutto sfocato. Si portò una mano alla fronte e smise di dondolare. La nausea la invase.
- Stai bene? - le domandò il cugino.
- Mi gira la testa. - disse lei guardando il terreno. Ogni cosa attorno a lei vorticava senza fermarsi. Vide tutto nero per qualche secondo e un ansito le sfuggì dalle labbra.
- Vieni, sdraiati. – le consigliò Harry. Poi prese la cugina per un braccio, la sorresse e la fece sdraiare a terra.
L’erba secca di agosto scrosciava sotto la sua schiena, producendo uno strano rumore nel silenzio che li circondava.
Il ragazzo le prese le gambe e le alzò. – Come va? – le chiese dopo un po’.
Lily inspirò profondamente. – Meglio. Grazie, Harry. –
Lui la lasciò andare e la aiutò a mettersi in piedi. – Ce la fai ad arrivare fino a casa? –
- Sì, non preoccuparti. – replicò sorridendo. – È stato solo un calo di zuccheri. –
I due si avviarono verso casa. Arrivati lì, la cena era già pronta. I due si sedettero al tavolo e appena ebbero finito di mangiare corsero nelle loro camere. Andarono a letto che erano solo le nove. Lily era davvero stanca, forse era la Legilimanzia, ma non era mai stata così stanca in vita sua.
 
Lily era sdraiata sull’erba nel parco di Godric’s Hollow – come sempre completamente vuoto – e si stava godendo i caldi raggi di sole, guadando il cielo azzurro sopra di lei. Sua zia era andata a trovare Molly Weasley e James era al lavoro, dove Harry aveva accettato di seguirlo per tenergli compagnia. Lily non aveva voluto andare con loro, preferendo rimanere a casa a riposare dopo un intero anno scolastico passato a studiare.
Il quarto anno era passato velocemente ed era stato incredibile quanto gli altri. Quell’anno a Hogwarts si era svolto il torneo Tre Maghi. A vincere era stato Cedric Diggory, Tassorosso che al suo ultimo anno e aveva deciso di partecipare per dare lustro e onore alla sua Casa. Con la fine del torneo erano arrivati gli esami e poi le vacanze, che Lily avrebbe voluto godersi fino all’ultimo per poter essere pronta per il quanto anno, l’anno dei G.U.F.O..
Qualcuno si fermò di fronte a lei e la sua ombra venne proiettata sull’erba proprio dove era sdraiata la ragazza. – Ehi, bellissima. –
Lily si mise seduta per capire chi fosse e quando incontrò lo sguardo di Remus Lupin sorrise. – Ciao. –
L’uomo ricambiò dolcemente il sorriso. – Cosa fai lì? –
- Mi godo le vacanze, professore. – rispose. – E tu cosa fai qui, nel parco di un quartiere deserto? – chiese tornando a sdraiarsi sull’erba.
- Ero passato al Ministero per parlare con James e mi ha detto che eri a casa da sola. – spiegò. – Così, immaginando che fossi venuta qui, ho pensato che magari ti avrebbe fatto piacere avere un po’ di compagnia. Anche se il fatto che Harry fosse con suo padre, Lily dai Weasley e tu qui tutta sola mi ha suggerito che volessi davvero stare sola. –
La Grifondoro sorrise. – Sì, volevo prendermi una pausa da tutti. – ammise. – Ma sono felice di vederti. Mi fa sempre piacere la compagnia del mio Lupo Mannaro preferito. –
Lupin si sdraiò accanto a lei sull’erba e inclinò il capo per guardarla negli occhi. – Ne conosci molti? –
Lily rise. – No. Ma se ne conoscessi tu saresti il mio preferito. – disse intrecciando le sue dita a quelle del Mannaro. – Il fatto che tu lo sia già dovrebbe farti sentire onorato. –
- Sono molto onorato. – replicò lui.
Lily lo osservò meglio e cambiò espressione. – Quelle cicatrici sono nuove? – domandò preoccupata, indicando il volto del suo ex-professore. Non lo vedeva dalle vacanze di Natale e a parte le lettere che si erano scambiati, non avevano avuto modo di incontrarsi.
- Sì. – confermò lui, passando le dita sul volto, accarezzando i segni dell’ultima trasformazione. – Sirius ha ripreso a tenermi compagnia durante la Luna Piena e… –
La ragazza rise, scuotendo il capo. – E ovviamente non avete potuto fare a meno di comportarvi come bambini. –
- In nome dei vecchi tempi. –
- Oh, certo. – replicò Lily. – I Malandrini. –
Remus rise e prese a giocherellare con la sua mano. – Mi sei mancata. –
- Anche tu mi sei mancato. – concluse volgendo il capo verso di lui e incontrando i suoi occhi.
Poi si spostò più vicina a lui e poggiò il capo sul suo petto, circondandogli il petto con un braccio e lasciandosi stringere. Gli accarezzò il petto e si soffermò per un momento sul suo cuore, che gli stava galoppando nel petto.
- La Luna Piena si avvicina. – sussurrò. E non era una domanda ma una constatazione.
Remus aggrottò le sopracciglia. – Come lo sai? –
- Il tuo cuore. – rispose. – Batte più forte quando sta per arrivare la Luna. –
- Nessuno se n’era mai accorto. –
Lily sorrise. – Sono un’acuta osservatrice. –
Dopo un momento di silenzio, Lupin parlò ancora. – Continui a non avere paura di me? –
Lily chiuse gli occhi e sospirò. – Remus... –
L’uomo si puntellò su un gomito per osservarla. – Sono pericoloso, Lily. Soprattutto quando la Luna si avvicina. – fece notare. – Potrei farti del male. –
- Eppure eccoti qui. – fece notare lei, mettendosi nella stessa posizione, per sostenere il suo sguardo. – Sei qui, nonostante questa consapevolezza. –
- Devo essere completamente pazzo. –
Lily sorrise. – No, non lo sei. – replicò. – E poi sai che mi fido di te. –
- La fiducia a volte non basta. –
- A me sì. –
Remus sospirò.
- Davvero pensi di essere pericoloso? – domandò la ragazza.
- Sì. – mormorò lui.
Lily sospirò, come poteva convincerlo del contrario? Alla fine optò per il metodo “Malandrini”. Sorrise e gli gettò le braccia al collo facendolo rotolare sull’erba. Lei si ritrovò sdraiata sulla schiena, sotto Lupin. – Lei non mi sembra per niente pericoloso, professore. – ridacchiò accarezzandogli il volto.
- Lei mi sottovaluta, signorina Evans. – ribatté il Mannaro.
- Io non avrò mai paura di te, Remus. – concluse la Grifondoro. Lui la abbracciò nuovamente e lei affondò il capo nell’incavo del suo collo. – Mai, te lo prometto. –
 
- Rieccoci qui. – Harry stava spingendo il suo carrello attraverso la stazione di King’s Cross. – Quinto anno ad Hogwarts, ma ci credi? – chiese alla cugina, che camminava accanto a lui spingendo il suo carrello.
Lily sorrise. La stazione pullulava di Babbani e senza farsi vedere i Potter e Lily attraversarono il pilastro diretto al binario 93\4 . Raggiunsero il binario parallelo a quello Babbano, dove l’Espresso per Hogwarts sbuffava, impaziente di partire alla volta della scuola.
Appena entrati si trovarono davanti la famiglia Malfoy.
- Ciao, Draco. - lo salutò Lily con un sorriso.
- Ehi, Lily! - lui le andò incontro e la abbracciò. – Come stai? –
Lei sorrise. – Io sto bene e tu? –
Mentre stava per risponderle, Draco venne interrotto.
- Draco! - lo richiamò suo padre. – Vieni qui. – la sua voce calma e roca risuonò nella stazione.
- Scusa. - sussurrò il ragazzo e si allontanò.
- Sempre i soliti, i Malfoy. - constatò James osservandoli allontanandosi.
Lily fece spallucce.
- Bene, ragazzi, buon anno scolastico.– disse zia Lily abbracciando suo figlio e poi la nipote. – Ci rivediamo a Natale. –
Il marito abbracciò entrambi, scoccando alla nipote un bacio sulla fronte.
Saliti sul treno, i due li salutarono dal finestrino.
Poco dopo Ron e Hermione li raggiunsero nello scompartimento.
- Ehi, ragazzi. - li salutò Ron. – Come va? –
- Avete sentito? - domandò Hermione sedendosi accanto a Lily.
- Cosa? - domandò di rimando l’amica.
- Si dice che i Mangiamorte si siano impadroniti del Ministero. – rispose lei mostrandole la Gazzetta del Profeta.
- Si dice. - precisò Ron, con sospetto.
- Be’, ci sono state delle rivolte. – ribatté la riccia. – In tutta l’Inghilterra si sa ormai. Si dice che il Signore Oscuro stia risorgendo. – affermò Hermione.
- E da cosa? - domandò Harry. - Dal mucchietto di ossa che ne rimane? -
- No, si dice che molte altre persone siano diventati Mangiamorte e stiano aiutando i più vecchi a riportarlo indietro. – spiegò la ragazza.
- Be’, finché ci saranno gli Auror non c’è niente da temere, comunque. – li rassicurò Lily.
- Speriamo. - concluse Hermione.
 
Dopo varie ore arrivarono a Hogwarts. Lo Smistamento avvenne come tutti gli anni. Quando fu ora di andare a dormire, Lily ricevette un gufo.
 
Cara Lily,
Desidero vederti nel mio ufficio, appena finito il banchetto.
Albus Silente
 
La ragazza posò la lettera sul comodino e uscì dal dormitorio senza nemmeno preoccuparsi di avvertire le compagne, che erano già sprofondate nel sonno da quasi un’ora. Dopo aver attraversato il Castello, arrivò davanti all’ufficio del Preside.
Bussò.
- Avanti. – disse la voce del preside dall’interno.
Silente stava seduto dietro la scrivania. L’ufficio era illuminato dalle candele che fluttuavano nell’aria, intorno a loro. Fanny era appollaiata sul suo trespolo e quando vide la ragazza avanzare emise un verso sommesso.
- Bentornata, Lily. – la salutò. – Spero tu abbia passato buone vacanze. –
- Buonasera, signore. – ricambiò. – Sì, ho passato buone vacanze, la ringrazio. Lei come sta? – chiese.
Lui sorrise. – Bene, ti ringrazio, mia cara. – si schiarì la voce. – Questa sera ti ho convocata qui per parlare del tuo tutore. –
Lily deglutì a vuoto e puntò lo sguardo alle spalle del preside. Severus Piton era in piedi e la stava osservando attentamente.
- Severus ha acconsentito a tornare ad essere tuo tutore. – la informò Silente. – Sarebbe felice di tornare a prendersi cura di te. –
- E si aspetta che io lo voglia? – chiese lei, bruscamente.
Silente aggrottò le sopracciglia. – Avevi detto che avresti voluto rimanere con lui. –
- Sì, l’avevo detto. – confermò. – Ma ho cambiato idea. – disse pensando a ciò che lui le aveva detto due estati prima e al fatto che l’avesse lasciata.
- Perché no, Lily? - domandò il preside.
- Perché sono stufa di essere abbandonata. – rispose. – Ho perso mia madre, poi sono stata abbandonata da lui senza alcuna ragione. Sono stanca di soffrire e di essere gettata via come un giocattolo rotto. –
Silente le sorrise dolcemente. – Lui non ti lascerà più, posso assicurartelo. –
Piton continuava a rimanere in silenzio.
- Certo. - sbottò ancora lei. – E si aspetta che io gli creda? –
- Lui ti vuole con lui. -
Lily scosse la testa. – Non ci ha pensato due volte ad abbandonarmi. – affermò. – Adesso sono io a non... –
- Gliel’ho chiesto io. – la interruppe il preside.
- Cosa? - chiese Lily, stupita.
- Gli ho chiesto io di abbandonare il suo ruolo di tutore. – ripeté. – Scusami, bambina mia, ma era necessario. –
Nonostante le parole dell’uomo l’attenzione di Lily era tutta per Severus. – Perché non me l’hai detto? – gli domandò in un sussurro.
- Non potevo. - fu la risposta di Severus.
- Come, “non potevi”? – domandò lei, sempre più confusa.
- Stava eseguendo miei ordini. – intervenne Silente. – Quella sera, quando sei andata da lui e gli hai raccontato del Molliccio, Severus me lo ha riferito. Quindi gli ho chiesto di fare una cosa per me. – si zittì e dopo un momento riprese. – Gli chiesi di infiltrarsi nuovamente tra i Mangiamorte. –
- Cosa? - sbottò la ragazza. – Perché? – sapeva quanto Severus avesse sofferto negli anni della guerra, sapeva cosa aveva passato. Perché Silente gli aveva chiesto di tornare tra i Mangiamorte, sapendo che avrebbe significato soffrire ancora?
- Perché avremmo potuto capire meglio le loro intenzioni e i loro piani e soprattutto capire perché quel Mangiamorte ha ucciso tua madre. – spiegò.
Lily ascoltava sconvolta. – E avete scoperto il perché? – domandò.
- Non ancora. – ribatté Silente. – Per questo ti ho convocata qui questa sera. –
Lily non capiva. Non avrebbero fatto altra Legilimanzia, sperava. Non ce l’avrebbe fatta. Nell’ultimo periodo era svenuta così tante volte da averne perso il conto, per non parlare degli attacchi di dolore, che erano aumentati esponenzialmente.
- Ed è per questo che ho convocato anche te, Severus. – proseguì Albus. – Però prima devo sapere se tu vuoi tornare con il tuo padrino. –
Piton si era avvicinato a Lily, così da poter guardare il preside negli occhi.
- Quindi non mi hai mai voluto abbandonare. – disse lei rivolta a Severus, cercando i suoi occhi. La speranza le illuminò gli occhi e le scaldò il cuore.
- Mai. - rispose Severus.
- Ho avuto paura che non mi volessi più. – spiegò lei respingendo le lacrime che minacciavano di rigarle le guance. – Credevo che mi odiassi. –
L’espressione del professore si addolcì. – No, questo non accadrà mai, Lils. – sussurrò avvicinandosi ancora. – Non ti odierò mai. –
Lily sorrise e lo abbracciò di slancio.
Lui la stinse forte a sé, sollevandola leggermente da terra. Le accarezzò i capelli e inspirò il suo profumo dolce. – Siamo io e te, sempre. – promise.
Silente sorrise. – Lo prendo come un sì? – chiese.
- Certo. – disse la ragazza. Non era mai stata così felice in vita sua. Sciolse la stretta e intrecciò le sue dita a quelle di Severus.
- Ora, Lily, passiamo alle cose importanti. – esordì nuovamente il preside. – Ora che sei nuovamente con Severus, ti chiederò un grosso favore. È un compito molto duro, riflettici bene prima di rispondere. –
Lei annuì e attese.
- Noi, qui ad Hogwarts e nell’Ordine della Fenice, abbiamo bisogno di spie. Spie che ci tengano informati e che ci aggiornino sui piani dei Mangiamorte. – spiegò. – Dato che il tuo padrino fa il doppio gioco fingendosi una spia, vorrei che tu ti unissi a lui. In questo modo saresti al sicuro e lo sarebbe anche lui. Sareste entrambi molto utili all’Ordine. –
Piton cambiò espressione. – Cosa?! – esclamò – No, Albus! Assolutamente no. – intervenne ringhiando e avanzando verso la scrivania. – Non puoi rovinarle la vita solo per... –
- La scelta è sua, Severus. – spiegò il Preside, interrompendolo.
- La stai condannando a morte! –
Lily intanto rifletteva.
- Lily, tutto questo non è un capriccio. – disse Albus – Sospetto, anzi, sono quasi certo, che l’Oscuro Signore stia per tornare. Se così fosse, tuo cugino Harry sarebbe in grave pericolo, per via della profezia. Tu potresti proteggerlo infiltrandoti nelle linee nemiche. –
- Basta, Albus! – ringhiò il pozionista. – È soltanto una bambina! – la difese.
- Severus, aspetta. – lo interruppe lei – Il professor Silente ha ragione, la scelta è mia. E non sono più una bambina, sono cresciuta e se l’Oscuro Signore tornerà voglio poter proteggere le persone a cui voglio bene. E soprattutto Harry. – disse risoluta.
- Lils, ti rendi conto che potresti morire in questa missione? - domandò Piton prendendola per le spalle. – I Mangiamorte ti tortureranno e ti uccideranno se dovessero scoprire che in realtà lavori per l’Ordine. E ciò che ti faranno fare, ciò che dovrai vedere, ti segnerà per sempre. –
Lily vide un profondo dolore negli occhi del padrino, probabilmente al ricordo di ciò che aveva dovuto subire a causa dei Mangiamorte negli anni passati.  
- Lo so, Sev, ma se voglio starti vicino, devo farlo. – concluse. – E voglio proteggere le persone a cui voglio bene. Voglio far parte di questa cosa e rendermi utile. Non posso stare a guardare mentre Voldemort risorge e distrugge tutto ciò a cui tengo. –
Piton sospirò e annuì.
- Naturalmente nessuno dei tuoi amici lo saprà fino a momento debito. – aggiunse Silente. – Mentre per gli altri Mangiamorte risulterai una spia infiltrata nell’Ordine, proprio come Severus. –
- D’accordo. – affermò lei. – Diventerò una Mangiamorte. –
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
Ciao a tutti! Scusate l'enorme, gigantesco, super ritardo! Ho avuto poco tempo per pubblicare, ultimamente! Comunque, ecco il quindicesimo capitolo! Spero vi piaccia! La storia comincia a scorrere un po' più in fretta, altrimenti diventa ETERNA! Una bacio, Eli_147
[Revisionato il 17/08/2014]
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: xX__Eli_Sev__Xx