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Autore: verichan    27/09/2012    2 recensioni
Fu una cosa piuttosto veloce: il giorno prima completava il suo Tormento, il giorno dopo lasciava il Circolo.
Ma partiamo dal principio.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si svegliò che il banchetto era vicino. Si concesse uno stiracchiamento pigro e salutare e poi, con tutta la calma del mondo, scostò le coperte e si levò. Si scrutò allo specchio: non aveva un brutto aspetto per uno che aveva dormito solo... quattro ore? Come si calcolavano le ore laggiù? Bah. Nonostante desiderasse oziare ancora un po', ci rinunciò subito, non era mai riuscito a prendere sonno di giorno, nemmeno in una città incastrata sottoterra.

Si sentiva comunque abbastanza riposato, e affamato, perciò si diede una spazzolata ai capelli legandoli nella solita coda alta e si vestì. Dovevano essere passati i servitori perché gli acquisti di ieri lo aspettavano ordinatamente sul piano della massiccia cassettiera con accanto un soprabito blu scuro dall'orlatura argentata, mentre i suoi sporchi abiti da paesano erano stati lavati a dovere (era toccante la cura spesa per indumenti di così poco valore soltanto perché appartenevano a lui), sebbene alcune macchie di sangue fossero leggermente visibili. Pazienza, il soprabito avrebbe coperto il peggio.

Era certo che fosse un altro regalo di Bhelen, non riusciva a pensare ad altri. Cominciava seriamente a sospettare che il colpevole fosse lui, troppe carinerie, tuttavia gli sfuggivano le sue ragioni: era già figlio del re, quanto in alto sperava di arrivare? Il re dei nani era scelto in un'assemblea e considerando che gli Aeducan governavano da generazioni, era scontato toccasse a uno dei figli di Endrin ottenere il titolo dopo di lui; le grosse spine nel fianco erano Trian e Sereda, personalità di spicco, a sentire le voci colme d'ammirazione e rispetto, e salvare un quasi-Custode Grigio, una misera recluta, non gli sarebbe servito a granché. Mh, magari quello che per lui non era chiaro per i nani era ovvio.

“Beh, sono vivo e ragionevolmente ricco, mi accontenterò.”

Cavolo se si accontentava! Tra non molto avrebbe lasciato quel postaccio e riabbracciato la sana luce solare, non vedeva l'ora. Si chiese se anche da Custode Grigio la sua vita sarebbe rimasta su questi ritmi avventurosi e remunerativi, però non volle crearsi false aspettative.

Prese tutte le sue cose, controllando la presenza dei documenti del Carta (si sa mai che i servitori avessero allungato le mani), ed uscì dalla stanza per posare il tutto nella sua. Si fece indicare la direzione del banchetto e nella sala antecedente la sua destinazione incontrò la principessa Sereda e il suo compagno. Le sorrise educatamente salutandola con un inchino e lei fece altrettanto.

«Principessa Sereda.»

«Ser Elmer. Siete riuscito a riposare?»

«Sì, ho dormito benissimo, Altezza, e il bagno è stato divino. Vorrei averne sempre uno a portata di mano.»

«Mi fa piacere.» rispose osservandolo dalla testa ai piedi. «Vedo che avete fatto spese.»

«Sono tutti regali di vostro fratello, il principe Bhelen; il suo altruismo è encomiabile. Al mio risveglio ho trovato perfino questo bellissimo soprabito, un altro suo dono, senza dubbio.»

«Allora non vi offenderete se anche io ho pensato a voi questa mattina.»

Non gli parve ci fosse malizia, eppure c'era qualcosa di accattivante nella sua voce. Che fosse una sua impressione?

«Mio padre ha permesso ai mercanti di occupare il Distretto dei Diamanti in onore del mio incarico, e quando ho visto questo, subito mi ha rammentato i vostri occhi.»

“Ci sta provando?” valutò diffidente.

La donna si fece passare dal suo subalterno un sacchetto da cui scivolò fuori una piccola custodia. Ringraziandola, lo aprì, scoprendo una collana d'argento con un ciondolo d'ametista di forma rettangolare, lungo quanto il palmo della sua mano, e impreziosito da sottili e particolareggiati ornamenti serpentini anch'essi d'argento. Era semplice e non troppo appariscente; peccato per i serpenti, avrebbe preferito dei volatili.

«Vostra Altezza... Vi ringrazio, è bellissimo.» disse a corto di parole sotto lo sguardo compiaciuto della principessa.

Non aveva mai pronunciato così tanti grazie come in quei due giorni, quasi si vergognava a ripetere le stesse cose, lui che con le parole ci sapeva fare.

«Non dite niente, Custode, accettate e basta. Lady Aeducan non è solita fare regali a chiunque.» intervenne il nano.

“Non mi dire...”

Perché aveva l'impressione di essere finito in una gara di cortesia tra i due fratelli? Sperò vivamente di non dover ricambiare con favori sessuali, come più o meno si usava nel Circolo; fisicamente non si sentiva attratto dai nani in generale e non credeva che i suoi gusti potessero in qualche modo cambiare, neanche per regali dalle cifre esorbitanti.

«Allora accetto con gratitudine. È un magnifico dono, vi ringrazio di nuovo, mia signora, e ser...?»

«Ser Gorim Saelac, della casta dei guerrieri, mio fidato amico e secondo.» presentò con orgoglio lady Sereda.

«Altezza, mi fate arrossire.» scherzò l'interessato.

Elmer indossò l'ennesimo regalo e insieme entrarono: il re stava svolgendo politica seduto sul suo trono, vari nobili chiacchieravano in piedi; il banchetto non era ancora iniziato. Prima che la principessa potesse ingabbiarlo in una conversazione più impegnativa, il mago si diresse dritto sparato verso Duncan che sorseggiava vino scambiando educate battute a chiunque gli rivolgesse la parola, stando però accuratamente in disparte.

«Duncan.»

«Elmer. Vedo che il favore dei nostri ospiti non ti è indifferente.» notò con la disapprovazione spenta di uno che ormai ci aveva rinunciato.

«Quando mi svelerai il segreto di come dire “no” a teste coronate dall'ascia facile ti prego di condividere con me tale conoscenza. Credo mi abbiano preso di mira perché sono giovane e pensano sia manipolabile. A te ascoltano quando rifiuti, con me insistono col rischio di farmi fare la figura dell'ospite maleducato.»

«Lo so ma non abbassare la guardia: è imprudente accettare favori dalle casate nobili, sono tutti in competizione per la gloria, l'onore e il peso sociale. Sii cauto.» Bevve un sorso dal bicchiere. «Ottimo vino. Che mi dici della scorsa notte?»

«Dico che te ne parlerò volentieri appena raggiungeremo la tranquillità dei nostri amabili alloggi.» Duncan colse al volo il motivo di quella richiesta e annuì senza mostrare particolari emozioni a riguardo.

«Tu invece cosa hai scoperto sui trattati?»

«Ho trovato la mappa per i trattati nelle Selve Korcari, ma ho anche scoperto che è possibile siano rimasti documenti interessanti in un thaig non molto lontano.»

«Nelle Vie Profonde?»

«Sì.»

«Solo tu e io?»

«Non è la nostra missione.» lo rassicurò divertito vedendolo sbiancare. «Domani ci uniremo agli uomini del re: ci accompagneranno per un tratto, assistendoci nello sgomberare la via, poi continueremo da soli, verso Ostagar. Questi documenti hanno aspettato centinaia di anni per essere scoperti, sono certo che non gli dispiacerà attendere un altro po'. Re Endrin mi ha promesso che li conserverà fino al nostro ritorno, nel caso li trovasse.»

«Ci saranno molti prole oscura, nonostante il Flagello?»

«Il grosso della Prole Oscura sarà in superficie, e non ingaggeremo uno scontro diretto a meno che non sia necessario. Ci limiteremo ad aggirarli, poi usciremo dalle Vie.»

«Da dove?»

«Ci sono passaggi dimenticati da tutti tranne che dai Custodi Grigi; abbiamo le nostre mappe.»

«Intrigante.» lo prese in giro con un malizioso movimento di sopracciglia, ed entrambi risero.

Non poterono aggiungere altro poiché i principi Trian e Bhelen si avvicinarono. Il primo voleva porre qualche domanda riguardo la sua scomparsa nascondendo malamente il fatto che non credeva che il mago mingherlino potesse essersela cavata da solo, il secondo cercava di riparare le frasi troppo insinuanti del fratello e lodava la recluta per come gli stavano bene gli acquisti, rimanendo per un attimo silenzioso dopo aver appreso la provenienza del gioiello di buon gusto. Gara di cortesia, l'aveva detto lui. E quando si diceva “parli del diavolo”, ecco lady Aeducan fare la sua apparizione affiancata dall'inseparabile Gorim. Elmer e Duncan si scambiarono un'occhiata.

Il primogenito la accolse aspramente, Gorim la difese, Trian lo rimbeccò, Sereda difese il suo secondo e Bhelen provò a placare gli animi. Grazie al Creatore il re batté le mani per richiamare l'attenzione: si complimentò con la figlia per il suo primo incarico ufficiale di comandante e informò che domani nelle Vie Profonde i Custodi Grigi li avrebbero onorati della loro compagnia, al che i due uomini in questione fecero un inchino e Duncan ribadì che l'onore era loro, infine si diede il via al pranzo ben preparato tra cori di apprezzamento.

Il moro si sedette accanto a Duncan e gli rimase incollato per evitare i tre fratelli. La principessa Sereda aveva perfino tentato di sedersi accanto a lui ma con un'abile mossa il mago convinse ser Gorim ad occupare il posto con la scusa di conoscere maggiormente la casta dei guerrieri e le Prove; sfortunatamente la donna gli strappò un sì con l'improvviso invito di sedere con lei e l'amico fidato alle Prove di quel giorno speciale. Alla sua destra Duncan non riuscì a trattenere un sogghigno ed Elmer resistette a malapena dall'ardire di spedirgli una gomitata tra le costole.

Quando il banchetto e il breve discorso del re terminarono, Duncan fu trattenuto da un membro dell'Assemblea mentre Elmer fu trascinato all'arena dalla famiglia Aeducan, sedendo vicino a Sereda per osservare genuinamente rapito i duelli che avevano luogo nel grande campo sottostante, affascinato dal fragore della folla e dalla magnificenza dell'intera costruzione. Se lo scontro tra Numi e Faren era stato eccitante, questi erano magnifici. Lady Sereda fu di piacevole compagnia, mai invadente né insistente, e con gentile garbo interpretava al meglio il ruolo di ospite perfetta. L'unica cosa che lo lasciava infastidito era il gran numero di volte in cui si voltava ad osservarlo e chiedergli se gradiva questo o quello.

«Gradite le Prove, Custode?»

«Moltissimo, Vostra Maestà. Sono ben lungi dal definirmi un esperto, ma sono più che certo che aldilà di Orzammar ci siano pochi combattenti in grado di eguagliare l'abilità della casta dei guerrieri.»

Il re fu molto contento della risposta e perfino quel rompiballe di Trian sembrò soddisfatto.

«Quella, Custode, è una delle Sorelle Silenti, l'ordine di donne guerriere del popolo nanico.» lo informò Bhelen all'entrata in scena dei nuovi competitori.

«Perdonate la mia ignoranza, Altezza: perché non ha armi con sé?»

«Le Sorelle Silenti combattono a mani nude.» si intromise Sereda con innocente candore. «La lingua viene loro tagliata nel momento in cui scelgono la strada della sorellanza, in memoria della fondatrice, il Campione Astyth la Grigia, un'appartenente alla casta dei guerrieri che dimostrò che le donne erano all'altezza degli uomini in battaglia.»

Trovandosi disgraziatamente intrappolato tra Bhelen e Sereda poté percepire la tensione tra i due. Desiderò che Duncan fosse lì.

«Vi interesserà sapere che alcune Sorelle sono entrate nei ranghi dei Custodi Grigi, e che hanno portato lustro sia ai nani sia al vostro ordine.» tornò alla carica il fratello minore.

«Meraviglioso.»

«Il suo compagno è Seweryn, il più giovane guerriero ad aver vinto le Prove. Oggi dovrà difendere la sua posizione.» riguadagnò terreno la nana. «Quelli laggiù sono Myaja e Lucjan, temibili avversari.»

«Esiste una singolare curiosità su questa coppia.» proseguì Bhelen. «Dovete sapere che i due sono fratelli gemelli, e insistono nel compiere ogni azione come un'unica entità. Myaja una volta mi disse che la Pietra donò loro una sola anima in due corpi.»

«Oh, interessante.» commentò Elmer chiedendosi, per nulla sconvolto, se i due facessero proprio “tutto” insieme. «Quali sono le regole?»

«Le regole delle Prove sono piuttosto semplici, Custode.» intervenne Trian cogliendoli di sorpresa. «Ogni scontro può essere diverso: combattimento singolo, in squadra, a mani nude, armati o con un particolare tipo di arma; si viene informati appena prima dello svolgimento. Si vince rimanendo vivi. Le Prove sono un'arte sacra e antica, gli Antenati esprimono la loro volontà attraverso di esse, per questo motivo le diatribe tra nobili vengono risolte nell'arena.»

«Capisco. Sconfitta e vittoria determinano chi ha torto o ragione.»

«Esatto. In superficie invece avete altri metodi, mi dicono.»

«Ne so quanto voi, principe Trian. Fino a dieci giorni fa ero rinchiuso in una torre.»

«Il Circolo dei Maghi, suppongo.»

«Sì. Un luogo abbastanza noioso. Orzammar al contrario è piena di vita; spero di trovare altrettanto spirito nel resto del Thedas.»

“Chi è il miglior leccaculo tra le tribune oggi? Il sottoscritto.” si compiacque con tanto di risata malvagia.

Fu così che Trian Aeducan, contrariamente alle aspettative, lo intrattenne con la storia delle Prove, dei Campioni, degli Antenati e della famiglia reale, salvando il moro dalle grinfie dei fratelli minori che non osarono rubare la scena per non creare animate discussioni con la testa calda. Duncan li raggiunse di lì a poco e insieme si godettero lo spettacolo.

Quando tornarono a palazzo consumarono l'abbondante cena e si defilarono prima che chicchessia potesse attirarli in una conversazione. Finalmente il Comandante avrebbe saputo cosa gli era accaduto; avrebbe approvato o disapprovato? Mentre si dirigevano nella sua stanza, con sua grande sorpresa gli occhi gli caddero su Rica che stava entrando dalla porta principale. Lei lo notò e, altrettanto stupita, lo salutò.

«La conosci?» fece Duncan.

«Sì. Torno subito.» disse andandole incontro. «Rica! Che piacere rivedervi.» accolse con un inchino.

«Ser Elmer! Vi prego, non siate formale, non dopo l'immenso aiuto che avete reso alla mia famiglia.» rispose lei invitandolo in un abbraccio a cui Elmer non si sottrasse. «Posso chiedervi cosa fate qui? È l'ultimo luogo dove mi aspettavo che foste.»

«A questo punto è superfluo ammettere di aver tralasciato dettagli su me stesso. La verità è che appartengo all'ordine dei Custodi Grigi, mi trovo ospite qui a palazzo insieme al mio Comandante.»

«Un Custode Grigio? Ma è... è incredibile!»

«Niente di speciale. Sono soltanto una recluta, per ora.»

«Vorrà dire che una volta Custode compirete imprese ancora più clamorose. Sono infinitamente grata agli Antenati per avermi messo sulla vostra strada. Siete la mia fortuna.»

«Mia signora, esagerate. Voi suppongo siate venuta a riallacciare i rapporti con il vostro patrono.»

«Sì. Mi auguro questi giorni d'assenza non l'abbiano sconfortato.»

«Assolutamente sì: come può non deprimersi senza avere vicino la vostra incantevole persona? Vedrete che sarà colmo di gioia.»

«Ser Elmer, smettetela, mi mettete in imbarazzo.» rise.

«Vostro fratello invece come sta? E il suo amico?» domandò tralasciando per sicurezza i loro nomi.

«L'amico sta traendo profitto dalla caduta del Carta; è un uomo pieno di talenti.» disse con affetto. «Mio fratello rimane lontano dagli occhi della gente, il suo volto è pericolosamente noto, soprattutto nel Distretto della Polvere, e chiunque per una manciata di monete farebbe la spia alle guardie.» sospirò infelice.

«Sono certo che troverete una soluzione. Ma non voglio trattenervi, Rica. Lasciate solo che vi abbracci un'ultima volta; domani io e il Comandante torneremo in superficie attraverso le Vie Profonde e non ho idea se avrò occasione di rincontrarvi.»

Si riabbracciarono e il moro notò che la nana aveva un'espressione corrugata. Le chiese cosa avesse e lei parve sul punto di dirglielo ma poi ci ripensò.

Camminò al fianco di Duncan fino ai suoi alloggi dove, al riparo da orecchie indiscrete, il mago raccontò i movimentati eventi. Il Custode non parve disapprovare enormemente ma lo redarguì per le sue azioni avventate; affrontare un'intera organizzazione per degli estranei peccava di buon senso, specie se il Carta, ristabilitosi, avesse deciso di vendicarsi. L'ordine era neutrale nelle questioni che non riguardavano Prole Oscura e Flagelli.

«Promettimi che presterai maggiore attenzione nelle tue scelte. I Custodi Grigi non possono permettersi di interferire negli affari altrui, si potrebbero generare conseguenze indesiderate che metterebbero a repentaglio la nostra missione.»

«Farò del mio meglio.»

«Hai compiuto una buona azione,» concesse, «ma cerca sempre di considerare l'impatto che le tue decisioni avranno su di noi. Siamo in una posizione delicata, l'ordine è stato riammesso nel Ferelden soltanto da poco più di due decenni, sono in molti a non tollerare una congregazione che si ritiene abbia ormai fatto il suo tempo.»

«Per esempio?»

«Avrai certamente sentito parlare di teyrn Loghain Mac Tir.» sospirò il Custode, pronto ad un argomento spiacevole.

«Tutti i recenti libri di storia ne parlano. Quand'ero piccolo i vecchi del villaggio narravano le sue gesta: l'eroe del fiume Dane, abile stratega e fedele consigliere di re Maric Theirin e ora del figlio, re Cailan, il quale ha sposato Anora, sua figlia.»

«Saprai anche del suo amore per gli orlesiani.»

«Leggendario.»

«Siccome io e circa metà dell'ordine fereldano siamo orlesiani, è dell'impressione che la nostra presenza sia una mossa dell'imperatrice Celene per riconquistare la nazione.»

«Non mi intendo di politica ma i Custodi Grigi sono neutrali e qui non mi pare abbiano alcun peso sociale, la sua è un'ipotesi azzardata. Conosco i fatti avvenuti duecento anni fa, tra la Comandante dei Grigi Sophia Dryden e re Arland, ma converrai con me che le circostanze furono... eccezionali.»

«Infatti, tuttavia Loghain ha una sua visione dell'insieme. La simpatia che ci dimostra il giovane re non depone a nostro favore, credo sospetti sia nostra intenzione influenzarlo.»

«Paranoico?»

«Leggermente.» scherzò l'uomo con il solito mezzo sorriso. «Ti lascio al tuo riposo, le prossime saranno giornate impegnative. Per quanto concerne i documenti del Carta, li esamineremo ad un momento opportuno; conservali, potrebbero rivelarsi vantaggiosi.»

«D'accordo. Buonanotte, Duncan.»

«Buonanotte, Elmer.»

Non aspettò il momento opportuno. Accese la lanterna incantata sul comodino (i nobili nani si trattavano bene) e sfogliò le note. C'erano contratti siglati da iniziali di chissà quali nomi o soprannomi, merci consistenti in prelibatezze di materiali, di cibo e bevande e di schiavi, vendita di armi normali e incantate, lyrium in grandi quantità presso... la Torre del Circolo? Questa se la marchiò a fuoco nella memoria. C'erano istruzioni e consensi per assassinii, le vittime e i luoghi dei delitti nominati per nomi veri o in codice; alcuni fogli erano completamente indecifrabili.

Non era in grado di sfruttare adeguatamente queste informazioni, a parte forse segnalarle alle autorità competenti e guadagnare una buona reputazione per i Custodi Grigi. Decidendo che Duncan avrebbe saputo cosa farne, andò a dormire.




Note dell'autore:
Spero si noti quel sentore oleoso/burroso nelle frasi di Elmer: si capisce che è bravo a fare il lecchino? Spero proprio di sì XD
Finalmente ho un po' di tempo, oggi vorrei anche leggere un capitolo o due delle storie che seguo e magari pubblicarne un altro di Elmer ^^
Vi lascio senza fare promesse, a presto!
  
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