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Autore: Meboom    27/09/2012    5 recensioni
Coppie principali: EunHae/KangTeuk/HanChul/YeWook - coppie minori: KyuMin/ Ricsyung e altre a sorpresa!
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Una longfic che inizia da un periodo in cui i personaggi frequentano le
superiori e chissà, magari cresceremo con loro fino a vederli maturare.
E devo aggiungere, i commenti sono molto graditi!
Cinque amici che frequentano la stessa scuola. A prima vista sembrano dei normali studenti, eppure qualcuno di loro nasconde qualcosa o ha un passato che vorrebbe dimenticare o cambiare.
I quattro ragazzi più popolari della scuola hanno un futuro deciso già da tempo dai loro genitori, ma prima che quel futuro verrà, cosa accadrà ai loro cuori?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Driiiiin driiiiin' 
Stupida sveglia, smettila di suonare. 
Mi tirai su a fatica, oggi proprio non ho voglia di andare a scuola. Sbadigliai stiracchiandomi per bene, mi avvicinai alla finestra della mia stanza e guardai fuori. Il cielo era coperto da qualche
 nuvola scura, magari sarebbe venuto a piovere tra qualche giorno, ci vorrebbe proprio. Non piove da così tanto, sbadigliai ancora. Andai a farmi una veloce doccia e mi infilai l'uniforme
 scolastica, uscii dalla mia stanza andando verso la cucina. Mia madre stava cucinando e sembrava in forma oggi, meglio così.
"Buongiorno tesoro!" mi salutò appena mi vide, io la salutai e mi sedetti al tavolo iniziando a mangiare quello che c'era già seguito poi da quello che stava cucinando mia madre.
"Oltre alla stanchezza che noto, pronto per una nuova settimana?" mi chiese appena si sedette anche lei a tavola.
"Pronto come sempre. A proposito ricorda che settimana prossima partirò per l'uscita." 
"E' vero! Meglio se me lo annoto, altrimenti arriverò a casa e penserò chissà cosa non vedendoti qua." disse ridendo mentre beveva una tazza di tè. Annuii, meglio che lo faceva davvero,
 per certe cose ha la stessa memoria di Leeteuk. 
"Un'altra cosa, e i tuoi occhiali? Da qualche giorno non li indossi più, hai sempre detto che odiavi mettere le lenti a contatto." mi osservò il viso, i segni erano quasi completamente spariti
 però degli occhiali prima o poi me lo avrebbe chiesto di sicuro.
"Ho cambiato idea." risposi bevendo un po' di succo d'arancia, non sembrava convincere mia madre, ma non disse nient'altro. Una cosa che non riuscivo a fare era mentire a mia madre,
 quando ci provavo mi scopriva senza fare troppa fatica. Finii di fare colazione e salutai mia madre, andai ad infilarmi le scarpe e uscii di casa. Per strada c'erano già molti studenti che si
 avviavano a scuola, presi la bicicletta e iniziai a pedalare. Non incontrai Leeteuk, probabilmente si è svegliato tardi anche oggi. Feci la discesa per entrare dritto nel cancello della scuola, ma
 un'automobile nera mi tagliò la strada e dovetti frenare di colpo. Guardai chi era quel maledetto e notai che era una limousine, solo due persone venivano a scuola in limousine.
 L'automobile si fermò e una delle porte si aprì, ne uscì una persona che conoscevo fin troppo bene. Con i suoi capelli castano scuro, l'uniforme messa nel tipico modo da bulletti come lui;
 sotto al collo l'uniforme sbottonata e parte fuori dai pantaloni. E ovviamente non può mancare quel sorriso che non promette mai nulla di buono. Mi venne incontro appena la limousine
 ripartì. E adesso cosa voleva...
"Bella bicicletta." disse, ovviamente era ironico. Oh no, lascia stare la mia bicicletta, i miei occhiali hanno già fatto una brutta fine. Lo ignorai e pedalai passando il cancello, andai ad
 appostare la bicicletta al suo solito posto. 
"Guarda che dicevo sul serio." disse di nuovo la sua voce. Certo, proprio sul serio, e smettila di seguirmi! Lo ignorai di nuovo e entrai a scuola dirigendomi verso le scale, non ho ancora
 visto nessuno dei miei amici. Salii le scale e questa volta il simpaticone non si limitò a dire qualcosa di ironico. Sentii le sue mani afferrarmi il colletto e sbattermi contro io muro. Ahi, la mia
 schiena. 
"Senti, detesto le persone che mi ignorano quando parlo." disse a voce bassa. Deglutii, faceva decisamente paura, ma non potevo farmi sottomettere di nuovo.
"Con te che blateri certe cose mi pare ovvio che ti ignori." dissi cercando di non far tremare troppo la voce. Questa volta arrivò anche un pugno alla sinistra della mia testa.
"Vedo che la tua bocca ha ritrovato il coraggio che settima scorsa non aveva. La prossima volta sarò io a occuparmi di te e ved-"
"Donghae." qualcuno interruppe la sua minaccia, spostai lo sguardo verso la fonte della voce come fece anche Donghae e riconobbi Yesung. Le mani che tenevano il mio colletto allentarono
 la presa per poi tornarsene nelle tasche dei pantaloni del proprietario.
"Farò i conti con te un'altra volta." Donghae sussurrò quasi e se ne andò passando via Yesung. Ora eravamo solo io e lui, mi aveva di nuovo salvato. 
"Uhm... Grazie mille!" lo ringraziai, lui si voltò andando probabilmente verso la nostra classe. Mi avvicinai seguendolo ma camminando sempre ad una certa distanza, avevo pur sempre un
 po' di timore, questa cosa che ultimamente mi salvava da brutte situazioni non quadrava. 
"Gli interessi molto." Yesung interruppe il silenzio, non si voltò e continuò a camminare avanti. Avevo sentito bene?
"Come?" chiesi per essere sicuro.
"Quando tormenta lui stesso qualcuno dopo avergli già dato una lezione, significa solo che gli interessa." spiegò.
"Questo significa che vuole farmi fuori lui stesso?" domandai e per un attimo pensai di aver sentito il suono di una risata provenire dal ragazzo.
"Non credo, lui è come un cucciolo di animale, anche se non lo sembra. Quando trova un giocattolo che lo affascina ci gioca per un po'."
"Finché non si rompe e ne trova un'altro..." aggiunsi io, mi sembra ovvio che vorrà tormentarmi fino a quando non mi distruggerà completamente. Yesung si voltò e mi studiò per un
 attimo, mi fermai anch'io.
"Sei proprio negativo, ci sono tante altre possibilità." si voltò di nuovo, eravamo quasi davanti alla nostra classe.
"Ad esempio?" chiesi, mi sta tenendo sulle spine. Lui lo conosce, saprà sicuramente quello che vuole fare. Yesung mi rispose alzando semplicemente le spalle ed entrò in classe. Maledetto!
 Entrai anch'io, non me lo avrebbe mai detto. Andai al mio posto e salutai Shindong.
"Sei entrato subito dopo Yesung, ci hai fatto quattro chiacchiere prima?" mi chiese scherzando e si mise a ridere. Smise appena notò che io non stavo ridendo affatto. 
"Cosa... Non dirmi che... Davvero?!" mi guardò spalancando leggermente la bocca, io annuii e lui la spalancò ancora di più. 
"Wow... E com'è stato?" mi chiese e per poco non scoppiai a ridere.
"Cosa credi? E' come parlare con una persona. Solo perché non l'abbiamo mai visto parlare con nessuno non significa che sia chissà quale creatura strana o che magari parli una lingua
 aliena." abbassai il volume della mia voce quando il prof entrò, probabilmente avrei avuto la stessa reazione se fossi stato al suo posto.
"Comunque, è una cosa... incredibile." insisté. 
"Si, in effetti... Però non parla molto, chissà se gli altri tre lo hanno mai sentito parlare per più tempo. Magari un giorno riusc-"
"Signorino Lee! Non mi pare che questo sia un salotto per prendere il tè e chiacchierare liberamente." il mio tanto amato prof di matematica mi richiamò. Metà classe sta ancora
 chiacchierando e ovviamente richiama solo me. Amorevole come sempre, vedo. Mormorai un 'Mi scusi' e lui sorrise soddisfatto iniziando la lezione. Quant'è odioso.
Le ore passarono, oggi non era noioso come al solito, le lezioni erano quasi piacevoli (ovviamente con questo intendo solo dopo la lezione del mio amato prof di matematica). La
 campanella suonò dando inizio alla pausa pranzo.
"Finalmente!" esclamò Shindong accanto a me e io concordai pienamente alzandomi pronto ad uscire dalla nostra classe. Andammo ad aspettare gli altri alle scale come tutti i giorni, questa
 volta arrivò prima Heechul e poi Ryeowook. Di Leeteuk nessuna traccia e quando Shindong lo notò chiese
"E Leeteuk?"
"N-Non l'ho visto oggi." mormorò Ryeowook. Heechul alzò le spalle e anch'io feci lo stesso. Possibile che si sia ammalato ed è rimasto casa? Sarebbe la prima volta da quando lo conosco
 che accade.
"Andiamo a mangiare, quando tornerà ci spiegherà la sua assenza." disse Heechul dirigendosi verso la mensa. Noi lo seguimmo non pensandoci più, aveva ragione, appena sarebbe
 tornato ci avrebbe spiegato il perché.
La mensa non era ancora così piena, sarà perché i quattro non sono ancora arrivati.
Prendemmo posto dopo aver riempito i nostri vassoi del solito pasto e occupammo un tavolo abbastanza al centro della mensa.
"Allora, vi hanno già detto qualcosa per la gita?" chiese Heechul tra un boccone all'altro. 
"Per ora niente." rispose Shindong.
"A-a noi hanno detto che probabilmente saremo informati questo pomeriggio."
"Allora sapremo qualcosa dal prof Shin più tardi." commentai bevendo un po' del succo di frutta che avevo con me. Gli altri annuirono e continuammo a parlare mentre finivamo il nostro
 pranzo. 
Le lezioni ricominciarono poco dopo, tutti gli studenti si avviarono nelle reciproche classi. Come facemmo anche io e Shindong. La prima ora passò in fretta, anche se la maggior parte del
 tempo la passai ad osservare l'esterno fuori dalla finestra che mi divideva dall'aria fresca a quell'aria soffocante che c'era in classe. 
Arrivò l'ora di storia, e come pensai la prima cosa che il professore Shin disse fu 
"Eccomi qui, e con me ho tante belle informazioni per l'uscita." facendo diventare tutti di buonumore. 
"Allora, appena ci sarà silenzio comincio." i mormorii cessarono e il prof sorrise soddisfatto. 
"Così va bene. Innanzitutto il programma con tutto quello che farete durante i dieci giorni alla gita vi sarà dato solo quando saremo arrivati in albergo. Le stanze invece vi saranno rivelate
 domani prima della pausa pranzo, sono già state decise e non potrete più cambiare. C'è stato un piccolo errore di scambio e uno del quarto anno starà con due del terzo e viceversa, ma
 non concerne questa classe." spiegò il professore andando ad appoggiarsi alla sua cattedra.
"Partiremo giovedì mattina e mi raccomando, dovete essere qui alle nove puntuali o perderete il bus. Come già vi ho detto, sarò io il vostro accompagnatore." era perfetto, con il
 professore Shin sarebbe andato tutto bene e in più non era uno di quei professori stile 'alla matematica'. Qualcuno chiese al professore cosa avremmo dovuto portare di vestiti e oggetti
 vari.
“Per l'abbigliamento ovviamente considerate questa uscita come una piccola vacanza, quindi costume da bagno e vestiti leggeri. Ci saranno diverse attività ma i vestiti normali vanno
 benissimo, forse qualcosa per lo sport. Domani vi sarà spiegato comunque ancora tutto.” concluse e terminò anche di parlare dell'uscita iniziando a scrivere date storiche sulla lavagna.

Le lezioni terminarono, era ora di andare al lavoro. Infilai i fogli della lezione nella mia borsa e salutai Shindong uscendo dalla classe. Andai svelto verso il parcheggio in cui avevo messo la
 mia bicicletta questa mattina e mi avviai verso il cancello della scuola per uscire da lì. Mi bloccai poco fuori l'uscita notando il ragazzo che ultimamente si comportava davvero in modo
 strano, Yesung stava camminando verso la fermata ovest del bus. Mi avvicinai a lui, portando con me la mia bicicletta. Mi sentì perché appena fui abbastanza vicino mi salutò con un 
"Ehi." voltandosi quanto bastava per vedermi. Mi fermai sul posto pensando a cosa dire anche se più o meno avevo già le idee chiare. 
"Ti interessa così tanto sapere cosa ha in mente Donghae sul tuo conto?" mi anticipò e intravidi un mezzo sorriso sul suo viso. Annuii e lui si avvicinò di un passo. 
"Non preoccuparti, lo scoprirai da solo con il tempo", disse per poi voltarsi di nuovo e andarsene con il solito passo lento "A domani." mi salutò. 
"Ma..." rimasi un attimo fermo. Il mio cervello stava elaborando tutto quello che avevo appena sentito da Yesung. Non è che fossi così curioso, ma si tratta della persona più conosciuta a
 scuola, chi non vorrebbe sapere? 
"Come mai così tante interazioni con Yesung?" questa voce...
Mi voltai ritrovando Donghae appoggiato al muretto vicino all'entrata. Feci un'inversione di marcia con la bicicletta cercando di stare il più distante possibile da lui e di allontanarmi il più
 velocemente possibile. 
"Continui ad ignorarmi?" sentii dire appena lo sorpassai andando nella direzione del Café. Si, continuerò ad ignorarti anche se potrei chiedere direttamente a te il motivo del tuo interesse
 su di me. E' più probabile che venga preso per pazzo e quindi meglio evitare. Continuai a camminare, non disse nient'altro. Andando avanti così rischio che un giorno mi pesti davvero e
 che non ci sarà più qualcuno a salvarmi la pelle. Sembra che oggi, però, non ne abbia voglia.
Proseguii per la strada senza che niente di strano capitasse di nuovo. Salii sulla bicicletta pedalando e facendo l'ultimo pezzo di strada per il Café. Almeno al lavoro sarebbe stato tutto
 tranquillo, Dara e il capo sono le ultime persone che potrebbero causarmi problemi. 
Arrivai davanti al Café e appoggiai la bicicletta dietro ad una ringhiera mettendoci il lucchetto. Qualche anno fa' un brutto ceffo me la rubò e da lì porto sempre con me il lucchetto. Entrai
 nel locale facendo tintinnare il solito campanello sopra alla porta. Andai verso il bancone dove di solito stava il capo ma non ci trovai nessuno. Mi guardai intorno alla ricerca di Dara che
 magari serviva qualche cliente ma niente. Dove diavolo erano? Eppure i clienti ci sono, allora loro dove sono finiti? 
Andai a cambiarmi mettendo la mia borsa e l'uniforme nell'armadietto per poi uscire andando a prendere gli ordini di un cliente appena arrivato. 
"Eunhyuk!" una voce femminile mi chiamò, portai il biglietto con sopra l'ordinazione verso il bancone e ci trovai Dara dietro di esso.
"Dara, dove eri finita? E il capo?" le chiesi mentre iniziai a preparare il caffè ordinato dal cliente. 
"Sono andata a gettare la spazzatura e a prendere quello che mancava al bancone. Il capo non si è ancora fatto vedere." 
"Come non si è ancora fatto vedere?"
"Proprio così, ho dovuto aprire io e non è nemmeno andato a fare consegne o quant'altro, altrimenti ci sarebbe stato un biglietto sulla bacheca nel retro con sopra scritto l'indirizzo de
l cliente. Ma niente. Sembra che non sia nemmeno passato."
"Questo si che è strano." commentai e Dara annuì. Il capo amava questo posto e non permetteva a nessuno di aprirlo al suo posto, per questo arrivava sempre in anticipo di almeno
 un'oretta. Spero che non sia capitato niente visto che non ha nemmeno avvisato.
"Vabbe', quando arriverà ci spiegherà. Lavoriamo ora." feci come disse Dara e andai a servire il caffè al cliente. 
Passò un'ora e del capo ancora nessuna traccia. Poi, finalmente, dopo un'altra quindicina di minuti...
Io e Dara sentimmo la campanella della porta tintinnare e subito dopo la porta sbattere abbastanza bruscamente. All'inizio pensammo che fosse uno di quei soliti uomini sempre di
 malumore e senza rispetto verso gli altri clienti, invece appena guardammo in quella direzione trovammo il capo e sembrava parecchio furioso. E' la prima volta che lo vedo svelare così
 tanto una delle sue emozioni, anche se sembrava parecchio arrabbiato, ma credo sia una cosa positiva. Qualunque cosa lo abbia fatto arrabbiare così è riuscito a svegliare un lato nuovo
 del capo. 
"Buonasera." lo salutammo in coro io e Dara. Il capo ricambiò abbassando leggermente la testa e sussurrando un 'sera'. Dara mi guardò e ci scambiammo un'occhiata. Tornammo al lavoro
 quasi subito, il capo nel frattempo era andato a cambiarsi e si era messo alla sua solita postazione dietro al bancone. Non aveva ancora parlato dopo essere entrato nel Café, preparava
 le ordinazioni dei clienti standosene zitto zitto. 
Il cielo si stava scurendo sempre di più, molte nuvole lo ricoprivano ed era quasi tempo di chiudere. Probabilmente questa notte pioverà, notai con gli occhi che osservavano le nuvole
 passanti. Ero uscito per buttare un sacco della spazzatura, rientrai salutando un cliente che se ne stava andando. 
"Eunhyuk..." sentii una voce sussurrare il mio nome, guardai nella direzione da cui proveniva e vidi Dara farmi segno di avvicinarmi in silenzio. Andai verso di lei curioso.
"Ho uno scoop!", mi sussurrò "Il capo ha ricevuto una chiamata, e indovina un po'?" mi guardò e si vedeva che stava trattenendo un grande sorriso. Ci pensai su, cosa potrebbe essere?
"Non ho idee. Ma poi, ti sei messo a spiarlo o cosa?" le domandai e lei sbuffò.
"Capita raramente che gli suoni il cellulare durante il tempo di lavoro. Così mi sono incuriosita e l'ho seguito di nascosto per un pezzo fino all'altra stanza. D'accordo, ho origliato lo
 ammetto. Ma lo avresti fatto anche tu!" cercò di convincermi e mi lasciai sfuggire una risata.
"Va bene. Ora però sputa il rospo." 
"Allora... Ho sentito che il capo andrà ad un appuntamento!" 
"Mi sembra normale per un uomo come lui, o mi sbaglio?"
"Sì, però è la prima volta che vengo a sapere di una cosa del genere. Ma non è tutto, sai che di solito quando gli suona il cellulare - quelle rare volte - dopo aver visto chi lo sta chiamando
 lo spegne subito. Questa volta invece... Non so bene come spiegarlo, ma... l'ho visto sorridere e sembrava un bambino. All'inizio stava parlando ancora con un tono arrabbiato a questa
 persona misteriosa ma poi ha iniziato ad addolcirsi ed è partito con il discorso dell'appuntamento." spiegò il tutto molto velocemente, però ancora non riuscivo a capire completamente la
 sua felicità. Sarà una cosa che hanno le ragazze.
"D'accordo, d'accordo. Anche lui ha una vita privata, no?" 
"Si... La persona misteriosa deve essere davvero speciale." la vidi riflettere, probabilmente stava immaginando l'aspetto di quella tanto misteriosa persona.
"E' quasi tempo di chiudere. Ti lascio ai tuoi filmini mentali e vado a pulire i tavoli." le dissi ridendo sentendo un'ultimo 'Yah!' da parte sua. Andai a pulire i tavoli e aspettai fino a quando
 anche l'ultimo cliente se ne andò, spensi le luci all'entrata andando a cambiarmi. 
Dopo esseremi infilato l'uniforme andai a salutare Dara, cercai anche il capo ma non lo trovai da nessuna parte. Probabilmente era già andato. Chissà se un giorno sarò in grado di vedere
 un nuovo lato del capo oltre alla sua solita misteriosa e silenziosa presenza e a questo sua parte furiosa.
Uscii andando a prendere la mia bicicletta e avviandomi verso casa. Appena arrivai a destinazione salutai mia madre che stava in salotto e mi avviai verso la mia stanza. Presi il cellulare
 che avevo lasciato sulla scrivania questa mattina e lo accesi, volevo chiamare Leeteuk per sapere se stava bene o no. Cercai il suo numero nella rubrica e feci partire la chiamata. Non
 risponde nessuno... gli manderò un messaggio. Iniziai a digitare, rilessi per essere sicuro ed infine inviai. Riposi il cellulare al suo posto andando a sdraiarmi sul mio letto, avevo bisogno
 di un pisolino. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare tra le braccia del sonno.
  
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