scusate T.T non so che mi sia preso il mio cervello ha fatto puff e non voleva riprendersi, la storia non voleva andare avanti, fino a quando non ho letto una recensione e ho capito che la dovevo continuare, anche perché io per prima ho sempre odiato le storie non finite, perciò eccomi qui dopo quasi 1 anno a ripubblicare un capitolo :D ringrazio sorella di pima forse senza la sua recensione non avrei ritrovato la voglia di scrivere un altro capitolo, mi mancava la spinta, e ora che l'ho avuta be..leggete :) e spero vi piaccia

baci

Sara

p.s. Spero che qualcuno si ricordi della storia e continui a seguirmi

La bambina mi guardava con i cui grandi occhi,aveva capito,i due genitori gli si avvicinarono e gli sussurrarono

-piccola ti vogliamo bene- gli baciarono la testa e la strinsero forte a se,capì che potevo procedere toccai la fronte della bambina e lei chiuse gli occhi per sempre....dicono che sia impossibile far morire un vampiro senza bruciarlo invece è possibilissimo almeno per me. Gli occhi della bambina da rossi divennero blu e per finire bianchi, morti, il corpo iniziò a polverizzarsi fino a quando della bella bambina dagli occhi rossi non ne rimase più nulla a parte che polvere.

Poi mi girai verso le guardie e sussurrai

- iniziate- si scatenò il putiferio,si sentivano ringhi e urla e io guardavo tutto ciò da un angolo ad ammirare il lavoro svolto negli ultimi 40 anni, un bel lavoro pensando che quando li presi in custodia non sapevano nemmeno combattere contro un neonato.

E sono fiera di loro finalmente hanno capito come si combatte, hanno capito che se vogliono vivere devono combattere.

-Isabella ti vuole Aro- era entrata Jane sentivo il suo profumo e il suo scalpitare con i piedi è una sua abitudine, pesticciare i piedi in continuazione, non gli riesce stare ferma un attimo, vedendola così uno può pensare che sia una ragazzina che non riesce a trattenersi, e invece credo che sia quella con più controllo in tutto il palazzo, è una ragazza tutta da conoscere, io sto iniziando ora.

Seguì Jane verso lo studio di Aro, bussai, ed entrai, la stanza era in penombra, ma riuscivo benissimo a distinguere la figura di Aro sulla poltrona in velluto dietro la grande scrivania coperta di libri, Aro non voleva saperne di tecnologia, i pc non gli piacevano, diceva che odiava la tecnologia e tutto ciò che comprendeva.

Mi fece il cenno di sedermi sulla poltrona davanti alla sua scrivania

-Isabella credo sia il momento di spiegarti il perché io ti abbia voluta a Volterra-