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Autore: Kira90    28/09/2012    0 recensioni
[ Daniel Radcliffe/ Ralph Fiennes]
Daniel è nel suo camerino, e per la prima volta dall'inizio delle riprese di Harry Potter e i Doni della Morte parte 2 si trova in estrema difficoltà. Provare una scena non è mai stato così pericoloso ... Dal testo : ''Lo aveva costruito proprio bene. Un cumulo di stracci neri come corpo, l'appendiabiti all'angolo come scheletro e i suoi boxer bianchi arrotolati in cima a fare da volto. Non aveva mani nè piedi ma poco male, il fantoccio era per l'appunto un fantoccio, non gli occorreva che si muovesse ...''
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Daniel Radcliffe
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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MIN FAN 1 DAN X RALPH

Note autrice :  Salve gente ! Questa è la mia prima fanfiction Real Person, e quindi, al di là del fatto che sia a carattere slash o meno, presenta delle inevitabili difficoltà. Prima di tutto, i personaggi : non conoscendoli di persona, ed avendo inventato di sana pianta il fatto qui narrato, è ovvio che siano Ooc. Ho deciso di scrivere qualcosa che risulti abbastanza leggero e divertente, pur con un lato romantico, ma non ho alcuna pretesa di realisticità o credibilità, anche se ho inserito alcune informazioni verificate. Questo è il mio tributo alla fine della saga cinematografica, e ho ritenuto di scriverlo in parte ispirata da alcune fan art [ qui i link : fan art 1fan art 2 ] , in parte perché ero a Trafalgar square quel benedetto 7 luglio 2011 . E anche se i film della saga non saranno mai belli quanto i libri, sono grata a tutti coloro che ci hanno lavorato, per averci regalato un sogno.  Grazie sin da ora a chi leggerà e deciderà di fermarsi a commentare ;) Buona lettura !  

 



IT ALL ENDS ...HERE – Dan e il manichino  


 

Lo aveva costruito proprio bene. Un cumulo di stracci neri come corpo, l'appendiabiti all'angolo come scheletro e i suoi boxer bianchi arrotolati in cima a fare da volto. Non aveva mani nè piedi ma poco male, il fantoccio era per l'appunto un fantoccio, non gli occorreva che si muovesse ...
Daniel rimirò la sua opera e fece due passi indietro a recuperare il copione, precedentemente gettato sulla poltroncina, ancora aperto su quella maledetta pagina. Rilesse velocemente le sue battute e tornò dal fantoccio - Voldemort, sventolandogli contro il fascio di fogli arrotolato a mò di bacchetta. ''Non l'avrai vinta!'' gli gridò, determinato a uscire indenne da quella battaglia con se stesso. Il fantoccio ovviamente era quello che era, e non rispose. Daniel prese un bel respiro e alzò lo sguardo verso i boxer arrotolati. A fare capolino tra le pieghe non erano gli occhi del suo adorato Ralph, ma il marchio CK a lettere dorate. Quella cosa non sembra affatto la faccia del suo peggior nemico, ma tant'è ... lui vivo alle riprese dell'indomani doveva arrivarci!

''Avanti Tom ... Finiamola come abbiamo cominciato ... INSIEME!''
Si slanciò sul manichino e lo strinse a sè. Non avendo calcolato bene la forza, cadde a terra insieme al ''nemico''. Il suo orecchio premette sui boxer firmati e un'asta gli si conficcò nello stomaco. Non il genere di aste che avrebbe potuto apprezzare ...

''Coff coff!! - una serie di colpi di tosse interruppero bruscamente l'idilliaco abbraccio. Passarono lunghi secondi di imbarazzato, cupo silenzio. Daniel si girò con l'aria del condannato a morte.
''Avresti potuto dirmelo che avevi problemi con questa scena ... '' disse Fiennes, appoggiato mollemente contro lo stipite della porta. Stentava a trattenere le risate, gli occhi gli brillavano ilari.
Il giovane attore arrossì e rituffò la faccia sul cumulo di stracci. '' Già – pensò, disperato – molto, molto meglio il fantoccio ... ''

Non era la scena in sè il problema. Era farla con Fiennes ... Ecco cosa succedeva a prendersi cotte colossali per i propri colleghi. Si lavorava male.
''Su su Dan, capita anche ai migliori ... '' aggiunse Ralph; aveva smesso di sogghignare, Daniel poteva sentire il suo sguardo acuto trapassargli la nuca. I peletti del collo gli si sollevarono.
''Arghhhhmmmffhh???'' sbottò, contro la stoffa sulla quale si era rituffato.
''Cosa?''
''Mhf .. Perché!? Perché sei qui, in ogni caso?'' chiese Daniel, sollevando di nuovo il capo per farsi capire. Si rialzò, impacciato, mollando un calcio al finto Voldemort. La malinconia che in quei giorni lo aveva pervaso tornò a farsi sentire. Sapeva perchè era lì,certo.
''Volevo salutarti! So che presto partirai. Broadway ti reclama! '' esclamò Fiennes, entusiasta. L'uomo aveva già interpretato diversi ruoli in passato, per lui non sarebbe stato difficile staccarsi da Voldemort e indossare un'altra maschera. Dan si mordicchiò il labbro inferiore. Lo ammirava tanto .. dannatamente troppo.
''E' così. Non prima di aver terminato le riprese comunque''

''Diamoci da fare allora! Proviamo insieme ''



Si sistemarono l'uno davanti all'altro,di fianco alla poltrona più vecchia e malandata del suo camerino. Risaliva ai tempi de ''La Pietra Filosofale''  e la seduta ammaccata conservava le impronte colpevoli di due ragazzini, ancora inconsapevoli di cosa sarebbe stata la loro vita per i prossimi dieci anni . / Quante fantasticherie notturne nascondeva quella morbida imbottitura  rivestita di stoffa fiorata ? Dan ne aveva perso il conto ormai ... 
Ralph sembrava non far caso all'ambiente. Aveva occhi solo per il suo collega. 

Daniel iniziava a sentire caldo in zona orecchie.

''O-ok. Bene... Avanti Tom!'' gridò, per quella che ormai doveva essere la cinquantesima volta. Le altre quarantanove non aveva mai mostrato un colorito così violaceo però ... Fiennes era incredibilmente vicino. Troppo vicino. Ora lo guardava con occhi di vetro, ricolmi d'odio e derisione; non aveva bisogno di truccatori per essere Voldemort ...

Dan rabbrividì. Tutto di quell'uomo gli dava alla testa...

''Finiamola come abbiamo c... '' No, non ci riusciva. Era bloccato.

''Su, puoi ... '' iniziò a sussurrare Ralph, cercando di incoraggiarlo. Gli prese il mento e avvicinò ulteriormente i loro visi, e lo guardò negli occhi con un'aria così risoluta che per un attimo Daniel si sentì risucchiare via tutte le altre piccole, esterne, secondarie sensazioni. Esisteva solo l'uomo davanti a lui in quel momento indefinito di felice disperazione.

''Non posso. Non voglio che finisca''. Era questo il punto. Nel momento in cui avesse pronunciato quella dannata battuta, il sipario sarebbe calato. Definitivamente.


Daniel aveva mormorato quelle parole con voce così flebile che a stento Fiennes era riuscito a udirlo. Stava forse cambiando il copione?

Prima che potesse ribattere qualunque cosa, il ragazzo gli si gettò addosso arpionandolo stile piovra di Hogwarts.

''Non puoi dirmi che è finita!!'' gridò Daniel con gli occhi lucidi e il viso arrossato.

'' ...'' Ralph non aveva idea di come reagire. Stavano ancora recitando ? Forse Dan aveva ... modificato la sua parte ? O era ubriaco e non se n'era accorto ?

Daniel non pareva intenzionato a mollarlo ...

''Non lasciarmi!!! Ti prego! '' Gridò ancora, allacciandogli le dita dietro al collo in un'eccellente mossa letale.

Ed entrambi finirono per cadere, sprofondando nel vuoto sotto di loro ...


''Nooooooo !!''


TONK!

Crack

Bump


''OUCH!!! ''


Come potevano essere caduti sulla poltrona in quel modo, e immediatamente dopo sul pavimento?

Ralph ancora se lo chiedeva, mentre si massaggiava dolorante il naso, tentando di fermare il sangue che scendeva a fiumi. Dan, mezzo disteso su di lui, continuava a scusarsi, profondamente dispiaciuto, e ancora sconvolto. Molto sconvolto. Ralph se ne rese conto quando il ragazzo gli tese i suoi boxer CK, al posto dei fazzolettini per tamponare le narici. Guardò con aria vacua le tracce di sangue sui ricami dorati, mentre il dolore iniziale si trasformava in una pulsazione fastidiosa ma sopportabile. Poi ebbe a riprendersi da quello stato amebico, perché battè sulla spalla del collega più giovane, convincendolo con la sola forza dello sguardo, che per la verità aveva qualcosa di Severus Snape in quel momento, ad alzarsi e a lasciarlo andare in bagno, dove si chiuse per una buona mezzora. Quando uscì era perfettamente pulito, il naso non mostrava traccia di lividi, e sebbene gli occhi non emanassero più quella tremenda aria severa, era impossibile non notare la ruga che solcava profondamente la fronte, proprio in mezzo alle sopracciglia. Ruga che si fece ancora più intensa quando notò le lacrime ancora fresche sulle guance arrossate di Daniel. Il ragazzo era seduto compostamente sulla poltroncina, con il capo chinato, una mano a tormentare l'altra nervosamente.

Ralph si sedette sul bracciolo della poltrona, ma non disse nulla. Si limitò a passare le dita tra i capelli scuri di Dan, aspettando che alzasse la testa;

-Scusami. Sono stato un deficente ... -

-Ti sei già scusato a sufficienza ... e deficente non è la parola che avrei usato io, Dan. Irruento, e un tantinello ...ubriaco? -

-Non sono ubriaco!! - gridò Daniel, alzando di scatto la testa e guardandolo dritto negli occhi. Le gote gli si tinsero immediatamente di rosso, e le pupille si dilatarono fino a rendere le iridi scure per il desiderio.

-Sì che sei ubriaco ... -

-NON SONO ... -

-di me -


Il silenzio che seguì quell'affermazione spavalda fu carico di tensione. Dan inspirò bruscamente, senza riuscire a negare in alcun modo. E come avrebbe potuto. Odiava sentirsi così debole, così emotivo e prossimo alle lacrime. Nemmeno il disagio provato più e più volte al sentirsi chiamare ''Harry'' per strada, come se quel personaggio che viveva attraverso le pagine dei libri e grazie a lui nella pellicola fosse più consistente e più vero del vero Dan, era paragonabile al disagio e al sottile terrore che provava in quel momento.

Provò a cambiare argomento.

-Come va il naso? Temevo che ti sarebbe venuto fuori un bel livido ... -

-Mmh, non fa così male, e per il livido ho usato il correttore. Ho trovato uno stick di là in bagno, spero non ti dispiaccia che l'abbia usato ... -

-Uh? No, no, figurati. E' colpa mia in fondo ...-

-Daniel. Puoi dirmi che sta succedendo? Non sono veramente un Oscuro Signore, non posso entrarti in testa e scoprirlo da me, perciò se hai qualche problema, e credo che tu ne abbia uno serio, allora dovresti dirmelo. Specie se questo problema mi riguarda da vicino. -

Daniel era bravo a recitare, cantare e pure ballare. Ma quando si trattava di affrontare questioni del genere diventava così impacciato... Finiva col parlare a ruota libera, a una velocità tale che era pressocché impossibile per l'interlocutore capirci qualcosa. No, parlare era decisamente fuori discussione. Fu quando Ralph spostò la mano all'altezza del suo volto, asciugandogli con il dorso e poi il pollice le scie bagnate che dagli occhi scendevano a rigargli la pelle sino al mento, che Daniel ancora una volta si lasciò trascinare dall'istinto e accantonando ogni ulteriore remora allungò il collo e premette le labbra su quelle dell'uomo.


...




La folla acclamava l'arrivo degli attori a Trafalgar Square, urlando, chiamandoli per nome e schiacciandosi contro le transenne. Quando scese dalla macchina fu accecato da un nugulo di flash, ma più dell'attenzione dei giornalisti e delle telecamere, era quella dei suoi fan a riscaldargli il cuore. In piedi sul palchetto laterale, con un sorriso enorme e tutto denti e gli occhi brillanti di felicità Daniel Radcliffe raccoglieva tutte quelle attenzioni con un'emozione pura, libera da paure. Aveva sentito dire che l'arrivo di Ralph aveva infiammato gli animi di tutti. Rise davanti ai fotografi, percorse con calma il tappeto rosso, firmando autografi e salutando entusiasta, per poi fiondarsi tra le braccia di Rupert, Emma e Joanne. In quel giorno di Luglio minacciato dalla pioggia sembrava impossibile non lasciarsi sfuggire qualche lacrimuccia, e guardando Emma sciogliersi all'ennesima dichiarazione d'affetto sentì di poterla comprendere benissimo. Però lui aveva già pianto abbastanza nei mesi passati, il tempo delle lacrime era decisamente finito. No, quel giorno nulla avrebbe minacciato il suo sorriso. Abbandonare definitivamente il set di Harry Potter e dedicarsi nuovamente al teatro non aveva significato recidere il suo rapporto con tutti coloro i quali ormai oltre che della sua infanzia e adolescenza avevano preso posto stabile nella sua vita e nel suo cuore. Ridacchiò, ricordandosi di Rupert con le sue magliette sgargianti e assurde, il giorno che insieme a Tom venne a vederlo recitare sul palco in How to succeed in business without really trying .

Alla fine nessuno sarebbe stato dimenticato, nè lasciato indietro. Erano una grande famiglia.

Fremette d'anticipazione, al pensiero della prima del film. E guardando i volti che lo circondavano da ogni parte, quasi abbracciandolo, si disse che no, quel giorno non sarebbe finito nulla.

It all end here era una trovata pubblicitaria, più che una verità campale. Una frase a effetto che non aveva più il potere di spaventarlo. E se a volte la malinconia minacciava di prendere il sopravvento, era allora che pensava alle labbra di Ralph premute sulle sue, alla sua lingua attorcigliata alla propria, alle mani che esploravano lente il suo corpo, e alle allettanti scomodità di quella vecchia poltrona

  
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