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Autore: Jade Okelani    13/06/2004    8 recensioni
La scuola di Stregoneria e di Magia di Hogwarts nasconde un profondo mistero fra le sue mura, una antica società che trabocca di potere. Ginny Weasley non vuole altro che entrare a farne parte, insieme a tutti i privilegi che questo comporta. Draco Malfoy ha il suo futuro nelle sue mani, a patto che lei aderisca a certe condizioni per il periodo di un mese. La fine dell'inverno porta con sè dispiacere, gioia e cambiamenti.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Our Winter

(Il nostro Inverno)
di Jade Okelani
Il capitolo 2 è stato tradotto da Erika in esclusiva per EFP

~

2: Un Diario nella propria vita

~

La password per la sala comune di Serpeverde era facile da trovare, come scoprì Ginny. Una semplice pozione polisucco le aveva permesso di trasformarsi in una delle amiche di Pansy Parkinson e di accompagnarla alla torre dei Serpeverde dove Pansy si era accorta di aver dimenticato la sua pergamena di Divinazione (Ginny l'aveva 'presa in prestito' dal grande pacco di libri di Pansy quello stesso giorno). Essendosi ritrovata a indossare i panni di quella brutta ragazza (il nome era qualcosa del tipo Vomito o Vile, e il fatto che non se lo ricordasse la stava facendo impazzire) Ginny si ritrovò a fare una doccia più lunga del solito prima di concentrarsi nella preparazione della cena per Draco.
La 'cena' consisteva di qualche salsiccia e di un po' di purè che Ginny si era fatta dare dagli elfi domestici. Erano stati più che felici di accontentarla, e con l'aiuto della sua bacchetta, era stata in grado di tenere caldo il cibo mentre si lavava via l'immaginario sporco della pelle dei Serpeverde.
Intrufolarsi per i corridoi pieni di spifferi e su per le scale moventi fino alla torre dei Serpeverde fu più facile di quanto non avesse immaginato. Sembrava diventata estremamente brava a cacciarsi dove non doveva stare. Mormorando la password il più piano possibile ("Superiorità"), Ginny infilò la testa attraverso il ritratto, controllando attentamente la stanza alla ricerca di studenti serpeverde che non erano ancora andati giù a mangiare. Trovando la sala deserta, Ginny vi saltò dentro e si affrettò verso il piccolo tavolo e le sedie che si trovavano ad un angolo (che servivano probabilmente a giocare a scacchi) e cominciò a sistemare il cibo che si era portata dietro nella borsa.
C'era qualcosa di spaventosamente minaccioso nel trovarsi circondati da così tanto verde Serpeverde. La sua anima da Grifondoro già protestava. Un grande ritratto di Salazar Serpeverde giaceva sopra il caminetto dalla fiamma guizzante e a Ginny pareva quasi di sentire i suoi occhi che la fissavano.

"Qualcosa mi dice che non l'hai preparato tu da sola."
Sobbalzando, Ginny si coprì il cuore con la mano, cercando di calmare la sua espressione prima di voltarsi verso Malfoy.
"Ma devi sempre andare in giro strisciando in quel modo?" gli urlò contro. "Ho una mezza idea di trasformarti le punte delle orecchie in piccoli campanelli."
"Sai, non ti stai comportando come una ragazza che vuole che le faccia un favore," precisò seccamente.
"Non è che ti stia chiedendo un servizio in fondo," protestò.
"Beh, non mi piace che i miei schiavi parlino troppo," le disse di rimando, sedendosi a tavola e appoggiandosi un tovagliolo sulle ginocchia.
"Bene," dichiarò Ginny con fare educato, sedendosi di fronte a lui. "Mentre tu ceni io stilerò i termini del nostro accordo."
Dalla borsa di Ginny vennero fuori una pergamena e una lunga piuma per scrivere.
"Punto primo," iniziò Ginny, e la piuma iniziò a copiare le sue parole sulla pergamena. Draco alzò un sopracciglio e Ginny si limitò a scrollare le spalle. "E' un brevetto di Rita Skeeter. E' da un po' che penso di diventare giornalista e Harry me l'ha comprato lo scorso Natale."
"'Harry me l'ha comprato lo scorso Natale,'" la scimmiottò Draco mentre ricopriva con un velo di salsa il purè. "E' penoso il modo in cui hai perso la testa, sai? L'intera scuola ride dello sguardo adorante che rivolgi a Potter mentre lo segui come un cagnolino. Considerato soprattutto che ha quel topo della Granger nel suo letto."
"Hermione non è un topo," disse Ginny con rabbia. "E io non seguo Harry dappertutto--" La sua bocca si bloccò fino a diventare una linea sottile. "Punto primo: tutti e due dobbiamo evitare di insultare gli amici dell'altro."
"Puoi insultare i miei amici se vuoi," disse Draco con fare magnanimo. "A me non importa."
"Punto secondo," continuò Ginny, come se lui non avesse parlato. "Niente sesso."
"Ricordo che lo hai detto anche prima," fece notare Draco dopo aver mandato giù un boccone di cibo. "E ci ho riflettuto sopra, e penso che questa cosa per me non funziona."
"Beh, mi dispiace, ma dovrai fartela funzionare,"  disse Ginny, quasi sul punto di dare in escandescenze.
"Se vuoi che questo nostro accordo funzioni," continuò Draco con voce vellutata, "sei tu quella che deve far sì che i miei desideri ti vadano bene. In fondo, non è proprio questo il punto dell'accordo, o no, Signorina Weasley?"
"Io .... io non posso farlo, va bene?" ribattè Ginny, muovendosi imbarazzata sulla sedia. "Non posso fare quello."
Draco alzò gli occhi al cielo. "Non ti sto chiedendo di fare quello. E Cristo Santo, donna, perchè non lo dici chiaro e tondo - non riesci a sopportare il pensiero di fare sesso con me."
Gli occhi di Ginny vagarono rapidi per la stanza, come se ci fosse dietro ogni angolo un nugolo di professori pronti a saltar fuori e gridare "Sesso! Ha detto sesso! Cosa stai facendo signorina nella camera di questo ragazzo screanzato?!"
"Va bene," sibilò. "Non riesco a sopportare l'idea di fare sesso con te!"
"Quindi siamo in due, perchè diavolo nemmeno io riesco a sopportare l'idea di fare sesso con te," disse, pulendosi la bocca con il fazzoletto.
"Allora perchè stiamo avendo questa discussione senza senso alcuno-"
"Perchè io ho dei bisogni," la informò.
Ora era il turno di Ginny di alzare gli occhi al cielo. "Questa è senza dubbio la cosa più stupida che avresti potuto dire."
E poi successe qualcosa. Qualunque, pur strano, senso dell'umorismo vi fosse negli occhi di Draco sparì all'istante e tutto quello che rimase fu quel colore d'acciaio che le fece rizzare i capelli dietro il collo.
"Benissimo," disse alla fine. "Non ti chiederò niente di sessuale, Signorina Weasley. Ma alla fine di tutto questo, sono sicuro che vorrai che io lo abbia fatto."
Ancora una volta Ginny si ritrovò nella poca invidiabile situazione di dover sistemarsi nella sedia dall'imbarazzo. Cominciò a succhiare la punta del suo pollice. Cosa avrebbe potuto farle fare di peggio che fare quello - con lui! Di certo nient'altro ... ma in fondo, si trattava di un Malfoy. C'erano storie e storie sui domestici che lavoravano agli ordini di Lucius Malfoy e che erano diventati tutti matti. Forse Draco aveva ereditato la crudeltà di suo padre e magari ne aveva anche di più.
"Beh," continuò esitante. "forse .... voglio dire, forse sono stata un po' precipitosa."
La piuma si fermò a mezz'aria e cominciò a cancellare quello che aveva appena scritto. Ginny avrebbe voluto sputare parolacce a non finire. Se la piuma magica aveva percepito il suo tentennamento, era indubbio che nemmeno Draco avrebbe mancato di notarlo.
"Ma davvero?" chiese lui con fare tranquillo.
"Facciamo un compromesso allora," dichiarò Ginny, cercando di riguadagnare la sua dignità. "Niente sesso, ma, se sorgesse il bisogno," le guance arrossirono quando comprese cosa aveva appena insinuato, tuttavia andò avanti, "favori sessuali potranno essere scambiati in futuro."
"Eccellente," annuì Draco, ponendo il piatto da parte.
"Mangi troppo in fretta," lo ammonì automaticamente Ginny, rimproverandolo come avrebbe fatto con Harry o Ron.
"Scusa tanto, mamma," la prese in giro Draco.
"Punto terzo," disse Ginny a denti stretti, "quando-"
"Allora, come hai fatto ad avere la parola chiave per entrare?" chiese Draco, senza alcun riguardo per quello che lei era sul punto dire.
Lasciandosi sfuggire un sospiro, Ginny si appoggiò all'indietro e incrociò le braccia, decidendo che avrebbe fatto meglio a familiarizzare con l'abitudine che aveva lui di non curarsi minimamente dei suoi sentimenti o delle sue opinioni. In fondo era esattamente quello che ogni bravo schiavo avrebbe fatto.
"Pozione Polisucco," ammise Ginny. "Mi sono trasformata in quella scema della migliore amica di Pansy."
Le sopracciglia di Draco andarono ad incontrarsi. "Vuoi dire Vilonna?"
"Vilonna!" urlò Ginny trionfante. "Lo sapevo che era qualcosa di simile a Vomito o Vile."
Le sembrò quasi che Draco avesse accennato un sorriso, ma prima che qualcuno dei due potesse dire qualcosa, sentirono alcune voci dietro il ritratto.
"Arriva qualcuno," sibilò Ginny, afferrando la pergamena e la piuma magica e infilandoli nella sua borsa.
"Io mi nasconderei dietro le tende," disse Draco con fare annoiato, indicando i lunghi e grandi drappeggi vicino alla porta.
Incapace di controbattere e non avendo altre idee di suo, Ginny balzò verso le tende, riuscendo a nascondersi appena un attimo prima che la sala comune fosse riempita da una serie di conversazioni rumorose.

Un gruppo di studenti del settimo anno si mise a sedere in un angolo, ovviamente cercando di studiare per i MAGO. Draco rimase seduto fermo e Ginny si domandò perchè lui non sentisse il bisogno di studiare. Da quel che ne sapeva lei, aveva buoni voti nella maggior parte delle sue classi, tranne che in Erbologia, e aveva una media in Pozioni che superava di gran lunga quella delle altre materie. Hermione era l'unica studentessa che riusciva meglio di lui.
Eppure non aveva la fama di essere un secchione, nè i suoi nemici (beh, a parte Ron) lo consideravano stupido. I suoi unici amici sembravano essere Tiger e Goyle, e quei due possedevano un'intelligenza che non andava oltre al sapersi vestire la mattina, figurarsi prendere buoni voti a scuola. Ma per una qualche ragione, avrebbero seguito Malfoy in capo al mondo se lui lo avesse chiesto. La maggior parte degli altri studenti Serpeverde avrebbe fatto la stessa cosa e Ginny non riusciva a credere che fosse tutto dovuto all'influenza di Lucius Malfoy.
C'era qualcosa in Draco, una pigra arroganza che comandava l'attenzione di chi gli stava attorno e rendeva difficile che vi fosse qualcosa nella sua vita che per lui fosse risultata una sforzo. Dal suo posto dietro le tende Ginny godeva di una vista perfetta su di lui e per la prima volta, lui non poteva vedere che lo fissava. Era il suo profilo che era rivolto a lei, con la luce del fuoco che danzava dietro di lui, facendo brillare appena i suoi capelli chiari.
Ora che si ritrovava faccia a faccia con la prospettiva di stare in sua stretta vicinanza per il prossimo mese, Ginny era affascinata dall'idea di scoprire come fosse in realtà Draco Malfoy. Di solito, con il ghigno malefico perennemente stampato in viso, Draco le ispirava nient'altro che un odio totale. Ma mentre lo guardava adesso, col profilo abbassato, illuminato da una luce quasi eterea (o forse malevola, Ginny! Cerca di rimanere obiettiva), si chiese se per caso ci fosse qualcos'altro oltre alla pura malvagità che aveva contribuito a trasformarlo nell'uomo che stava diventando.
Il ragazzino malvagio e pestifero che era stato una volta non avrebbe mai accettato di assecondare la sua richiesta, non importa cosa potesse ricavarne. La prospettiva di poterla umiliare in pubblico sarebbe stata troppo appetitosa per lasciarsela sfuggire, e l'avrebbe colta al volo dicendo a chiunque lo fosse stato ad ascoltare di come la piccola, stupida Weasley lo era venuto a pregare di diventare la sua schiava.
Negli ultimi due anni tuttavia, Draco era cambiato. Non che ci fossero cori di angeli che lo circondassero ora, non c'era ancora l'aureola da santo sopra la sua testa, ma per lo meno ora quella di rendere la vita altrui un inferno non era più l'unica cosa che aveva in testa. La storia di 'Whorermione' era il primo insulto che avesse fatto alla ragazza da qui a mesi, ricordò Ginny. E in verità, non era nemmeno cattivo quanto lo erano stati i precedenti per i suoi normali parametri. E in più, le uniche volte che lui, Ron ed Harry ancora litigavano erano le volte in cui si trovavano in mezzo a una folla di studenti, Grifondoro contro Serpeverde. E anche allora, sembrava più una sana competizione, in fondo i ragazzi erano sempre ragazzi. La professoressa McGranitt aveva persino commentato questo strano comportamento di Malfoy, durante una conversazione che aveva ascoltato di nascosto fra la vecchia professoressa e Albus Silente, dopo che quella aveva interrotto una baruffa in corso fra i tre, nella quale Ginny si era ritrovata in mezzo.
Come se avesse percepito il suo scrutinio, la testa di Draco si alzò all'improvviso e fissò le tende. Non poteva vederla, lei lo sapeva bene, ma questo non impedì al suo cuore di cominciare a battere forte dallo spavento. Doveva uscire subito da quella orribile stanza prima che il cuore le esplodesse in petto, o prima di fare qualche gridolino strano, o qualcosa di egualmente stupido che avrebbe attirato l'attenzione su di lei.
Draco si alzò dalla sedia e si avvicinò alla finestra accanto al dipinto. Il suo viso era vicino abbastanza da toccare quasi il vetro e lei capì che in quel modo poteva vederla grazie al gioco di luci.

"Alcuni di loro non andranno a dormire per ore," disse tranquillo. "Blaise e Jasper stanno spesso alzati fino a molto tardi."
"Pff, Jasper," ridacchiò piano.
"Shh," la ammonì, anche se anche in questo caso le parve di cogliere gli angoli della sua bocca all'insù.
Masticandosi il labbro inferiore coi denti, Ginny prese a stringere con fare compulsivo i pugni intorno alla borsa. Non c'era modo di uscire di lì senza essere visti. Avrebbe sicuramente fatto qualcosa tipo uno starnuto e tutti avrebbero guardato dalla sua parte e qualcuno avrebbe strappato le tende e l'avrebbero tutti quanti indicata con un minaccioso dito e poi avrebbero chiamato il professor Piton per punire la spia Grifondoro intrufolatasi tra loro e lui avrebbe tolto a Grifondoro qualcosa tipo mille punti e l'intera scuola avrebbe riso di lei per il resto dell'anno, e per tutto l'anno dopo, e non sarebbe riuscita a entrare nell'Ordine perché non era riuscita nemmeno a fare questa semplice cosa per loro -
"Mi sei debitrice," disse Draco senza tono alcuno, fissandola appena con la coda dell'occhio. Poi, a voce più alta, disse, "Ehi, guardate questo!"
Poi si mosse a sinistra della finestra, e coprì il suo corpo nascosto dalle tende col proprio così che il resto dei Serpeverde non ebbe altra scelta che muoversi alla destra di Draco per vedere fuori dalla finestra.
"Cosa c'è?" chiese Blaise Zabini.
"Non vedi quello stupido gigante?" chiese a sua volta Draco. Ginny era praticamente certa che si stesse riferendo ad Hagrid. "Sta spostando quelle bestie puzzolenti nel recinto aperto. Scommetto che dovremmo giocarci, cavalcarle, cercare di fare 'amicizia' con loro o una stupidata simile, domani."
Tutti gli studenti Serpeverde sembrarono rabbrividire a questa idea, e cominciarono a litigarsi lo spazio davanti alla finestra. Quando Ginny non si mosse per andarsene Draco le diede un calcio alle caviglia. Ginny fu straordinariamente fiera di se stessa per aver trattenuto bene l'urlo. Facendo un grosso respiro, sgattaiolò fuori dalla tenda e si infilò nella porta-ritratto. Non si guardò mai indietro, ma dal momento che dozzine di Serpeverde non presero a inseguirla infuriati e nessun professore adirato venne a tirarla fuori dal letto nel bel mezzo della notte, finì col pensare che nessuno avesse notato la sua visita nella sala comune dei Serpeverde.
I suoi sogni avrebbero potuto essere popolati da visioni di Draco Malfoy in situazioni compromettenti e certamente confuse, mentre il suo subconscio esplorava qualunque combinazione di eventi che avessero trasformato quel ragazzino in quell'uomo. Avrebbero potuto; ma dal momento che non aveva bisogno di quel genere di distrazioni, Ginny decise che non avrebbe affatto dormito.

Anche se comprese appena mezza parola delle sue lezioni il giorno seguente, sapeva che la sua sanità mentale valeva bene lo sforzo.~


Eccoci qua. Sono le prime parole che scrivo dopo aver fatto il patto col Diavolo, ovvero Draco Malfoy. Non ho chiuso occhio per due notti e questa notte sono praticamente svenuta sul letto. Mi sono svegliata un'ora fa nel panico, perché dovevo registrare un sogno che mi ha parecchio disturbato, su carta. Mi è mancato disperatamente poter parlare con qualcuno che capisse, e fosse in grado allo stesso tempo di non parlare a sua volta. Per favore, per favore, per favore non cominciare a rispondermi.

Ho passato quasi cinque minuti a fissare la pagina bianca, incapace di formulare un qualunque pensiero. Non riesco nemmeno a parlare di quel sogno ad alta voce, figurarsi scriverlo. Ci proverò più in là durante la settimana. Ho un compito di cucito da portare a termine per quel mostro di Malfoy. Cucito. E mi ha proibito di usare la mia bacchetta! Argghhh!

~

E' oramai passata una settimana da quando sono stata costretta a servire in modo ingrato tale Draco Malfoy. Sto cominciando a pensare se c'è qualche premio che valga l'inferno che è diventata la mia vita. Malfoy si sta divertendo fin troppo per i miei gusti. Qualunque riluttanza possa aver avuto ad accettare il nostro patto è volata fuori dalla finestra. Ecco una lista dei miei 'compiti':

- Ogni notte devo sedermi nel tavolo dei Serpeverde accanto a Malfoy e tagliare la carne per lui (L'unico raggio di luce in questa nuvola oscura è che Ron, Harry ed Hermione  hanno cenato nella sala comune dei Grifondoro nelle ultime sette notti dal momento che Hermione li sta privando di qualsiasi contatto sociale fino a che non riescono a superare l'esame MAGO preparato da lei.)
- Devo fare tutti i compiti di Erbologia di Malfoy al posto suo. (Dice che il mio aiuto si deve limitare a farlo passare pure con la sufficienza in quella 'ridicola e totalmente non necessaria materia' e che qualunque compito è nient'altro che 'un carico di lavoro in più per quella stupida della professoressa Sprite. Non ho il tempo di farli; ho dei posti in cui andarsi, sai" e che come suo diligente schiava, devo prendermene io cura per lui. Chissenefrega vero se anche io ho degli esami miei da dare - per non parlare di quella cosa che Ron si è lasciato sfuggire nella foresta l'altro giorno. Dio, quanta rabbia che mi fa.)
- Sono stata costretta a fare non meno di quattro viaggi a Hogsmeade per acquistare, fra le altre cose, una pinta di birra, sei ratti per nutrire il suo Hiss, un boa constrictor lungo due metri, nonché la nuova mascotte della squadra Serpeverde di Quidditch, undici rotoli di pergamena, una dozzina di nuove piume per scrivere, e diverse riviste magiche di dubbia qualità. (Non posso divulgare il nome di nessuno degli altri oggetti, nemmeno a questo diario, dal momento che così facendo temo che comprometterò inevitabilmente la mia capacità di levarmeli dalla testa.)

Ho ricamato - a. Mano. Senza. La. Mia. Bacchetta. - diverse frasi in tutti i maglioni di Draco (Sua madre gliene manda uno nuovo ogni settimana - alcuni sono davvero meravigliosi, e vanno dal cashmere alla lana più pregiata. Non mi sarebbe dispiaciuto tenerne qualcuno per me, perchè Dio solo sa che non se ne accorgerebbe nemmeno, ma nel caso succedesse, rubare non mi pare il modo migliore per guadagnarmi il favore del proprio padrone.)

Piccola confessione: non ho ricamato precisamente ciò che Malfoy intendeva quando mi ha ordinato di farlo, e cito qui, 'Fa sì che chiunque se li veda davanti sappia a chi appartengono. E, Signorina Weasley? Niente magia. Mi piacerebbe proprio vedere quanto riesci a ricamare bene a mano."

Oh, ho ricamato benissimo, va bene. Il Signor Malfoy dovrebbe imparare a essere più specifico quando dà un ordine, però, anche se i nomi che ho ricamato nei suoi maglioni certamente non hanno alcuna somiglianza tecnica con Draco Malfoy, secondo me, chiunque dovesse trovarseli davanti saprebbe esattamente a chi appartengono. Harry si è sempre rivolto a Malfoy chiamandolo 'Stupido Bamboccio' e ho sentito Hermione chiamarlo 'Ranocchio rugoso' almeno una mezza dozzina di volte; l'espressione preferita di Ron per anni è stata 'Faccia da furetto'; ora il maglione bianco di cashmere di Malfoy la commemorerà per sempre. Ventotto maglioni dopo e stavo quasi finendo le idee nel combinare le varie espressioni derisorie.

Devo dirlo, ha un effetto liberatorio il poter scrivere di nuovo un diario, ma anche se non mi risponde (ah, grazie), mi sento ancora ... a disagio. Malfoy direbbe sicuramente che sono una stupida ingenua, ma non posso farci nulla. Così tanta gente avrebbe potuto perdere la vita e sarebbe stata tutta colpa mia, a causa di quella stupida cotta che avevo per Harry. Stranamente però, quando ripenso a quell'anno, quando l'orribile storia di Tom Riddle non è la prima cosa che mi viene in mente, non è quello che provavo per Harry che ricordo per prima cosa, ma piuttosto, come mi sono sentita tremendamente umiliata quando Malfoy ha letto la mia lettera di San Valentino ad alta voce.

Recentemente, quando mi sono ricordata quanto fosse crudele, quanto lo odiassi, completamente e assolutamente, con una chiarezza che non avevo mai conosciuto prima, sono costretta a riconoscere quanto sia diverso. E' già da un po' che ci penso, dopo essere stata costretta a stargli a così stretto contatto, che Draco sembra aver perso un sacco della sua crudeltà. Anche se i compiti che mi ha assegnato sono davvero crudeli ...

Infatti, l'unico raggio di luce in questa passata settimana è stato che Draco non mi ha ordinato di fare niente di remotamente sessuale. Non sono davvero sicura di come gestirei la situazione se facesse una richiesta del genere. Da una parte, dopo averlo conosciuto un po', non è più la prospettiva più orribile che io riesca a immaginare, ma anche se non lo odio più come un tempo questo non significa che voglio fare sesso con lui. Voglio dire, solo perchè può esserci una sorta di attrazione primordiale fra noi, questo non significa che io devo-

Bleah. Non riesco a pensare a questa cosa per nemmeno un altro secondo, e sono in ritardo per la cena.

~

Non sarei mai dovuta andare a cena, è tutto quello che c'è da dire. Sarei dovuta rimanere rinchiusa dentro la torre fino a che non fossi morta di sete o il panico mi avesse fatta crepare. Avrei potuto infestare il castello per esempio, conoscere Mirtilla Malcontenta e Sir Nicholas (E' quasi il giorno della sua Morte; forse potremmo celebrare insieme?) e persino il Barone Sanguinario. Certamente avrei evitato a tutte le parti coinvolte un'orribile, tremenda serata.

La buona notizia: Harry e Ron hanno completato la verifica pre-MAGO preparata da Hermione, e sono ora di nuovo liberi di vagare tra le masse.

La cattiva notizia: Harry e Ron hanno completato la verifica pre-MAGO preparata da Hermione, e sono ora di nuovo liberi di vagare tra le masse.

Non penso di aver mai visto la faccia di Ron diventare così viola come quando è entrato nella Sala Grande e mi ha trovato seduta al tavolo dei Serpeverde, a mescolare meticolosamente i piselli di Draco con le patate schiacciate "nel modo in cui mia mamma fa".

Ron e Harry stavano ridendo, ognuno di loro con un braccio intorno alle spalle di Hermione. Una qualche melodrammatica parte di me lo pensa a quell'attimo come 'Il momento in cui le risate cessarono'. Ron mi vide prima che io alzassi la testa dalle patate sfracellate di Draco, e lo so, perchè stava già venendo dritto verso di me con quello sguardo indemoniato che diceva 'Per tutti i SANTI cosa stai facendo al tavolo dei Serpeverde?' stampato in viso prima che avessi il tempo di guardarlo di nuovo.

Ora proverò a ricostruire la "conversazione" che ebbe luogo fra me e mio fratello grazie alla mia appena attendibile (ero profondamente traumatizzata) memoria di quanto è successo ieri sera:

"In nome di Godric Grifondoro, cosa diavolo ti è preso?!" urlò Ron mentre mi prendeva il braccio e mi tirava su dalla sedia del tavolo Serpeverde. "Diavolo Gin, ti rendi conto di dove eri seduta?!"

"Sì," dissi con voce perfettamente calma a ragionevole.

"Sei impazzita?!"

"Sono sanissima, grazie."

Ora, questo è il punto in cui comincio a pregare Ron con gli occhi, pregandolo in silenzio per favore per favore, lascia stare. Fidati di me quando dico che so cosa diavolo sta succedendo e cosa sto facendo e FATTI gli affari tuoi. La cosa più divertente è che allora pensavo che ci fosse la possibilità che capisse. Per un attimo sembrò comprendere davvero cosa stavo cercando di dirgli e sul punto di dire "Beh, Gin, finchè sai cosa fai ..." e di lasciarmi in pace.

Allora.

"Malfoy," disse invece mio fratello, dirigendo la sua ira verso Draco, che in quel momento si stava leccando in modo impeccabile la punta delle dita per pulire dalle tracce di pollo che stavano mangiando. "Se hai fatto qualcosa a mia sorella-"

"Non ho fatto proprio niente a tua sorella," aveva detto Draco con tono laconico. "Forse finalmente è tornata in sè e ha capito qual'è il tavolo dove siedono le persone di classe."

Fu allora che Tiger e Goyle cominciarono a litigare per un pezzo di pollo. Va detto, a favore di Draco, che la scenetta lo distrasse appena un poco dalla questione. Sempre in suo favore va detto che Ron era troppo furioso per notare qualunque cosa stessero facendo Tiger e Goyle in quel momento.

I suoi occhi si ingrandirono, le vene cominciarono a vedersi e per un attimo ho temuto davvero per la vita di Draco, perchè Ron non stava tirando fuori la bacchetta, no, Ron stava per rilasciare diciassette anni di sindrome di iper-infantilità, sette anni nel ruolo di spalla di Colui che è sopravvissuto, e il fatto di aver perso l'unica ragazza per la quale aveva avuto una cotta sin da quando aveva quattordici anni a causa di quello stesso amico che, persino Ron doveva ammetterlo, aveva catturato il suo cuore già da un po' di tempo.

Con gran fortuna di tutti (Draco sa tirare la bacchetta fuori piuttosto velocemente, e una volta che Ron gli avesse spaccato il naso, sono quasi certa che Draco avrebbe ucciso mio fratello) so esattamente quando Ron sta per esplodere. Lo presi per un braccio e lo trascinai fuori dalla sala grande e nel corridoio.

"HAI PERSO COMPLETAMENTE LA RAGIONE?!"

Penso che è questo quello che ha detto. Tutto quello che riesco a ricordare è quanto forte ha urlato. Sono certa che tutti quanti dentro riuscivano ancora a sentire bene la parte della nostra conversazione detta da Ron.

"Mi sta insegnando Pozioni," fu tutto quello che riuscì a dire con la voce presa dal panico. Mai una scusa era suonata così falsa e patetica.

Sembrò per un attimo che Ron si fosse calmato a quelle parole ed ero assurdamente fiera di me stessa. Forse non era così patetica dopo tutto. Poi, iniziò a respirare forte dal naso e fece quel ... suono ... che non riesco a descrivere e per un attimo ho pensato seriamente che mio fratello stesse per esplodere di fronte a me.

"DRACO MALFOY STA INSEGNANDO A MIA SORELLA?! Cosa DIAVOLO ti sta facendo fare per lui?!"

"Solo qualche piccola cosa," mi affrettai a rassicurarlo. "Sai, tipo tagliargli la carne, cucire qualcosa qua e là." Sì, so che tecnicamente era una balla colossale, ma non potevo dire altro. Ero disperata. Non era mia abitudine mentire ai miei fratelli - beh, nemmeno questa affermazione è proprio precisa suppongo. Non era mia abitudine mentire a mio fratello Ron. Non sono sicura di aver mai detto a Percy la verità su dove ero stata o con chi mi ero incontrata nemmeno una volta, per principio.

"Gin," disse Ron in quel momento, e stava cercando chiaramente di calmarsi, "cazzo, se avevi bisogno di aiuto in Pozioni, perché non sei venuta da ME?"

Beh, non ho sentito il bisogno di rispondere a quella domanda, perciò mi sono limitata a fissarlo fino a che non ha sospirato e sollevato le spalle mostrando di aver capito cosa intendevo.

"Va bene, va bene," mi concesse almeno questo, "ma se non io, che mi dici di Hermione? E' bravissima in tutta, tranne Divinazione, e credimi, si è preparata un ben congegnato discorso anche solo sul fatto che Divinazione possa essere considerata una materia seria."

Già. Ma non ho mai ringraziato il fatto che Ron tendesse spesso a fare confusione con le sue stesse argomentazioni più di quanto abbia fatto in quel momento, perché stavo disperatamente cercando di venirmene fuori con una ragione plausibile sul perché non ero semplicemente andata da Hermione. Beh, vedi Ron, la società segreta in cui sto cercando di entrare vuole che io faccia da schiava a qualcuno che odio. Oh, ma non lo odio più. Di certo non siamo amici, ma ho avuto modo di osservarlo in questa settimana, e sebbene sia molto sarcastico, e più che solo un pochino crudele, non è certamente il figlioccio di Satana. O meglio, è figlio di Satana, ma non è colpa sua se Lucius Malfoy è così malvagio.

E ti ho forse detto del sogno dell'altra notte?

"Hermione aveva già le mani piene di te e Harry," fu quello che dissi ad alta voce. "I MAGO sono stressanti per tutti Ron ed Hermione ha già dedicato tutto il suo tempo e le sue energie nel cercare di far passare voi lavativi con voti appena sufficienti."

"Non insultarmi appena dopo che ti ho pescata a giocare alla servetta di Draco Malfoy," mi avvertì Ron. "Non migliori la tua situazione."

Poi gli sorrisi e lui mi sorrise a sua volta ed era come un'alleanza tra noi, i due più piccoli. Eravamo sempre stati noi due contro tutti gli altri e questo l'avevamo perso quando lui era andato via ad Hogwarts; quando mi aveva lasciata indietro, tutta sola con Mamma e Papà, a desiderare disperatamente di essere insieme a lui e a Fred e a George in questo grande posto di cui parlavano tutti i miei fratelli ogni anno in estate. Volevo tanto bene ad Hermione ed Harry, ma in quel momento, avevo di nuovo il mio fratellone e niente mi era sembrato più bello.

"Va tutto bene, Ron," gli dissi dopo un attimo che ci eravamo messi d'accordo col solo sguardo. "Ho davvero bisogno di aiuto in Pozioni. Sto andando veramente male e non è un gran prezzo da pagare, essere a disposizione di Malfoy per qualche settimana. Davvero, è la cosa migliore adesso. Sto facendo pratica su come gestire gli stupidi insopportabili anche nella vita vera."

Quella frase fece allargare il sorriso di Ron, ma desiderai poi di non averla mai detto, perché in quel preciso momento, Draco Malfoy dimostrò di saper scegliere con precisione atroce il momento sbagliato. Era uscito dalla Sala Grande - per cercarmi, suppongo - ed era nero di rabbia. Mi fece quasi paura per un minuto. I suoi occhi sembravano fatti di ardesia, naturalmente, se immaginate di poter dare fuoco all'ardesia e vederla bruciare ed emettere fumo da tutte le parti.

"Scusa se ti interrompo, Weasley," disse Draco a Ron e sembrava così perfettamente calmo e razionale. Perché d'altronde avrebbe dovuto essere diversamente? "Ma siamo in ritardo per lo studio. Non ho tutto il tempo di questo mondo per aspettare che voi finiate la vostra piccola lite familiare, no?" Poi la sua mano si chiuse attorno al mio braccio e mi trascinò via con lui. "Dì ciao alla sorellina."

Non riuscivo a girarmi per guardare Ron; ero disperatamente felice che il mio fratellone non avesse fatto niente di ridicolo e coraggioso. Sono quasi sicuro che sia corso da Harry ed Hermione e non abbia fatto altro che distruggere le loro orecchie col racconto per il resto della cena.

Per quanto riguarda Draco e me, non appena ci fummo allontanati da Ron, si girò vero di me ... ed era così FURIOSO!

"Mentre fai la mia serva non parlerai più di me in quel modo. Sono stato chiaro?"

"Draco, mi spiace," cercai di dire, ma aveva mosso velocemente il braccio e mi si era avvicinato, fino a che il suo respiro era sulla mia faccia.

"Signor Malfoy," mi corresse. La sua voce si ruppe e questo sembrò farlo arrabbiare ancora di più. Aprì la bocca per dire qualcos'altro, ma poi si girò e si limitò ad andare via da me.

Volevo chiamarlo, cercare di spiegarmi e scusarmi di nuovo, anche se non sono sicura di sapere perché. Non è che abbia detto a Ron qualcosa che non ho mai detto a Draco proprio davanti alla sua faccia in passato. Volevo chiedergli della nostra sessione di studio, perché se anche io non ne avevo un disperato bisogno per Pozioni, lui sarebbe andato male in Erbologia ai suoi MAGO senza il mio aiuto. E scoprì che non volevo che andasse male; volevo che facesse bene, come sapevo che poteva fare.

Oh, dio mio. Sto guardando quello che ho appena scritto e mi sembra di essere una stupida scema. Se non riesco ad essere onesta col mio diario, questo fa di me una persona senza speranza no? Giusto. Quindi. Qualche notte fa, ho fatto un sogno. Su Draco. Malfoy. Su Draco Malfoy.

Ero giù nelle segrete per la lezione di Pozioni, e Piton mi stava facendo tutta una serie di domande di cui non sapevo la risposta. Poi Draco era lì, e stava bisbigliando le risposte al mio orecchio, ma era invisibile, perché Piton non lo vedeva. All'improvviso, avevo tutte le risposte, e Piton continuava a cercare di farmi sbagliare. Finalmente mi disse che avevo passato il test e che non dovevo mai più tornare a studiare Pozioni, e che dovevo portare questa pera viola nell'ufficio di Silente per provare che avevo finito.

Poi ero nei corridoi, e stavo tenendo in mano la pera viola e Draco era assieme a me, congratulandosi per il fatto che finalmente lo ero stata ad ascoltare. Poi mi disse che avremmo dovuto mangiare la pera, ma io non volevo, perché se mangiavamo la pera non poteva darla a Silente, e Silente aveva bisogno della pera più di noi. Allora Draco suggerì che ne mangiassimo solo metà perché tanto Silente non aveva bisogno di quella pera più di tanto.

Nel sogno, questo aveva una sua logica perfetta, e io gli portai il frutto alla bocca. Lui le diede un morse e il succo gli cadde lungo il mento e macchiò la sua camicia appena sopra le costole. Indossava la divisa maschile e il succo sembrò formare una linea dal petto fino al basso addome.

"Ecco, guarda cosa hai fatto," disse Draco, e le cose intorno a noi cambiarono di nuovo, e stavamo in una stanza che non avevo mai visto prima, su un letto.

C'era la luce del sole che filtrava da una finestra aperta e gli occhi di Draco erano più argento del solito, coi capelli spettinati e mossi in una maniera in cui non avrei mai immaginato che lui avrebbe permesso che fossero. Non indossava niente, e mi resi conto che nemmeno io avevo niente addosso, e che la mia mano stava scivolando giù per il suo petto. Abbassai lo sguardo e vidi la macchia lasciata dal succo di pera.

"Sta cominciando a sparire," notai, ricalcandola con la punta delle mie dita.

I suoi occhi erano pieni di lacrime e capì in quel momento perché erano così argentei. Portò una mano al mio viso e mi scostò gentilmente i capelli, tracciando le flebili linee presenti sulla mia fronte con una tale cura.

"L'amore non sparisce, Gin," mi mormorò, e poi mi diede un bacio.

E poi mi sono svegliata.

Finirò presto col diventare matta, Ordine o non Ordine.

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