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Autore: brothers of steel    28/09/2012    0 recensioni
"Forse non sono i legami di sangue che ci rendono una famiglia. Forse sono quelle persone che sanno i nostri segreti e ci amano comunque, così che possiamo essere finalmente noi stessi" (Gossip Girl)
Una storia di Amicizia divisa tra Amore e Lealtà.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Pov. Jacob

 

Sorrido ampiamente vedendo una fiume di lacrime bagnare il viso coperto dia una maschera di disperazione di Dawson.

- Eri stato avvertito Dawson. Non paghi? Non vivi. Mi sembra piuttosto lineare come pensiero.- spiego assestando un colpo nella bocca dello stomaco, lasciandolo senza fiato per qualche secondo.

- Dovresti reputarti fortunato sai? La tua famiglia avrebbe potuto seguirti in questo lento cammino verso la fine. Sarebbe stato piuttosto divertente, ma a differenza mia Jasper è un tipo magnanimo e ha lasciato loro l'opportunità di proseguire con la loro stupida vita- ghigno amaro mentre vedo la sua pelle, ormai cerea, tremare all'altezza della gola. Le mani, ormai tumefatte, tentano invano di farsi forza cercando l'aiuto delle gambe nel vano tentativo di alzarsi in piedi. Con una mano spingo leggermente sulla spalla facendolo nuovamente cadere a terra, sentendolo lamentarsi dal dolore. Dietro di me, Emmett, impassibile si gusta la scena mentre a stento cerco di trattenere una sarcastica risata di gusto.

- Tranquillo, non durerà ancora molto. Giusto il tempo di farmi passare questo fastidioso prurito alle mani.- dico ironico assestando altri colpi, precisi e veloci, che colpiscono parti già doloranti.

Un suono, lontano e costante, disturba il mio lavoro. I miei occhi si posano sulla sacca dietro di me, riconosco in quel suono il mio cellulare. Lascio che il corpo di Dawson ormai stremato raggiunga completamente il pavimento prima di avvicinarmi alla sacca per recuperare il telefono.

- Pronto?-

- Devi farmi un favore.- dichiara Jasper con voce cupa, dev'essere successo qualcosa per farlo essere così teso.

- Dimmi-

- Vai a prendere Ali a scuola.-

- Cosa? NO.-

- Ho da fare, devi andarla a prendere tu.-

- Non ho voglia di andare a prendere una ragazzina io…-

- Jacob. Devo sistemare un guaio che Francesco ha combinato con Aro, non ho tempo per te che ti metti a fare il bambino capriccioso. Vai a prendere Ali. Punto!.- detto questo riattacca, senza neanche disturbarsi a salutare. Grugnisco un'imprecazione sfilando la mia magnum dalla giacca e sparando un colpo verso Dawson, terminando definitivamente il mio lavoro e ponendo fine al mio unico divertimento giornaliero. Salgo in macchina dopo aver dato disposizioni ad Emmett su come far sparire il corpo e mi dirigo verso il mio nuovo obbiettivo.

Andare a prendere quella ragazzina viziata e di certo l'ultima delle cose che vorrei fare. Mi chiedo ancora cosa ci trovi Jasper di tanto speciale, infondo è una bambina, testarda e a mio parere anche piuttosto capricciosa. 

La vedo uscire, con un ragazzino accanto che riconosco come quello con cui chiacchierava in discoteca. Ha una gonnellina scozzese sotto un top che le fascia perfettamente un corpo esile, dalle curve giuste, e rivestito di una splendida pelle color porcellana. 

Sorrido comprendendo il motivo per cui probabilmente Jasper l'ha scelta.

- Ragazzina- esclamo cercando la sua attenzione ma non si volta neanche, continua a ciarlare con i suoi amici ignorandomi.

- Ragazzina!- ripeto alzando la voce di un tono, stavolta si gira guardandomi con occhi gelidi, nel probabile tentativo di capire se sia con lei che sto parlando.

- Ciao Ragazzina- dico raggiungendola

- Ho un nome- mi ricorda con tono fermo, ed io mi ritrovo a ridere della sua comica durezza. Sembra quasi pericolosa.

- Lo so. Ma non m'interessa- ammetto senza la minima vergogna

- Ovviamente.- borbotta dandomi le spalle e riprendendo a farsi gli affari suoi. 

Come osa darmi le spalle?

- Sai che è maleducazione dare le spalle a qualcuno che ti parla?- le faccio notare a denti stretti sforzandomi di mantenere un tono calmo e disteso.

- Si può sapere che vuoi?- sbotta puntando gli occhi verdi nei miei, una scintilla di rabbia li attraversa rendendo lucidi ed intensi.

- Mi manda Jasper. Devi tornare a casa con me perché lui non può passare a prenderti.-

- Prenderò il bus- conclude sprezzante, e un moto di rabbia mi stringe lo stomaco

- Senti ragazzina, non ho proprio voglia di perdere tempo con te. Devi venire con me. Punto e basta- mi aspetto un nuovo attacco di rabbia, urli e sbraitii probabilmente. Ma non è quello che accade. Mi fissa per un attimo in silenzio per poi scoppiare a ridere quasi fossimo davanti uno spettacolo comico.

- Lo trovi divertente?-

- Trovo divertente che tu sia convinto di potermi dare ordini- spiega facendo spallucce con una faccia tosta che non credevo avesse. 

- Ti auguro una buona giornata Jacob- e il mio nome esce come un sibilo di amaro sarcasmo tra le sue labbra, si volta e fa per allontanarsi. Dentro si me si smuove qualcosa però, una consapevolezza che mi fa ribollire di rabbia. Si sta prendendo gioco di me. Senza neanche pensarci le vado dietro, afferrando il suo esile braccio, strattonandolo affinché torni a voltarsi verso di me, e sul suo volto passa un lampo di dolore ma dalle sue labbra non esce un lamento.

- Che vuoi?- chiede a denti stretti con voce trattenuta

- Ti ho detto che devi tornare a casa con me.- le ripeto cupo stringendo il braccio tra le mie dita, ricercando il suo dolore. 

- Lasciala!- esclama il ragazzino che le era accanto comparendo tra noi. Lo guardo immaginando per lui un infausto destino che renderebbe di sicuro la mia giornata più piacevole.

Purtroppo il sogno viene distrutto dalla consapevolezza che la mia priorità ora ricorda la ragazzina che tengo strettamente ancora per il braccio

- Fatti gli affidi tuoi ragazzino- sibilo . Lui è intimorito, ma non demorde

- Lasciala. Subito- ripete con voce dura ed io sto per colpirlo quando la voce di Ali mi blocca

- Non preoccuparti Alec. Ci penso io. Ci vediamo domani- e il suo tono non ammette repliche. Alec la guarda per un'ultima volta prima di decidere di andare via

- Bene. Ora che ci siamo sbarazzati di quell'impiastro torniamo a casa- concludo, ma lei non è dello stesso avviso. 

- Io non tornerò a casa con te- ribadisce per l'ennesima volta prima di lasciarsi andare ad un sospiro di dolore che però ingoia subito nascondendolo dietro occhiate di fuoco

- Lasciami il braccio- intima ed io mi ritrovo, contro ogni aspettativa, ad allentare la presa. Quando i miei occhi si spostano sul suo braccio noto un evidente segno rosso rovinare la sua pelle chiara. Non credevo di aver stretto tanto.

Poggia la borsa che portava a tracolla a terra, tirandone fuori un copri-spalle color crema, ma prima che possa indossarlo il cellulare le squilla.

- Pronto?- i suoi occhi si spostano su di me mentre ascolta ciò che le viene detto, non si ammorbidiscono ne mostrano il dolore che sicuramente sente al braccio.

- Ok. A tra poco- attacca e mi rendo conto di essermi incantato, scuoto la testa ricomponendomi e puntando nuovamente gli occhi su di lei.

- Andiamo.- sputa indossando il copri-spalle

- Hai cambiato idea?- le domando con sarcasmo. Dal suo modo accondiscendete è chiaro che al telefono fosse Jasper

- Visto? Sei stato bravo.- esclama con pungente ironia.

- Non puoi proprio evitarlo vero?- chiedo esasperato dalla sua ostinazione

- Cosa?-

- Irritarmi.- spiego, ma lei non sembra scomporsi più di tanto, scrolla le spalle salendo in auto e indossando la cintura in attesa che salga a mia volta. Alec, a distanza, ci osserva con occhi assassini. Lo saluto in un evidente sfottò che lo fa finalmente sparire dalla mia vista.

- Come diavolo fai a passare il tuo tempo con quello sfigato?- domando più per ironia che per vero interesse

- Perlomeno lui è catalogabile tra le persone- borbotta di rimando

- Niente. L'ultima parola deve sempre essere la tua!- esclamo sfinito, è proprio impossibile da sopportare. Di tutta risposta m'ignora, e so che il suo silenzio è ciò che volevo, ma mi irrita lo stesso.

- Hai fame?- domando stanco di questo silenzio.

- No.- dichiara con tono secco. Dallo specchietto retrovisore le lancio una veloce occhiata notando come, con lentezza studiata, le sue dita sfiorino il braccio che le ho strattonato. 

- Ti fa male?- Non si volta neanche a guardarmi, smette di accarezzarsi il braccio evitando ogni commento. 

- Potresti rispondere- le faccio notare con poca gentilezza

- Potrei. Non è detto che debba farlo per forza- sottolinea con freddezza

- Fallo.- sibilo

- Che c'è? Sensi di colpa?- chiede a denti stretti, con occhi lucidi di rabbia. Evidentemente le ho fatto male, perché non rinfacciarmelo? Ghigno con amarezza, aspetterà ovviamente di lamentarsene con Jasper.

Fermo l'auto davanti a casa Hale, ed entrambi scendiamo, le passo accanto trovandomi a sovrastarla. Stavolta tutta la sua sicurezza sembra sfumare, si guarda velocemente intorno probabilmente in cerca di aiuto. 

- Sensi di colpa?- sibilo avvicinando il mio viso al suo 

- Ringrazia Jasper. Se non fosse che sei la sua ragazza, ti avrei tolto volentieri quel sorrisetto dalla faccia.- invece di impallidire come mi aspetto che faccia sorride sfrontata

- Credici.- sputa con ira. Nonostante la sua durezza i suoi occhi tradiscono una dose di paura non indifferente, eppure non cede, continua a sostenere il mio sguardo senza nessuna reticenza.

Nessuno aveva mai osato sostenere il mio sguardo. Mai.  

- Posso andare da Jasper ora?- mi sposto permettendole di passare, lasciando che vada finalmente a lamentarsi dal suo ragazzo. 

È solo quello il motivo per cui è tanto sicura di se. 

Quello e nient'altro.

 

Pov. Alice

 

Sento il cuore battermi in gola dal terrore, ho temuto veramente che mi facesse del male. Infondo chi glielo avrebbe potuto impedire? Il braccio ancora pulsa per il dolore, la mia struttura minuta purtroppo non è molto resistente e con il minimo tocco sgarbato si arrossa e diventa livida. Alzo delicatamente il bordo del copri-spalle scoprendo il braccio dove, un lieve segno viola comincia a fissarsi. 

Sbuffo contrariata da tanta fragilità.

- Ali- alzo gli occhi verso Jasper, che a braccia aperte mi aspetta davanti alla porta. Corro verso di lui lasciandomi stringere e cullare

- Sei arrivata, mi sei mancata tanto- sussurra al mio orecchio, lasciando un bacio nell'incavo del mio collo

- Anche tu mi sei mancato- ammetto cercando le sue labbra, scacciando immediatamente dalla mia mente il pessimo incontro con Jacob. Mi accarezza il viso sorridendomi con dolcezza smisurata, ed io mi sento calma, al sicuro.

- Com'è andata la mattinata?- domanda accompagnandomi nella sua camera, e nel farlo poggia una mano sul mio braccio che, capriccioso, mi fa lamentare di dolore. Immediatamente il suo volto s'indurisce e si volta osservandomi con attenzione, io continuo a chiacchierare senza posa sperando che non mi chieda nulla, ovviamente però fa il contrario di ciò che aspetto.

- Che hai ?- 

- Niente.- lui si posa davanti a me, con serietà e capisco che "niente" non sarà una risposta che accetterà.

- Ali…- sussurra incoraggiandomi a parlare. 

- Ho avuto un brutto scontro contro il muro.- minimizzo in un sospiro alzando il bordo del copri-spalle per mostrargli la spalle.

- Uno scontro piuttosto violento- dichiara osservandomi il braccio. Lo copro nuovamente temendo che noti il segno delle dita.

- Sei maldestra. Lo sai..- sorride poco convinto e decide di darmela buona riprendendo a chiacchierare della mia giornata a scuola.

- Mi dispiace molto non essere potuto venire a prenderti- sussurra Jasper vezzeggiandomi con le labbra il viso, mi tocca con amore e delicatezza quasi fossi fatta di cristallo.

- Non preoccuparti. Davvero.- lo rassicuro per l'ennesima volta godendomi le sue attenzioni.

- Mi ero preoccupata non vedendoti…-

- Il lavoro in questi mesi è più pesante del solito. Gli ordini raddoppiano e sembra che di gente competente ce ne sia davvero poca in giro. Non fosse per Edward e Emmett impazzirei-

- A proposito di Edward…- dico sistemandomi meglio sulle sue gambe. 

- Gli ho detto di noi- ammetto, ma lui non sembra ne' teso ne' infastidito

- E che ha detto?- chiede giocando con una ciocca dei miei capelli.

- Non mi sembrava troppo preoccupato.- lui sorride, con una strana malinconia

- Magari non crede che sia importante- prova a dire. Accigliata fletto la testa leggermente di lato

- Perché dici questo?-

- Non lo so, tuo fratello mi sembra piuttosto attaccato a te. Non credo gli vada molto a genio…-

- Tante cose non gli vanno a genio posso assicurartelo- gli faccio notare e gli sfioro il viso con la punta delle dita.

- Ciò che conta per me è che vada a genio a te- stringo le braccia dietro alle sue spalle appropriandomi delle sue labbra, ormai diventate una droga per me

- Oh, ma tu mi vai molto più che "a genio".- 

 

Pov. Jacob

 

Mi domando ancora perché non abbia raccontato tutto a Jasper. 

La guardo di sottecchi mentre lo saluta, sfiorandogli le labbra. Lui la guarda con occhi adoranti, quasi come se non esistesse altro oltre a lei. 

- Ci vediamo domani tesoro mio.- la rassicura Jasper accarezzandole i capelli e lei annuisce sorridendo felice di ciò che ha sentito. 

- Buonanotte- sussurra infine suggellando la promessa fatta con un altro bacio.

Una parte di me comincia a sentirsi di troppo, e anche un po' perplessa. Non sono abituato a vedere Jasper lasciarsi andare in gesti d'affetto puramente altruistici. Non è affettuoso neanche quando vuole ottenere qualcosa.  Sbuffo sonoramente sperando che si accorgano che qui ci sono anch'io, stanco di starli ad aspettare mente si ripetono sdolcinate frasi d'affetto.

Fosse per me andrai a bere una cosa nel locale di Aro, lasciando che qualche splendida donna mi riversi tutte le sue attenzioni, invece devo rettamente qui, costretto nuovamente a doverla portare a casa, dal momento che stasera Jasper ha un importante incontro di lavoro con Aro e gli altri per aprire il nostro giro d'affari anche a Los Angeles.

- Posso andare col taxi- ribadisce un'ultima volta prima di salire in macchina

- Ti prego non farmi preoccupare.- la prega Jasper per l'ennesima volta, sembra quasi che per lui non sapere che Alice sia al sicuro sia un tormento impossibile da sopportare.  

- Non sai quanto vorrei poterti accompagnare…- bisbiglia

- Non preoccuparti amore. Buon lavoro.- 

 

Il viaggio in macchina verso casa si Alice è silenzioso, e diverse domande affollano la mia mente. Ogni tanto la guardo ma lei non batte ciglio, fissa la strada davanti a se con un espressione incolore sul volto.

- Perché non glielo hai detto?- 

- Cosa?- domanda accigliata

- Sai cosa.- le ricordo accennando al suo braccio con un cenno del capo, lei scrolla le spalle guardando fuori dal finestrino.

- Chi ti dice che non lo abbia fatto?- ghigno amaro al pensiero della reazione di Jasper se lo avesse davvero saputo. 

- Conosco Jasper meglio di te. Se lo avessi fatto non credo che potrei guidare in questo momento.- un strano espressione si posa sul suo volto e per un attimo mi chiedo se non abbia detto troppo.

Infine decido di fregarmene, non credo che non sappia davvero chi è Jasper. Perché se così non fosse le soluzioni sarebbero due, o lei è davvero ingenua o lui è davvero bravo a mentire.

- Non c'era nessun motivo di dirglielo- conclude infine tirando fuori dalla sacca un libro enorme e cominciando a leggere, probabilmente nel tentativo di far cessare le mie domande. Le accordo il favore decidendo che, infondo sia una bene per me che se ne sia stata zitta, di certo l'ultima cosa che volevo era discutere con Jasper per una ragazzina.

- Puoi lasciarmi qui.- dichiara secca riportandomi alla realtà

- Non abiti un isolato più giù?- chiedo perplesso tentando di ricordare l'indirizzo detto da Jasper. Lei suore la testa mettendo mano alla maniglia.

- Qui va bene- dice con sicurezza. Poco convinto lascio che scenda ripetendomi che sarebbe folle per una ragazza decidere di girare volontariamente da sola a quest'ora della sera

- Ciao.- borbotta coprendosi bene col cappotto e chiudendosi la portiera alle spalle non preoccupandosi di sentire la mia eventuale risposta. 

La guardo camminare verso la palazzina che ha difronte così premo sull'acceleratore e vado via.

  
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